Una ragione di più.

Alzi la mano chi a volte ha l'inconfessabile speranza che succeda qualcosa, qualcosa di negativo, anche se non troppo, pur di saltare un giorno di lavoro.

Lo vedo che non l'avete alzata. D'altra parte non sarebbe "inconfessabile", altrimenti, ma so che almeno una volta vi è capitato.

 Una buona ragione

E probabilmente è capitato anche ai vostri figli, che non stanno certo bene con la febbre (e poi ci sono tutti quei compiti da recuperare!), ma almeno per una volta vorrebbero godersi una mattina più lenta, in cui stare a letto un po' di più, senza corse e lezioni.

È così che la pensa l'asinello protagonista di Una buona ragione, di Matteo Razzini e Beatrice Zampetti (Zoolibri): è stanco di doversi svegliare così presto per andare a scuola.

Una buona ragione

Sa benissimo che i suoi genitori non gli permetteranno di restare a letto in qualsiasi caso, perciò rimane un po' stupito quando la mamma propone:

"Dammi una buona ragione
e potrai restare a letto."

Davvero? Basta soltanto trovare una buona ragione?

Che problema c'è? Ogni bambino che si rispetti è pieno di buone ragioni per restare a casa da scuola.
È così che inizia una carrellata di scuse, scene e scenette: l'asinello è ammalato, anzi no: è rimpicciolito, anzi, no: è capitano di una nave pirata. Fino al divertente finale, l'asinello continuerà a impegnare il proprio ingegno e la propria fantasia, ma nessuna di queste, alla mamma, sembra una buona ragione.

Una buona ragione


Il fatto è che il senso del dovere di un bambino è molto diverso dal nostro, e poi in fondo, come dicevo, non capita anche a noi di desiderare una tregua?

Matteo Razzini e Beatrice Zampetti non giudicano, ma accolgono questa necessità del bambino e la sua frustrazione nel non vederla accolta e le interpretano con ironia e complicità.

Sono i risguardi a chiudere la storia raccontando il bello di una giornata senza scuola. Anche ai grandi, tutto sommato, la cosa non dispiace affatto.




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