Suona la tua musica.

Sempre più spesso trovo libri che, più che insegnare qualcosa ai bambini, insegnano ai genitori.
Lì per lì la cosa è spiazzante: siamo culturalmente portati a identificare le storie per bambini con fiabe dotate di morale più o meno esplicita.
Ma a pensarci bene, non potrebbe che essere così: la letteratura per bambini, per l'appunto, è per bambini, e deve stare dalla loro parte. Siamo noi, semmai, a dover imparare a rispettare il loro sentire, a parlare il loro linguaggio.

Pokko e il suo tamburo

Pokko e il suo tamburo, del canadese Matthew Forsythe (Terre di mezzo editore), sta proprio lì, dalla parte dei bambini, ma lo fa con un'ironia che non può non strappare un sorriso anche ai grandi.

Regalarle un tamburo era stato il più grosso errore che i genitori di Pokko avessero mai fatto.

Così inizia l'albo, e non c'è bisogno di spiegare perché mamma e papà rana lo ritengano un errore: è un'immagine fin troppo radicata nel nostro vissuto quella dei piccoli che fanno rumore e dei grandi che sognano un po' di pace.

Pokko e il suo tamburo

Ma non si tratta solo del rumore: come il testo specifica i genitori 
in passato, avevano già fatto degli errori.
Come la fionda.
E il lama.
Le immagini lasciano intuire qualcosa, ma il non detto resta preponderante, e quel non detto è una chiave importante del meccanismo di coinvolgimento del lettore, perché crea complicità, provoca risate, ma mette in moto anche la fantasia, per immaginare cosa mai abbia combinato Pokko con la fionda e con il lama.

Pokko e il suo tamburo

Dopo un dialogo surreale, in cui parlano senza capirsi a causa del rumore del tamburo, il papà e la mamma di Pokko la allontanano per trovare un po' di pace.
Nel bosco, Pokko non saprà resistere al richiamo della musica e ricomincerà a suonare. Subito, dietro di lei si forma una coda di animali che la segue, come a formare una banda: c'è un procione con il banjo, un coniglio con la tromba, e anche un lupo, che non sa suonare ma ama la musica.

Pokko e il suo tamburo

È nella foresta che l'albo cambia registro, con le sue tavole affollate di animali sedotti dalla musica: pur conservando qualche momento comico, la storia inizia a coinvolgere sensi e sentimenti.
Sembra di sentire il ritmo, la festa, ma anche l'orgoglio della piccola Pokko, che con il suo talento ha saputo coinvolgere una folla di appassionati, tanto che alla fine, anche la mamma e il papà dovranno riconoscerlo.

L'occhio si perde tra le campiture scure e le molte presenze del bosco.
Le immagini degli animali, con la fissità dei loro sguardi e delle espressioni, ancor più accentuata in Pokko e nella sua famiglia per via delle pupille orizzontali, creano una sensazione straniante che affascina e quasi ipnotizza. Sembra che tutti i personaggi siano rapiti dalla musica, come se l'arte fosse una forza superiore a tutto, anche allo scetticismo dei genitori.
Quei genitori che a volte dovrebbero alzare l'asticella della sopportazione e permettere ad ogni bambino di suonare la propria musica.


La tambulattina

 
Avete mai costruito un tamburo in casa?
È molto semplice, e può diventare un piccolo esperimento scientifico per parlare ai bambini di vibrazioni, casse di risonanza e trasmissione del suono.


Tamburo di latta
 
Prendete un semplice barattolo di latta e un palloncino.
Tagliate la cima del palloncino e usatela come "pelle" del tamburo, tirandola bene ai bordi (se è molto tesa, non servirà nemmeno un elastico per fissarla).
Per suonarlo, basteranno penne o matite o bastoncini di qualsiasi tipo.

Tamburo di latta

Se volete un'orchestra intera, potete aggiungere maracas fatte di contenitori pieni di riso o fagioli secchi, nacchere costruite con tappi a corona incollati a un cartoncino piegato, perfino strumenti a corda, con fili tesi su una scatola forata a fare da cassa.
(Prossimamente: il tutorial per i tappi nelle orecchie.)


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