Nuvole in scatola
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Siete pronti a partire per le vacanze? Avete già chiuso le valigie? Quanti libri ci avete infilato?
Come dite? Pesano troppo?
Se è così, è ora di farvi una bella scorta di libri tascabili: non saranno edizioni prestigiose, non saranno resistenti a tutto, ma occupano pochissimo spazio e sono a prova di bilancia ai check in delle low cost.



Oggi vi parlo di cinque collane "leggere" ma di qualità: libri in formato tascabile, piccoli fuori e grandissimi nel contenuto.

1. I Bababum

Nei Bababum trovate, in edizione tascabile, tutti i titoli più belli di Babalibri.
Tra quelli di cui vi ho già parlato, ci sono Una zuppa di sasso, Indovina che cosa succede, Ci pensa il tuo papà, Zeb e la scorta di baci, Un mammut nel frigorifero, Bacioespresso, Sono io il più forte e Aiuto, arriva il lupo!

Oggi invece vi parlo di Il litigio.
È la storia di due conigli, Bruno e Bigio, che sono vicini di tana, e all'inizio della storia hanno un rapporto cordiale e sereno.


Come accade per tutti i vicini, il loro rapporto pian piano inizia a sgretolarsi, con tante piccole scaramucce.
Il litigio diventa sempre più pesante.


Uno dei due arriva addirittura a costruire un muro tra le due tane.



Finché non arriva una volpe e cerca di approfittarsi della loro distrazione e dei loro battibecchi per mangiarseli: tanto, bruni o bigi, i conigli hanno tutti lo stesso sapore.
Come spesso accade, il nemico comune saprà far ritrovare ai due conigli l'accordo che da tempo non avevano più.

Saranno gli insulti che si scambiano i due, il ritmo della narrazione o quel po' di brivido che contiene la storia, ma Il litigio piace, piace molto (come vedete dalla foto, la nostra copia è ben consumata dall'uso), già a partire dai 3 anni.


2. Gli albumini

Sono la versione tascabile degli albi di Emme edizioni.
Ciò significa che in questa collana troverete Gianni Rodari, Nicoletta Costa e tantissimi albi di Julia Donaldson e Axel Scheffler (quelli del Gruffalò e della Strega Rossella).

E proprio di questi ultimi autori è Il gigante più elegante, la storia di Adalberto, un gigante "pezzente" che vuole cambiare look, e comprarsi dei vestiti nuovi.


Vagando in una città dove convivono giganti, persone di statura normale e animali antropomorfi, trova finalmente un negozio adatto a lui.


E lì dentro si rifà completamente il look, un pezzo alla volta. Poi se ne va a spasso canticchiando, finalmente felice.


Poi, uno alla volta, quei pezzi li cederà, perché Adalberto è un gigante buono e gentile e quando incappa in un animale in difficoltà cerca di aiutarlo. Così la cravatta diventa una sciarpa per una giraffa col mal di gola, la scarpa una casetta per una famiglia di topini e così via.


Finché Adalberto, dopo aver ceduto tutto, si trova costretto a tornare ai suoi abiti da "pezzente" (che peraltro sono molto più comodi), ma ora si sente ricco perché ha trovato tanti nuovi amici.
Adatta dai 3-4 anni, questa storia presenta un meccanismo di ripetizione e accumulo che piace tanto ai bimbi, anche se è purtroppo penalizzata da una traduzione che non tiene conto per nulla della metrica nella canzoncina del gigante (personalmente ho trovato il mio modo di cantarla ugualmente, ma con risultati non certo eccellenti).


3. I tascabili di Terre di mezzo editore

Anche Terre di mezzo editore si è dato ai tascabili!
Sono usciti da pochi mesi in edizione pocket tre titoli della collana L'Acchiappastorie.
Tra questi, il mio amatissimo Tu (non) sei piccolo, ma anche Lo scambio, che ho recensito da pochissimo sul blog.



Entrambi, in qualche modo, toccano corde vicine a bambini appena diventati fratelli maggiori (dai 3-4 anni), il primo in modo più laterale (ma efficacissimo), il secondo in modo più didascalico, raccontando la storia di gelosia di una coccodrillina che cerca di barattare il nuovo fratellino con altri esemplari di animale, per poi scoprire che lui è l'unico che "le sta a pennello".


