Nuvole in scatola
  • Home
  • Libri
    • Dalla nascita
    • Da 1 anno
    • Da 2 anni
    • Dai 3 anni
    • Dai 4 anni
    • Dai 5 anni
    • Dai 6 anni
    • Dai 7 anni
    • Dagli 8 anni
    • Dai 9 anni
    • Dai 10 anni
    • Dagli 11 anni
    • Per adulti
    • Per papà
  • Chi sono
  • Contatti
  • Affiliazione

Il bambino piantò un seme di carota.

È poco più di una frase minima: soggetto, verbo, oggetto, specificazione.

Eppure in queste poche parole troviamo il nucleo di tutto questo straordinario libro: c'è il protagonista (il bambino), la sua azione, all'attivo, perché sarà lui con la sua volontà, la sua caparbietà e i suoi gesti a dare forma alla storia, e c'è il tema centrale di tutta la narrazione: quel seme. Ogni cosa è essenziale.

Solo quella specificazione "di carota" non cambia la sostanza dei fatti, ma è un dettaglio che nutre l'immaginario. Poteva essere un seme qualsiasi, invece ora possiamo visualizzare bene cosa vuole diventare "da grande" quel seme, e non è una pianta ornamentale, ma qualcosa di sostanzioso, di umile ma anche utile.

Un seme di carota

Ecco, Un seme di carota è tutto in questo incipit: la sua prosa misurata, fatta di pochissime parole ben scandite, che lascia il tempo di pesarle una ad una, un'illustrazione semplice su fondo neutro di cui possiamo leggere ogni dettaglio, e qualche piccolo particolare che passa quasi inosservato ma che dà corpo e forza alla storia.

Un seme di carota è un piccolo classico. Lo scrisse Ruth Krauss e lo illustrò il marito Crockett Johnson (il "papà" di Harold, che non stenterete a riconoscere nei tratti di questo bambino), fu pubblicato nel 1945 e oggi arriva in Italia grazie a Topipittori, senza aver perso la sua potenza.

Un seme di carota

 

La mamma gli disse "Non credo che germoglierà"

(...)

E suo fratello gli disse: «Non germoglierà».

I dettagli, dicevamo. Come la delicatezza che adoperano i genitori nel dargli la loro opinione (in inglese è "I'm afraid it won't come up"), e che invece il fratello non si cura di usare.

Delicato o meno, il parere di tutti è concorde: il seme non germoglierà. Ma al bambino non importa. Non si lascia scalfire dalle opinioni degli altri: la sua espressione quasi non muta lungo tutta la durata del libro. Il suo sguardo si volge a loro, segno che li ascolta, eppure va dritto per la sua strada, prendendosi cura del suo seme, innaffiandolo e togliendo le erbacce. 

A questi gesti di cura sono dedicate le frasi più lunghe, che spezzano il ritmo delle sentenze per dare conto di un lavoro meticoloso e amorevole. È la cura che spezza le catene dell'inevitabilità, e la prosa ne tiene conto, dandole un respiro più dolce.

Un seme di carota

Un seme di carota è un albo brevissimo e lineare, che arriva dritto al punto.
Ci racconta la caparbietà, l'importanza dei gesti di cura, la forza della determinazione nel perseguire i propri progetti.

Un piccolo gioiello che parla poco ma ha (ancora) molto da dire.


Alzi la mano chi a volte ha l'inconfessabile speranza che succeda qualcosa, qualcosa di negativo, anche se non troppo, pur di saltare un giorno di lavoro.

Lo vedo che non l'avete alzata. D'altra parte non sarebbe "inconfessabile", altrimenti, ma so che almeno una volta vi è capitato.

 Una buona ragione

E probabilmente è capitato anche ai vostri figli, che non stanno certo bene con la febbre (e poi ci sono tutti quei compiti da recuperare!), ma almeno per una volta vorrebbero godersi una mattina più lenta, in cui stare a letto un po' di più, senza corse e lezioni.

È così che la pensa l'asinello protagonista di Una buona ragione, di Matteo Razzini e Beatrice Zampetti (Zoolibri): è stanco di doversi svegliare così presto per andare a scuola.

