Mio figlio non parla! I libri per stimolare il linguaggio.

Vediamo se questa situazione vi è familiare: a un certo punto in un gruppo Whatsapp che frequentate qualcuno pubblica un video del proprio bambino di due anni che declama una poesia o che dimostra un’arte oratoria che manco Cicerone.

A questo punto i casi sono due. O voi siete la persona che ha postato il video o vi iniziate a chiedere: perché mio figlio a due anni ancora non parla?

E la seconda domanda è: cosa posso fare per stimolare il linguaggio?

Leggere per stimolare il linguaggio

La prima risposta è: calma. Escludendo casi particolari di disturbi del linguaggio, che saprete riconoscere con il supporto di educatori e pediatra, tenete presente che ogni bimbo inizia a parlare secondo i suoi tempi (e – parlo per esperienza – verrà il momento in cui rimpiangerete tutto questo silenzio!).

Quel bambino che sembra così poco interessato a esprimersi, in realtà sta accumulando, immagazzinando, elaborando in attesa di esplodere (in senso buono).


La seconda risposta è: sì, potete fare molte cose e una delle cose più importanti, naturalmente, è leggere. Qualsiasi libro va bene, perché ogni lettura allena l’ascolto, arricchisce il lessico, favorisce il riconoscimento dei suoni, delle parole e dei meccanismi del linguaggio. 

Ma cercate dei libri più mirati per stimolare il linguaggio nei bambini di uno o due anni, allora dobbiamo fare un passo indietro e capire cosa, di preciso, è necessario stimolare.


Maryanne Wolf, nel suo Proust e il calamaro, suddivide le abilità linguistiche in cinque aree di sviluppo: fonologico, semantico, sintattico, morfologico e pragmatico. Concentriamoci sulle prime due, che sono quelle che più ci interessano in questa fase (stiamo parlando delle prime parole, non delle prime frasi). Queste aree riflettono i due aspetti della parola: il significante, ovvero il suo suono, e il significato. È da qui che partiremo per individuare i libri più adatti a un bambino che sta imparando a parlare.


Libri che aiutano lo sviluppo fonologico.

Maryanne Wolf descrive lo sviluppo fonologico come la

capacità del bambino di ascoltare, distinguere, segmentare e manipolare i fonemi delle parole.

Nel continuum di suoni e rumori, il bimbo deve imparare a separare e rimettere insieme le unità di senso e naturalmente anche a produrle. I libri che stimolano queste capacità sono quelli in cui la materialità del linguaggio è particolarmente presente, sotto forma di suoni e di ritmo.


Libri di onomatopee.

Può sembrare assurdo, ma uno dei modi migliori per stimolare lo sviluppo linguistico è proporre libri senza vere e proprie parole. Le onomatopee sono divertenti, semplici da capire e da imitare. Il bambino che le ascolta, le impara facilmente e le riproduce volentieri: è il primo passo verso una produzione autonoma di parole. La gratificazione che prova il piccolo che riesce ad anticipare la mamma o il papà nella lettura gli darà la motivazione necessaria a imparare anche parole più complesse.

Da l’uccellino fa a Cosa dice piccolo coccodrillo, via dunque a versi di animali, rumori e suoni più o meno quotidiani.



Libri in rima.

Per prendere confidenza con i suoni delle parole e la loro riconoscibilità, non c’è niente di meglio delle filastrocche e delle poesie in rima.


Scrive Angela Dal Gobbo in Quando i grandi leggono ai bambini:

La rima e le allitterazioni, [...] grazie alla ridondanza dei suoni e alla prevedibilità del ritmo, fanno sì che la mente sia facilitata nell’assimilarle e nel ricordarle. 

Le filastrocche sono un gioco che diverte il bambino (ed è noto che divertimento ed emozioni positive sono importanti acceleratori dell’apprendimento), ma sono anche un perfetto esercizio di stimolazione del linguaggio.

La rima, facilmente memorizzata, fa da richiamo: ascoltando il verso precedente il bambino sa già cosa aspettarsi dal successivo, ed è quindi portato a intervenire, a giocare d’anticipo con la lettura del genitore, e infine a produrre dei suoni.