4. I Superbaba

Torniamo a Babalibri, per dedicarci a una collana nata per i primi lettori: i Superbaba.
Scritti in stampatello maiuscolo o minuscolo, secondo il titolo, i Superbaba contengono storie brevi ma già in qualche modo adatte a un pubblico più "maturo", dai 6-7 anni.
Anche i Superbaba sono in formato tascabile, leggeri e compatti, per allenarsi a leggere ovunque,



Sul blog ho già recensito Merenda con gli indiani e Rana e rospo sempre insieme, una raccolta di storie curiose e sottilmente ironiche, che affrontano umane debolezze e piccole manie dei protagonisti (molto più umani che animali).


5. I minizoom di Biancoenero edizioni


L'ultima proposta di questo post arriva da Biancoenero edizioni, una casa editrice ancora inedita su questo blog,  particolarmente attenta all'alta leggibilità delle sue proposte, curate nella struttura linguistica, nella grafica e nel carattere tipografico per avvicinare i ragazzi alla lettura.

Ma se pensate che questo si traduca in proposte banali o di scarsa qualità, vi sbagliate di grosso.

I minizoom sono la collana dedicata ai bambini di 6-7 anni che hanno appena iniziato a leggere: testi brevi e coinvolgenti, corredati da grandi disegni per rendere la lettura più leggera. Anche i minizoom pesano poco e stanno facilmente in borsetta.

Il Piccolo T ha adorato (e io non posso che concordare con il suo giudizio) La casa di riposo dei supereroi di Davide Calì, una storia che unisce ironia, azione e illustrazioni accattivanti.


Abituati a pensare ai supereroi come a dei miti immortali e sempre uguali a se stessi, troviamo già curioso l'incipit, in cui vediamo gli eroi di un tempo (eroi inediti, seppur ispirati in qualche modo a quelli "classici" che conosciamo) chiusi in una casa di riposo, Villa Viale del Tramonto.


Indeboliti da acciacchi e dolori dell'età, passano il tempo ricordando gli antichi fasti e burlandosi del loro vecchio nemico, anch'egli invecchiato e reso inoffensivo dall'età.


Finché in città non arriva un nuovo super-cattivo da combattere.
I nuovi supereroi che proteggono la città non riescono a batterlo, e saranno proprio i vecchietti, con l'ex nemico che farà da mente dell'operazione, a trovare una soluzione (tutta da ridere) per sconfiggerlo.

Davide Calì non delude mai: anche con La casa di riposo dei supereroi è riuscito a costruire una storia coinvolgente, ironica, divertente, ricca di umorismo e di azione. L'ideale per i lettori in erba.



E con questo, anche Nuvole in Scatola vi saluta per un po' e fa le valigie per l'estate, con un po' di libri nuovi da infilarci dentro. Ci si rilegge a settembre!


         
"Mamma, quando arriva la sorellina?"
Tre mesi dopo: "Mamma, quando va via la sorellina?".
I nuovi arrivi, si sa, non sono mai come te li aspetti.
Il panorama di libri e albi su questo tema è davvero sconfinato e, per la maggior parte dei casi, fatto di storie banali, scontate e didascaliche. Storie che cercano l'immedesimazione forzata con i protagonisti, storie che "insegnano" sentimenti e sensazioni (che no: non si possono insegnare).


Pochi titoli fanno eccezione, e tra essi c'è Lo scambio, di Jan Ormerod e Andrew Joyne, un albo di qualche anno fa che Terre di mezzo editore ha riedito in una doppia versione: tascabile o con copertina rigida.
Lo scambio racconta la storia di Carolina, una piccola coccodrillina appena diventata sorella maggiore. Sua madre decanta le lodi del fratellino:
È verde come un bruco e ha gli occhi gialli come un tuorlo d'uovo.

E questi complimenti (così ridicoli ai nostri occhi umani) rendono Carolina molto gelosa.


Il fratellino sbava, puzza, ma soprattutto si prende tutto lo spazio sulle ginocchia di mamma coccodrillo.
L'immagine della mamma che lo coccola, invita gli adulti (o i bambini più attenti) a notare i particolari delle foto appese, scoprendo l'evoluzione di Carolina da figlia unica a sorella maggiore.


Durante un giorno di shopping, Carolina ha l'occasione perfetta: lasciata da sola a badare al fratellino mentre la mamma è in un negozio (a cambiare un cappello), vede l'insegna "Il paradiso dei piccoli", e decide di provare a scambiare il fratellino con un altro, proprio come si farebbe con un oggetto difettoso o un abito che non ci sta bene addosso. Proprio come sta facendo la mamma con il cappello.


