Nuvole in scatola
  • Home
  • Libri
    • Dalla nascita
    • Da 1 anno
    • Da 2 anni
    • Dai 3 anni
    • Dai 4 anni
    • Dai 5 anni
    • Dai 6 anni
    • Dai 7 anni
    • Dagli 8 anni
    • Dai 9 anni
    • Dai 10 anni
    • Dagli 11 anni
    • Per adulti
    • Per papà
  • Chi sono
  • Contatti
  • Affiliazione
L'età dei "perché" va a grandi linee dai tre ai quattro anni: è il momento, nella vita di un genitore, in cui ti rendi conto che la tua scolarizzazione non basta a rispondere a tutto.
Ma anche se la raffica di domande può calare drasticamente, i "perché" restano ben attivi nella testa di ogni bambino: sicuramente più filtrati, a volte non espressi, a volte chiesti solo dopo un meditato tentativo di rispondersi da solo, continuano comunque a pervadere tutta l'infanzia, e sono uno strumento fondamentale di conoscenza del mondo.


Finn, protagonista di Il piccolo lupo Perché di Sylvia Englert (edizioni LupoGuido) di domande ne ha sicuramente molte, ma ancora di più ne ha il suo piccolo amico: un lupetto che Finn incontra sulla lunga strada per la scuola.
Un amico immaginario? O forse un cagnolino a cui il protagonista aggiunge la parola con la fantasia?
Non lo sappiamo, non ha importanza. Nel romanzo è semplicemente tutto vero e reale, come nella mente di Finn.


L'animaletto appartiene a una specie rara: è un Lupo Perché, e come un bimbo di 3-4 anni riempie Finn di domande di ogni genere: perché non crescono le polpette sugli alberi? Perché gli uomini hanno solo due braccia?


Ma se il Lupo Perché ci ricorda tanto un bambino, Finn non ricorda affatto un genitore: le sue risposte non sono razionali, logiche e concrete, ma sono un'esplosione di fantasia.
Le domande del Piccolo Lupo Perché diventano quindi per Finn l'espediente per inventare storie e mondi immaginari, in cui gli alberi di polpette si sono estinti a causa delle piante carnivore e gli uomini possono avere anche tre, sei, dodici braccia: basta ordinarle (però costano care!).

Le illustrazioni di Sabine Dully arricchiscono le storie con uno stile perfettamente a tono con la narrazione: curioso, accattivante, ma allo stesso tempo semplice, come se la fantasia fosse parte integrante della realtà.


Il piccolo lupo Perché Ã¨ un libro a capitoli quasi indipendenti: a ogni capitolo corrisponde un diverso episodio, una diversa narrazione. Manca una vera e propria trama comune, ma si può notare comunque un limitato sviluppo temporale, una leggera evoluzione dei personaggi, dal protagonista alle altre comparse (la maestra, i compagni di scuola).

Con candore fanciullesco e sempre con un sorriso di fondo, Il piccolo lupo Perché sfiora anche tematiche più impegnative: il bullismo, le famiglie allargate.
Finn ha uno sguardo comprensivo sul mondo: Justin fa il bullo perché ha una famiglia difficile, la sua sorellastra si comporta male perché è adolescente. E questo talento empatico del protagonista avrà effetti benefici anche sui comportamenti altrui. Anche il piccolo lupo verrà contagiato dalla fantasia e dal sorriso di Flinn, e imparerà a rispondergli a tono.

Anche se si tratta di un romanzo adatto a bimbi in età scolare, Il piccolo lupo Perché fa venire voglia di tornare indietro nel tempo, di tornare a quella prima età dei "perché" e provare a rispondere in un modo diverso, meno razionale, più carico di meraviglia e immaginazione, per offrire ai nostri figli un mondo meno logico ma molto più sorridente.


La nostra lingua è particolarmente ricca di metafore cromatiche. C'è chi vede tutto in bianco e nero e chi coglie le sfumature, ad esempio.
E, nella lingua come nell'esperienza quotidiana, più colori si riescono a vedere, più si è aperti alla tolleranza, all'empatia, alla comprensione.


