C'è un periodo, nemmeno tanto breve, dopo la nascita, in cui la mamma non è una persona, ma un odore, un certo tipo di calore, una voce: un insieme di sensazioni fisiche che fanno stare bene il bambino.
È così che la racconta Chiara Raineri in Piccola pantera, un albo pubblicato da Camelozampa che invita il piccolo lettore ad assaporare le informazioni sensoriali di ciò che lo circonda.
Con le sue parole semplici, le frasi brevi, le ripetizioni, Piccola pantera parla il linguaggio dei più piccoli (non esiterei a proporlo già dai 2 anni o poco prima), che saranno catturati anche dal meccanismo di scoperta dato dalle alette.
Ogni pagina di destra, infatti, si apre spalancando un nuovo spazio allo sguardo e dando un ritmo molto regolare alla lettura.
La pagina di sinistra ospita una constatazione sensoriale: è morbida, è nera, ha un buon odore.
Sulla destra vediamo l'oggetto a cui questa affermazione sembra riferirsi: una felce, la notte, un fiore.
Quando la pagina di destra si apre, vediamo la piccola pantera nell'atto di "sentire": toccare la felce, guardare e ascoltare la notte, annusare il fiore.
Troviamo in Piccola pantera un altro elemento comune al pensiero dei più piccoli: la personificazione degli organi di senso e movimento:
È morbida,
dice la zampa di piccola pantera.
È come se la zampa avesse vita propria, un proprio intelletto, una propria capacità autonoma di sentire e dire (vi è mai capitato di sentire un bambino dire "non è colpa mia, sono le mie mani che lo hanno fatto cadere"?).
La pagina di sinistra è scura, con piccoli punti bianchi. Sulle prime
verrebbe da pensare alla pantera che tiene gli occhi chiusi, per
concentrarsi meglio sulle altre sensazioni.
Solo alla fine (spoiler, ma inevitabile per raccontare il libro) scopriamo che tutte le caratteristiche che la pantera esplora nel mondo attorno a sé sono quelle della sua mamma: morbida, nera, dolce e così via.
Piccola pantera rappresenta un po' il percorso esplorativo tipico di ogni bambino, che scopre il mondo con sicurezza solo perché ha il porto sicuro della mamma ad accoglierlo al suo ritorno, e che parametra tutto, all'inizio, a ciò che conosce meglio di ogni altra cosa: lei.