Carolina cerca un cucciolo che abbia caratteristiche precise: occhi gialli, artigli affilati. Non si può non notare che la piccola vuole per prima cosa gratificare la mamma, seguire le sue preferenze.
Il negoziante le fa "provare" diversi esemplari: un panda, un elefante, due cuccioli di tigre. Ogni volta, però, qualcosa va storto.
Il panda, ad esempio, non gradisce pesce a rane, e si mette a rosicchiare le sedie di bambù del ristorante.


Quando, alla fine di tutte queste prove, Carolina descrive meglio al negoziante le caratteristiche che vuole in un cucciolo, lui le propone "un coccodrillo di seconda mano": alla fine il cucciolo che meglio si adatta alle sue esigenze è proprio suo fratello.

Per quanto l'insistenza (un po' eccessiva) sulla parola "gelosia" e l'happy ending possano ricordare i tanti albi scritti a tavolino "per risolvere un problema", Lo scambio compie un'operazione molto più profonda, calando la vicenda in una situazione nuova e divertente (quella del "reso" in negozio), e costruendo una storia che fa sentire il bambino compreso anche senza forzature didascaliche, ma soprattutto delineando un mondo narrativo grazioso e godibile.
La città, un centro d'altri tempi con le classiche botteghe, abitata da animali antropomorfi e ricca di dettagli, ricorda un po' le ambientazioni di Richard Scarry, con un tratto più elegante e moderno, e i contrattempi creati dai "fratellini in prova" rendono la narrazione movimentata e divertente.

E naturalmente no: questo libro non farà superare la gelosia per il nuovo arrivato, ma forse farà sentire il fratello maggiore più compreso e accettato nei propri sentimenti, anche negativi, che riuscirà piano piano a metabolizzare.

E voi, oltre ai libri, che trucchi avete usato per creare un legame tra fratelloni e fratellini, prima che avessero l'età per giocare insieme alla pari? Le strategie cambiano molto secondo l'età del più piccolo e la sua capacità di interazione. Ecco le nostre.

un po' di idee per far giocare insieme fratelli maggiori e minori.


Appena nati: "Aiutami a..."
Impossibile per un bambino interagire con un neonato. Lo si può però far sentire partecipe e gratificato ritagliandogli qualche spazio "di responsabilità" nella gestione del più piccolo.
Anche bimbi di pochi anni, possono aiutare a:

  • passare salviette e pannolino durante il cambio,
  • intrattenerli "leggendo" loro un libro (quelli semplici con poche parole, come L'uccellino fa, possono essere letti anche da bimbi di due-tre anni)
  • tenerli d'occhio ("Mi avverti quando si sveglia?")
  • fare il bagnetto, magari insaponando un piedino o la schiena, o passando il docciatore per sciacquare.


Da quando stanno seduti: il momento dell'ammirazione.
I nuovi arrivati sono sempre curiosissimi e ammirati nei confronti dei fratelli maggiori, forse perché li riconoscono più simili a loro rispetto a mamma e papà. Basterà poco, allora, per coinvolgerli, gratificando moltissimo i maggiori.

  • I fratelli maggiori possono aiutare a dare le prime pappe ai piccoli,
  • possono "esibirsi" davanti a loro in giochi di movimento: dal saltare al far volare una palla, dal soffiare bolle di sapone al far cadere dei piccoli oggetti. Sono tutte cose che normalmente fanno ridere molto i neonati, gratificando molto i fratelli maggiori.


Da quando imparano a gattonare: le prime interazioni.
Pian piano, i piccoli prendono coscienza e confidenza dei propri movimenti, e l'esplorazione delle proprie possibilità diventa per loro il gioco più divertente, anche da condividere.

  • I due fratelli possono cimentarsi in piccole gare o percorsi semplici, a quattro zampe, con piccoli ostacoli da schivare, tunnel improvvisati o materassini su cui salire.
  • Possono scambiarsi una palla o dei palloncini.
  • Possono cimentarsi in manipolazioni, semplici travasi di piccoli oggetti da un contenitore all'altro o piccoli giochi di "ordine". Provate ad esempio mettere un contenitore pieno di macchinine davanti al piccolo: molto probabilmente lo svuoterà, e in questa attività il grande potrà inserirsi giocando con le macchinine estratte dal piccolo.
  • I grandi possono insegnare ai piccoli i loro primi gesti, come battere le mani.

