Nuvole in scatola
  • Home
  • Libri
    • Dalla nascita
    • Da 1 anno
    • Da 2 anni
    • Dai 3 anni
    • Dai 4 anni
    • Dai 5 anni
    • Dai 6 anni
    • Dai 7 anni
    • Dagli 8 anni
    • Dai 9 anni
    • Dai 10 anni
    • Dagli 11 anni
    • Per adulti
    • Per papà
  • Chi sono
  • Contatti
  • Affiliazione
La letteratura per l'infanzia è costellata di porte verso un altrove immaginario.
Sarà che chi legge ha bisogno di figurarsi visivamente un confine, un passaggio, sarà che il lettore bambino in fondo spera di trovare questo varco, un giorno, davanti a sé, e sentirsi il privilegiato protagonista di una rivelazione destinata a pochi.

La signora Lana e il profumo di cioccolato

Anche in La signora Lana e il profumo della cioccolata, il nuovo romanzo di Jutta Richter edito da Beisler, questo varco è presente: una presenza che attrae e respinge al tempo stesso, più che mai avvolta dal mistero.

La signora Lana e il profumo di cioccolato

E il mistero è la cifra che avvolge tutto il libro, a cominciare dal negozio nero di Nuvolana Wolkenstein, davanti al quale bisogna passare ogni mattina per andare a scuola, e che si dice faccia sparire i bambini.

Quella che sembra solo una leggenda di paese entra inaspettatamente e improvvisamente nella vita dei due protagonisti, i fratelli Merle e Moritz, quando la mamma assume come “dama di compagnia”, per le notti in cui il turno di notte la tiene lontana da casa, proprio la signora Wolkenstein.

La signora Lana e il profumo di cioccolato

I bambini guardano inquieti la donna, notando soprattutto i suoi occhi, che cambiano colore a ogni sua apparizione. Ma mentre il suo comportamento della signora Wolkenstein non sembra rivelarsi pericoloso, la sua presenza in casa coincide con la comparsa in camera di Merle e Moritz di una porta misteriosa: il varco che li porta a Fanciullopoli.

Ovviamente i bambini lo passano (quale bambino non lo farebbe?), ed entrano così in un mondo per certi versi onirico, abitato dai temibili gnomi Zannaguzza, scorbutici esseri che parlano in rima (rime un po' infantili e non sempre riuscite nella metrica, a onor del vero: sarebbe curioso confrontare la traduzione italiana, di Bice Rinaldi, con il testo originale) e vogliono catturare i bambini offrendo loro della cioccolata.


La signora Lana e il profumo di cioccolato

Ma Fanciullopoli è anche il regno raccontato nelle sue storie dal padre di Merle e Moritz, un padre molto amato e ora lontano, che i bambini ascoltano attraverso il "ricevitore universale". Nelle sue storie, il padre aveva lasciato loro delle regole da seguire, e sono queste il primo punto di riferimento dei bambini in questa attività esplorativa, ricca di brividi e di incognite.

Le illustrazioni di Günter Mattei impreziosiscono il racconto con tratti che ricordano la stampa litografica e che sottolineano, marcandone le rughe, la freddezza della signora Wolkenstein, le espressioni quasi iconiche dei malvagi gnomi, ma anche l'astrattezza del contatto dei bimbi con il padre, con la sua voce che arriva da molto lontano.

La signora Lana e il profumo di cioccolato

La signora Lana e il profumo della cioccolata è un Hänsel e Gretel moderno e condito di enigmi: attorno al mondo misterioso di Fanciullopoli, dove la cioccolata attira i bambini come la nota casetta di marzapane, la penna raffinata di Jutta Richter semina indizi e interrogativi a cui ancora non riusciamo a dare risposta.
Perché la signora Wolkenstein e alcuni personaggi di Fanciullopoli accennano a cose che solo il padre dei due bambini conosce? E dove si trova il padre, e perché non vive più con loro? Cosa nasconde il negozio nero? E gli gnomi? Perché gli occhi della Wolkenstein mutano di colore?

La sensazione è quella del dipanarsi di fili narrativi pronti ad essere riuniti in una soluzione arguta.
Ma La signora Lana e il profumo della cioccolata è soltanto il primo volume di una trilogia, e per le risposte, dunque, non ci resta che attendere il seguito.