Una buona ragione

Sa benissimo che i suoi genitori non gli permetteranno di restare a letto in qualsiasi caso, perciò rimane un po' stupito quando la mamma propone:

"Dammi una buona ragione
e potrai restare a letto."

Davvero? Basta soltanto trovare una buona ragione?

Che problema c'è? Ogni bambino che si rispetti è pieno di buone ragioni per restare a casa da scuola.
È così che inizia una carrellata di scuse, scene e scenette: l'asinello è ammalato, anzi no: è rimpicciolito, anzi, no: è capitano di una nave pirata. Fino al divertente finale, l'asinello continuerà a impegnare il proprio ingegno e la propria fantasia, ma nessuna di queste, alla mamma, sembra una buona ragione.

Una buona ragione


Il fatto è che il senso del dovere di un bambino è molto diverso dal nostro, e poi in fondo, come dicevo, non capita anche a noi di desiderare una tregua?

Matteo Razzini e Beatrice Zampetti non giudicano, ma accolgono questa necessità del bambino e la sua frustrazione nel non vederla accolta e le interpretano con ironia e complicità.

Sono i risguardi a chiudere la storia raccontando il bello di una giornata senza scuola. Anche ai grandi, tutto sommato, la cosa non dispiace affatto.




La prima cosa che si nota di questo libro è anche ciò che più ne caratterizza la cifra stilistica.

Presto, presto, presto! è un esempio da manuale di come la sostanza, a volte, stia quasi tutta nella forma.

presto presto presto

 

Non è tanto la trama, infatti, a comunicare, in questo albo di Clotilde Perrin edito da Franco Cosimo Panini, quanto la struttura fisica dell'albo e la grafica con cui sono impaginate le parole.

Presto, presto, presto! è prima di tutto un libro larghissimo: 30 cm per soli 11,5 di altezza. Aperto, è una sottile striscia lunga più di mezzo metro.

Cosa comunicano queste proporzioni? Uno spazio da attraversare, di cui si fatica a vedere la fine, ma anche una linea temporale, quella in cui si muove il protagonista (ma potrebbe essere anche una protagonista).

presto presto presto

La forma, dicevamo: non si tratta solo della forma del libro, ma anche di quella della prosa, fatta di un lungo periodo, incalzante, impaginato tutto su un'unica riga, in cui in prima persona si descrive una corsa contro il tempo.

Non c'è, come accade di solito, un adulto a dettare i tempi. Non c'è conflitto generazionale.
Qui è il protagonista ad avere fretta, a inanellare una dopo l'altra, senza lasciare respiro (neanche al lettore!) tutte le azioni necessarie.

La catena del percorso si fa via via più improbabile, e così dal quotidiano (la casa, la strada, l'autobus il cui autista suona il clacson per districarsi nel traffico) si passa allo straordinario, con una barca e infine un aereo, sul quale però, per un soffio, il protagonista non riesce a salire. Dove sarebbe dovuto andare? Non lo sapremo mai, non ha importanza.

presto presto presto

Qui l'albo cambia passo, si trasforma nel suo opposto. Pur mantenendo una prosa essenzialmente paratattica, fatta di un unico, lungo elenco, l'impaginazione del testo invita a una lettura più lenta.

Mentre il protagonista, non più trascinato dall'urgenza, riscopre i dettagli del mondo attorno a sé, ripercorrendo al contrario la strada verso casa, il lettering si fa più leggero e meditativo.

presto presto presto

Le parole si appoggiano sugli oggetti che indicano, prendono la forma del loro movimento, si sparpagliano sulla pagina facendo vagare l'occhio qua e là, così come il bambino vaga ora nel mondo, senza più correre, assaporando ogni cosa.

La lunga linea del tempo riscopre la lentezza, e con essa la meraviglia.

PS: quel po' di conflitto generazionale tra tempo adulto e tempo bambino, assente nell'albo, lo troviamo, dolce e ironico, nella dedica, in realtà una citazione della figlia dell'autrice:

Smettila di dirmi di sbrigarmi,
non ho ancora finito di giocare!