Gioco consapevole: quando iniziano a seguire le prime, semplici, regole.
Secondo l'età e le attitudini dei bambini, saranno pronti a un certo tipo di attività oppure a un'altra. Ecco le più semplici da cui cominciare:

  • "Suonare" insieme, con strumenti improvvisati come pentole e bottiglie sensoriali.
  • Creare una pista per le macchinine (basta un grande libro che faccia da piano inclinato: il grande la crea, il piccolo la usa).
  • Fare il bagnetto insieme.
  • Chiudersi in una "tana segreta" fatta di cuscini.
  • Giochi artistici condivisi: colori a dita o gessetti sul marciapiede.


I primi giochi in scatola
Già dai due anni si possono iniziare i bambini ai primi giochi da tavolo da condividere con i fratelli più grandi. Ecco quelli che a casa nostra hanno avuto più successo:

  • Il frutteto, celebre gioco cooperativo (ovvero: si gioca insieme e non uno contro l'altro) della Haba.
  • Little Circuit (Djeco) un primo gioco dell'oca con un dado colorato (così non serve conoscere i numeri), che si può giocare soltanto con i colori o aggiungendo ulteriori regole.
  • Loto (sempre della Djeco), un ibrido tra bingo e memory (ma si può giocare come un bingo semplice), che risulta semplice per tutti.
  • Dai tre anni, poi, c'è il mitico Dobble, così divertente che ci giochiamo anche noi adulti senza bambini. Esiste anche nella versione Kids, con disegni più semplici, ma il Piccolo D non ha mai avuto problemi a giocare nella versione originale, imparando presto il significato di "punto esclamativo" e simboli simili.

E i vostri bimbi, come giocano tra loro, tra un "mamma!" e l'altro?



         
"Te lo spiego con un disegno": vi è capitato di dirlo?
A volte un'immagine, uno schema, una grafica, riescono ad essere molto più efficaci di una spiegazione verbale.


È stato questo il mio primo pensiero quando ho sfogliato Questo posto è mio! di Claire Garralon (Sinnos editrice). Di albi illustrati sulla condivisione, la proprietà e il senso di possesso ce ne sono moltissimi, alcuni particolarmente ben riusciti, ma nessuno, credo, riesce a rendere il concetto così visivamente efficace.



La storia inizia con una paperella gialla che trova uno stagno e decide che quel posto è suo.
Una alla volta, però, arrivano altre paperette che vogliono appropriarsene (a vederle, sembrano paperette di gomma, con un anello in testa come quelle da "pescare" nei luna park).
La soluzione è dividere lo stagno: prima a metà, poi in tre, poi in quattro e così via.



Sullo stagno compaiono di volta in volta delle linee tratteggiate che determinano i "confini" dello spazio di ogni papera.
Lo stagno è lo stesso di prima, ma le linee di demarcazione ne hanno suddiviso la superficie.



Ben presto, lo stagno è affollato da paperette di tutti i colori, ognuna stretta nel proprio spazio, nel proprio angolino personale, ferma a fare la guardia affinché nessuno glielo rubi.
Finché non arriva un papero nero, che a differenza degli altri non reclama un pezzo di stagno per sé.

Vorrei solo bagnarmi un po', nuotare e divertirmi come state facendo voi!

Gli altri paperi sembrano sorpresi da questa visione delle cose: loro non si stanno divertendo, stanno solo di guardia al proprio pezzetto di stagno. Ed è allora che il papero nero fa notare che sarebbe tutto più semplice se si considerasse lo stagno "di tutti".

La semplice idea visiva dei confini diventa uno strumento sintetico ed efficace nel raccontare cosa comporta un semplice cambio di atteggiamento: lo stagno è esattamente lo stesso, le papere sono esattamente le stesse, ma senza i confini artificiosi segnati dal tratteggio, ora le papere si divertono,  giocano, interagiscono tra loro.
Con un linguaggio semplice e diretto, comprensibile anche dai bimbi più piccoli, questa soluzione grafica riesce a trasmettere un concetto importante. Passando dal possesso alla condivisione, le papere non hanno perso nulla di concreto, ma hanno guadagnato moltissimo sul piano del godimento della cosa condivisa.



E sarà tutto perfetto, finché un ippopotamo non vedrà lo stagno e...