Il paese dei colori di Paolo Marabotto (edizioni Lapis) parte da questi concetti per parlare di confini, di aperture e chiusure, di ricchezza della diversità.

Le prime pagine di questo albo descrivono cinque diversi regni, ognuno caratterizzato da un'assoluta monocromaticità. Ogni elemento di ogni regno è composto da un solo colore, nei suoi diversi toni.
Ci sono il paese dell'Ombra, il regno Purpureo, il regno Zafferano, il regno d'Oltremare e il regno Candido.
Le illustrazioni, con la tecnica del collage, sono fatte di strappi di carta tono su tono, in cui un'area si distingue dall'altra solo grazie alle diverse intensità di uno stesso colore, o dall'ombra provocata dallo spessore della carta.


Resta evidente, però, che i diversi regni sono tremendamente monotoni (nel vero senso etimologico del termine!), e in effetti la loro monocromaticità provoca ai diversi abitanti qualche problema: come riconoscersi al buo del regno oscuro, quando ci si incontra per strada? Come dipingere un quadro nel regno Purpureo se si ha a disposizione soltanto il rosso? Perfino le parole sono più monotone, quando si pensa in un solo colore.


I cinque regni, confinanti tra loro, sono separati da mura spesse e invalicabili.



Finché un giorno, nel muro tra il regno Zafferano e il regno d'Oltremare, si apre una fessura, e una luce gialla penetra tra il blu (e viceversa).
Improvvisamente, le cose assumono contorni diversi, nuovi dettagli, nuovi contrasti. Dall'unione di questi colori ne nasce un terzo: il verde, in tutte le sue sfumature.


I due popoli si incontrano, si conoscono, si scoprono più simili di quanto pensassero.
Il muro è ormai un impiccio inutile.


La vita è più ricca, più allegra. Più colorata, naturalmente.
E piano piano, mentre la storia prosegue, si arricchirà dei colori degli altri regni, con i confini abbattuti e la paura del nemico che si trasforma, in un finale poetico, in meraviglia per una nuova completezza.

Il paese dei colori è una fiaba dai toni classici, fortemente simbolica, ma chiara ed efficace, che ci racconta la ricchezza della diversità, la forza del dialogo e dell'unione, l'importanza della sinergia, l'insensatezza di molti confini.

Scoprire nuovi colori significa imparare a guardare il mondo con gli occhi degli altri, cambiare punto di vista, vivere un'esperienza nuova, che sarebbe impossibile senza l'ascolto degli altri.

È un messaggio pacifista e di accoglienza della diversità che potete trovare anche in un vecchio gioco che certamente avrete fatto da piccoli.
Ricoprite un foglio con uno spesso strato di pastelli a cera, di tutti i colori.


Una volta colorata tutta la superficie, coprite il colore con uno spesso strato di tempera nera e lasciate asciugare.


Prendete poi un attrezzo appuntito e iniziate a togliere lo strato nero.
Dipingere "per sottrazione" è un'operazione all'apparenza semplice, ma che stravolge il nostro modo di pensare al disegno, allenando la mente a una prospettiva diversa, in cui pieni e vuoti si invertono.


Quello che ne emerge, è un mondo di colori che brillano sotto il nero dell'uniformità, un paese in cui la differenza è ricchezza, e che vive e si illumina soltanto quando si abbatte il muro che lo ricopre.


Un'esperienza, prima ancora che un messaggio. In fondo, provare le cose sulla propria pelle è il modo più efficace di impararle.


Inizia settembre, e tutti ci concentriamo mentalmente sul rientro al lavoro, la scuola che ricomincia.
Ma non c'è momento più bello di questo per esplorare la natura, camminare in montagna, addentrarsi tra i  boschi: il caldo afoso è in genere passato e gli alberi ci regalano sfumature meravigliose.


