Nuvole in scatola
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Conoscete la Pina?
No, non quella della radio, Parlo della topina dei libri per la prima infanzia, nata dalla matita di Lucy Cousins.
Da noi la sua fama non è ancora comparabile con quella dei grandi personaggi della letteratura per piccolissimi, ma Maisy Mouse (questo il suo nome originale) sta all'Inghilterra come Giulio Coniglio o la nuvola Olga stanno all'Italia.


Con Pina fa la spesa e La fattoria di Pina, la casa editrice Terre di Mezzo ha appena riportato questo personaggio in Italia, con un'interessante novità: i testi in doppia lingua, italiano-inglese.

Pina fa la spesa- Maisy goes shopping si presenta con pagine stondate e cartonate, adatte ad essere maneggiate e sfogliate da piccole mani.
La storia, o meglio la protostoria, è un piccolo spaccato di azioni quotidiane, in cui il bambino si riconosce facilmente. Pina va a fare la spesa al supermercato, accompagnata dal suo fido amico, il panda di peluche, e qui sceglie i prodotti, incontra i suoi amici, paga alla cassa.


Le immagini dai contorni netti e dai colori pieni e decisi attirano i piccoli e aiutano la decodifica degli oggetti, seppur numerosi.


Le parole accompagnano con semplicità le piccole azioni, proponendo anche domande che stimolano la lettura dialogica con il bambino, che sta imparando le prime parole ed è stimolato dall'interazione con il genitore che legge:

C'è anche Lella! Cosa sta comprando?


In realtà, anche laddove non è presente una domanda nel testo, il libro si presta facilmente ad accogliere una lettura di tipo dialogico, grazie alla ricchezza di elementi che il bambino indicherà per sentirne il nome.

Pina fa la spesa e La fattoria di Pina sono uno strumento perfetto per prendere confidenza con le parole e il linguaggio, dai 18 mesi in poi, e per approcciarsi alle prime storie minimali.

Per chi conosce bene la pronuncia, il testo inglese, che può essere alternato all'italiano o proposto come unica soluzione, facilita l'approccio al suono e al lessico di una nuova lingua, in un'età in cui – sappiamo – l'apprendimento è più semplice e naturale.

Su ogni pagina spicca la figura di Pina, con il suo muso bianco immerso in un contesto coloratissimo, e quasi sempre nella stessa posizione: tratto d'unione e riconoscibilità che il bimbo può seguire e ritrovare in tutto il libro.
Semplice, allegra, sorridente, entusiasta delle piccole cose, Pina è lo specchio dei bambini (nei loro momenti buoni!) alla scoperta del mondo che li circonda.

Questa edizione di Pina fa la spesa e La fattoria di Pina propone anche un piccolo gioco di cartotecnica, più adatto forse a bimbi un po' più grandi rispetto al target principale di Pina (ma può essere un modo per sfruttare il libro più a lungo).


Le pagine finali si aprono a formare uno scenario, e da una pagina staccabile e fustellata è possibile staccare Pina, altri personaggi e alcuni elementi mobili per giocare.


Idea gioco: questo scenario può essere una bella occasione per stimolare ingegno, disegno e motricità fine dei bambini, proponendo altri elementi da aggiungere al gioco: prendete del cartoncino e disegnate con loro un carrello, uno scaffale e tutti i generi alimentari che volete, per arricchire il gioco simbolico della spesa.
Se la mamma è alla cassa, il pagamento è in bacini.