E dopo che avrete scoperto come finisce il libro, potete continuare ad assaporare le gioie della condivisione con un gioco cooperativo: sarete tutti paperette pronte a giocare nello stagno, sperando di arrivarci prima dell'ippopotamo.

Le paperette nello stagno.


Stampate i materiali dal mio pdf, ritagliate ippopotamo, paperette e i cerchietti che userete, con del nastro biadesivo, per ricoprire un dado da gioco (io ne tengo sempre alcuni pronti da personalizzare, in casa).


Scopo del gioco è riempire lo stagno di paperette prima che arrivi l'ippopotamo (lo so, la plancia di gioco ha i "confini" del laghetto segnati, ma era l'unico modo per poter creare degli spazi da riempire).
Le regole sono semplicissime, adatte ad essere giocate da bimbi molto piccoli, in linea con il target del libro:
  • tirare il dado
  • se esce una paperella, occupare uno spazio dello stagno con una paperella
  • se escono due paperelle, occupare due spazi dello stagno con due paperelle
  • se esce ippopotamo, far avanzare l'ippopotamo di una casella.


Il gioco è cooperativo: si vince insieme o si perde insieme.
Anche questo è imparare a condividere.


Scommetto che conoscete dei cani da guardia e che avete visto, almeno in qualche film, dei piccioni viaggiatori. Ma avete mai sentito parlare di un polpo bagnino?


Be', se non ne avete ancora mai visto uno, ringraziate LupoGuido, che ha iniziato un'operazione di recupero di alcuni albi fuori catalogo di Tomi Ungerer, compianto autore scomparso nel febbraio di quest'anno. Il primo di questi è Emil il polpo gentile, fresco di stampa, o meglio di riedizione: e che edizione!
I libri di LupoGuido sono una gioia per la mente, ma anche per le mani e per gli occhi.
Emil il polpo gentile ha copertina rigida, dorso in tela e spendide pagine opache che valorizzano le illustrazioni e il prezioso contenuto di questa storia.


Emil fa il suo esordio salvando il capitano Samofar da uno squalo e questi, per ringraziarlo, lo porta a vivere con sé, cercando di farlo sentire a proprio agio, ad esempio offrendogli una bella vasca piena di acqua salata.


Ma a Emil manca il mare, così decide di mettersi a fare il bagnino.
Emil si dà molto da fare: insegna ai bambini a nuotare, salva i bagnanti con i suoi tanti tentacoli, intrattiene i turisti, riesce persino a catturare dei contrabbandieri, in una sequenza particolarmente avventurosa.

Al di là della trama, a rendere eccezionale questo albo è proprio l'immagine di Emil.
Senza bocca, il polpo si esprime con lo sguardo e sembra sempre un po' fuori dal contesto, quasi stupito di questa realtà "altra" rispetto alla sua.


Tomi Ungerer gioca con la fisicità del polpo, mettendolo a suonare diversi strumenti contemporaneamente, o a mimare gli oggetti più disparati con i propri tentacoli.


In una storia difficile da inquadrare, per certi versi anche frettolosa, sospesa tra avventura, sentimento e comicità, quello che resta è lui: Emil. Così altruista, così generoso, così diverso dal contesto in cui si trova: un protagonista irresistibile, che fa proprio venire voglia di adottare un polpo.

Nell'impossibilità di farlo, ne abbiamo costruito uno di carta, semplice semplice.
Basta ritagliare la sagoma del corpo e poi tante striscioline di carta sottili.


Le striscioline vanno incollate ad anello, e le prime otto fissate al corpo del polpo.


Poi si prosegue, agganciandole in lunghe catene.


Anche se non è avventuroso come Emil, anche il nostro polpo si diletta nei mimi.


Eccolo nei panni di un quadrifoglio: un vero e proprio "polpo di san Patrizio".


Sono passati cinquant'anni da quando l'uomo è sbarcato sulla Luna, e ancora c'è chi sostiene che sia stata tutta una grande bufala.
La realtà è che l'astronomia e l'esplorazione dello spazio riescono ad ottenere risultati così incredibili che fatichiamo a comprenderli. Pensare che le stelle che vediamo di notte possano non esistere più, o che un manufatto umano possa raggiungere distanze di decine di milioni di chilometri e riuscire a inviare alla Terra dei dati utili in completa autonomia è qualcosa che va talmente oltre la nostra esperienza sensoriale quotidiana che può sembrare materia da libro di fantascienza.

