A ognuno la sua mutanda.

Lo avrete sentito anche voi quel trucco per superare la paura di fronte a un'autorità (ad esempio, un professore che interroga),:quello di immaginarlo in mutande.

In effetti le mutande sono l'indumento che ci accomuna tutti, eppure anche loro non sono uguali per ognuno di noi.

Furto al museo delle mutande

Ci scherzano alla grande Kim Crabeels e Melvin in Misterioso furto al museo delle mutande, edito da Sinnos con la traduzione di Laura Pignatti, una prima lettura agile e divertente con un tema irresistibile.

L'idea di un museo delle mutande in effetti mette già voglia di ridere di per sé. Il libro ne descrive le aree espositive principali, come la Sala dei Mutandoni della Nonna, usati un tempo come dirigibile d'emergenza, o la Galleria d'Onore, con un paio di slip dotati di strascico, dono della regina.

Furto al museo delle mutande

E soprattutto descrive lui, l'avido "capo" del museo, una caricatura sia nella presentazione testuale sia in quella visiva.

Furto al museo delle mutande

E quando nel museo suona l'allarme antifurto e si scopre che è stato trafugato il pezzo forte del museo, le mutande della Gioconda, il "capo" chiede a tutti di presentarsi a un controllo così: in slip.

La lunga coda dei sospettati pronti per il controllo non è soltanto un'immagine divertente, ma in qualche modo anche normalizzante: tutti sono a nudo, senza segreti, tutti alla pari.

Furto al museo delle mutande

È così che scopriamo molti lati nascosti, come il fachiro che indossa mutande rinforzate per stendersi sui chiodo, oppure le persone più insospettabili che prediligono mutandine di pizzo.

Scoppiettante, iperbolico, caotico e corale, Misterioso furto al museo delle mutande trova una sua morale proprio qui: nell'idea che ognuno, in fondo in fondo, possa scegliere le mutande che vuole.


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