Esplorare la natura è per certi versi un'abilità innata (tutti i bambini sono esploratori), per molti altri un'attitudine da allenare. Imparare gli strumenti, le regole, e capire cosa e come osservare può aiutare a vivere un'esperienza nella natura più completa e appagante.
Alla ricerca del fiore dorato di Benjamin Flouw (Sinnos editorie) racconta una storia e, attraverso essa, dà ai bambini gli strumenti giusti per capire cosa significhi esplorare un bosco.


Il signor Volpe, protagonista del libro, sfoglia vecchi libri di botanica, quando viene incuriosito dalla descrizione, priva di immagini, del Millepetali dorato, pianta della famiglia delle Bennascoste.

Decide così di partire alla ricerca di questa rarità.
Il libro alterna pagine narrative a "pagine-inventario", strutturandosi a metà tra l'albo illustrato e il manuale.
Il cammino del signor Volpe cede così il passo a elenchi dell'equipaggiamento necessario per l'esplorazione in montagna.


O a piccoli inventari botanici delle specie che il signor Volpe incontra lungo la strada.
O ancora, alla descrizione delle differenze morfologiche e botaniche tra le diverse altitudini della montagna.


La ricerca del signor Volpe è corredata da incontri con animali che, sebbene antropomorfi, riprendono le caratteristiche della specie che rappresentano: l'orso pesca in riva al fiume, mentre lo stambecco vive in alta montagna.

Collaborazione e gentilezza sono alla base di ognuno di questi incontri: tutti gli animali danno volentieri qualche indicazione al protagonista, che a sua volta divide il suo pranzo con l'amico Lupo.


Emergono così, nel racconto, come evocate dall'atmosfera generale, altre regole non dette della montagna: la solidarietà da un lato, l'invito ad apprezzare il silenzio e la vastità del paesaggio dall'altro.


Più esplicito invece il messaggio ecologista, a tutela della biodiversità, che invita ad ammirare le specie più rare senza strapparle al proprio habitat, cogliendole soltanto con gli occhi.

Le ultime pagine di Alla ricerca del fiore dorato sono invece un invito all'azione, con proposte, spunti e pagine da compilare per disegnare una mappa, costruire un erbario o ricreare un paesaggio in miniatura.



Per i bimbi più piccoli, ancora poco interessati alla classificazione botanica o all'attività di inventariare i campioni racconti, vi propongo invece un'attività più semplice, ma utile comunque ad allenare all'osservazione e all'esplorazione:

la caccia al colore


Può essere un'attività individuale o una piccola gara uno contro l'altro.
Basta creare con dei pennarelli colorati delle zone di colore su un foglio.



Scopo del gioco è trovare un elemento naturale per ogni macchia di colore proposta: fiori, foglie, cortecce, sassi.


Senza naturalmente interferire con la vita animale e senza strappare dal proprio habitat specie botaniche protette.

La biodiversità si scopre prima di tutto con gli occhi.


Il filtro del gioco è quella straordinaria capacità di trasformare qualsiasi esperienza in qualcosa di divertente, appassionante, coinvolgente. È una capacità innata (anche se – ahinoi – sempre meno allenata) nei bambini, che sanno vedere negli oggetti, nei luoghi e nelle persone strumenti chiave del loro gioco simbolico o per le storie che la loro fantasia sa inventare.


Anche Buddy e Spillo, protagonisti di una serie di libri di Maureen Fergus e Carey Sookocheff,  pubblicati in Italia da Lupoguido, possiedono questa meravigliosa dote. Li abbiamo conosciuti immersi nelle loro prime avventure e li avevamo ritrovati alle prese con un nuovo bebè in casa. Li riscopriamo in questo delicato periodo dell'anno con un nuovo titolo, perfettamente a tema: Buddy e spillo vanno a scuola.

