Nano-nano.

"È una questione di chimica" hanno cantato Rettore e Ditonellapiaga all'ultimo Sanremo.

E non credo intendessero portare un messaggio divulgativo, però, forse inconsapevolmente, avevano ragione: è tutto questione di chimica, perché tutta la materia è composta da una combinazione di elementi, e la falsa dicotomia tra "naturale" e "chimico" è tutta una questione di marketing o di convenzioni (e convinzioni).

Nano

Eppure è fondamentale capire di cosa siamo fatti noi e il mondo, conoscere le basi su cui si costruisce tutto, ed è fondamentale conoscerlo fin da bambini. A spiegarlo ci prova Nano. La spettacolare scienza del molto (molto) piccolo di Jess Wade, una proposta di Editoriale Scienza che racconta atomi e molecole in modo semplice e discorsivo, chiaro anche a un bambino di età prescolare.

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Il tono di voce che accompagna il bambino lungo il suo percorso di scoperta ricorda un po' quello di Mini. Il mondo invisibile dei microbi, della stessa casa editrice: non una dissertazione in linguaggio tecnico ma quasi un racconto che prende spunto dalle esperienze quotidiane.

Il testo, arricchito dalle illustrazioni di Melissa Castrillòn, dai vivaci colori vintage e dalle texture pastello, invita il bambino a prendere coscienza dei materiali attorno a sé, a comprenderne le caratteristiche e a chiedersi da cosa siano composti.

Da qui, il percorso divulgativo porta agli atomi, ai legami, alle molecole e agli elementi.

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L'attenzione rimbalza continuamente tra teorico e pratico, rimarcando il fatto che la struttura di cui si parla è quella che compone il mondo attorno a noi e noi stessi, fino ad arrivare alle nanoscienze e ai loro possibili sviluppi futuri.

Nano rappresenta una base da cui partire, l'alfabeto che permette di comprendere i fondamenti della materia: di cosa siamo fatti e perché questo è determinante.

 

Il microscopio ad acqua.

Capire che c'è qualcosa oltre quello che siamo in grado di vedere a occhio nudo può essere sorprendente, e a volte basta poco per rendere questa scoperta più concreta. Su suggerimento del divulgatore scientifico Gianluca Pistore, abbiamo provato a costruire un rudimentale ma semplicissimo microscopio-proiettore.

È sufficiente avere una penna laser e una penna normale.

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Si "smonta" la penna tenendo solo l'involucro. Si raccoglie con la punta una goccia l'acqua, che farà contemporaneamente da lente e da oggetto da esaminare.

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Dirigendo dentro l'involucro la luce della penna laser, si potrà proiettare su un muro bianco l'ingrandimento della goccia: l'acqua di rubinetto risulterà limpida, ma provate a raccogliere con la penna una goccia d'acqua sporca, ad esempio da una pozzanghera, o da una tazza da colazione sporca lasciata qualche ora nel lavello: l'infinitamente piccolo vivrà improvvisamente sul muro di casa vostra.


 

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