Nuvole in scatola
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Ecco il giorno e la notte
Ecco le albe e i tramonti
Ecco le stelle a frotte
Ecco i mari, ecco i monti
Ecco il babbo vicino
Ecco il cielo profondo
Ecco il mondo, bambino
Ecco il bambino, mondo.  

(E. Ecco. Bruno Tognolini, Mammalingua) 


Benvenuto, Piccolissimo D.
Che i tuoi sogni siano sempre lievi come nuvole
e la tua fantasia aperta come scatole da riempire.
Dunque, quanto manca a Natale? Troppo poco, se anche voi dovete ancora trovare tutti i regali, preparare le decorazioni e magari costruire anche il vostro calendario dell'avvento.



Quest'anno, tanto per cambiare, sono ben lontana dall'avere una soluzione pronta (in famiglia siamo presi da... be', vedrete, ecco). Però, per voi, ho il nostro calendario dell'avvento dell'anno scorso: economico, semplice, in materiale di recupero.

Cosa vi serve?
  • 24 rotoli di carta igienica (ecco perché è meglio iniziare a pensarci prima!) o di carta assorbente da cucina: in genere hanno lo stesso diametro, basta tagliarli della lunghezza giusta;
  • carta velina verde;
  • scotch normale o meglio ancora washi tape rosso;
  • un nastro per decorare;
  • cartoncino, meglio se verde;
  • 24 sorprese da mettere dentro ogni casella. O, se vi piace la mia soluzione, potete stamparla direttamente dal pdf.

Primo passo: ricoprire i rotoli con della carta velina.
Non serve fare un lavoro preciso: la cosa più importante è che una delle aperture venga tappata con la carta ben tesa. Per farlo più velocemente ho usato lo scotch (la colla tiene meno e rischia di rompere la carta, bagnandola).

Importante: i rotoli interni potranno essere ricoperti anche solo a metà (così risparmierete tempo e carta), mentre quelli esterni vanno ricoperti completamente, "rimboccando" la carta in eccesso dentro l'apertura posteriore.



Ora potete assemblare i rotoli creando la forma di un albero di Natale. Per farlo, dovete creare un triangolo con una base da sei rotoli e usarne tre per il tronco.
Dopo aver riempito tutti i rotoli con le sorprese che desiderate usare (ricordatelo! Dopo sarà troppo tardi), tappate la parte posteriore con un cartoncino ritagliato su misura: basterà appoggiare l'albero sul cartoncino e segnare i bordi con una matita.



Potete rifinire i bordi con del washi tape rosso e aggiungere un fiocco per decorare.
Infine, appiccicate i numeri di cartoncino rosso, uno per giorno. Distribuiteli in modo casuale, così man mano che le finestre verranno aperte non si creeranno zone già "bucate" e altre intere.



Come riempire il calendario?
Potete usare i classici dolcetti, naturalmente. Io preferisco che il significato dell'avvento resti legato a quello dell'attesa, e quindi ho pensato alla costruzione di un presepe di carta.
Dentro ogni casella, una figurina, già ritagliata (ma potete anche farla ritagliare al vostro bimbo). Basta creare un anello con i lembi sotto ogni figura e fermarlo con il nastro adesivo per creare un piedistallo e tenere in piedi tutti i personaggi.



Se vi piace il mio presepe di carta, potete stampare tutti i 24 pezzi scaricando il pdf che ho preparato. Le figurine sono tutte in bianco e nero, quindi potrete anche farle colorare ai vostri bimbi.
Io ho iniziato  mettendo nella prima casella la capanna (l'unico pezzo che ho dovuto piegare per farlo stare dentro il rotolo), che ho attaccato con lo scotch a un muro, poi Giuseppe e Maria; nei giorni seguenti ho distribuito la stella, gli angeli, i pastori e le pecore; infine, dopo i re Magi, è arrivato il momento di preparare la mangiatoia (in due pezzi: la struttura sottostante, da ripiegare come una scatolina, e la paglia da appoggiare sopra).
La notte del 24 dicembre abbiamo finalmente aperto la casella con Gesù bambino.



Per poter scegliere l'ordine delle figure, naturalmente, i numeri dei giorni vanno incollati prima di riempire i rotoli.



Secondo voi cosa sarà stato più bello per il Piccolo T, l'emozione di scoprire la figurina del giorno o quella di poter rompere qualcosa senza essere sgridato? :)
Scena tipo: io e mio marito davanti a una galleria d'arte.
"Che bello quello!"
"QUELLO? No, è orrendo! E di quello lì che ne dici?"
"Ma no, è proprio kitsch!"

Metteteci vicino il fatto che sono cresciuta in una di quelle case in cui, con gusto molto anni '80, la parete del soggiorno era ricoperta di quadri come una schermata di Tetris un attimo prima del game over, provocandomi un leggero rigetto per gli oggetti in questione.

Risultato: le pareti di casa mia sono spoglie. Bianche. Vuote.
A volte mi fanno pure un po' pena, quindi cerco soluzioni di compromesso per decorarle un po'. Che ne so: lavagne. Oppure foto. Ecco, sì: le foto mi piacciono, e piacciono anche a mio marito. Parlano di chi abita la casa, ricordano momenti felici.
Ma le classiche cornici portafoto, ecco, quelle mi piacciono un po' meno.