Tutto è magia, per i più piccoli, perché il mondo è ancora tutto da scoprire.
Ma la magia di una formula magica ha un suo fascino indiscutibile, che rende più credibili anche i gesti più banali (avete mai provato ad accompagnare un bacino passatutto a una frase speciale?).

maga mu

Julia Donaldson, maga delle parole che non ha bisogno di grandi presentazioni, e la matita vivace di Nick Sharrat, che avevamo conosciuto in Il gatto e il re e il drago sputafuoco, hanno unito la magia dei giochi di prestigio e l'effetto magico delle finestrelle da aprire in Maga Mù, un divertente cartonato per coinvolgere i bambini, dai due anni, nella lettura.

maga mu

Maga Mù Ã¨ una maga pasticciona, che cerca di far apparire un coniglio ma non ci riesce mai.

È il bambino, insieme al lettore, a sollevare le finestrelle per verificare il risultato dell'incantesimo della mucca, che non è mai quello sperato: sotto il cappello ci sono dei fiori, sotto la tovaglia un maialino...

maga mu

Il gioco della scoperta si accompagna alla piacevolezza della formula in rima (magari mimata con dei gesti), che aggiunge divertimento alla lettura ma crea anche attesa, come se il sollevamento della finestrella diventasse un momento rituale.

Non so se vi è mai capitato, con i bambini, che il ditino arrivasse alla finestrella troppo presto rispetto a quanto il testo richieda: ecco, in Maga Mù i tempi sono scanditi dalla recitazione della formula, dal tono di voce che si chiude, perciò il bambino saprà attendere il momento giusto, e poi ridere (anche se è già la ventesima volta che lo leggete e quindi lo sa già!) del pasticcio combinato dalla mucca.

Il linguaggio semplice, le immagini nette e ben delineate, le pagine cartonate lo rendono accattivante per i piccoli, che impareranno presto a memoria il testo per poi "leggere" da soli.

È più magico lo spettacolo del prestigiatore o il libro che lo racconta?


Nessun robot è stato discriminato per scrivere questo libro. Lo dico perché nonostante il titolo possa sollecitare accuse di... ehm... "microchip shaming", Perché i robot sono stupidi? racconta l'intelligenza artificiale con un approccio aperto ed eclettico, raccontandone i limiti ma soprattutto valorizzandone le potenzialità.

teste toste - i robot

Perchè i robot sono stupidi? E tante altre domande sulla robotica è un saggio della collana Teste toste di Editoriale Scienza, in cui Federico Taddia, con la sua arguzia e il suo umorismo, intervista esperti e divulgatori ponendo domande curiose e originali e sviscerando temi, dettagli e aspetti poco noti dei temi più attuali.

Qui, l'intervistata è Barbara Mazzolai, ricercatrice nell'ambito della robotica.

teste toste - i robot

Come tutti i volumi della collana, Perchè i robot sono stupidi? è composto da capitoli interconnessi ma abbastanza indipendenti l'uno dall'altro, tanto da poter essere letti nell'ordine preferito. Al termine di ogni capitolo, un box rimanda agli argomenti correlati a quello appena letto, in una logica ipertestuale e non lineare, che rende la lettura più movimentata.

teste toste - i robot

I temi affrontati vanno dalle curiosità sulla robotica quotidiana (come funziona un assistente vocale?) a questioni più astratte e filosofiche: i robot sono intelligenti? e cos'è l'intelligenza? e la creatività? l'umorismo?

Sì, perché per capire a fondo le logiche di una macchina che vorrebbe imitare l'uomo bisogna prima capire quelle dell'uomo stesso. È così, attraverso questo dialogo incalzante, chiaro e articolato, che leggendo afferriamo il senso di questi esseri così diversi e così uguali da noi.

Scopriamo peraltro che, al di là del nostro immaginario che li vede come esseri antropomorfi, o tutt'alpiù supereroi alla Gundam, i robot sono una popolazione quantomai variegata, che può imitare anche animali, piante o batteri. Senza peraltro perdere il suo indiscutibile fascino sui bambini.

teste toste - i robot

Dillo con un algoritmo


Chi ha detto che per fare codig è necessaria un'attrezzatura particolare?

