Nuvole in scatola
  • Home
  • Libri
    • Dalla nascita
    • Da 1 anno
    • Da 2 anni
    • Dai 3 anni
    • Dai 4 anni
    • Dai 5 anni
    • Dai 6 anni
    • Dai 7 anni
    • Dagli 8 anni
    • Dai 9 anni
    • Dai 10 anni
    • Dagli 11 anni
    • Per adulti
    • Per papà
  • Chi sono
  • Contatti
  • Affiliazione
"C’era una volta..."
"Un re!" diranno subito i miei piccoli lettori.
E se lo scriveva Collodi nel 1883, figuratevi quanti re sono passati per le fiabe e i racconti prima e dopo di allora.
Ma quello di cui vi parlo oggi non è il solito re che ci si aspetta da una storia per bambini.


Il gatto e il re e il drago sputafuoco, di Nick Sharratt, della serie Il battello a vapore, ci racconta di un re che deve imparare a vivere da persona qualunque.


Il re ha perso il suo castello a causa di un incendio provocato da un terribile drago.
Con il suo gatto (un gatto speciale, che funge in sostanza da maggiordomo reale) si trasferisce quindi in città, dove trova casa in vicolo al Castello: un nome che gli suonava familiare.


Fuori dal suo castello, il re deve imparare un sacco di cose che a noi sembrano scontate: fare la spesa, lavare i piatti, ma anche semplicemente aspettare l'autobus, che è la cosa che gli riesce più difficile, perché un re non è abituato ad aspettare.
Tutte le cose in cui era bravissimo prima (fare discorsi, tagliare nastri alle inaugurazioni, camminare sul tappeto rosso) non gli servono a molto, ora.

Per fortuna il gatto è molto abile a trovare stratagemmi per vincere la nostalgia della sua vita precedente, costruendo un trono a partire da una poltrona o accompagnandolo sul piano superiore del bus, che al re ricorda il suo balcone, da dove salutava i suoi sudditi.

Pagina dopo pagina, scopriamo anche che la vita "regale" del re si fondava in realtà su un grosso costrutto di finzione: a vestire i panni dei suonatori della banda, dei sudditi che lo salutavano festosi e perfino degli invitati alle sue feste regali erano sempre i suoi dodici fedeli domestici, mentre il gatto coordinava questa messinscena per renderlo felice.


Ne emerge la figura di un re molto ingenuo e infantile, che fa sorridere e riflettere. Non mancano piccoli giochi di parole che rendono la storia più assurda, come la fissazione di comprare, al supermercato, solo cose dal nome regale o prezioso (stranisce un po' che i giochi di parole siano scritti in maiuscolo: sembra quasi si voglia sottolineare lo scherzo, ma probabilmente questa scelta risponde alle esigenze di un pubblico che ha da poco iniziato a leggere e non è abituato a soffermarsi per cogliere l'ironia dei dettagli).



Il gatto e il re e il drago sputafuoco è adatto, per stile e tipologia, alle prime letture "lunghe", dai 7 anni circa. Il formato con copertina rigida e sovracoperta è quello dei libri "da grandi" e la lucidatura dorata richiama in qualche modo il contenuto, con quella vita ricca di finzioni e cose preziose solo all'apparenza.

Alla fine del libro, il re avrà fatto amicizia con i propri vicini e scoperto una vita più vera e concreta, ma nel frattempo ci avrà fatto riflettere in modo leggero e divertente su cosa significhi l'indipendenza, la capacità di cavarsela, sull'importanza di non restare legati alle proprie abitudini, e anche sul fatto che a volte le cose più difficili da imparare non siano quelle concrete e tangibili.
In fondo per molti aspetti ogni bambino è come un piccolo re, abituato ad essere servito e non molto bravo ad essere paziente, e deve abituarsi a crescere e abbandonare queste piccole e grandi comodità.
Con o senza l'intervento di un drago.

E i vostri figli, sono più re o più draghi sputafuoco?
Se volete potenziare le loro... ehm... abilità distruttive, ecco un

fuoco portatile per draghi

(perfetto per completare un travestimento di carnevale)


Bastano un po' di cartoncino giallo e rosso e un anello di cartoncino ricavato da un rotolo di carta igienica.
Ritagliate tante fiamme e incollatele all'interno dell'anello, che poi rivestirete di cartoncino rosso.


Ed ecco le vostre fiamme da drago portatili.


Soffiandoci dentro le lingue di fuoco vibreranno rendendo ancora più temibile il vostro drago di casa.