 
Susi è tornata!
Ve la ricordate, la dirompente protagonista di Susi in piscina? Ecco: questa volta non va a nuotare ma si dedica al disegno. A modo suo, naturalmente.

susi disegna

In Susi disegna (edito sempre da Sinnos), Jaap Robben e Benjamin Leroy ci presentano fin dalle prime pagine una situazione "alla Susi": disordinata, caotica, incurante delle regole.
Mentre Susi dipinge il ritratto del suo cane, fogli e colori sono sparpagliati a terra e c'è perfino un pennello infilato nell'orecchio dell'ignaro nonno, che si è addormentato mentre badava a lei.

susi disegna

Quando il cane le fa capire che c'è qualcosa di sbagliato nel suo ritratto, perché Susi ha disegnato tre gambe anziché due (sì, questo cane è bipede!), la piccola pensa bene di correggere non il disegno, ma la realtà, e con un pastello aggiunge al cane una gamba in più.

susi disegna

Accade allora qualcosa di inaspettato (ma non per Susi, che non sembra stupirsene più di tanto): i suoi disegni danno forma alla realtà. Così, quando Susi disegna due ali al cane, questo si ritrova effettivamente a volare.
La logica ricorda quella vista in molte serie animate come Wile E. Coyote, che creava gallerie nelle montagne disegnandovi un buco (o applicando gli appositi adesivi ACME).

susi disegna


I disegni di Susi prendono vita, anche troppa. Animali e personaggi iniziano a sfuggire al suo controllo, e tra tigri, uomini con la clava e dinosauri, Susi inizia a dare forma a un'escalation di figure sempre più minacciose, nell'intento che la nuova creazione riesca a tenere a bada quella precedente.
Il risultato sarà un guazzabuglio colorato, caotico e irrefrenabile, proprio come la piccola protagonista del libro.

Fa capolino in questo episodio una dimensione magica che era del tutto assente nel primo.
A una seconda analisi della storia, tutto il mondo creato da Susi potrebbe essere semplicemente frutto della sua dirompente fantasia (e in effetti tutto svanisce quasi senza tracce nel finale), ma questo poco importa: Susi resta fedele al suo personaggio, quello di una dispettosa, impertinente, irresistibile piccola gianburrasca.

Scritto in font ad alta leggibilità, in stampato maiuscolo, Susi disegna è adatto sia a una lettura condivisa con i più piccoli, sia a una prima lettura autonoma per bimbi in età scolare.

susi disegna


Non sarebbe bello poter cambiare la realtà con un disegno?
Possiamo farlo, almeno virtualmente, con un'attività molto semplice, perfetta anche da portare in viaggio o al ristorante per intrattenere i bambini.

susi disegna

Basta stampare alcune foto in primo piano (potete anche usare ritagli di riviste, ma se le foto sono quelle di familiari e amici è molto più divertente), infilarle in una busta trasparente e munirsi di un pennarello lavabile (l'ideale è usare quelli appositi per le lavagnette).
susi disegna

Voilà: con il pennarello potete trasformare i volti a vostro piacimento, per poi cancellare e ricominciare da capo.
Che ne dite, mi donano i baffi?

 
Ci voleva una ragazzina di 16 anni perché finalmente il riscaldamento globale diventasse un tema all'ordine del giorno.
Purtroppo, però, il fatto che se ne parli di più non significa che se ne parli nel modo corretto. Moltissime sono ancora le imprecisioni, a volte lievi, a volte gravi e con conseguenze pericolose, che si sentono e si leggono tutti i giorni.

perché la terra ha la febbre

Per risolvere molti dei dubbi in circolazione, Editoriale Scienza ha pubblicato, nella collana Teste Toste, Perché la terra ha la febbre?, un volumetto fatto tutto di domande e risposte, agile da leggere ma decisamente illuminante (anche per molti adulti!).

perché la terra ha la febbre

Con semplicità, leggerezza e un pizzico di ironia, Federico Taddia funge da anchorman cartaceo guidando il dipanarsi del libro attraverso la sua intervista a Elisa Palazzi, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR e docente di Fisica del Clima all’Università di Torino.

Il libro (come è ben specificato all'inizio) è suddiviso in capitoli tematici che possono essere letti anche con logica non sequenziale, aprendo il libro a caso o saltellando tra le domande.
Per semplificare i collegamenti e gli approfondimenti, alla fine di ogni capitolo si trova un rimando alle pagine dove sarà possibile trovare gli argomenti correlati.