Fin dall'incipit l'albo evidenzia la tematica del gioco simbolico, con un ironico scarto tra testo e immagini: mentre vediamo Buddy che aiuta Spillo a salire su una tenda, le parole spiegano:

Buddy e Spillo si stavano per arrampicare sul fagiolo magico


Questa volta, nel gioco è però coinvolta anche Meredith, la bambina di casa, che invita i due protagonisti ad andare a scuola.
Spillo spiega a Buddy che con gli studi giusti si può diventare tutto ciò che si vuole. Perfino un idrante (anche se Buddy, pensando a cosa fa sugli idranti, decide che preferisce diventare altro).


Anche la scuola di Meredith è naturalmente frutto di fantasia: la bambina, alla lavagna, spiega la sua lezione a una classe di pupazzi e giocattoli.
E quando Meredith si stanca di spiegare e va "in riunione con altre maestre", è Spillo a diventare professore.



Dimenticate italiano, matematica e geografia: le lezioni del piccolo riccio comprendono materie come annusare e prendersi la coda. Tutte discipline nelle quali Buddy eccelle, naturalmente.


Come gli altri titoli della serie, Buddy e spillo vanno a scuola conferma una sensibilità speciale al "sentire" dell'infanzia, rappresentando l'amicizia e il gioco con sguardo bambino, e riuscendo nell'impresa di costruire una forma di ironia accessibile anche ai più piccoli.
Il lavoro combinato tra testo e illustrazioni, fatto a volte di contrasti e a volte di conferme, è infatti una perfetta rappresentazione del gioco simbolico e allo stesso tempo un elemento di divertimento per il lettore.

Le immagini prendono a volte un punto di vista esterno (facendoci vedere la realtà), a volte quello dei protagonisti (visualizzando la loro fantasia), mentre le parole "reggono il gioco" della loro fantasia (non viene mai detto esplicitamente, ad esempio, che i compagni di classe sono tutti pupazzi).

Buddy e spillo vanno a scuola è un ottimo modo per aiutare i più piccoli a familiarizzare col concetto di scuola, per farli sentire più vicini ai fratelli maggiori oppure per introdurli a un mondo che li aspetta in un futuro non troppo lontano.

Basta poco per allargare l'attività dalla lettura del gioco al gioco simbolico stesso.
Potete ad esempio usare il mio pdf stampabile per

giocare alla scuola



Potrete così costruire un libretto e un registro, fare l'appello, dare voti e inventare, come Buddy e Spillo, le materie più buffe: sbaciucchiamento applicato, capriole sul letto o tecniche di costruzione di macchinine coi Lego.
E mi raccomando: non dimenticatevi della materia più importante: la ricreazione!


     
Siete pronti a partire per le vacanze? Avete già chiuso le valigie? Quanti libri ci avete infilato?
Come dite? Pesano troppo?
Se è così, è ora di farvi una bella scorta di libri tascabili: non saranno edizioni prestigiose, non saranno resistenti a tutto, ma occupano pochissimo spazio e sono a prova di bilancia ai check in delle low cost.



Oggi vi parlo di cinque collane "leggere" ma di qualità: libri in formato tascabile, piccoli fuori e grandissimi nel contenuto.

1. I Bababum

Nei Bababum trovate, in edizione tascabile, tutti i titoli più belli di Babalibri.
Tra quelli di cui vi ho già parlato, ci sono Una zuppa di sasso, Indovina che cosa succede, Ci pensa il tuo papà, Zeb e la scorta di baci, Un mammut nel frigorifero, Bacioespresso, Sono io il più forte e Aiuto, arriva il lupo!

Oggi invece vi parlo di Il litigio.
È la storia di due conigli, Bruno e Bigio, che sono vicini di tana, e all'inizio della storia hanno un rapporto cordiale e sereno.


Come accade per tutti i vicini, il loro rapporto pian piano inizia a sgretolarsi, con tante piccole scaramucce.
Il litigio diventa sempre più pesante.


Uno dei due arriva addirittura a costruire un muro tra le due tane.



Finché non arriva una volpe e cerca di approfittarsi della loro distrazione e dei loro battibecchi per mangiarseli: tanto, bruni o bigi, i conigli hanno tutti lo stesso sapore.
Come spesso accade, il nemico comune saprà far ritrovare ai due conigli l'accordo che da tempo non avevano più.