Prima ancora di essere utilizzati per istruire una macchina, gli algoritmi sono semplici procedure, che possono essere usate anche dell'uomo, anche per gioco.

Giocate in coppia e provate a fingervi robot e programmatore: il robot eseguirà solo le istruzioni fornite dal programmatore. Iniziate con comandi semplici (ad es. camminare dalla camera alla cucina, con una sequenza di passi dritti, a destra o a sinistra) e poi complicate le cose con azioni più complesse (ad es. preparare la tavola o lavarsi i denti) o con istruzioni condizionali (se... allora... altrimenti...).

Quando è il vostro turno di fare il robot, ricordate di eseguire e non pensare! Se non vi viene detto di fermarvi, andate a sbattere contro il muro e magari continuate a camminare come se steste cercando di attraversarlo.

È dagli errori che si impara di più (e che si ride meglio).


C'è una cosa che adoro di Hervé Tullet: il modo in cui fa sembrare tutto molto semplice. Chiunque, con lui, può sentirsi un artista.

colori tullet

Con i miei figli abbiamo sperimentato questa sensazione con La cucina degli scarabocchi e poi, durante il lockdown del 2020, seguendo la sua serie L'Expo idéale e realizzando la nostra piccola mostra d'arte casalinga.

In Colori, Tullet unisce questa vocazione con l'intuizione che più lo ha reso famoso nel mercato editoriale, quella di rendere i libri interattivi (conoscete tutti Un libro, vero?).
Edito inizialmente come albo illustrato con copertina rigida, Colori oggi trova una nuova vita in versione cartonata, "per piccole mani", come recita la copertina.

colori tullet

Una scelta quantomai adatta, perché Colori Ã¨ un libro da toccare, strofinare, maneggiare, "sporcandosi le mani", anche se solo virtualmente, in perfetto stile Tullet.

Dopo un "rito" di iniziazione per rendere la propria mano magica (una soglia importante da oltrepassare per permettere al bambino di sospendere l'incredulità e godersi pienamente il meccanismo dell'interazione), il libro invita il bambino a toccare un colore e mescolarlo all'altro, per poi scoprire nella pagina seguente il risultato.

colori tullet

Gli esperimenti proseguono, e scuotendo il libro, inclinandolo per far colare il colore, chiudendo due pagine una sull'altra si sperimentano le modalità di creazione dei colori secondari a partire da quelli primari.

colori tullet

I gesti sono semplici (ma sufficientemente vari tra loro da non annoiare), i risultati stupefacenti.
Il libro finirà in mano ai vostri bambini, che vorranno sperimentarlo da soli (ecco l'importanza del cartonato!).

L'incredibile diventa semplice, il semplice diventa incredibile.
Tutti possono diventare maghi dei colori, anche senza aprire i tubetti delle tempere (dopo la lettura, però, ogni tanto fateli pasticciare con i colori veri!).


Poche coppie comiche (forse nessuna) ci hanno fatto ridere come Orso e Anatra.

ti voglio bene

Buonanotte ci aveva folgorato con i suoi tempi comici perfetti, con la sua teatralità ideale da recitare ad alta voce, e con un neanche troppo sottile (ma mai esplicito) parallelismo con il rapporto tra genitore che vuole dormire e figlio che vuole giocare.
Ritroviamo molti di questi tratti in Ti voglio bene, in cui Jory John e Benji Davies riportano in scena (è il caso di dirlo) gli stessi protagonisti, sempre per Il Castoro.

Rivediamo quindi quasi invariati i contrasti tra Anatra, delizioso e irrequieto tormento, e Orso, la paciosa spalla comica del duo.

ti voglio bene

Questa volta Orso ha voglia di passare "una bella mattinata pigra in casa", mentre Anatra è decisa a trascinarlo in una bella passeggiata.

ti voglio bene

Vediamo ripetersi gli stessi meccanismi e perfino gli stessi tormentoni: Anatra che propone e che insiste da un lato, e dal'altro i "no" ripetuti di Orso e il suo "L'hai già detto" quando Anatra, nella concitazione, si ripete.

ti voglio bene

Di diverso, stavolta, c'è soltanto una più spiccata impronta affettiva.