Cos'è il riscaldamento globale? Meteo e clima sono la stessa cosa? Com'era il clima al tempo dei dinosauri?
I diversi macro-argomenti danno una visione d'insieme sul tema "cambiamenti climatici", affrontando cause, conseguenze, metodi di studio, storia del clima, e chiarendo molti dubbi ricorrenti (ad esempio: perché il riscaldamento globale porta anche a fenomeni atmosferici più violenti).

Ogni capitolo si chiude con un po' di ironia, come quando, parlando di carotaggi del ghiaccio, Taddia e la Palazzi scherzano raccontando che gli scienziati useranno poi le carote per i pupazzi di neve.


perché la terra ha la febbre

L'aspetto che più ho apprezzato di questo libro è il suo equilibrio, il suo rigore scientifico: spesso, su temi così controversi, è facile infatti cadere in partigianerie. Da un lato ci sono i negazionisti, a causa dei quali siamo molto in ritardo nell'affrontare questa emergenza. Dall'altro lato, però, nemmeno gli allarmisti a tutti i costi fanno bene all'informazione, se diffondono nozioni scorrette.

Ad esempio, parlando di effetto serra, il libro inizia con una domanda insolita: "L'effetto serra è buono o cattivo?".
Già, perché siamo abituati a sentirne parlare come fosse una piaga per l'Uomo, ma l'effetto serra è quello che consente alla Terra di mantenere un clima che la rende abitabile. E, come accade per moltissime cose, non è l'effetto serra in sé ad essere negativo, ma il suo eccesso (dovuto principalmente a cause di natura umana).

A volte, per portare avanti una tesi, il rischio è quello di cadere in facili polarizzazioni, per cui un fenomeno è buono o cattivo.
Questa semplificazione, però, non aiuta a capire a fondo i fenomeni, né a prendere le giuste decisioni.
Perché la terra ha la febbre? insegna che non tutto è bianco o nero, e che è necessario comprendere e padroneggiare tutte le sfaccettature di un tema per affrontarlo nel modo giusto.
Insegna che semplificare i concetti per spiegarli ai bambini non significa dare informazioni poco corrette.

In sostanza, insegna un approccio scientifico da contrapporre a quello del giornalismo sensazionalista.

perché la terra ha la febbre

Alle domande e alle risposte del libro, si accompagnano le divertenti illustrazioni di Antongionata Ferrari, che con ironia ci mostra conigli alle prese con giganteschi carotaggi e donne perplesse davanti a un guardaroba che, a causa del cambiamento climatico, diventa sempre più complicato da gestire.

perché la terra ha la febbre

Oltre a spiegare per bene il fenomeno del riscaldamento globale, quindi, Perché la terra ha la febbre? ci aiuta a notare tante inesattezze nella comunicazione di questo fenomeno.
Ad esempio: quante volte avete sentito dire che lo scioglimento degli iceberg farà innalzare il livello dei mari?
Be', non è così (ma, lo ammetto, prima di leggere questo libro non ci avevo riflettuto): ad avere un impatto su mari e oceani è lo scioglimento dei ghiacciai montani e delle calotte che ricoprono la terraferma (e non solo questo, come leggerete nel libro). Gli iceberg, invece, sono già immersi totalmente nell'acqua, e il fatto che siano più o meno sciolti non cambia le cose.

Vogliamo provarlo con un esperimento?
Prendete un contenitore in cui congelerete dell'acqua, un contenitore più grande che farà da mare e (facoltativo) un pinguino.

esperimento iceberg

Piazzate il vostro iceberg nell'acqua e segnate il livello dell'acqua con un nastro adesivo colorato.
Piazzate il pinguino sull'iceberg per vedere come, pian piano, resterà senza sostegno (l'iceberg che si scioglie non avrà impatto sui mari, ma sugli animali sì!).

esperimento iceberg

Quando l'iceberg si sarà completamente sciolto, guardate il livello dell'acqua: è rimasto invariato!

esperimento iceberg

Non c'è paracetamolo che tenga, purtroppo, per guarire la Terra.
Ma la corretta informazione è la miglior diagnosi per iniziare a lavorare sulla cura giusta.