Saranno gli insulti che si scambiano i due, il ritmo della narrazione o quel po' di brivido che contiene la storia, ma Il litigio piace, piace molto (come vedete dalla foto, la nostra copia è ben consumata dall'uso), già a partire dai 3 anni.


2. Gli albumini

Sono la versione tascabile degli albi di Emme edizioni.
Ciò significa che in questa collana troverete Gianni Rodari, Nicoletta Costa e tantissimi albi di Julia Donaldson e Axel Scheffler (quelli del Gruffalò e della Strega Rossella).

E proprio di questi ultimi autori è Il gigante più elegante, la storia di Adalberto, un gigante "pezzente" che vuole cambiare look, e comprarsi dei vestiti nuovi.


Vagando in una città dove convivono giganti, persone di statura normale e animali antropomorfi, trova finalmente un negozio adatto a lui.


E lì dentro si rifà completamente il look, un pezzo alla volta. Poi se ne va a spasso canticchiando, finalmente felice.


Poi, uno alla volta, quei pezzi li cederà, perché Adalberto è un gigante buono e gentile e quando incappa in un animale in difficoltà cerca di aiutarlo. Così la cravatta diventa una sciarpa per una giraffa col mal di gola, la scarpa una casetta per una famiglia di topini e così via.


Finché Adalberto, dopo aver ceduto tutto, si trova costretto a tornare ai suoi abiti da "pezzente" (che peraltro sono molto più comodi), ma ora si sente ricco perché ha trovato tanti nuovi amici.
Adatta dai 3-4 anni, questa storia presenta un meccanismo di ripetizione e accumulo che piace tanto ai bimbi, anche se è purtroppo penalizzata da una traduzione che non tiene conto per nulla della metrica nella canzoncina del gigante (personalmente ho trovato il mio modo di cantarla ugualmente, ma con risultati non certo eccellenti).


3. I tascabili di Terre di mezzo editore

Anche Terre di mezzo editore si è dato ai tascabili!
Sono usciti da pochi mesi in edizione pocket tre titoli della collana L'Acchiappastorie.
Tra questi, il mio amatissimo Tu (non) sei piccolo, ma anche Lo scambio, che ho recensito da pochissimo sul blog.



Entrambi, in qualche modo, toccano corde vicine a bambini appena diventati fratelli maggiori (dai 3-4 anni), il primo in modo più laterale (ma efficacissimo), il secondo in modo più didascalico, raccontando la storia di gelosia di una coccodrillina che cerca di barattare il nuovo fratellino con altri esemplari di animale, per poi scoprire che lui è l'unico che "le sta a pennello".


4. I Superbaba

Torniamo a Babalibri, per dedicarci a una collana nata per i primi lettori: i Superbaba.
Scritti in stampatello maiuscolo o minuscolo, secondo il titolo, i Superbaba contengono storie brevi ma già in qualche modo adatte a un pubblico più "maturo", dai 6-7 anni.
Anche i Superbaba sono in formato tascabile, leggeri e compatti, per allenarsi a leggere ovunque,



Sul blog ho già recensito Merenda con gli indiani e Rana e rospo sempre insieme, una raccolta di storie curiose e sottilmente ironiche, che affrontano umane debolezze e piccole manie dei protagonisti (molto più umani che animali).


5. I minizoom di Biancoenero edizioni


L'ultima proposta di questo post arriva da Biancoenero edizioni, una casa editrice ancora inedita su questo blog,  particolarmente attenta all'alta leggibilità delle sue proposte, curate nella struttura linguistica, nella grafica e nel carattere tipografico per avvicinare i ragazzi alla lettura.

Ma se pensate che questo si traduca in proposte banali o di scarsa qualità, vi sbagliate di grosso.

I minizoom sono la collana dedicata ai bambini di 6-7 anni che hanno appena iniziato a leggere: testi brevi e coinvolgenti, corredati da grandi disegni per rendere la lettura più leggera. Anche i minizoom pesano poco e stanno facilmente in borsetta.

