Il nonno del Piccolo T ha un orto grandissimo, la nonna (da parte di papà ) delle spendide aiuole fiorite. Il papà , sul terrazzo, prova sempre a coltivare qualche piantina e la mamma... ehm... vabbe', la mamma ha altre doti, diciamo.
A parte questo piccolo dettaglio, insomma, direi che la coltivazione è ben salda nel DNA del Piccolo T, che infatti adora dare una mano a seminare, innaffiare, raccogliere, caricare le carriole con gli scarti da portare via. E forse è per questo che, tra gli scaffali della biblioteca, ha scelto
Ravanello cosa fai?, che è stato imprevedibilmente il tormentone di moltissime letture della buonanotte.
Ravanello cosa fai?, di Emanuela Bussolati (
Editoriale Scienza), è un libro unico nel suo genere. Non è saggistica e non è nemmeno narrativa, ma è un mix curioso e accattvante tra le due cose.
Prima di tutto, è un vero e proprio manuale di istruzioni dettagliatissimo su come coltivare i ravanelli: da come preparare la terra a come seguirne la crescita, fino a qualche ricetta da cucinare quando saranno pronti; perché si sa: anche se un bimbo non ama la verdura, amerà quella che ha coltivato da solo. O almeno la assaggerà , ecco.
Un manuale così dettagliato che quasi quasi ci provo anch'io, a coltivare un ravanello, e vediamo se ne esce qualcosa.
Ma è anche un libro di racconti.
Racconti dell'attesa, da leggere uno per sera mentre aspettiamo che il nostro ravanello sia pronto da cogliere.
Racconti dell'orto, che spiegano attraverso le storie caratteristiche e abitudini degli insetti e degli altri animaletti di campagna.
Racconti che, pagina dopo pagina, accompagnano la crescita del nostro ravanello. Ogni racconto corrisponde infatti a un giorno, e in un angolo della pagina una piccola illustrazione ci mostra lo stato di crescita del ravanello nel giorno corrispondente, fino al momento della raccolta.
Un libro del genere pensavo non avesse molto senso se non affiancato dall'esperimento di semina e coltivazione del ravanello, e invece il Piccolo T lo ha adorato, e ha seguito la crescita del ravanello come fosse vero, imparando tante nuove cose sulla terra, i lombrichi, le piante e le lucertole.
E sì: mi sono ripromessa di provarci, quando sarà il momento, a seminare i ravanelli.
Ma finché la stagione non lo permette, meglio ripiegare su qualcosa di più adatto al freddo (e al pollice tuttaltrocheverde della mamma), come il nostro
orto d'inverno
Per prepararlo servono:
- una cassetta di frutta (io ho usato una di quelle piccole)
- feltro e pannolenci
- gommapiuma
- colla per tessuti
- bastoncini da gelato o altri legnetti.
Ecco come fare: ritagliate la gommapiuma creando tre "salsicciotti" lunghi quanto la cassetta e larghi, complessivamente, quanto la sua larghezza. Non serve che siano cilindrici: verranno smussati dal pannolenci, però curatevi di arrotondare i bordi.
Ricoprite ogni pezzo di gommapiuma con del pannolenci marrone e infilateli nella cassetta: ecco a voi la vostra terra, già arata e pronta per accogliere le piante.
Le piante, appunto: io ho creato carote, insalata e ravanelli, incollando tra di loro vari pezzi di feltro.
Ho inserito un frammento di bastoncino da gelato per rendere più
resistente la carota, la base dell'insalata e la punta del ravanello,
che altrimenti si sarebbero piegate e rovinate inserendole nella terra.
Dentro insalata e ravanelli ho aggiunto un cuscinetto piccolissimo di gommapiuma per dare spessore.
Sopra la base dell'insalata, ho incollato altre foglioline per creare il cespo.
Ed ecco il nostro orto dove far crescere le verdure:
Le piantine andranno prima affondate completamente nei solchi tra un salsicciotto e l'altro e poi, man mano che saranno innaffiate (per finta: meglio specificare, perché il Piccolo T era già pronto con l'acqua!), le faremo crescere facendole sbucare dal terreno, fino alla raccolta.
Ah, naturalmente abbiamo venduto tutti gli ortaggi nel nostro
negozio: questo sì che è vero "chilometro zero"!