In più di un'occasione, Anatra si giustifica spiegando "Voglio solo esserti simpatica" e Orso le ripete  "Ma tu mi stai già simpatica", e la rassicura sul suo affetto.
Non so quanto un bambino lo possa cogliere, ma è evidente il richiamo alle mille volte in cui un adulto non ha voglia di giocare perché ha bisogno di un po' di tempo per sé: chi si vuole bene non deve stare sempre necessariamente insieme, sembra dire questo albo, con un messaggio che forse rassicurerà più i genitori che i bambini.

Ma Orso e Anatra sono così simpatici che i bambini perdoneranno il tentativo di far passare una morale tra le loro battute.


Quando pensiamo al lato più poetico della natura, non sono certo le radici le prime a venirci in mente: così sporche, scure, nascoste nella terra. Eppure è là sotto che si svolge gran parte del lavoro, ciò che dà sostegno e nutrimento alla parte visibile del mondo.

La piccola storia dei bambini radice

È proprio qui che brulica la vita narrata da Sibylle von Olfers nel suo libro più noto, La piccola storia dei bambini radice, un classico della letteratura d'infanzia nato in Germania nel 1906 e oggi riedito in Italia, sebbene non per la prima volta, da Pulce edizioni.

La piccola storia dei bambini radice

La piccola storia dei bambini radice trasmette una forte connessione tra bambini e natura, un ideale forse al giorno d'oggi più immaginato che reale, e ci trasporta in un mondo di esseri fatati e creature del bosco, che insieme al gusto antico delle illustrazioni ci fa entrare in una dimensione fuori dal tempo, quasi a svelarci i segreti inconfessabili della terra.

È proprio Madre Terra a dettare i tempi e le azioni di questi bambini radice, putti identici tra loro, sereni nel volto, entità che in qualche modo appartengono al mondo vegetale e animale al tempo stesso. È primavera, infatti, e i bambini si svegliano, ripongono le vesti marroni per cucire e indossare quelle colorate, e poi dipingono di colori vivaci coccinelle e maggiolini.

La piccola storia dei bambini radice

Artefici del risveglio della natura, escono dalla terra per popolare i prati e si fondono e confondono tra i fiori: ogni bambino secondo il suo colore si identifica con una viola, un mughetto o una ninfea, per poi rincasare, come in un ciclico letargo, al sopraggiungere dell'autunno.

Con le sue rime forse non originali ma ben formate, anche nel ritmo, che Pulce edizioni ha stampato in carattere maiuscolo per incontrare anche i primi lettori, La piccola storia dei bambini radice ha sentori di filastrocca e di leggenda, quasi volesse spiegare con questa magia i cambiamenti delle stagioni.

La piccola storia dei bambini radice

Le illustrazioni segnano una cesura tra la vita "sotto", rappresentata a piena pagina, e quella "sopra", racchiusa in forme decorate da elementi naturali, che ricordano i capilettera miniati o le pale d'altare: è come se in superficie l'essenza di questi magici bambini si facesse più eterea e inconsistente, ed essi diventassero puro spirito delle stagioni.

C'è sempre qualcosa di magico che ci sfugge, nel mutare della Natura.


Ritrovare un personaggio amato di un libro è un po' come rivedere un vecchio amico: non ha molta importanza che si faccia qualcosa di speciale, è piacevole e rassicurante anche solamente passare del tempo insieme, sentire quella sensazione di familiarità.

Ti amiamo signor Panda

Aprire Ti amiamo signor Panda è così: la prima reazione è un sorriso nel rivedere il caro protagonista di Per favore signor Panda e Buonanotte signor Panda, insieme all'inseparabile bradipo.

