Mostri che non fanno cose.

Il bello dei personaggi immaginari è che non hanno regole precostituite a cui attenersi, non necessariamente, perlomeno.

Sappiamo che i vampiri amano il sangue e odiano il sole, ma possiamo benissimo immaginare un vampiro vegetariano, e se è vero che i draghi sputano fuoco, ce ne sarà di sicuro uno che vuole fare il pompiere (citazione per genitori di una certa età). E poi ci sono categorie, come quella dei "mostri", in cui tutto è possibile. In fondo, cosa sappiamo dei mostri?

i mostri non bevono frappe

Perché i mostri non bevono il frappè? ce ne rivela alcune caratteristiche, ma più che raccontarci cosa fanno i mostri, ci spiega quello che non fanno: non vanno dal parrucchiere, non portano gli occhiali, non hanno paura del buio.

L'albo, pubblicato da Terre di mezzo editore, offre una carrellata curiosa e assolutamente casuale di mostri di ogni genere: Marie-Hélène Versini li cala in contesti quotidiani, in situazioni umane in cui non ci aspettiamo di vedere delle creature simili e le illustrazioni Vincent Boudgourd colgono perfettamente la portata umoristica di questi accostamenti.

I mostri sono assurdi e ridicoli, mai spaventosi. La tecnica mista di acquerello e matita li rende caricaturali nelle epsressioni e imprecisi nei contorni, quasi fossero disegnati dalla fantasia stessa dei bambini.

Il resto è un gioco di scoperta in cui il bambino è tacitamente invitato a scoprire il legame tra testo e immagine, che a volte è di causa, a volte di conseguenza, a volte né l'uno né l'altro.

i mostri non bevono frappe

I mostri non vanno da parrucchiere, perciò hanno la testa completamente spettinata (e comunque quel mostro mi somiglia un po', sappiatelo).

I mostri non indossano le scarpe perché hanno un unico enorme piede che non entra in alcuna calzatura.

i mostri non bevono frappe

Ma c'è un perché (nel senso di causa, stavolta) che unisce tutti questi "non", e non posso dirvelo senza spoilerare, quindi mi fermo qui. Vi basti sapere che è un perché rassicurante (non che i mostri, così disegnati, potessero fare paura), e che un po' sovverte una delle regole non scritte della fiction, quella di non dichiararsi tale.

Perché i mostri non bevono il frappè? è però prima di tutto un libro con cui divertirsi e che invita a proseguire il gioco oltre le sue pagine, inventando nuove cose che i mostri non possono fare o disegnando nuovi mostri dalle forme ancora più improbabili. È questo, dicevamo, il bello dei personaggi immaginari: che non hanno limiti, e allora una volta chiuso il libro, si può lasciare ancora aperta la fantasia.


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