Nuvole in scatola
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Aprite il frigorifero. Sì, anche se siete a dieta.
Cosa vedete? Latte, formaggio, carne, affettati (la Nutella no, mi raccomando! Metterla in frigo è un delitto contro l'umanità!).
E se ci fosse anche un mammut?
Lo so, la cosa è piuttosto surreale, per questo amo questa storia.
Ma chissà se l'avrei mai scoperta, se non me ne avesse parlato la mia amica Isabella.
Ah, a proposito: questo progetto è tutto suo, io non ho fatto niente!
Ma mi è piaciuto così tanto che le ho chiesto di poterlo ospitare sul mio blog.

Dunque, iniziamo dal libro: si chiama Un mammut nel frigorifero ed è semplice, agile e divertente. Ma soprattutto, è un inno alla fantasia.
Inizia così: con un bambino che trova un mammut nel suo frigo e chiama il papà. E il papà chiama i pompieri. Ma il mammut scappa su un albero e chi lo prende più.
Già qui la storia avrebbe molti elementi per far impazzire i bimbi (l'animale curioso, la scena buffa del mammut chiuso nel frigo, il "neee-nooo" della sirena dei pompieri), ma è il finale, almeno per me, l'aspetto più bello.
Arriva la notte, e la sorellina del bambino si avvicina all'albero, chiama giù il mammut offrendogli delle carote e se lo porta in camera, raccomandandogli di stare più attento per non farsi beccare.
 
Già, perché la bimba, nella sua cameretta, nasconde lui, ma anche un unicorno, un drago e un grande mostro peloso!
Amici immaginari?
Segreti che solo una bambina può tenere?
In ogni caso, un invito a non smettere mai di sognare e di credere alle favole.
Sì, perché un mammut può entrare in casa da un momento all'altro, se ci credi. Forse non un mammut in carne ed ossa, è vero, ma in carta e peli di spago sì. Ecco come ha fatto l'amica Isabella, con i suoi due bimbi, a ricostruirlo:
Per prima cosa, ha disegnato (ricalcando, vero? O sei così brava a disegnare, Isa?) su un cartoncino il mammut e la sagoma di tanti alimenti diversi da mettere in frigo. Ah, e anche il frigo, naturalmente.

Per creare i ripiani, ha ritagliato da una bustina portadocumenti la plastichina trasparente, e l'ha fissata al frigo con del nastro biadesivo.
Poi ha armato i bimbi di pennarelli perché colorassero frutta, verdura e barattoli vari.
E i peli del mammut? Pezzetti di spago da incollare con la colla vinilica. Un altro ottimo modo di tenere impegnati i bimbi per un po'.
Ecco fatto: un bel frigorifero in cui infilare, una volta ritagliati, tutti gli alimenti appena colorati, e da cui, all'improvviso, far uscire lui: il pauroso, gigantesco, preistorico mammut da appartamento.



E insomma, si è parlato di cucine, si è parlato di pentole, ma alla fine: che se magna?
Dovremo pur vedere cuocere qualcosa dietro quel vetro di pluriball del forno. Dovremo pur mettere a scaldare qualcosa in quelle padelle di cartone. O stiamo qui a morire di fame immaginaria?

Certo che no: quando si fa da mangiare per finta, qui, lo si fa sul serio.
Volete scoprire il gustosissimo menu della premiata cucina del Piccolo Chef T? Eccolo qua.


Il Piccolo T ha iniziato ad amare i libri verso i 18 mesi.
Mi sono sempre chiesta se avrei potuto fare qualcosa prima, e la risposta è sì. Io ci avevo provato, in effetti, solo che sbagliavo libri.

Dopo un corso come lettore volontario di Nati per leggere e la scoperta di blog splendidi, come mammamogliedonna e milkbook, avrei voluto prendere una Delorean, lanciarla fino a 88 miglia orarie e tornare indietro di qualche mese, per potergli proporre qualcuno dei bellissimi libri per bambini che ho imparato a conoscere. Questo è uno di quelli.

Ho scoperto i Quiet Book su Pinterest e ancora non ho capito perché si chiamino così.
Ho due ipotesi in proposito.
La prima è che si chiamino quiet perché sono dei libri-attività che tengono "quiet" i bimbi per un bel po'.
La seconda è che essendo sostanzialmente di tessuto, feltro o panno, non fanno rumore quando giri le pagine.

La mia conclusione è che chi ha inventato il nome sperava nell'ipotesi uno, ma si è dovuto accontentare della due.

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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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