Lo sanno tutti, soprattutto genitori e bambini: l'anno nuovo non inizia a gennaio, ma a settembre.
Ma per convenzione è adesso che si cambia il calendario, ed è adesso che si fanno i bilanci, e così ecco gli "Oscar" dei libri per me più belli tra quelli usciti (o che ho scoperto) nel 2018.



Migliore albo per piccolissimi.

A tutti, buonanotte.... 

Le immagini delicate di Komako Sakai, i suoni onomatopeici e la rassicurante formula ripetitiva che accompagnano dolcemente al sonno fanno di questo piccolo cartonato un perfetto libro per la nanna fin dai primi mesi. Ne ho parlato qui.


Miglior “libro per…”

A taaavola!

Non amo i "libri per risolvere problemi", quelli che parlano delle classiche difficoltà nel'educazione dei figli (la nanna, il cibo, il pannolino). A meno che non siano come questo: divertenti, originali, godibilissimi anche senza alcun intento pedagogico. Qui si prendono in giro un po' tutti: i bimbi che fanno i capricci davanti a un piatto di minestra, e anche le mamme che cercano di convincerli a mangiarla.
Ne ho parlato qui.


Miglior libro da leggere in pubblico

Caterina e l'orso, a zonzo per il mondo (ok, questo è del 2015)

Inserisco Caterina e l'orso in questo elenco perché l'ho scoperto (e recensito) quest'anno, e perché quest'anno l'ho sperimentato in una lettura alla scuola dell'infanzia, sezione piccoli. Una ventina di bimbi non molto abituati alle letture, che sono rimasti catturati dai movimenti dei due protagonisti, imitandoli su un tappetone. Successo e divertimento assicurati.
Ne ho parlato qui.


Miglior libro divulgativo

Perché noi Boffi siamo così?

Se il concetto di evoluzione vi sembra complicato, dovrete ricredervi: con l'esempio dei Boffi, le loro immagini coloratissime e la loro storia in rima, tutto diventa semplice. Ne ho parlato qui.


Miglior libro divulgativo non scientifico

Che sport, lo sport!

Ho voluto dare spazio anche a un libro di divulgazione su un tema più insolito: lo sport. Le immagini di Ole Könnecke e la sua ironia si meritano decisamente un posto in questa personalissima classifica. Ne ho parlato qui.


Miglior albo per genitori

Noi siamo qui. Dritte per vivere sul pianeta Terra

Perché si sa, gli albi per bambini non sono solo per bambini. Questo non lo è. Ma è meraviglioso. Perfetto da regalare a un neopapà, che ci troverà tanta emozione e spunti di riflessione. Ne ho parlato qui.


Miglior libro per la lettura autonoma

Il ladro di panini

A metà tra romanzo e graphic novel, questo libro unisce la suspense di un giallo all'ambiente familiare della scuola, per essere letto tutto d'un fiato. Ne ho parlato qui.


Miglior personaggio

Cane Puzzone
Come si fa a non amare un cane così ingenuo e sempre di buon umore, nonostante la sua incredibile sfortuna? Non c'è dubbio: il personaggio dell'anno, per me, è Cane puzzone.
Ne ho parlato qui.


Migliore albo

E siamo arrivati al premio più importante, che stavolta è un ex aequo.
Non riesco proprio a scegliere tra due albi che raccontano così bene il mondo dei bambini e della fantasia.
 
Un pomeriggio super!

Due tassi e un pomeriggio di noia sono gli ingredienti base per raccontare che la fantasia è sempre il gioco più bello. Ne ho parlato qui.

Buddy e Spillo

Due protagonisti strampalati ma credibilissimi, il cane ingenuo e il riccio stravagante e pieno di immaginazione, trasformano una stanza e i suoi oggetti in un'avventura della fantasia.
Ne ho parlato qui.

E voi? Quali belle scoperte avete fatto in questo 2018?


                     
Sapete qual è la cosa che più amano i bambini, delle storie che raccontiamo loro?
Le avventure? No. I personaggi curiosi? Nemmeno. Le invenzioni fantastiche? Acqua.
La cosa che più amano è il tempo che dedichiamo loro nel leggerle o inventarle.



E non c'è niente di meglio del Natale per stare accoccolati al calduccio a leggere una bella storia insieme.
È Natale Bimbambel è proprio questo: un libro che racconta il piacere di raccontare e di stare insieme, bimbo e papà. È il seguito (ma si può leggere indipendentemente) di Bimbambel, che avevo recensito qui, anch'esso nato dalla penna di Anna Lavatelli, con le illustrazioni di Giulia Orecchia, e pubblicato in Italia da Le rane di Interlinea.

EDIT: allegato al libro, trovate anche un CD con a storia letta dall'autrice e delle canzoni di Natale inedite cantate da Giovanni Caviezel.


