Ridere da perderci le ossa.

La festa di Halloween non è qualcosa che ha a che fare con la morte e la paura, bensì con la nostra capacità di esorcizzarle, di renderle allegre, di riderci su.

scheletri

In questo sono sicuramente dei maestri (o forse dovrei scrivere "sono stati", perlomeno come coppia, dal momento che solo lui è in vita) i coniugi Janet and Allan Ahlberg, creatori di Scheletro grande, Scheletro piccolo e Scheletro cane, che abbiamo già conosciuto (e amato moltissimo!) in Ossaspasso.

Nell'ultimo mese (in tempo per Halloween!) Camelozampa ha edito altri due titoli di questa serie, illustrata da André Amstutz, nei quali ritroviamo lo spirito scanzonato e leggero di questi tre personaggi, morti ma vivacissimi.

Scopriamo in entrambi qualcosa di sapientemente curato: il tormentone che torna ma allo stesso tempo stupisce. La ripetizione con variazione è uno dei meccanismi più amate dai bambini: permette di riconoscere e anticipare le frasi ma allo stesso tempo di sorprendere con l'introduzione di un elemento inaspettato.

E così in questi due albi ritroviamo quella sorta di filastrocca, quell'introduzione molto ritmata che nel primo libro apriva la storia, ma ogni volta con qualcosa di nuovo.

Il negozio di animali

 

In Il negozio di animali è l'abbaiare di un cane che interrompe ogni singolo verso:

In una strada – Bau! – scura scura
c'era una casa – Bau! – scura scura.
Dietro la casa – Bau! – scura scura
c'era un giardino – Bau! – scuro scuro.

Questo fastidioso intermezzo (divertente da leggere ad alta voce) rappresenta anche la molla che dà il via alla storia: Scheletro grande e Scheletro piccolo sono infatti stufi di Scheletro cane: troppo rumoroso! Per questo provano a scambiarlo al negozio di animali.

Il negozio di animali

Provano con un pesce – troppo noioso –, con un pappagallo – troppo dedito alle parolacce –: tutti hanno qualcosa che non va. E tutti, naturalmente, fanno ridere di gusto il lettore.

Il tormentone ritorna ancora in La gatta nera.
La filastrocca stavolta non è interrotta, ma cambiano ad ogni verso gli aggettivi, sempre ripetuti a due a due: riconosciamo la formula, ma ne vediamo anche l'evoluzione. Anche questa volta, preziosa è la traduzione di Chiara Carminati.

In una città scura scura,
nella notte fredda fredda,
sotto stelle mille e mille

In questo scenario da favola (saranno le illustrazioni riquadrate, ma sembra di stare in una palla di neve!) si svolge una storia buffa e movimentata, che gioca su una delle caratteristiche più curiose di questi personaggi: la possibilità di "perdere dei pezzi".

La gatta nera

E così, scivolando sulla slitta, ogni volta uno dei protagonisti perde qualche osso e si deve recare in "osseria" per cambiarlo. Sì, perché – nuovo tormentone:

Una gamba bianca nella neve
è difficile da trovare.
Ma una gatta nera è facile.

La gatta nera

Già, ma cosa ci fa una gatta nera, lì?
Inutile dire che scatenerà un finimondo, e il suo colore avrà un ruolo chiave nel finale.

Il negozio di animali e La gatta nera ci riportano in questo mondo fuori dal mondo, dove gli scheletri giocano come bambini e i bambini non possono che ridere insieme a loro.


   

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