Il Natale è uno degli argomenti che richiama il mercato editoriale a pubblicare, pubblicare, pubblicare.
Inevitabilmente, la qualità non è sempre il primo criterio di scelta, e la retorica abbonda.

E così la magia del Natale finisce, anche nei libri, annegata da operazioni commerciali, testi mediocri, illustrazioni stucchevoli e storie buoniste e scontate.

Per fortuna non tutto è così, e cercando tra gli scaffali si possono trovare chicche ben scritte, ben illustrate, originali, che uniscono la magia delle feste alla magia della buona letteratura.
Oggi ve ne presento due: due romanzi di Natale per bambini tutti da ridere, adatti a lettori dagli otto-nove anni, ma belli anche per essere condivisi con una lettura ad alta voce, un po' per sera, per coccolarsi e ridere insieme, aspettando il Natale.

E già che ci sono, vi racconto come aspetteremo il Natale noi: con un calendario dell'avvento realizzato con la mia nuova Silohuette Cameo 4.


romanzi natale calendario avvento

I due libri di Natale per bambini più divertenti che mi siano capitati tra le mani negli ultimi tempi sono Rover salva il Natale e L'ultima pecora.

Rover salva il Natale è uno spin off (non c'è sequenzialità e può essere letto in modo indipendente) dello strepitoso Il trattamento ridarelli di cui vi avevo già parlato, edito anch'esso da Salani.
Ritroviamo qui tutta la comicità di Roddy Doyle, le sue trovate nonsense, il gioco continuo tra storia e narrazione, tant'è che il libro comincia con un capitolo dedicato alla storia di due lucertole, per poi concludere dicendo che il libro non parlerà di loro (in realtà le ritroveremo più avanti):
Questo significa che è stata una perdita di tempo leggere il Capitolo Uno. Spiacente.

rover salva il natale

Dal capitolo Due in poi, quindi, ritroviamo la famiglia Mack, con i piccoli Jimmy e Robbie che aspettano con ansia il Natale per ricevere i regali.
Ma Babbo Natale ha un problema: la sua fidata renna Rudolph è in sciopero, e c'è solo un animale in grado di sostituirla: l'intelligentissimo cane Rover. Così manda un elfo a convocarlo.

rover salva il natale

Inizia così una travolgente avventura, molto movimentata, che coinvogerà anche i piccoli di casa Mack (compresa Kayla, che sa dire solo "Tu chi sei?" e la sua amica Victoria, che dice solo "Bum-bum") in un viaggio contro il tempo attorno al mondo.

Ma come funziona questo viaggio? Come fa a volare Rover? Semplice: è la magia del Natale, che però funziona solo se tutti i bambini del mondo ci credono:

Era per questo che Babbo Natale era tanto preoccupato: se i bambini avessero smesso di crederci, la slitta non avrebbe più potuto volare e neanche Rover e Rudolph. La slitta, i sacchi e tutto il resto sarebbero cascati giù per terra. Niente più magia, niente più Natale e niente più Babbo Natale.

In una meccanica che ricorda quella della Storia Infinita, la magia esiste perché noi ci crediamo.
Ma qui a scrivere è Roddy Doyle, e quindi questa regola si traduce in peripezie, capitomboli e avventure nel cielo, con una slitta che perde quota ogni volta che Babbo Natale si dimostra insicuro (e quindi il suo equipaggio inizia a dubitare di lui).