Come nel primo Bimbambel, anche questo libro si apre con un bimbo che chiede al papà di raccontargli una storia, una storia di Natale.
Il papà si arma di fantasia e si trasforma in un eroe magico, che dirada la nebbia trasformandola in un filo con cui intrecciare i maglioni, liberando il cielo per la slitta di Babbo Natale.


O che cuce tra di loro montagne spaccate in due per riavvicinare i popoli dei due versanti.


O che addobba alberi sottomarini per permettere anche ai pesci di festeggiare il Natale.
Le storie di È Natale Bimbambel hanno tutte uno sfondo natalizio o un messaggio di amore e pace (come quando il papà riesce a fermare una pioggia di bombe creando un arcobaleno in cielo).
E in tutte, il papà che racconta è l'eroe, il deus ex machina che riesce con la sua forza, ma soprattutto con la sua fantasia, a risolvere le situazioni più critiche.
Le sue storie hanno dell'incredibile, è vero, ma chi, se non un papà, può essere in grado di compiere magie? Chi, se non un papà, può essere un eroe credibile agli occhi di un bambino?


Naturalmente, il bimbo sa che le sue avventure non sono reali (è proprio il figlio a esordire con "E tu inventala, papà!"), ma l'amore tra padre e figlio crea una magia a cui è impossibile non lasciarsi andare, e magari desiderare di farne parte in prima persona.

Ad esempio, dopo aver addobbato un albero con alghe e stelle marine, perché non creare un

presepe in una conchiglia?



Bastano una conchiglia (ne avrete almeno una raccolta quest'estate al mare!), dei chicchi di riso, colla e pennarelli.

Scegliete due chicchi grandi e uno più piccolo. Con i pennarelli a punta fine, dipingere le vesti e i visi della Sacra Famiglia, tenendo fermi i chicchi con delle pinzette.

Incollateli poi alla conchigia, che farà da capanna.
Se volete, preparate un giaciglio a Gesù bambino incollando un po' di farina di mais che simuli la paglia.

Se invece volete far fare il presepio in miniatura ai bimbi, scegliete una conchiglia più grande e usate fagioli cannellini al posto del riso: sarà meno minuscolo ma più semplice da realizzare dalle loro mani ancora incerte.



Cosa manca? Una stellina di carta, e un posto che vi piace, dove tenerlo nel periodo di Natale.

Buon Natale a tutti!




 
È uno dei tanti meccanismi di "economia" della nostra mente: difficilmente ci soffermiamo a pensare a come funzionino davvero le cose che usiamo, e diamo quasi per scontato che ci siano, che siano sempre esistite.
Ma se da un lato questo ci aiuta a non sprecare troppe energie nel porci domande non essenziali (è un "regalo" della nostra storia evolutiva), dall'altro ci toglie molta consapevolezza su quello che facciamo.
Capire quello che c'è dietro le cose di tutti i giorni è un ottimo esercizio mentale che ci aiuta a capirle e a usarle meglio.


Per Editoriale Scienza, è appena uscito Eureka! 10.000 anni di lampi di genio, un libro divulgativo che ci accompagna alla scoperta delle grandi e piccole invenzioni della storia.


Dopo aver spiegato cosa si intenda per "lampo di genio" e come le idee si innestino una sull'altra, Eureka! procede a raccontarli, non in ordine cronolgico ma suddivisi in aree tematiche, a partire da quelli che più comunemente ci vengono in mente quando pensiamo alla parola "invenzione", come la scrittura, la ruota, l'elettricità.



Ci sono poi i "lampi sul passato" (scoperte e idee che ci hanno permesso di capire e studiare la storia dell'uomo e della Terra), lampi d'arte, di scrittura, di guerra, di salute e così via.
A ogni invenzione è dedicato un agile paragrafo che la racconta con semplicità ma senza dimenticare di mettere in luce qualche aspetto curioso, poco noto o inaspettato, che aiuti a riflettere e a capire le sue diverse sfaccettature.

È interessante vedere come molte invenzioni nate per la guerra abbiano poi avuto un utilizzo ben più ampio, o che la vera rivoluzione non fu inventare la ruota, bensì metterla su strada.

C'è poi ampio spazio per invenzioni di uso quotidiano, apparentemente banali e così scontate che fatichiamo a immaginarle come invenzioni, ma che hanno invece una storia fatta di ingegno, come ad essempio il cono gelato.



E ci sono i "lampi al femminile", che dimostrano che non esistono campi di studio riservati a un solo genere.