Ma la scienza, a volte, sa essere molto più affascinante della fantasia.


Avventure spaziali, una delle ultime uscite di Editoriale Scienza, accompagna i piccoli lettori in un'esplorazione del nostro Sistema Solare, sotto un'ottica ampia che abbraccia diversi punti di vista.
Le sue pagine infatti spaziano (ah ah!) tra passato, presente e futuro: raccontano la formazione dell'universo (spiegando ad esempio il big bang o la nascita della luna), descrivono i diversi pianeti per come sono ora, ma propongono anche scenari possibili per il futuro delle esplorazioni spaziali.



Alle nozioni di geografia astronomica, infatti, il libro affianca racconti e spiegazioni delle diverse missioni spaziali, delle spedizioni, delle sonde inviate ad esplorare i pianeti lontani.
Non ci racconta soltanto cosa sappiamo dello spazio, ma anche come lo sappiamo.


Questo è a mio parere un fattore cruciale della divulgazione: non dare le nozioni per scontate, ma raccontare la loro provenienza, la ricerca e il lavoro dietro di esse. Soltanto così si può imparare a sviluppare un pensiero critico e a capire, oltre che a sapere.



Le grandi pagine di Avventure spaziali, ognuna dedicata a un diverso argomento (la Terra, la vita spaziale, il sistema solare, i diversi pianeti e così via), sono suddivise graficamente in riquadri dai toni un po' vintage, con illustrazioni accurate e gradevoli, ognuno dedicato ad approfondire un diverso aspetto del tema.

Una proposta divulgativa non esaustiva ma di ampio respiro, che lascia molte domande aperte sul futuro e sulle nuove scoperte, perché la scienza è in continua evoluzione.

A incuriosire i lettori, anche un'app gratuita, disponibile per Android e iOs, che aggiunge al fascino del libro quello della realtà aumentata, proponendo oltre 50 tra video e ricostruzioni 3d, realizzati da Nasa, Esa ed Eso. Un patrimonio ricchissimo e stupefacente, che rende più vivide e reali le informazioni che siamo soliti vedere soltanto illustrate.

Basta scaricarla e inquadrare le pagine: dov'è disponibile un video, apparirà un puntino rosso.


Cliccando sul puntino, partirà il video corrispondente.
La semplicità di utilizzo dell'app vede come contraltare una sua eccessiva essenzialità: i video non possono essere messi in pausa, ma solo lanciati e richiusi, e manca un titolo o una descrizione che spieghi l'argomento del video (anche se è desumibile dalla pagina del libro di partenza).


Lo facciamo anche noi un viaggetto nello spazio? Senza uscire di casa, però.
Proviamo a scoprire insieme cosa sono e come funzionano le fasi lunari.
Basta avere:

  • una palla bianca opaca (ad esempio una pallina di polistirolo, o di gomma, o una palla dell'albero di Natale, purché non trasparente)
  • una fonte di luce localizzata 
  • una stanza buia.



Ora, spegnete la luce della stanza, accendete la fonte luminosa (ok, non in questo ordine o rischiate di andare a sbattere!) e prendete in mano la palla bianca.
Ricordate: la fonte luminosa è il sole, la pallina che tenete in mano è la luna, mentre la vostra testa rappresenta il nostro punto di osservazione, cioè la Terra. Quindi ruotate su voi stessi tenendo il braccio teso davanti a voi e osservate come cambia la luna.


Attenzione: tenete la pallina in alto, in modo da non fare ombra sulla pallina con la vostra stessa testa, altrimenti... provocherete un'eclissi!

Potrete verificare subito che quando la luna si trova tra il sole e la Terra, la faccia illuminata della luna è completamente nascosta, quindi la luna è scura: è la fase di luna nuova.


Iniziando a ruotare, vedrete il cerchio lunare illuminarsi gradualmente: prima uno spicchio (luna crescente).


Poi metà (primo quarto).


Finché il sole non sarà alle vostre spalle e illuminerà completamente la pallina: luna piena.


L'esperimento è utile anche a sfatare tanti miti sull'influenza lunare sulle nascite, sui raccolti, sull'imbottigliamento del vino: vedere con i propri occhi cosa significhino le fasi lunari fa capire che la luna è sempre lì, che si veda o meno, e perciò la sua influenza non può cambiare tra una fase e l'altra.
Oppure, può servirvi a trasformare in bestie feroci i vostri lupi mannari domestici, ogni volta che volete.



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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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