Al di là della trama, anche qui, come nel Trattamento ridarelli (a mio parere ancora più riuscito di questo seguito), a sorprendere è soprattutto la tecnica narrativa, fatta di continue rotture della quarta parete per interpellare il lettore, prenderlo in giro, insegnargli o suggerirgli cose (ad esempio, si consiglia di dare la colpa al gatto se si rovina un vestito della mamma, assicurandosi prima, però, di avere un gatto).

rover salva il natale

La narrazione è spezzata da trovate, battute, capitoli scritti con il solo scopo di scherzare con il pubblico e perfino intermezzi pubblicitari, che diventano un tormentone, con la battaglia a suon di slogan tra i dentifrici Frescodent e Dentofresh, e il romanzo non ha un capitolo conclusivo, ma ben cinque.

rover salva il natale

Insomma: accanto alla storia, incalzante e rocambolesca, è la tecnica metanarrativa a rendere unico questo libro, facendo divertire ma anche riflettere sulle possibilità della lingua, del libro, della narrazione.
Una lettura che, lasciatemelo dire, da sola insegna più di molti libri di testo di italiano.

L'ultima pecora (recentissima uscita di Edizioni Lapis) pratica invece la sua forza ironica esclusivamente all'interno della narrazione, ma non per questo il risultato è meno esilarante.
Ulrich Hub, supportato dalle illustrazioni fumettistiche di Jörg Mühle (che abbiamo già visto in Coniglietto fa il bagnetto e Uno a te, due a me) mette in scena un racconto molto alternativo della natività.

ultima pecora

Se la tecnica narrativa è piuttosto tradizionale, infatti, il punto di vista è decisamente peculiare.
L'ultima pecora racconta la nascita di Gesù così come l'hanno vissuta le pecore.
Elemento poco più che decorativo di ogni presepe, le pecore si prendono stavolta la loro rivincita diventando protagoniste, ma a modo loro: delle protagoniste ai margini.

Ultime a capire cosa sta succedendo, ultime ad arrivare a Betlemme (in effetti, alla fine Gesù non riusciranno nemmeno a vederlo), riusciranno in qualche modo, del tutto inconsapevolmente, ad essere determinanti.

Strizzando l'occhio al lettore prima ancora dell'incipit, il libro si dichiara
"ispirato a una storia vera"
Inizia tutto una notte, quando, rivegliate dal chiarore della cometa, le pecore si rendono conto che i pastori sono scomparsi. Partiranno dunque alla loro ricerca (e alla ricerca del bebè di cui tutti parlano), incontrando lungo la strada vari testimoni che racconteranno loro la lieta novella.
Tonte e pasticcione, riusciranno a depistare (senza saperlo) dei lupi mandati da Erode a cercare il Bambinello.


ultima pecora

Sostenuta da una prosa brillante, la storia si dipana attraverso continui siparietti ed equivoci tra le protagoniste, ognuna con i suoi tratti peculiari, in un continuo, comico oscillare tra storia e modernità, con sfacciati ancronismi e inconsapevoli battute delle pecore:

Vuoi dire che anche gli umani devono farsi contare?

chiede incredula la pecora con la zampa ingessata all'asinello, facendo un improbabile paragone tra il Censimento di Quirinio e la conta del gregge.

Le pecore sono antiche, prendono in giro la loro amica col berretto di lana che "ha le visioni" e racconta che in futuro verranno inventati telefono e televisone, ma sono anche modernissime nei loro discorsi. Esilarante il dialogo in cui cercano un'idea-regalo per il bebè, dopo aver sentito parlare dei doni dei Re Magi, ricalcando scene di moderna quotidianità:
"Un buono? così ci compra quello che vuole"
"Troppo impersonale"
Ulrich Hub riesce nell'impresa di creare un'opera comica attorno alla natività, senza però essere irriverente, e anzi conservando una bontà di sentimenti che trova spazio in piccoli gesti che restano sullo sfondo della storia, come la cometa che accompagna tutto il viaggio, e proprio per questo si mostrano credibili e svuotati di ogni retorica.

Un libro che dimostra che per raccontare il Natale e i buoni sentimenti non è necessario essere didascalici.