È sempre una bella notizia quando Chris Haughton si affaccia in libreria con qualche novità.
La sua ultima uscita (sempre per Lapis) conserva il suo tratto grafico distintivo, caratterizzato da forme grezze, campiture piene, giochi di sovrapposizioni di colore e un segno semplice e marcatamente stilizzato.

non aver paura piccolo granchio

La narrazione ha invece questa volta uno spirito diverso dalle sue opere precedenti (qui adoriamo Oh-oh, ma ancora di più Oh no, George!).

Non aver paura, Piccolo Granchio manca di quella vena ironica che caratterizza gli altri albi, di quei personaggi un po' naïf, mai completamente consapevoli di ciò che stanno facendo.
È invece la storia di una crescita, di un momento di distacco dal nido (o meglio, da una pozza), di un papà che accompagna dolcemente il suo piccolo verso l'indipendenza.

non aver paura piccolo granchio

Piccolo Granchio e Grande Granchio vivono in una pozza. Un luogo sicuro e protetto, ma un po' limitato. Ma è giunta l'ora di andare a vedere il mare, quello vero, grande, sconfinato.

Piccolo Granchio è entusiasta: ne seguiamo il viaggio, con un crescente senso di attesa, tra pagine ricche di onomatopee che rendono l'albo attraente anche per bambini piccoli, e adatto anche a letture di gruppo.

"Posso andare dappertutto!"

esclama il Piccolo Granchio, entusiasta dei nuovi ambienti che impara ad esplorare.


non aver paura piccolo granchio

Quando finalmente papà e piccolo arrivano al mare, però, Piccolo Granchio non è più così sicuro, e chiede di tornare indietro. Questo nuovo ambiente, grande e sconosciuto, gli mette paura.

non aver paura piccolo granchio

Il papà non si lascia abbattere dal suo sconforto, lo sprona a provare, e Piccolo Granchio a poco a poco allunga le sue zampette (il movimento laterale del granchio rende questa fase ancora più marcata e semplice da visualizzare).
I due, in attesa su uno scoglio, vengono lambiti da onde sempre più grandi, con i loro "Whoosh!", che accompagnano la lettura dando una materialità sonora all'acqua che li investe, finché un'ultima onda li trascinerà giù, in un mondo per loro ancora sconosciuto.

non aver paura piccolo granchio

Qui notiamo subito il cambio di tonalità: il mondo subacqueo, che ci aspettavamo blu e freddo, è ricco di colori caldi e vivaci: è la meraviglia che il Piccolo Granchio riceve in cambio del suo coraggio, del suo sforzo a fare quel passo in più.

non aver paura piccolo granchio

Il papà Granchio lo ha accompagnato senza mai rinforzare le sue paure, ma nemmeno sminuendole: una presenza rassicurante e tranquilla, che aiuta il piccolo a trovare il coraggio che gli serve per spiccare il volo (o meglio: per immergersi).

E il mondo sconosciuto, quello "dei grandi", quello che si riesce a conquistare solo superando le proprie paure, è un mondo pieno di scoperte e meraviglie.


Per una volta, l'annosa questione non si pone: in questo libro, tra la gallina e l'uovo, viene decisamente prima l'uovo. Ma è un uovo misterioso.

Il castoro, l'uovo e la gallina

L'uovo è al centro della storia di Il castoro, l'uovo e la gallina (edizioni Minibombo) e fino all'ultima pagina terrà il lettore sulle spine con il segreto che nasconde.

Il castoro, l'uovo e la gallina

Il riccio lo porta, con aria un po' furtiva, a un castoro addormentato.

Il castoro, l'uovo e la gallina

La raccomandazione del riccio è chiarissima:

per NULLA al mondo...
...devi darlo alla gallina!

Il castoro, l'uovo e la gallina

Peccato che il castoro, preso dal sonno, si risvegli soltanto a metà della frase, e ne ascolti solo la seconda parte. Dopodiché, si riaddormenta subito.

