Io e la nonna.

Nella vita affrontiamo non una, ma molte adolescenze, quelle "terre di mezzo" in cui sei troppo grande per essere piccolo e troppo piccolo per essere grande.

La prima di tutte si colloca, con le fisiologiche differenze individuali, tra uno e due anni, e vale anche per le letture: i libri con le facce, le filastrocche ritmate e le onomatopee iniziano a non bastare più, ma è ancora troppo presto per cogliere le dinamiche della narrazione, i nessi di causa ed effetto, le trame.

È qui che si collocano le protostorie, micronarrazioni fatte di azioni minime, senza un climax o una vera e propria conclusione, ma con piccoli gesti quotidiani in cui il bambino si riconosce.

Mollan

È un territorio poco frequentato, ahimè, dall'editoria di qualità, ma le poche eccezioni spiccano e tra queste ci sono certamente le piccole storie di Mollan di Lena Anderson (autrice svedese che già avevamo visto in TempeStina) che LupoGuido ha appena portato in Italia, con la traduzione di Laura Cangemi: Mollan un giorno con la nonna e Mollan in cucina.

 A differenziare Mollan dalle solite protostorie, oltre alla cura nelle illustrazioni e all'indubbia qualità editoriale dell'edizione LupoGuido, è la varietà dei contenuti e del coinvolgimento previsto del piccolo lettore, che rendono peraltro queste proposte valide per un'età più trasversale, anche oltre i due anni.

I due libri seguono due giornate della piccola Mollan con la nonna; una nonna giovanile e allegra, con una bella frangia di capelli bianchi che ricorda proprio quella dell'autrice.

Le pagine ripercorrono alcune azioni semplici e quotidiane in cui il bambino può riconoscersi e lo fanno alternando descrizioni, contrapposizioni, domande e affermazioni.

Mollan un giorno con la nonna ci accompagna dal risveglio alla buonanotte, tra preparativi (la colazione, i vestiti), una passeggiata, la cena e la nanna.
L'utilizzo della doppia pagina non è mai lasciato al caso: a volte prevede giustapposizioni (la nonna dorme/ma Mollan è sveglia), altre volte riporta a sinistra dei dettagli del quadro più generale che si vede a destra.
Così, il piccolo lettore potrà riconoscere ad esempio la tazza di Mollan e quella della nonna, per poi ritrovarle nella scena più completa, in mano alle due protagoniste. Raffigurazioni di questo tipo si prestano bene a una lettura di tipo dialogico (particolarmente importante per lo sviluppo del linguaggio), che a volte è suggerita dal testo stesso, che coinvolge il bambino chiedendogli di riconoscere e indicare lo spazzolino di Mollan.

Mollan

Anche Mollan in cucina racconta una giornata con la nonna: una giornata che non inizia sotto il migliore degli auspici, perché Mollan è triste all'idea di lasciare la mamma.

mollan

Poi, però, la dolcezza e l'allegria della nonna e le tante cose fatte insieme rendono quel giorno speciale e Mollan e la nonna preparano tante girandole dolci che la piccola riporterà a casa, quando la mamma tornerà a prenderla.

Mollan

La semplicità delle immagini, scontornate su fondo bianco per rendere più semplice la decodifica, non va a scapito della loro ricchezza espressiva. Non mancano dettagli da guardare e scoprire, soluzioni che rendono vere e credibili le scene raffigurate. Deliziosa è la piccola Mollan che assaggia l'impasto dolce, mentre la nonna la guarda benevola, o la scena in cui (in Mollan un giorno con la nonna) la bimba si lava i denti tenendo in mano la tazza dell'acqua e facendone cadere qualche goccia a terra.

È la magia della quotidianità e dell'infanzia, che gli autori scandinavi sanno esprimere con così tanta sensibilità; e a noi non resta che il grato compito di goderne.


 

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