È questa la mia immagine ideale dell'avvento: un periodo in cui concedersi il tempo di una risata insieme. Ed è così che concepisco anche il calendario dell'avvento: una serie di proposte di attività, il più possibile divertenti, da condividere in famiglia.

Il calendario dell'avvento "Gratta e gioca"


Il calendario dell'avvento di quest'anno è stato il primo progetto che ho realizzato con la mia nuova Silhouette Cameo 4 (cos'è? Ve l'ho spiegato qui), che potete trovare sul sito di Creativamente Plotter.
Se volete realizzarlo anche senza la Cameo, potete ottenere un buon risultato con un po' di tempo in più, anche ritagliando tutti i cartoncini a mano.

Primo passo: gli alberelli-attività.

Stampate e ritagliate 24 alberelli.
Su ognuno di essi ci sarà un numero e un'attività da svolgere (se cercate ispirazione,vi lascio un elenco in fondo).
Se volete, potete stampare le sagome a partire dal mio pdf stampabile, oppure scaricare il file che ho preparato, pronto per essere importato sul software della Silhouette Cameo.

Nei due file ho inserito solo le sagome e non numeri e attività, in modo da lasciare a voi la scelta di quali inserire, a mano o con un software di grafica.

[Se non avete la Silohuette Cameo, saltate i passaggi successivi e andate direttamente a "gli alberelli-supporto"]

Nel Silohuette Studio, il software abbinato alla Cameo, potete aggiungere numeri e attività agli alberelli attraverso delle caselle di testo.

silhouette studio

Non dimenticatevi di riempire di nero le scritte (la Cameo traccia di default solo il contorno, per poterlo ritagliare).

silhouette studio

Ora, passate dalla tab "disegno" alla tab "invia": qui attivate i crocini di ritaglio (serviranno per la funzione "print & cut") assicurandovi che il disegno sia al loro interno, poi selezionate le scritte e abbinatele al comando "non ritagliare". Controllate che le sagome degli alberi siano invece marcate come "taglia".

Quindi date il comando di stampa e stampate il foglio (ne serviranno quattro per coprire i 24 giorni di avvento).

silhouette studio

Piccola spiegazione: la funzione "print & cut"
Funziona così: con la vostra stampante, stampate il foglio con i crocini. La Cameo "leggerà" i crocini e li prenderà come punto di riferimento per fare il taglio esattamente dove avete previsto (in questo caso, mantenendo numeri e scritte dentro gli alberelli).

Collegate quindi il computer alla Cameo, applicate il foglio stampato sul tappetino da taglio, inseritelo nella macchina cliccando la freccia verso l'alto e date dal computer il comando di taglio.


silhouette cameo

La Cameo farà il resto, tagliando le sagome dei vostri alberelli.

silhouette cameo

Gli alberelli-supporto
Ora prendete il file, ingrandite gli alberelli, togliete le scritte e i crocini e ripetete l'operazione di taglio con del cartoncino verde (oppure, se usate il pdf stampabile, ingranditelo e usatelo per ritagliare nel cartoncino degli alberi più grandi).

Incollate al centro degli alberi verdi gli alberelli di carta con le attività.

I bollini gratta e gioca.
Ora, coprite le attività con dei bollini tipo "gratta e vinci": potete crearli a partire dal mio file Silhouette Studio stampandolo su pellicola gratta e vinci come questa bianca stampabile o questa dorata.
In alternativa, potete acquistare degli adesivi gratta e vinci già pronti.

silhouette cameo

Ogni giorno, i bambini gratteranno con una moneta per scoprire l'attività.

silhouette cameo

Ora non resta che appendere gli alberelli con un po' di spago, magari sopra il camino, se ce l'avete.

