Non serve essere dei viaggiatori per apprezzare la praticità dei libri tascabili per bambini.
Basta essersi trovati almeno una volta in attesa da un pediatra, al ristorante, in auto con il figlio minore in attesa che il maggiore esca da scuola (o viceversa). Insomma: basta essere un genitore.
Il panorama degli albi illustrati tascabili si sta rapidamente espandendo, in risposta a queste esigenze: pochi mesi fa avevo
dedicato un post a questa categoria, indicando le collane più interessanti sul panorama editoriale.
A queste si è da poco aggiunta "I Piccoli Castoro": gli albi più belli di
Editrice Il Castoro riediti in una versione adatta a "piccole mani e piccole tasche".
Già , perché i tascabili (o sarebbe meglio chiamarli "borsettabili"?) hanno in genere anche il pregio di un costo più contenuto, dato dai minori costi di stampa e materiali (la copertina è flessibile e non rigida come nelle versioni originali).
I Piccoli Castoro fa il suo esordio con quattro ironici e amatissimi titoli di Jeanne Willis e Tony Ross. Probabilmente ne conoscete già almeno uno, ma vale la pena ripresentarveli, nel caso non li abbiate mai incontrati.
Li scopriamo insieme uno per uno?
Com'è difficile azzeccare il regalo giusto! Lo scopre a sue spese il boa, che ha appena organizzato una festa di compleanno e non vede l'ora di scoprire cosa gli hanno portato i suoi amici della foresta.
Ma i regali non sembrano essere adatti a lui: cosa se ne fa di un pianoforte, se non ha dita per suonare, o di un pallone, se non ha piedi per calciare?
Alla fine, il piccolo boa troverà qualcosa di gradito proprio nel regalo che inizialmente sembrava peggiore di tutti.
Pur concludendosi con una morale esplicitata ("quando ricevete un regalo che non vi piace neanche un po', ringraziate comunque, perché potrebbe rivelarsi il miglior regalo di sempre"),
Buon compleanno boa! non ha la pedanteria dei libri didattici, ma procede in modo leggero e curioso durante tutta la narrazione, con la vivacità delle illustrazioni e le espressioni teatrali dei protagonisti.
Fanno sorridere i pacchetti che non celano il proprio contenuto, perché ne ricalcano la forma, e che formano un simpatico parallelo visivo con il boa stesso, il cui corpo si modella secondo gli oggetti che ingoia.
Le espressioni che disegna Tony Ross sono sempre irresistibili, e questo è forse uno dei casi in cui l'effetto comico è più riuscito.
Paolona musona è una mucca pessimista, con la straordinaria capacità di vedere il lato brutto di ogni cosa. La ritroviamo triste e depressa per la pioggia, per la monotonia del paesaggio, ma anche per eventi gioiosi come il proprio compleanno ("Sono un anno più vecchia").
Accanto a lei, un agnellino, campione di ottimismo e resilienza, che cerca di farle vedere il buono di ogni cosa: la pioggia fa crescere l'erba, i compleanni sono divertenti, il paesaggio fa ridere se lo guardi a testa in giù.
Riuscirà l'agnellino a far cambiare atteggiamento a Paolona?
Mentre leggete la storia per coprirlo, vi potrete godere le impagabili facce della mucca, che condiscono la storia con magistrale ironia.
Gisella pipistrella è dedicato a chi vede il mondo a modo suo (e a chi fatica a capire che il proprio non è l'unico modo di vederlo).
Appena arrivata, Gisella stupisce gli altri animali perché parla in modo strano: vuole un ombrello per ripararsi i piedi, parla di nuvole che stanno "laggiù", e per lei un albero ha il tronco in alto e le foglie in basso. La prendono tutti per matta!
Sarà il saggio Gufo a svelare il mistero, facendo mettere gli altri animali a testa in giù, per vedere il mondo dal suo punto di vista.
La costruzione del libro gratifica il piccolo lettore, che intuisce prima dei protagonisti quale sia la soluzione, anticipando il narratore del libro.
Curiosa anche la trovata di scrivere il testo al contrario quando a parlare è un animale con la testa in giù (lo apprezzeranno i bimbi in età scolare, che il libro lo leggeranno da soli).
E infine c'è lui:
Un tortino di mammut, che non parla di resilienza, né di punti di vista, né di accettazione dei regali e degli amici, ma fa, semplicemente, ridere.
La storia ha due protagonisti: un grassissimo mammut e un magrissimo, e affamato, uomo delle caverne, che sogna di catturarlo per farne un tortino.
Og, l'uomo delle caverne, chiama tutti i suoi amici, con i loro attrezzi, per catturare il grande animale: chi porta una lancia, chi un carretto per trasportarlo, chi un pentolone per cuocerlo. Sono tutti felici di aiutare Og, in cambio di un pezzetto del mammut da mangiare.
Ma anche il mammut ha degli amici da chiamare in suo soccorso.
Un tortino di mammut diverte con il suo umorismo semplice, con il lessico infantile dei primitivi, per i quali la carne è "la ciccia", i nomi buffi (gli amici di Og si chiamano Ug, Gog, Bog, Nog e Mog) e le ancor più buffe immagini, come il tortino immaginato dal mammut, dal quale escono zampe, zanne e proboscide.
Risate da borsetta, da portare sempre con sé.