Uno dopo l'altro, si susseguono uno scoiattolo, un'alce, un coniglio. Tutti hanno la stessa aria misteriosa, e tutti fanno al castoro la stessa raccomandazione.
E ogni volta, il castoro si sveglia appena in tempo per ascoltare solo:

...devi darlo alla gallina!

Quando l'uovo sta per schiudersi, il castoro finalmente si desta del tutto e subito obbedisce all'ordine che crede di aver ricevuto. E così, porta immediatamente l'uovo alla gallina.
Solo a questo punto, scopriamo che si tratta di un uovo di coccodrillo (e no: la gallina non ne uscirà bene!).

Il castoro, l'uovo e la gallina

Tra le pagine di Il castoro, l'uovo e la gallina ritroviamo l'inconfondibile tratto fumettistico degli animali di Silvia Borando, ingentiliti questa volta da una colorazione a pastello, più morbida.
La loro espressività teatrale accompagna alla perfezione la storia, una commedia degli equivoci fatta di malintesi e comicità.

Insieme a Eva Francescutto (al suo esordio come autrice) e Chiara Vignocchi, Silvia Borando ha costruito una trama semplice, leggera e arguta, destinata a lettori già consapevoli (la casa editrice lo indica dai 3 anni, ma credo sarebbe più adatto dai 4-5), che anche se non sanno leggere capiscono la relazione tra testo scritto e testo letto, e riescono a cogliere il meccanismo narrativo.
È una lettura che diventa esercizio di logica, seppur elementare: il castoro non coglie la negazione e quindi interiorizza l'ordine al contrario!

L'abilità del lettore adulto nel rendere il passaggio tra la negazione e il resto della frase può fare la differenza.
Il bambino, oltre che divertito, sarà gratificato nel comprendere il meccanismo e anticipare l'azione del castoro che corre dalla gallina.


A proposito di uova che nascondono sorprese: lo conoscete

il gioco delle tre uova?


Immagino di no, perché l'ho appena inventato.


Ritagliate tre uova di carta, identiche.
Sul retro, disegnate due pulcini e un coccodrillo. Ora rigiratele, e come nel gioco delle tre carte sfidate il bambino a indovinare l'uovo giusto.


È un gioco molto semplice, sia da realizzare che da giocare, e allena l'attenzione e l'osservazione.
Forse, da questo punto di vista, aiuterebbe un po' anche il castoro della storia.


Conoscete la Pina?
No, non quella della radio, Parlo della topina dei libri per la prima infanzia, nata dalla matita di Lucy Cousins.
Da noi la sua fama non è ancora comparabile con quella dei grandi personaggi della letteratura per piccolissimi, ma Maisy Mouse (questo il suo nome originale) sta all'Inghilterra come Giulio Coniglio o la nuvola Olga stanno all'Italia.


Con Pina fa la spesa e La fattoria di Pina, la casa editrice Terre di Mezzo ha appena riportato questo personaggio in Italia, con un'interessante novità: i testi in doppia lingua, italiano-inglese.

Pina fa la spesa- Maisy goes shopping si presenta con pagine stondate e cartonate, adatte ad essere maneggiate e sfogliate da piccole mani.
La storia, o meglio la protostoria, è un piccolo spaccato di azioni quotidiane, in cui il bambino si riconosce facilmente. Pina va a fare la spesa al supermercato, accompagnata dal suo fido amico, il panda di peluche, e qui sceglie i prodotti, incontra i suoi amici, paga alla cassa.


Le immagini dai contorni netti e dai colori pieni e decisi attirano i piccoli e aiutano la decodifica degli oggetti, seppur numerosi.


Le parole accompagnano con semplicità le piccole azioni, proponendo anche domande che stimolano la lettura dialogica con il bambino, che sta imparando le prime parole ed è stimolato dall'interazione con il genitore che legge:

C'è anche Lella! Cosa sta comprando?


In realtà, anche laddove non è presente una domanda nel testo, il libro si presta facilmente ad accogliere una lettura di tipo dialogico, grazie alla ricchezza di elementi che il bambino indicherà per sentirne il nome.

Pina fa la spesa e La fattoria di Pina sono uno strumento perfetto per prendere confidenza con le parole e il linguaggio, dai 18 mesi in poi, e per approcciarsi alle prime storie minimali.