Il Piccolo T ha adorato (e io non posso che concordare con il suo giudizio) La casa di riposo dei supereroi di Davide Calì, una storia che unisce ironia, azione e illustrazioni accattivanti.


Abituati a pensare ai supereroi come a dei miti immortali e sempre uguali a se stessi, troviamo già curioso l'incipit, in cui vediamo gli eroi di un tempo (eroi inediti, seppur ispirati in qualche modo a quelli "classici" che conosciamo) chiusi in una casa di riposo, Villa Viale del Tramonto.


Indeboliti da acciacchi e dolori dell'età, passano il tempo ricordando gli antichi fasti e burlandosi del loro vecchio nemico, anch'egli invecchiato e reso inoffensivo dall'età.


Finché in città non arriva un nuovo super-cattivo da combattere.
I nuovi supereroi che proteggono la città non riescono a batterlo, e saranno proprio i vecchietti, con l'ex nemico che farà da mente dell'operazione, a trovare una soluzione (tutta da ridere) per sconfiggerlo.

Davide Calì non delude mai: anche con La casa di riposo dei supereroi Ã¨ riuscito a costruire una storia coinvolgente, ironica, divertente, ricca di umorismo e di azione. L'ideale per i lettori in erba.



E con questo, anche Nuvole in Scatola vi saluta per un po' e fa le valigie per l'estate, con un po' di libri nuovi da infilarci dentro. Ci si rilegge a settembre!


         
Post più recenti Post più vecchi Home page

Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

Segui le nuvole

Newsletter

* indicates required

POPULAR POSTS

  • A.A.A. capelli cercasi.
  • Io, il nemico.
  • Gira la carta e trovi... la mamma!
  • Il mostro mangiacapelli
  • Svish, splash, squelch, scric, fiuuu!

Temi

animali 68 scienza 43 amicizia 29 diversità 28 fantasia 27 natale 25 papà 22 cani 21 disegno 19 rime 19 nanna 18 natura 17 regali 17 scuola 14 fratelli e sorelle 13 paure 13 condivisione 12 emozioni 12 onomatopee 11 avventura 10 pannolino 10 cibo 9 corpo umano 9 crescita 9 ecologia 9 halloween 9 nonni 9 amore 8 autostima 8 lettura 8 mamma 8 morte 8 mostri 8 punti di vista 8 silent book 8 ambiente 7 bullismo 7 esperimenti 7 interattivo 7 gatti 6 mare 6 noia 6 scrittura 6 storia 6 educazione 5 matematica 5 neve 5 supereroi 5 compleanno 4 difetti 4 dinosauri 4 famiglia 4 favole 4 primavera 4 regole 4 capricci 3 esplorazione 3 gallucci 3 in viaggio 3 inserimento 3 lentezza 3 maestra 3 neogenitori 3 neonato 3 resilienza 3 vacanze 3 buio 2 carnevale 2 cucu 2 disabilità 2 estate 2 macchine 2 tempo 2 autonomia 1 autunno 1

Search This Blog

Blog Archive

  • ▼  2023 (14)
    • ▼  marzo (7)
      • La fortuna nel bosco
      • Tanto di cappello
      • Animali coi baffi.
      • A.A.A. capelli cercasi.
      • Io, il nemico.
      • Un osso a sorpresa.
      • I colori dell'immaginazione
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2022 (81)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (8)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2021 (111)
    • ►  dicembre (13)
    • ►  novembre (14)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (12)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (12)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2020 (103)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (9)
  • ►  2019 (101)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (8)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2018 (79)
    • ►  dicembre (8)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (3)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (7)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2017 (62)
    • ►  dicembre (7)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2016 (44)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (4)
    • ►  maggio (5)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2015 (38)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (4)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2014 (34)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (2)
    • ►  giugno (3)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (2)

Copyright © Nuvole in scatola. Designed by OddThemes