Ecco la soluzione: creare una cornice fai-da-te dove appendere le foto in modo un po' più originale.
Così, mi sono armata di:
  • cornici
  • colore acrilico
  • spago
  • chiodini
  • mollette chiudipacco
  • cartoncino
  • e naturalmente foto.
(Scusate le poche immagini, il blog non c'era ancora!)

Ho dipinto le cornici e sul retro ho fissato con dei chiodini lo spago, annodato alle estremità (in pratica, ho inchiodato il nodo). Ho messo un solo filo sulla cornice piccola e due su quella grande, lasciando lo spazio per le foto in basso e per l'altezza della molletta in alto.


Ecco fatto. Accanto alle foto, per aggiungere un po' di contrasto di colore, ho appeso dei cuoricini rossi ritagliati con la Big Shot. Così, casomai non bastassero le immagini a far trasparire l'amore della mamma per il Piccolo T.



   
Il nonno del Piccolo T ha un orto grandissimo, la nonna (da parte di papà) delle spendide aiuole fiorite. Il papà, sul terrazzo, prova sempre a coltivare qualche piantina e la mamma... ehm... vabbe', la mamma ha altre doti, diciamo.

A parte questo piccolo dettaglio, insomma, direi che la coltivazione è ben salda nel DNA del Piccolo T, che infatti adora dare una mano a seminare, innaffiare, raccogliere, caricare le carriole con gli scarti da portare via. E forse è per questo che, tra gli scaffali della  biblioteca, ha scelto Ravanello cosa fai?, che è stato imprevedibilmente il tormentone di moltissime letture della buonanotte.


Ravanello cosa fai?, di Emanuela Bussolati (Editoriale Scienza), è un libro unico nel suo genere. Non è saggistica e non è nemmeno narrativa, ma è un mix curioso e accattvante tra le due cose.
Prima di tutto, è un vero e proprio manuale di istruzioni dettagliatissimo su come coltivare i ravanelli: da come preparare la terra a come seguirne la crescita, fino a qualche ricetta da cucinare quando saranno pronti; perché si sa: anche se un bimbo non ama la verdura, amerà quella che ha coltivato da solo. O almeno la assaggerà, ecco.

Un manuale così dettagliato che quasi quasi ci provo anch'io, a coltivare un ravanello, e vediamo se ne esce qualcosa.

Ma è anche un libro di racconti.
Racconti dell'attesa, da leggere uno per sera mentre aspettiamo che il nostro ravanello sia pronto da cogliere.
Racconti dell'orto, che spiegano attraverso le storie caratteristiche e abitudini degli insetti e degli altri animaletti di campagna.
Racconti che, pagina dopo pagina, accompagnano la crescita del nostro ravanello. Ogni racconto corrisponde infatti a un giorno, e in un angolo della pagina una piccola illustrazione ci mostra lo stato di crescita del ravanello nel giorno corrispondente, fino al momento della raccolta.



Un libro del genere pensavo non avesse molto senso se non affiancato dall'esperimento di semina e coltivazione del ravanello, e invece il Piccolo T lo ha adorato, e ha seguito la crescita del ravanello come fosse vero, imparando tante nuove cose sulla terra, i lombrichi, le piante e le lucertole.

E sì: mi sono ripromessa di provarci, quando sarà il momento, a seminare i ravanelli.
Ma finché la stagione non lo permette, meglio ripiegare  su qualcosa di più adatto al freddo (e al pollice tuttaltrocheverde della mamma), come il nostro

orto d'inverno


Per prepararlo servono:
  • una cassetta di frutta (io ho usato una di quelle piccole)
  • feltro e pannolenci
  • gommapiuma
  • colla per tessuti 
  • bastoncini da gelato o altri legnetti.


Ecco come fare: ritagliate la gommapiuma creando tre "salsicciotti" lunghi quanto la cassetta e larghi, complessivamente, quanto la sua larghezza. Non serve che siano cilindrici: verranno smussati dal pannolenci, però curatevi di arrotondare i bordi.
Ricoprite ogni pezzo di gommapiuma con del pannolenci marrone e infilateli nella cassetta: ecco a voi la vostra terra, già arata e pronta per accogliere le piante.



Le piante, appunto: io ho creato carote, insalata e ravanelli, incollando tra di loro vari pezzi di feltro.
Ho inserito un frammento di bastoncino da gelato per rendere più resistente la carota, la base dell'insalata e la punta del ravanello, che altrimenti si sarebbero piegate e rovinate inserendole nella terra.
Dentro insalata e ravanelli ho aggiunto un cuscinetto piccolissimo di gommapiuma per dare spessore.
Sopra la base dell'insalata, ho incollato altre foglioline per creare il cespo.
 

Ed ecco il nostro orto dove far crescere le verdure:



Le piantine andranno prima affondate completamente nei solchi tra un salsicciotto e l'altro e poi, man mano che saranno innaffiate (per finta: meglio specificare, perché il Piccolo T era già pronto con l'acqua!), le faremo crescere facendole sbucare dal terreno, fino alla raccolta.



Ah, naturalmente abbiamo venduto tutti gli ortaggi nel nostro negozio: questo sì che è vero "chilometro zero"!

 

   
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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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