Trasformatutto!

Saper leggere i disegni è una cosa che diamo spesso per scontata: la riscopriamo un po' quando abbiamo dei figli.
Ricordo lo stupore nel vedere come il Piccolo T imparava ad associare il concetto di "cane" alla figura stilizzatissima in bianco e nero di uno dei suoi libri, a quella colorata, in tutt'altro stile, di un altro albo, a una foto e infine al cane in carne, ossa e pelo dei nonni. Un'operazione cognitiva che compiamo tutti i giorni, ma che, osservata per la prima volta su un bambino, sembra magica.

In fondo, giocare con i disegni è sempre un atto di astrazione.
E così, il gioco può diventare una sorta di esercizio mentale, di sforzo a guardare oltre, che aiuta a sviluppare la fantasia e la creatività dei bimbi. Ne è un perfetto esempio Trasformattrezzi, edizioni Lapis.



Trasformattrezzi è un libro che gioca con i segni e in un certo senso dimostra che il disegno non è la cosa che rappresenta, ma la ricorda solo per somiglianza, e che può arrivare a rappresentare altro.
Ok: mi sono persa troppo nella semiotica (scusate, a volte mi sento ancora universitaria). Meglio farvi vedere come funziona.

Ogni doppia pagina presenta uno strumento di lavoro (ad esempio "Prendo una bella carriola arancione").



Sollevando l'aletta (sulla quale c'è scritto "e la trasformo..."), un dettaglio del disegno iniziale diventa la parte di un nuovo disegno (in questo caso "un terribile serpentone").



Il testo procede, in rima, presentando sempre nuovi attrezzi e nuove trasformazioni.
La musicalità delle parole, l'attimo di sorpresa nello svelamento, i colori forti e il divertimento di poter indovinare il risultato della trasformazione fanno di questo libro un successo assicurato con i bambini.

Al di là dell'apparente semplicità, penso che questo meccanismo contenga un lavoro mentale davvero potente; motivo in più per continuare a sperimentare lo stesso gioco con carta, matita e scotch.


Su una strisciolina lunga, ho fatto un disegno che avesse un particolare sporgente. Ho poi piegato il foglio coprendo tutto il disegno tranne quel particolare.
L'ho fissato al tavolo col nastro adesivo, perché conosco il mio Piccolo T, e sapevo che avrebbe come prima cosa tentato di aprire il foglio.
L'ho poi invitato a completare il disegno come preferiva.

Se non vi piace disegnare, potete coprire con un foglio parte delle illustrazioni di un libro: ecco qui come abbiamo trasformato (il Piccolo T era la mente, io il braccio) un elefante in polpo e un albero in uccello giocando con gli elementi di Tatiana struzza africana, un divertente albo sugli animali africani e sulla vanità.


O ancora, potete stampare il pdf che ho preparato, ripiegando poi il foglio fino alla linea tratteggiata:




Insomma: disegnate voi, usate un libro, stampate: quello che conta è mettersi all'opera!


Lo sapevate che una carota può diventare un topino con la coda intrecciata?



PS: nella stessa collana trovate anche Trasformanatura, con frutti, alberi e altri elementi naturali che si trasformano in nuovi disegni.

   

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