Infine, c'è spazio per i "lampi impossibili", le idee irrealizzabili come il moto perpetuo, quelle che hanno dato vita a numerosi abbagli, leggende metropolitane o persino tentativi di truffa. Un modo per allenare il pensiero critico e imparare a rizzare le antenne di fronte alle fake news.


Luca Novelli affianca ai testi semplici ed esaurienti le sue simpatiche illustrazioni, spesso vere e proprie vignette umoristiche, che mantengono vive la curiosità e l'attenzione.

 

Eureka! è una carrellata esaustiva e leggera al tempo stesso, da sfogliare in modo casuale o leggere sequenzialmente; una serie di racconti che non si limitano al nozionismo, ma aiutano a riflettere, come ogni nuova invenzione dovrebbe fare.

E visto che il Piccolo T ha deciso che da grande vorrebbe fare lo scienziato, abbiamo provato anche noi ad allenare il pensiero critico su una piccola invenzione: il motore a palloncino.


Abbiamo costruito una macchina di Lego con un alloggiamento che potesse ospitare l'imboccatura di un palloncino, fermato poi da un ulteriore mattoncino.


Gonfiando il palloncino (fermandolo poi con le dita o con una molletta) e poi lasciandolo andare, la macchina si muoveva.
Ma che succede se il palloncino si gonfia di più? E se la macchina è più grande? E se si comprime l'apertura per lasciar passare l'aria più lentamente?


E se il fratellino di tre anni ruba la macchinina perché vuole il palloncino?
Dura, la vita del ricercatore.


C'è una sorta di foga creativa che coglie certi artisti quando diventano genitori. 
Hanno appena dato vita alla loro opera più importante – un figlio – ed è come se volessero replicare l'atto creativo anche sul lavoro, convogliando questa infinita emozione in qualcosa che resti.
È quello che è successo a molti cantanti, e anche ad alcuni scrittori.


Per nostra fortuna, è successo anche a Oliver Jeffers, che dopo essere diventato papà ha scritto e disegnato Noi siamo qui. Dritte per vivere sul pianeta Terra, edito in Italia da Zoolibri.


Noi siamo qui si presenta come un manuale per spiegare il mondo nel modo più semplice possibile a un bimbo appena nato.
Si parte dalla nostra posizione nel cosmo, dal nostro pianeta, composto da acqua e terraferma. Sembra tutto molto semplice e forse anche banale, ma qui sta parlando Oliver Jeffers, e con lui di banale c'è sempre poco.


Mentre ci incantiamo davanti alle sue immagini, non possiamo non pensare all'immensità di cose da scoprire, da imparare e da vivere che ha di fronte un neonato.
Mentre seguiamo le sue spiegazioni, ci rendiamo conto di quanto tutto sia troppo per essere spiegato.
E tra un appunto scientifico (la posizione della Terra nel sistema solare) e uno lessicale (le differenze tra caldo e freddo, ad esempio) spunta qualche lezione in più: quella sul rispetto di ogni forma vivente e di ogni persona, in tutte le sue varietà.


Non manca naturalmente qualche nota ironica, come la presenza del Dodo tra gli animali, o la distinzione tra giorno e notte, in cui Jeffers raffigura il figlio nel lettino e, spiegando che la notte serve per dormire, sottolinea il concetto con un "siamo d'accordo?".


Jeffers dà al figlio neonato una lezione di vita senza dettargli la strada. Non dice chi dovrà diventare, ma gli spiega semplicemente come stanno le cose al momento del suo arrivo: un pianeta meraviglioso da proteggere, persone di ogni genere con cui bisogna sempre essere gentili.

Non nomina mai esplicitamente guerre, inquinamento, violenza o altri aspetti negativi della vita: il suo è un messaggio di stupore, di benvenuto, di ottimismo. Come se la nascita di questa nuova vita potesse cancellare tutto ciò che c'è di sbagliato.

Non dice nemmeno che tutto sia semplice, ma ha una soluzione anche per le cose difficili: qualsiasi sia il problema, il bambino potrà sempre chiedere a lui.
O al resto della famiglia, o al resto del mondo.


Più che un libro per bambini, Noi siamo qui è un libro da regalare a un genitore, un neopapà o un papà in attesa, per accompagnarlo alla meraviglia della vita che arriva.
O forse uno di quei libri simbolici da leggere ai bambini quando ancora non conoscono il significato delle parole, ma solo il suono della voce dei genitori, e da regalare poi, come ricordo d'infanzia, quando saranno grandi.

Comunque sia, è un libro che è anche un augurio. A chi nasce, a chi gli starà vicino. E al mondo intero.