Da uno a due anni, potete proporre i librettini della Oxenbury, tradotti da Chiara Carminati, maga della poesia per piccoli. Suoi anche Animali DiVersi, che unisce alle filastrocche le onomatopee che descrivono i versi di ogni animale, e A fior di pelle, una raccolta di rime da abbinare a massaggi, solletico e carezze. Non dimentichiamo infatti che il coinvolgimento del corpo e dei sensi è un importante facilitatore dell’apprendimento.

Animali DiVersi

 


Libri che aiutano lo sviluppo semantico.

Se prima abbiamo selezionato libri ideali per stimolare il bambino nella produzione di suoni, ora cerchiamo di accompagnarlo nella scoperta che a quel suono corrisponde un preciso significato, e sempre quello. Proprio come nel gioco del cucù il bimbo impara che l’oggetto esiste anche se non lo vede, così avviene per il linguaggio:

quando per esempio pronuncia la parola “palla”, ha capito che quel suono può sostituire, nella comunicazione con gli altri, l’oggetto reale.

scrive Angela Dal Gobbo.

È importante in questa fase rafforzare la consapevolezza del bambino e le sue scoperte sul lessico: è dal feedback dell’adulto che capisce che le sue prime parole vengono comprese, e la comunicazione funziona.


Libri per la lettura dialogica.

Particolarmente adatti in questo senso sono i libri pensati per una lettura di tipo dialogico, quella in cui c’è una forte interazione tra libro, lettore e ascoltatore.

I libri strutturati in questo senso non hanno una struttura narrativa forte, ma piuttosto illustrazioni ricche di dettagli da scoprire, su cui il bimbo punta il ditino chiedendo il nome dell'oggetto e l'adulto fa domande ("Cos'è questo?").
Anche se il bambino non sa ancora produrre vere e proprie parole, si instaura con questo meccanismo una prima forma di dialogo fondamentale per la relazione tra genitore e figlio, oltre che per lo sviluppo del linguaggio.

Paradossalmente, quindi, per insegnare a un bambino a parlare si rivelano molto utili gli albi senza parole, come i famosi wimmelbuch delle Stagioni di Susanne Berner. Vi sono poi i cosiddetti libri-dizionario (difficile però trovarne di qualità: una bellissima eccezione in Il grande libro delle figure e delle parole di Ole Könnecke che avevo brevemente presentato in questa rassegna di libri per la nascita), o ancora libri che inglobano nel proprio testo le domande che il lettore pone al piccolo, come i cartonati della topina Pina, in cui è il libro stesso a chiedere: “Cosa sta comprando Lella?”, “Cosa sceglie Pina?”.


Il grande libro delle figure e delle parole


Libri interattivi.

Quando un bambino impara, dicevamo, lo fa con tutto il corpo.

Ecco allora che affiancare un gioco o un movimento alla lettura può facilitare l’apprendimento di termini legati magari proprio all’anatomia.

Penso a Morsicotti (che peraltro, con le sue onomatopee, invita anche alla ripetizione dei suoni), che indica le diverse parti del corpo, o a un albo come Dalla testa ai piedi di Eric Carle, in cui il bambino è invitato a imitare i movimenti degli animali, accompagnato dalla formula fissa (e perciò semplice da memorizzare) “tu lo sai fare?”.

Questa tipologia di libri, che prevedono dal bambino una risposta attiva anche a livello fisico, è anche una buona chiave per motivare alla lettura i bambini apparentemente meno interessanti, quelli "che non stanno mai fermi".

Dalla testa ai piedi

Al di là di ogni riflessione su semantica e fonologia, resta una considerazione che va al di sopra di ogni tentativo sviluppato in questo post di trovare una “soluzione” al bambino che non parla: ogni singolo libro letto, qualunque esso sia, stimola il linguaggio, perché un libro letto ad alta voce è ascolto, è emozione, è relazione, è suono e ritmo.

E alla fine, a funzionare meglio non sono i libri con questa o quell’altra caratteristica, ma sono semplicemente quelli che i vostri figli amano di più.



In questo post ho parlato di:

                                     

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