Per chi conosce bene la pronuncia, il testo inglese, che può essere alternato all'italiano o proposto come unica soluzione, facilita l'approccio al suono e al lessico di una nuova lingua, in un'età in cui – sappiamo – l'apprendimento è più semplice e naturale.

Su ogni pagina spicca la figura di Pina, con il suo muso bianco immerso in un contesto coloratissimo, e quasi sempre nella stessa posizione: tratto d'unione e riconoscibilità che il bimbo può seguire e ritrovare in tutto il libro.
Semplice, allegra, sorridente, entusiasta delle piccole cose, Pina è lo specchio dei bambini (nei loro momenti buoni!) alla scoperta del mondo che li circonda.

Questa edizione di Pina fa la spesa e La fattoria di Pina propone anche un piccolo gioco di cartotecnica, più adatto forse a bimbi un po' più grandi rispetto al target principale di Pina (ma può essere un modo per sfruttare il libro più a lungo).


Le pagine finali si aprono a formare uno scenario, e da una pagina staccabile e fustellata è possibile staccare Pina, altri personaggi e alcuni elementi mobili per giocare.


Idea gioco: questo scenario può essere una bella occasione per stimolare ingegno, disegno e motricità fine dei bambini, proponendo altri elementi da aggiungere al gioco: prendete del cartoncino e disegnate con loro un carrello, uno scaffale e tutti i generi alimentari che volete, per arricchire il gioco simbolico della spesa.
Se la mamma è alla cassa, il pagamento è in bacini.


 
Susi è tornata!
Ve la ricordate, la dirompente protagonista di Susi in piscina? Ecco: questa volta non va a nuotare ma si dedica al disegno. A modo suo, naturalmente.

susi disegna

In Susi disegna (edito sempre da Sinnos), Jaap Robben e Benjamin Leroy ci presentano fin dalle prime pagine una situazione "alla Susi": disordinata, caotica, incurante delle regole.
Mentre Susi dipinge il ritratto del suo cane, fogli e colori sono sparpagliati a terra e c'è perfino un pennello infilato nell'orecchio dell'ignaro nonno, che si è addormentato mentre badava a lei.

susi disegna

Quando il cane le fa capire che c'è qualcosa di sbagliato nel suo ritratto, perché Susi ha disegnato tre gambe anziché due (sì, questo cane è bipede!), la piccola pensa bene di correggere non il disegno, ma la realtà, e con un pastello aggiunge al cane una gamba in più.

susi disegna

Accade allora qualcosa di inaspettato (ma non per Susi, che non sembra stupirsene più di tanto): i suoi disegni danno forma alla realtà. Così, quando Susi disegna due ali al cane, questo si ritrova effettivamente a volare.
La logica ricorda quella vista in molte serie animate come Wile E. Coyote, che creava gallerie nelle montagne disegnandovi un buco (o applicando gli appositi adesivi ACME).

susi disegna


I disegni di Susi prendono vita, anche troppa. Animali e personaggi iniziano a sfuggire al suo controllo, e tra tigri, uomini con la clava e dinosauri, Susi inizia a dare forma a un'escalation di figure sempre più minacciose, nell'intento che la nuova creazione riesca a tenere a bada quella precedente.
Il risultato sarà un guazzabuglio colorato, caotico e irrefrenabile, proprio come la piccola protagonista del libro.

Fa capolino in questo episodio una dimensione magica che era del tutto assente nel primo.
A una seconda analisi della storia, tutto il mondo creato da Susi potrebbe essere semplicemente frutto della sua dirompente fantasia (e in effetti tutto svanisce quasi senza tracce nel finale), ma questo poco importa: Susi resta fedele al suo personaggio, quello di una dispettosa, impertinente, irresistibile piccola gianburrasca.