silhouette cameo

Che attività inserire? Ve ne suggerisco qualcuna:
  • Scrivi un messaggio a un membro della famiglia
  • Costruisci un albero di Natale di didò
  • Disegna Babbo Natale
  • Gioca a "indovina a cosa sto pensando" con la tua famiglia
  • Caccia al tesoro: trova un oggetto rosso, un oggetto morbido, un oggetto di legno (e vinci un dolce)
  • Costruisci una casetta di coperte e fatti leggere un libro con la torcia.
  • Canta una canzone di Natale con la tua famiglia.
  • Caccia al tesoro: trova un oggetto che inizia con la lettera L, uno con la lettera M e uno con la lettera P
  • Costruisci la slitta di Babbo Natale con i Lego
  • Prepara una pallina di cartoncino per l'albero
  • Inventa una canzone per un membro della tua famiglia
  • Gioca a girotondo con tutta la famiglia
  • Guarda un vecchio album di foto di famiglia
  • Risolvi il labirinto e aiuta Babbo Natale a entrare nel tuo camino
  • Prepara una decorazione per la finestra
  • Caccia al tesoro: cerca il dolce nascosto in casa con il gioco di "acqua" e "fuoco"
  • Costruisci un albero di Natale con i Lego
  • Ritaglia dei fiocchi di neve di carta
  • Fai un gioco da tavolo con tutta la famiglia
  • Caccia al tesoro: ricostruisci la scritta "Buon Natale" cercando le lettere nascoste in casa.
  • Aiuta mamma e papà a fare i pacchetti regalo.
  • Scegli un film da vedere tutti insieme
  • Prepara un bigliettino di Natale per i nonni.
  • Costruisci un alberello di Natale di carta
  • Fai un gioco a carte con la tua famiglia
  • Costruisci una renna di carta
  • Fai una barba di Babbo Natale con il cotone
  • Registra un video di auguri da mandare a tutti
  • Ricostruisci un pupazzo di neve
  • Prepara qualcosa da mangiare per Babbo Natale e le sue renne.
E naturalmente, la mia preferita:
  • leggi un libro di Natale con la tua famiglia.


 
Dopo qualche “storia” su Instagram e qualche post su Facebook, ho deciso di presentarvi la mia nuova compagna di fai da te, la Silhouette Cameo 4.

silhouette cameo 4

Ma prima, una doverosa premessa.
La Silhouette Cameo mi è stata offerta da Creativamente Plotter, distributore ufficiale in Italia.

Chi mi conosce virtualmente (ma ancor di più chi mi conosce di persona!) sa che tengo particolarmente alla mia libertà di pensiero.
Nonostante lavori nella comunicazione (o forse, proprio per questo), non ho mai voluto seguire nel mio blog logiche di visibilità o di guadagno che potessero minimamente snaturarlo.
Quando ho accettato di ricevere la Cameo l’ho fatto per un motivo preciso: la desideravo da anni, e prima o poi me la sarei comprata ugualmente.
Quindi, veniamo al dunque: di cosa si tratta?
La Silhouette Cameo 4 è un plotter da taglio. 
In pratica, una stampante che taglia anziché stampare.
Per chi la conosce, una sorta di Big Shot che però non ha bisogno di fustelle costose che usi una volta e via, perché puoi scaricarti tutte le forme che vuoi, e se hai un minimo di conoscenza grafica, te le puoi creare anche da sola, quante ne vuoi.
Tu disegni il contorno da tagliare, inserisci il materiale (carta, cartoncino, feltro, vinile, perfino cuoio) e lei lo taglia nella forma che hai disegnato.
La desideravo da tanto, dicevo, e averla a casa non ha deluso le mie aspettative.
La sto sperimentando da poco più di una settimana e so di averla sfruttata al minimo delle sue potenzialità, ma mi ha dato già belle soddisfazioni. La cosa più soddisfacente? La funzione “Print & cut”, che permette di creare un file grafico da stampare con la propria stampante e poi ritagliare il foglio con il plotter, che seguirà esattamente le forme stampate.

Insomma: la amo.
E non ve lo scrivo perché mi hanno chiesto di farlo (in effetti, non me lo hanno chiesto).
E ora, se siete curiosi di vederla all’opera, aspettate il mio prossimo post.

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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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