Tutta colpa dello smart working.

Alzi la mano chi, in una giornata di smart working, non ha concesso ai figli qualche vizio non previsto pur di trovare un'oretta di concentrazione in più.

I cavallucci marini sono esauriti

In I cavallucci marini sono esauriti, albo scritto (forse non a caso) nel 2020 e pubblicato in Italia da Babalibri, Constanze Spengler e Katja Gehrmann (illustratrice) costruiscono una divertente iperbole partendo proprio da questa situazione ormai fin troppo comune.

I cavallucci marini sono esauriti

Il papà lavora in casa e il figlio lo incalza perché vorrebbe giocare con lui.

Pur di trovare un po' di pace, il papà (un uomo occhialuto, magro e dall'aspetto mite, si direbbe un po' geek), cede a un desiderio a lungo espresso dal bambino e lo lascia andare a comprarsi un animale da compagnia.


I cavallucci marini sono esauriti
 
Sotto lo sguardo sospettoso del negoziante (che evidentemente non si fida molto di un bambino che compra un animale senza i genitori), il piccolo protagonista sceglie un topolino, che darà il via a una serie di eventi che porteranno in casa animali sempre più improbabili: prima un cane per trovare il topolino che si è nascosto, poi una foca per insegnare al cane a usare il gabinetto, quindi un pinguino per insegnare al topo a nuotare e così via.

I cavallucci marini sono esauriti

L'escalation si svolge con il tacito assenso del papà che, impegnatissimo nel suo lavoro, si limita a dire dei "sì" alle domande del figlio, senza ascoltarle davvero. Per fortuna, quando il papà concluderà finalmente il suo lavoro e si troverà di fronte ai nuovi ospiti in casa, saprà prendere la cosa con allegria.

I cavallucci marini sono esauriti affronta con leggerezza e ironia un tema spesso ricco di tensioni domestiche: il genitore impegnatissimo nei propri affari, il figlio che ne combina qualcuna di troppo. L'albo però dipinge questo quadro con ironia e umorismo, sdrammatizzando e sottolineando l'affetto che lega la famiglia, nonostante i momenti di incomunicabilità.

Nessuno dei protagonisti fa una brutta figura: non la fa il padre, che al termine del lavoro è felice di dedicarsi al figlio e non se la prende con lui, e non la fa il piccolo, che a sua volta non si arrabbia e se la cava da solo nel trovare la sua soluzione, per quanto assurda sia.

Il risultato è un racconto irreale, ma che mette una toppa, con la fantasia e il divertimento, ai piccoli strappi che siamo abituati a vivere.


0 commenti