Rispetto ai precedenti titoli (sempre di Zoolibri), il paradigma qui in qualche modo si inverte: Panda non insegna le buone maniere o qualche buona routine, ma molto semplicemente offre i suoi abbracci. E in qualche modo sembra lui stesso averne bisogno.
Morbido e avvolgente com'è, con la sua maglietta "free hugs", chi potrà resistergli?

Ti amiamo signor Panda

E invece, uno dopo l'altro, gli animali che gli si avvicinano cercano i loro abbracci altrove. Con il consueto sapore ironico che sa infondere Steve Antony, li vediamo avvinghiarsi nei modi più curiosi: il coccodrillo, ad esempio, si mette una molletta sul naso per stringersi alla puzzola.
Tutti gli animali si dichiarano così il proprio affetto.

Ti amiamo signor Panda

Il signor Panda resta lì, in disparte. Proprio lui, che offriva i suoi abbracci a tutti, è rimasto solo.
Muove tenerezza il primissimo piano del suo sguardo che invade tutta la doppia pagina guardando negli occhi il lettore, quello sguardo che lo caratterizza così bene lungo tutta la serie a lui dedicata.

Ti amiamo signor Panda

Come c'è da aspettarsi, il Panda troverà il suo abbraccio, anzi, i suoi abbracci, e il suo affetto sarà infine ricambiato.
Così come non resterà deluso il bambino, che si ritroverà catapultato nuovamente in un mondo di animali, di vocine e vocione da recitare e di situazioni buffe e (ne siamo certi) avvolto nell'abbraccio di mamma o papà che leggono per lui.
 


Non so voi, ma a me il fatto che vetrine e strade si riempiano sempre più presto di addobbi di Natale mette sempre un po' di ansia.

Sì, perché mi ricorda che devo ancora pensare al calendario dell'avvento, ai regali di santa Lucia e a quelli di Natale per i bimbi, la famiglia e gli amici. Altro che periodo di attesa e contemplazione, quello che precede il Natale è uno dei più frenetici dell'anno.

È anche il periodo in cui riprendo in mano tutti i libri usciti e recensiti nell'ultimo anno per vedere quali sono le novità più belle da regalare. E già che ci sono, condivido questo elenco con voi, quest'anno anche con qualche suggerimento in più, casomai vogliate abbinare al libro un regalino coordinato.

strenne 2021

Per chi ha bisogno di essere cullato
(dalla nascita o dai 3/4 anni). Buonanotte bosco

Due ninne nanne con una nota in comune: la traduzione poetica di Chiara Carminati.
Per questo le suggerisco già dalla nascita, per assaporare la meravigliosa musicalità della nostra lingua in un momento rilassante prima della nanna.
Dai 3/4 anni, se ne può cogliere al meglio la trama narrativa e passeggiare tra gli alberi insieme alla protagonista di Buonanotte bosco, salutando gli animali che vanno a dormire (qui la mia recensione),

Tutto dormirà

 oppure seguire il gatto di Tutto dormirà, nel suo lento e calmo viaggio verso casa (qui la mia recensione).

Da regalare insieme a: una boule dell'acqua calda o un morbido plaid.


Per chi ha una nonna speciale (da 1 anno).

Mollan

Sembrano i classici librini sulle azioni quotidiane, perfetti per i lettori più piccoli, ma hanno una nota emozionale in più: Mollan un giorno con la nonna e Mollan in cucina raccontano il rapporto speciale tra nonna e nipotina.

Qui la mia recensione.  

Da regalare insieme a: un set di stampini per fare i biscotti (con la nonna).


Per chi... sta imparando a tenerla (dai 2/3 anni).

occupato

Ci voleva almeno un libro su cacca e pipì, in questa lista, vero? Occupato non è il solito albo "didattico", ma un divertente cross over di personaggi delle fiabe in un racconto che anche dopo molte letture continua a far ridere.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: un vasino originale (non è bellissimo?).


Per chi ha la musica dentro (dai 3 anni).

Pokko e il suo tamburo

Un albo sul talento e la passione, e anche (con un po' di ironia) sui genitori costretti a sopportare le trovate dei figli più esuberanti. Pokko e il suo tamburo Ã¨ divertente, profondo, ipnotico, pieno.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: il suo primo flauto dolce (o uno strumento a piacere).

