C'è sempre il timore, in una saga di narrativa, di quello che chiamo "l'effetto Lost" (scusate il paragone, ma ne sono uscita traumatizzata): che si aprano troppe linee narrative e troppi misteri, tanto da impedire di riprenderne i fili e chiuderli coerentemente.
Ed erano molti i fili lasciati aperti nei primi due capitoli della trilogia della Signora Lana, di Jutta Richter.
La signora Lana e il mondo oltre il mondo arriva dunque dopo La signora Lana e il profumo della cioccolata e La signora Lana e il segreto degli ombrellini cinesi, tutti editi da Beisler (gli ultimi due titoli usciti sono disponibili anche in formato audiolibro con l'app Beisler Leggi e ascolta), e la nostra aspettativa è quella di risolvere i misteri lasciati aperti e chiudere il senso di questa storia.
In questo ultimo capitolo il padre non è più soltanto una voce ma torna tra i bambini, una presenza fisica rassicurante in un mondo in cui si fatica a capire a chi credere. Gli abitanti di Fanciullopoli si accusano a vicenda di doppio gioco ed è sempre più destabilizzante, per i protagonisti, affrontare le avventure del "mondo oltre il mondo", senza sapere esattamente quale ne sia lo scopo.
La signora Lana e il mondo oltre il mondo non risponde a tutte le domande lasciate aperte, come è giusto che sia, in un contesto così denso di misteri, piuttosto le incornicia in un insieme coerente, costruisce insomma le fondamenta di un bellissimo castello tra le nuvole.
Troviamo alcune risposte, alcune scontate (era ovvio chi fosse la signora Lana, vero?), altre più inaspettate, ma il mondo di Fanciullopoli resta almeno in parte inafferrabile, mentre almeno nell'altro, quello reale, tutto torna al suo posto.
Nel concludersi di questa avventura si ha la sensazione di atterrare dopo un lungo volo nello spazio: non si è riusciti ad afferrare ogni cosa, ma c'è stato un inizio e una fine, stare in cielo è stato emozionante, essere tornati ci rasserena. È stato un bel viaggio.
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