In un periodo storico in cui i bimbi imparano prima a scorrere un'immagine su un touch screen e poi a sfogliare una pagina, c'è una categoria di libri perfetta anche per i più restii alla lettura: i libri interattivi.
E non sto parlando di e-book o app, ma di libri cartacei in cui il motore dell'interazione non è un chip elettronico, ma la magia di una storia e l'immaginazione di chi la ascolta.


Il più celebre tra gli albi di questo genere è certamente Un libro di Tullet, seguito poi da altri esempi meno astratti e in cui la narrazione ha maggior rilievo, come Libro cane o Aiuto, arriva il lupo!.

Su e giù con Bunny si inserisce perfettamente in questo filone, utilizzando un protagonista più amichevole del lupo e più dinamico di cani e gatti di casa.


Bunny è un coniglietto che ha voglia di sciare, ma come fare se non c'è neve?
Basta scuotere un po' il libro per farla cadere.
Un po' troppa? Bussando sulla pagina, Bunny se ne libererà.


Bisognerà poi inclinare la pagina per creare il pendio e far scivolare Bunny sui suoi sci, e poi salvarlo da un profondo burrone capovolgendo il libro.


Alla fine, Bunny dovrà anche saltare un buco vero e proprio creato sulle pagine.



Insomma, Su e giù con Bunny è un'ottima alternativa alle app e ai giochi interattivi anche per i bimbi che non amano leggere, anzi: è un ottimo modo per far scoprire loro quanto può essere divertente usare l'immaginazione.
Naturalmente, è anche una splendida lettura per i bimbi già abituati all'ascolto delle storie.

Unica controindicazione: mette un'irrefrenabile voglia di sciare.
E che fare se la neve non c'è?

Be', proviamo a far sciare i nostri pupazzetti.
Prendete dei personaggi abbastanza piccoli (io ho usato quelli Lego, i Playmobil vanno ancora meglio per la forma dei piedi) e degli stecchini da gelato o da ceretta.


Con le forbici o con qualche altro strumento di taglio (io ho usato il mio traforo elettrico, ma non è necessario) date forma a sci e snowboard, che poi fisserete ai piedi dei personaggi con degli "scarponi" di washi tape.

Come pista potete usare un qualsiasi piano inclinato: una pista per le macchinine, o – perché no? – un libro.


Basta un po' di immaginazione, giusto?


     
Post più recenti Post più vecchi Home page

Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

Segui le nuvole

Newsletter

* indicates required

POPULAR POSTS

  • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
  • Svish, splash, squelch, scric, fiuuu!
  • Mio figlio non parla! I libri per stimolare il linguaggio.
  • Nuvole in barattolo.
  • Il mostro mangiacapelli

Temi

animali 70 scienza 44 amicizia 29 diversità 29 fantasia 29 natale 28 papà 24 cani 23 nanna 21 disegno 19 regali 19 rime 19 natura 18 scuola 16 condivisione 14 fratelli e sorelle 14 paure 14 emozioni 12 halloween 12 avventura 11 morte 11 onomatopee 11 cibo 10 corpo umano 10 lettura 10 pannolino 10 amore 9 autostima 9 crescita 9 ecologia 9 mamma 9 mostri 9 nonni 9 silent book 9 punti di vista 8 ambiente 7 bullismo 7 esperimenti 7 gatti 7 interattivo 7 supereroi 7 mare 6 matematica 6 noia 6 scrittura 6 storia 6 educazione 5 favole 5 inserimento 5 neve 5 regole 5 compleanno 4 difetti 4 dinosauri 4 famiglia 4 primavera 4 capricci 3 esplorazione 3 estate 3 gallucci 3 in viaggio 3 lentezza 3 maestra 3 neogenitori 3 neonato 3 resilienza 3 tempo 3 vacanze 3 autonomia 2 buio 2 carnevale 2 cucu 2 disabilità 2 macchine 2 autunno 1

Search This Blog

Blog Archive

  • ▼  2024 (32)
    • ▼  dicembre (1)
      • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (3)
    • ►  giugno (5)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (3)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2023 (54)
    • ►  dicembre (5)
    • ►  novembre (7)
    • ►  ottobre (5)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2022 (81)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (8)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2021 (111)
    • ►  dicembre (13)
    • ►  novembre (14)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (12)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (12)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2020 (102)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (11)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (9)
  • ►  2019 (101)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (8)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2018 (79)
    • ►  dicembre (8)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (3)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (7)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2017 (62)
    • ►  dicembre (7)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2016 (44)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (4)
    • ►  maggio (5)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2015 (38)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (4)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2014 (34)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (2)
    • ►  giugno (3)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (2)

Copyright © Nuvole in scatola. Designed by OddThemes