 

Per chi è stufo dei soliti ranocchi che diventano principi
(dai 3 anni).

Attenti al ranocchio

Un albo irriverente e disincantato, ma pur sempre magico, con illustrazioni allegre e un po' vintage, un ritmo coinvolgente, protagonisti irresistibili: Attenti al ranocchio ci ha conquistati.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: un ranocchio di peluche (non diventa principe: garantito!).


Per un amico lontano (dai 4 anni, ma anche per i grandi).

Un barattolo di stelle

Immaginate di aprire un vasetto e riuscire a vedere e sentire quello che vede il vostro migliore amico, a chilometri e chilometri di distanza. È la magia di un'amicizia che va oltre le distanze, e che Un barattolo di stelle racconta con intensità, candore e poesia. 

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: un barattolo di pensieri e di ricordi condivisi (anche questa idea la trovate nella mia recensione).


Per chi ama le cose fatte a mano (dai 4 anni).

Tricot

Un albo che sa di cose fatte con amore e di tradizioni tramandate da una generazione all'altra: in Tricot, fare a maglia diventa un'eredità da passare di nonna in nipote.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: una sciarpa sferruzzata con le proprie mani.


Per chi adora i caldi abbracci (dai 4 anni).

orso raymond briggs

L'orso di Raymond Briggs è un classico che profuma di inverno, di morbido, di sogno, di coccole del lettone.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: la monografia di Raymond Briggs appena uscita per la nuova collana The illustrators di Lupoguido (per i genitori).

 

Per chi vuole una fiaba, ma non la solita fiaba:
un albo (dai 3/4 anni) e un graphic novel (dagli 8).

Dulcinea nel bosco stregato

Due proposte fiabesche, ma originali al tempo stesso: Dulcinea nel bosco stregato ha una bambina disobbediente, una strega e un papà da salvare, ma anche lo sguardo e il tratto ironici e un po' dissacranti di Ole Könnecke.

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: una padella per fare i pancake. 

 

Mule Boy e il troll dal cuore strappato

E poi c'è Mule Boy e il Troll dal cuore strappato, graphic novel dal gusto trasversale, come il nome della collana a cui appartiene. Eclettico per atmosfere, tono di voce, tratto grafico.

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: uno zaino da esploratore (per andare a caccia di troll).


Per chi si fa prendere dalle mode (dai 5/6 anni).

Una vacanza da unicorni

In Una vacanza da unicorni il genio di Gilles Bachelet prende in giro con la sua solita ironia e le sue infinite citazioni la moda degli unicorni nei prodotti per bambine.

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: un gadget o un prodotto con gli unicorni, naturalmente!


Per chi ha iniziato la scuola e ha paura del foglio bianco (dai 6/7 anni).

La fantasmagorica storia di Ralph

Con La fantasmagorica storia di Ralph , l'autrice di Dory Fantasmagorica balza nelle aule scolastiche per raccontare a chi manca di ispirazione che le storie sono dappertutto attorno a noi.

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: un diario segreto (anche peloso e, già che siamo in tema, con l'unicorno!).

 

 Per chi sogna di fare il giornalista (dai 7 anni).

L'eco del bosco

L'Eco del Bosco,  Il giallo del Pangolino giallo, I mondiali dell'Olympic Boscaglia: tre brevi romanzi sui diversi volti del reportage, tra cronaca, misteri e sport, con un'improbabile coppia di giornalisti: un lupo e una pecora.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: una Moleskine o un taccuino per i propri personali reportage.


Per chi ha un cane speciale, o per chi non ce l'ha più
(dai 7/8 anni).

Olle

La penna abile Guus Kuijer, racconta il suo speciale rapporto con il cane Olle in questo breve e intenso romanzo che incanta chiunque ami i cani.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: qualche gioco per il proprio amico a quattro zampe (oppure una bella cornice con una foto dell'amico che non c'è più).



Per chi ama la neve e l'indipendenza (dai 9 anni).

