Un eroe... pazzesco!

Una scia luminosa e incandescente nel cielo, come un metorite che cade sulla Terra, e lì, nel cratere formato dall'impatto, un ragazzo in mutande d'argento.

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L'arrivo di Hilo. Il ragazzo precipitato sulla terra ricorda molto da vicino quello di Superman, alieno atterrato dal pianeta Kripton. Ma questa, più che la storia di un supereroe, è la storia di un ragazzo, anzi, due, con tutte le loro fragilità.

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A raccontare la storia è Daniel Jackson, detto DJ, il medio tra cinque fratelli, che non si sente bravo in nulla. Anzi, no, in una cosa era bravo: a essere amico di Gina, la sua vicina di casa, che poi però si era trasferita a New York. È in questo momento di crisi esistenziale che Hilo atterra (letteralmente) nella vita di DJ.

L'arrivo di Hilo costringe DJ a guardare le cose con occhio diverso: Hilo non conosce nulla della Terra, e anche se ha la capacità di imparare il linguaggio terrestre solamente toccando DJ, anche se riesce ad assimilare in poche ore tutto il contenuto di un'enciclopedia, egli vede il mondo, con le sue abitudini e le sue convenzioni, per la prima volta, e noi con lui.

È questo che lo fa vivere ogni cosa con un entusiasmo contagioso ("Pazzesco!" dice di ogni cosa) e lo porta d'altra parte a qualche errore che nel libro diventa tormentone, come l'"AAAH!" di spavento di DJ, che Hilo scambia per un saluto.

Così DJ verrà trascinato in una serie impetuosa di avventure e di incontri con mostri spaziali, alla scoperta dell'identità di Hilo e all'inseguimento di un nemico misterioso di cui scopriremo ancora molto poco (aspettiamo con impazienza i prossimi volumi!).

Ma con Hilo (portato in Italia da Il Barbagianni editore), l'autore Judd Winick non ci offre soltanto azione, avventure, superpoteri e sorprese. Credo anzi di aver letto questo graphic novel soffermandomi molto di più sulla costruzione del personaggio di DJ e sul suo mondo interiore.

La narrazione non procede con velocità costante: a volte accelera e si fa impetuosa, non solo nelle scene d'azione, ma anche ad esempio, quando vuole esprimete l'accavallarsi di voci e pensieri e giudizi della famiglia numerosa di DJ.

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Altre volte, invece, la storia rallenta.
Le parole tacciono, le immagini lasciano spazio al pensiero, alla riflessione, alle emozioni.
Le inquadrature cinematografiche, gli sguardi, i silenzi fanno sì che in Hilo il non detto sia anche più forte del detto.
Quelle senza parole sono le vignette più intense, quelle che fanno soffermare un po' più a lungo, spaziare lo sguardo e il cuore.

 
E così, in mezzo ai raggi di luce lanciati contri i nemici, ai tormentoni, agli "aaah!" e ai "pazzesco!" urlati dai protagonisti, sono le pagine mute quelle che fanno più rumore.


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