Scritto in font ad alta leggibilità, in stampato maiuscolo, Susi disegna è adatto sia a una lettura condivisa con i più piccoli, sia a una prima lettura autonoma per bimbi in età scolare.

susi disegna


Non sarebbe bello poter cambiare la realtà con un disegno?
Possiamo farlo, almeno virtualmente, con un'attività molto semplice, perfetta anche da portare in viaggio o al ristorante per intrattenere i bambini.

susi disegna

Basta stampare alcune foto in primo piano (potete anche usare ritagli di riviste, ma se le foto sono quelle di familiari e amici è molto più divertente), infilarle in una busta trasparente e munirsi di un pennarello lavabile (l'ideale è usare quelli appositi per le lavagnette).
susi disegna

Voilà: con il pennarello potete trasformare i volti a vostro piacimento, per poi cancellare e ricominciare da capo.
Che ne dite, mi donano i baffi?

 
Ci voleva una ragazzina di 16 anni perché finalmente il riscaldamento globale diventasse un tema all'ordine del giorno.
Purtroppo, però, il fatto che se ne parli di più non significa che se ne parli nel modo corretto. Moltissime sono ancora le imprecisioni, a volte lievi, a volte gravi e con conseguenze pericolose, che si sentono e si leggono tutti i giorni.

perché la terra ha la febbre

Per risolvere molti dei dubbi in circolazione, Editoriale Scienza ha pubblicato, nella collana Teste Toste, Perché la terra ha la febbre?, un volumetto fatto tutto di domande e risposte, agile da leggere ma decisamente illuminante (anche per molti adulti!).

perché la terra ha la febbre

Con semplicità, leggerezza e un pizzico di ironia, Federico Taddia funge da anchorman cartaceo guidando il dipanarsi del libro attraverso la sua intervista a Elisa Palazzi, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR e docente di Fisica del Clima all’Università di Torino.

Il libro (come è ben specificato all'inizio) è suddiviso in capitoli tematici che possono essere letti anche con logica non sequenziale, aprendo il libro a caso o saltellando tra le domande.
Per semplificare i collegamenti e gli approfondimenti, alla fine di ogni capitolo si trova un rimando alle pagine dove sarà possibile trovare gli argomenti correlati.

Cos'è il riscaldamento globale? Meteo e clima sono la stessa cosa? Com'era il clima al tempo dei dinosauri?
I diversi macro-argomenti danno una visione d'insieme sul tema "cambiamenti climatici", affrontando cause, conseguenze, metodi di studio, storia del clima, e chiarendo molti dubbi ricorrenti (ad esempio: perché il riscaldamento globale porta anche a fenomeni atmosferici più violenti).

Ogni capitolo si chiude con un po' di ironia, come quando, parlando di carotaggi del ghiaccio, Taddia e la Palazzi scherzano raccontando che gli scienziati useranno poi le carote per i pupazzi di neve.


perché la terra ha la febbre

L'aspetto che più ho apprezzato di questo libro è il suo equilibrio, il suo rigore scientifico: spesso, su temi così controversi, è facile infatti cadere in partigianerie. Da un lato ci sono i negazionisti, a causa dei quali siamo molto in ritardo nell'affrontare questa emergenza. Dall'altro lato, però, nemmeno gli allarmisti a tutti i costi fanno bene all'informazione, se diffondono nozioni scorrette.

Ad esempio, parlando di effetto serra, il libro inizia con una domanda insolita: "L'effetto serra è buono o cattivo?".
Già, perché siamo abituati a sentirne parlare come fosse una piaga per l'Uomo, ma l'effetto serra è quello che consente alla Terra di mantenere un clima che la rende abitabile. E, come accade per moltissime cose, non è l'effetto serra in sé ad essere negativo, ma il suo eccesso (dovuto principalmente a cause di natura umana).

A volte, per portare avanti una tesi, il rischio è quello di cadere in facili polarizzazioni, per cui un fenomeno è buono o cattivo.
Questa semplificazione, però, non aiuta a capire a fondo i fenomeni, né a prendere le giuste decisioni.
Perché la terra ha la febbre? insegna che non tutto è bianco o nero, e che è necessario comprendere e padroneggiare tutte le sfaccettature di un tema per affrontarlo nel modo giusto.
Insegna che semplificare i concetti per spiegarli ai bambini non significa dare informazioni poco corrette.