Tonjia Valdiluce

Molto invernale nella sua ambientazione, tra discese con gli sci e gli slittini, Tonja Valdiluce Ã¨ ancor più di quello che promette: un romanzo avvincente, ricco di emozioni, di personaggi sfaccettati, di atmosfere avvolgenti, con una protagonista volitiva e determinata che sa conquistare il lettore. 

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: uno slittino, un bob o una padella per la neve.



Per l'amico bibliofilo, che però ama anche l'arte
(dai teenager in su).

Promenade

In Promenade, l'arte di Jungho Lee e le parole d'autore di Bernard Friot accompagnano il lettore in una poesia visiva, un viaggio incantato che evoca il piacere di leggere e di entrare in mondi nuovi.

Qui la mia recensione.

Da regalare insieme a: la gift card di una libreria, oppure un biglietto per una mostra d'arte.


E infine: per chi non crede più a babbo Natale (ma crede alla sua magia).

Un milione di Babbi Natale

Uscito appena un po' troppo tardi per essere inserito nella mia lista dei regali 2020, Un milione di Babbi Natale non contesta esplicitamente l'esistenza del magico portatore di doni, ma ne dà una spiegazione alternativa, che coinvolge i genitori senza rinunciare alla magia.

Qui la mia recensione. 

Da regalare insieme a: quello che i bambini hanno chiesto nella letterina. 


Se le idee non vi bastano (e se non siete troppo fissati con le ultime uscite), c'è anche il post dello scorso anno, con le novità 2020.

(E a proposito delle incombenze natalizie di cui parlavo qui sopra, almeno una – scrivere il post con i consigli sui libri da regalare a Natale – è andata!)


                                           
Post più recenti Post più vecchi Home page

Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

Segui le nuvole

Newsletter

* indicates required

POPULAR POSTS

  • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
  • Svish, splash, squelch, scric, fiuuu!
  • Mio figlio non parla! I libri per stimolare il linguaggio.
  • Mio figlio non legge! Sette consigli per crescere lettori in un mondo digitale.
  • Nuvole in barattolo.

Temi

animali 70 scienza 44 amicizia 29 diversità 29 fantasia 29 natale 28 papà 24 cani 23 nanna 21 disegno 19 regali 19 rime 19 natura 18 scuola 16 condivisione 14 fratelli e sorelle 14 paure 14 emozioni 12 halloween 12 avventura 11 morte 11 onomatopee 11 cibo 10 corpo umano 10 lettura 10 pannolino 10 amore 9 autostima 9 crescita 9 ecologia 9 mamma 9 mostri 9 nonni 9 silent book 9 punti di vista 8 ambiente 7 bullismo 7 esperimenti 7 gatti 7 interattivo 7 supereroi 7 mare 6 matematica 6 noia 6 scrittura 6 storia 6 educazione 5 favole 5 inserimento 5 neve 5 regole 5 compleanno 4 difetti 4 dinosauri 4 famiglia 4 primavera 4 capricci 3 esplorazione 3 estate 3 gallucci 3 in viaggio 3 lentezza 3 maestra 3 neogenitori 3 neonato 3 resilienza 3 tempo 3 vacanze 3 autonomia 2 buio 2 carnevale 2 cucu 2 disabilità 2 macchine 2 autunno 1

Search This Blog

Blog Archive

  • ▼  2024 (32)
    • ▼  dicembre (1)
      • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (3)
    • ►  giugno (5)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (3)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2023 (54)
    • ►  dicembre (5)
    • ►  novembre (7)
    • ►  ottobre (5)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2022 (81)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (8)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2021 (111)
    • ►  dicembre (13)
    • ►  novembre (14)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (12)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (12)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2020 (102)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (11)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (9)
  • ►  2019 (101)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (8)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2018 (79)
    • ►  dicembre (8)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (3)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (7)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2017 (62)
    • ►  dicembre (7)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2016 (44)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (4)
    • ►  maggio (5)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2015 (38)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (4)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2014 (34)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (2)
    • ►  giugno (3)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (2)

Copyright © Nuvole in scatola. Designed by OddThemes