Unico come un cane

Ci sono espressioni e gesti che solo il proprietario di un cane sa capire.

A tutti gli altri sembreranno semplici e normali "facce da cane" ma solo lui, il suo compagno umano, saprà tradurli in parole.

Olle

Volendo semplificare (moltissimo), è qui la chiave di Olle, breve e intenso romanzo di Guus Kuijer, edito in Italia da Camelozampa con la bella traduzione di Valentina Freschi: quella che sembra una biografia del cane (il vero cane di Guus Kuijer) è in realtà quasi un racconto di come il suo padrone vedeva il mondo attraverso i suoi occhi.

Quando hai un cane da così tanto tempo ti dimentichi che l'hai comprato, ti sembra che ci sia sempre stato. Adesso è vecchio e la sua fine si avvicina. Scrivo questo libro perché non voglio che muoia.

La prosa di Kujier è semplice, colloquiale, eppure profonda. La sua è una lingua che esprime sincerità e familiarità, quella stessa sincerità e quella stessa familiarità che contraddistinguono il rapporto tra il cane Olle e Kuijer.

Olle è un cane strano, o meglio, un cane unico (non è forse così per tutti i cani, visti dai propri padroni?). Sembra non capire perfettamente il mondo, come se fosse troppo delicato e troppo ingenuo al tempo stesso. Olle ha bisogno di spiegazioni, e non di ordini; Olle si interroga sulle cose che vede, e resta a lungo incantato a guardare una farfalla intrappolata in una ragnatela; Olle si innamora (di Dien, una cagnolina presa da Kuijer e dalla moglie per fargli compagnia), ma non riesce ad accoppiarsi con lei, perché non sa come si fa.

Anche invecchiando, Olle conserva quello spirito bambino, candido e meravigliato, in un mondo molto più scafato di lui. C'è in lui un'essenza d'artista, sempre immerso nello stupore e al tempo stesso così fuori luogo ovunque. Viene naturale chiedersi se Olle sia l'alter ego dell'autore (e magari Dien, molto più attiva e concreta, quello della moglie).

Olle


Olle sa parlare. Ma ovviamente solo Kuijer e la moglie lo capiscono. Non solo:

Anche Dien parla! Abbiamo in casa gli unici due cani parlanti al mondo! Che coincidenza!
Attraverso la parola, gli episodi più quotidiani, come i due cani che si litigano un osso, diventano in Olle straordinari, come se la sensibilità del padrone potesse tradurre la psicologia canina in umana, gesti e ululati in discorsi.

Le delicate illustrazioni al tratto di Thé Tjong-Khing (ve lo ricordate?) trasmettono lo sguardo pacato, curioso ma anche un po' perso di questo inconsueto protagonista.

Molti adulti mi chiedono perché scrivo libri per i bambini.
"Perché mi piace", rispondo io.
[...]
Ma la risposta vera è un'altra. Scrivo per i bambini perché certe storie le puoi raccontare solo ai bambini. Prendiamo Olle. I grandi non crederanno mai che un cane sa parlare, vero?

Già, non ci crederanno. Tranne i grandi che hanno o hanno avuto un cane. Quelli, invece, lo sanno già benissimo.


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