In sostanza, insegna un approccio scientifico da contrapporre a quello del giornalismo sensazionalista.

perché la terra ha la febbre

Alle domande e alle risposte del libro, si accompagnano le divertenti illustrazioni di Antongionata Ferrari, che con ironia ci mostra conigli alle prese con giganteschi carotaggi e donne perplesse davanti a un guardaroba che, a causa del cambiamento climatico, diventa sempre più complicato da gestire.

perché la terra ha la febbre

Oltre a spiegare per bene il fenomeno del riscaldamento globale, quindi, Perché la terra ha la febbre? ci aiuta a notare tante inesattezze nella comunicazione di questo fenomeno.
Ad esempio: quante volte avete sentito dire che lo scioglimento degli iceberg farà innalzare il livello dei mari?
Be', non è così (ma, lo ammetto, prima di leggere questo libro non ci avevo riflettuto): ad avere un impatto su mari e oceani è lo scioglimento dei ghiacciai montani e delle calotte che ricoprono la terraferma (e non solo questo, come leggerete nel libro). Gli iceberg, invece, sono già immersi totalmente nell'acqua, e il fatto che siano più o meno sciolti non cambia le cose.

Vogliamo provarlo con un esperimento?
Prendete un contenitore in cui congelerete dell'acqua, un contenitore più grande che farà da mare e (facoltativo) un pinguino.

esperimento iceberg

Piazzate il vostro iceberg nell'acqua e segnate il livello dell'acqua con un nastro adesivo colorato.
Piazzate il pinguino sull'iceberg per vedere come, pian piano, resterà senza sostegno (l'iceberg che si scioglie non avrà impatto sui mari, ma sugli animali sì!).

esperimento iceberg

Quando l'iceberg si sarà completamente sciolto, guardate il livello dell'acqua: è rimasto invariato!

esperimento iceberg

Non c'è paracetamolo che tenga, purtroppo, per guarire la Terra.
Ma la corretta informazione è la miglior diagnosi per iniziare a lavorare sulla cura giusta.


Post più recenti Post più vecchi Home page

Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

Segui le nuvole

Newsletter

* indicates required

POPULAR POSTS

  • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
  • Svish, splash, squelch, scric, fiuuu!
  • Nuvole in barattolo.
  • Mio figlio non legge! Sette consigli per crescere lettori in un mondo digitale.
  • Mio figlio non parla! I libri per stimolare il linguaggio.

Temi

animali 70 scienza 44 amicizia 29 diversità 29 fantasia 29 natale 28 papà 24 cani 23 nanna 21 disegno 19 regali 19 rime 19 natura 18 scuola 16 condivisione 14 fratelli e sorelle 14 paure 14 emozioni 12 halloween 12 avventura 11 morte 11 onomatopee 11 cibo 10 corpo umano 10 lettura 10 pannolino 10 amore 9 autostima 9 crescita 9 ecologia 9 mamma 9 mostri 9 nonni 9 silent book 9 punti di vista 8 ambiente 7 bullismo 7 esperimenti 7 gatti 7 interattivo 7 supereroi 7 mare 6 matematica 6 noia 6 scrittura 6 storia 6 educazione 5 favole 5 inserimento 5 neve 5 regole 5 compleanno 4 difetti 4 dinosauri 4 famiglia 4 primavera 4 capricci 3 esplorazione 3 estate 3 gallucci 3 in viaggio 3 lentezza 3 maestra 3 neogenitori 3 neonato 3 resilienza 3 tempo 3 vacanze 3 autonomia 2 buio 2 carnevale 2 cucu 2 disabilità 2 macchine 2 autunno 1

Search This Blog

Blog Archive

  • ▼  2024 (32)
    • ▼  dicembre (1)
      • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (3)
    • ►  giugno (5)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (3)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2023 (54)
    • ►  dicembre (5)
    • ►  novembre (7)
    • ►  ottobre (5)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2022 (81)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (8)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2021 (111)
    • ►  dicembre (13)
    • ►  novembre (14)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (12)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (12)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2020 (102)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (11)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (9)
  • ►  2019 (101)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (8)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2018 (79)
    • ►  dicembre (8)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (3)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (7)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2017 (62)
    • ►  dicembre (7)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2016 (44)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (4)
    • ►  maggio (5)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2015 (38)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (4)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2014 (34)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (2)
    • ►  giugno (3)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (2)

Copyright © Nuvole in scatola. Designed by OddThemes