Grande Giove!

Quello di cui vi parlo oggi non è un libro: sono due.

È molto curioso l'esperimento letterario ed editoriale di Davide Morosinotto e Camelozampa: prendere lo stesso, identico romanzo e pubblicarlo due volte, dando semplicemente (si fa per dire) un ordine diverso ai capitoli.

Temporali


Non si tratta di un ordine a caso, naturalmente: c'è la versione Fabula e la versione Intreccio.

Brevissima parentesi didattica per chi non ha ricordi di narratologia (sarò breve, lo prometto).
In un'opera narrativa, l'intreccio è l'ordine in cui un autore sceglie di raccontare una storia, che può includere flashback e flashforward, mentre la fabula è l'ordine cronologico degli eventi narrati.
Fine della parentesi didattica (visto che è stata breve?).

Ora però le cose si complicano, perché Temporali (così come l'altro Temporali) è un libro sui viaggi nel tempo. E come tutte le belle storie sui viaggi nel tempo, le cose non accadono in modo lineare. Chi torna indietro arriva dal futuro e però interviene sul passato modificandolo.

Nella versione Intreccio, tutto ha inizio con una bomba che scoppia in una scuola superiore di Bologna (città che da una bomba ha già subito, tutti lo ricordiamo, una ferita particolarmente profonda). È il "momento zero", ed è attorno ad esso che si dipana la narrazione.

Temporali

Da un lato, prima del momento zero, ci sono Ron ed Enrico, due studenti di quella scuola, ognuno con il proprio bagaglio di pensieri adolescenziali, di vite e famiglie complicate. Secondo il grande computer che governa i viaggi nel tempo, sono stati loro a piazzare la bomba, anche se leggendo tra le pagine i loro pensieri non si direbbe fosse loro intenzione farlo.

Dall'altro lato, quello che si dipana dopo il momento zero, c'è Michela, giovanissima e brillante agente di una squadra segreta militare che grazie alla macchina del tempo può tornare indietro e modificare il passato, cancellando così gli eventi più drammatici (come le bombe in un liceo).

A complicare le cose c'è anche una terza storyline, quella di un anziano malavitoso incarcerato che cerca di vendicarsi contro chi lo ha tradito, ma di questa non ci occuperemo qui: per quanto il personaggio sia ben costruito (e lo è: umanissimo e criminale), non è per lui che il fiato resta sospeso durante la lettura, non è il suo destino quello che ci preme seguire, non sono i suoi capitoli quelli che attendiamo con ansia girando freneticamente le pagine.

E così, l'Intreccio vede Michela saltare più volte indietro nel tempo per impedire ai ragazzi di posizionare la bomba, naturalmente mantenendosi il più strettamente aderente a quello che è il rigidissimo protocollo dei viaggi nel tempo (noi "grandi" lo sappiamo già: se alteri il continuum spazio-temporale succede un casino).

È qui che la scrittura, ma anche la scelta editoriale, diventa paradosso: in un certo senso, è Intreccio la vera Fabula, perché nel suo presente si innestano i viaggi dal tempo futuro, mentre Fabula vede la vicenda a posteriori, come se i viaggi nel tempo fossero già consolidati nella nuova linea temporale che essi stessi hanno creato.

Lo so: è difficile da spiegare (leggendo riesce tutto un po' più intuitivo). Ma d'altra parte questa sfida alla logica è proprio il fascino di questo tipo di storie.

Secondo il modo in cui si guarda alla linea temporale, insomma, dal passato o dal futuro, fabula e intreccio si cambiano prospettiva e non è nemmeno chiaro quale sia l'uno e quale sia l'altro. Senza contare il fatto che, se vogliamo attenerci alla definizione, oltre ad essere entrambi fabule sono anche entrambi intrecci, visto che è l'autore che ha scelto l'ordine di entrambe le narrazioni.

In una lettera ai lettori, per presentare il libro sul sito di Camelozampa, l'autore li propone così: leggendo i capitoli nell'ordine "intreccio", la storia è un thriller, seguendoli nell'ordine "fabula" è un giallo. E sorprendentemente questa scommessa è riuscita: Intreccio ci tiene col fiato sospeso in attesa di scoprire l'esito delle missioni di Michela, mentre Fabula ci accende interrogativi presentando una serie di accadimenti che appaiono sempre più misteriosi finché non scopriamo cosa sia successo davvero.

La creazione di paradossi temporali è un grande classico di tutte le narrazioni che ruotano attorno ai viaggi nel tempo, ma qui Davide Morosinotto ha portato il paradosso a un livello metanarrativo, lasciando il lettore a chiedersi quale sia l'ordine "giusto" di questa storia: forse lo sono entrambi, così come sono vere tutte le versioni alternative di passato e futuro che le nostre scelte generano.

Il lettore viene quindi catturato due volte: dalla trama, avvincente e ricca di climax, e dagli interrogativi sulla struttura narrativa. Impossibile, al termine del libro, non desiderare di leggere l'altro. Per fortuna non è necessario acquistarli entrambi, perché in coda a ognuno dei due volumi si trova un doppio indice: quello relativo al libro stesso e quello che rimette i capitoli nell'ordine dell'altro.

Temporali

E si tratta davvero di una mera questione di ordine: i capitoli sono identici, carattere per carattere, a eccezione di un capitolo "bonus" per ciascun libro (se proprio volete saperlo, ho apprezzato di più quello di Intreccio, ma è solo il mio gusto personale). Sembra incredibile come il romanzo riesca a reggere perfettamente in entrambi i modi: le informazioni essenziali per capire e costruire la storia sono disseminate nel testo con tale naturalezza da rendersi conto soltanto a una seconda lettura di come essi siano funzionali a far reggere il romanzo anche in un ordine diverso.

D'altra parte il tempo è un concetto relativo, soprattutto per chi lo naviga con così tanta abilità.


Nota per i genitori: il libro è indicato dai 13 anni. Io oserei anche dagli 11 o 12, a patto di essere consapevoli che nei capitoli si citino crimini legati a droga e prostituzione e si affronti il tema dell'instabilità psicologica. In fondo non esistono storie degne di essere chiamate tali che non abbiano temi oscuri.

Un altro PS: incuriosita da questa sfida editoriale, ho chiesto all'editore se avesse scommesso più su una versione o sull'altra. Ebbene, no: sono stati stampati in tirature identiche. Da cosa saranno più attratti i lettori? Fabula o intreccio?


 

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