Se vi chiedo di immaginare un essere creato dall'uomo ma che improvvisamente acquisisce una coscienza, a cosa pensate?
Probabilmente a un robot, un androide: nel nostro immaginario la vita nasce dalla tecnologia.
L'intuizione originale di Pino Pace è quella di modificare questo cliché: in Mamma in polvere (edito da Camelozampa) la vita nasce dalla chimica.
Le "Lio", baby sitter artificiali, sono vendute in sacchetti, come fossero detersivo in polvere (accattivante è l'immagine di copertina, molto pop, dell'illustratrice Cristina Portolano): creature liofilizzate che immerse in una vasca d'acqua si compongono in un surrogato di essere umano, caldo e morbido ma privo di ossa di sostegno.
Entità nate per servire, che possono essere selezionate in base al modello desiderato: severe, creative, permissive. E che sono caratterizzate da un'obsolescenza programmata: dopo pochi anni, iniziano a decomporsi e in questo modo l'azienda che le produce può venderne continuamente di nuove.
A raccontare questa storia, che galleggia e metà tra il distopico e il fantascientifico, è la protagonista, Mara. La loro ultima Lio, Iside, non sembra "scadere" come le altre e inizia a comportarsi in modo strano. Sembra quasi che si sia messa a pensare autonomamente.
Cosa fare? Chiamare i giornalisti? Contattare l'azienda? Mamma e papà di Mara cercano una soluzione pratica e utilitaristica, vogliono sfruttare l'eccezionalità della situazione ottenendo fama o denaro. Mara invece guarda nel cuore della sua Lio e decide di salvarla.
Inizia così un'avventura mozzafiato: Mara e il fratello Michele cercano aiuto, inseguiti dagli scagnozzi della multinazionale che produce le Lio. Si rifugiano da un'amica, poi dalla nonna, infine da una famiglia che vive in montagna e gestisce un rifugio.
Inseguimenti, lotte e sparatorie, condite da immagini di forte impatto (come la Lio che perde un braccio) tengono con il fiato sospeso il lettore che così quasi non si accorge di quante riflessioni passino attraverso questa storia: il rapporto tra modernità e natura (conciliabili? inconciliabili? e come?), il peso del marketing nelle nostre vite, il valore dell'autodeterminazione, il rispetto della vita.
Mamma in polvere unisce soluzioni originali a una trama avvincente, con personaggi interessanti come la nonna, antica e moderna al tempo stesso, che vive nella natura ma pratica arti marziali e ha un fidanzato giapponese. E non manca l'elemento romantico, con l'incontro tra Mara e il figlio degli amici della nonna.
Appare un po' troppo stereotipata, invece, l'immagine della mamma troppo concentrata su se stessa, che trascura i figli per inseguire i suoi sogni di successo.
Ma l'umanità prevale, reale o artificiale che sia.
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