In silenzio, certe sfumature si colgono meglio.
Non poteva che essere un silent book, dunque, questo Fiori di città, di JonArno Lawson e Sydney Smith, edito da Pulce edizioni.
Nei delicati acquerelli in bianco e nero, spicca una bambina rossa: un cliché, certamente, ma molto utile a convogliare l'attenzione su un dettaglio distonico rispetto a tutto il resto.
Nel grigiore di una città seria, nella quale il tempo sembra procedere meccanicamente, la bambina è l'unica a riuscire a cogliere il bello attorno a sé.
Il padre l'accompagna, tenendola per mano, con lo sguardo fisso in avanti, o assorto in una telefonata. Gli occhi della piccola vagano e si posano indagatori su cose e persone. Sembra che stiano cercando delle storie nei dettagli attorno a sé.
La piccola trova poi un fiore, altro dettaglio colorato su un marciapiede grigio.
Inizia così a cercare e a cogliere le piccole piantine cresciute nonostante il cemento.
Il suo incedere si allontana dal percorso retto e lineare del padre. Mentre lui prosegue dritto, lei inizia a vagare, a soffermarsi, ad esplorare.
Altre piccole macchie di colore vivacizzano la città: i frutti su un banco del mercato, di cui sembra di sentire il profumo, dei vasi dal sapore antico in una vetrina, una signora alla fermata del bus che, a differenza degli altri, chiusi nella loro apatia, sta leggendo un libro.
Poi, la narrazione ha una svolta: la piccola vede un passerotto morto, adagiato sul viale del parco, e posa su di lui uno dei fiori che ha raccolto.
Un fiore alla volta, la bimba restituisce al mondo la bellezza raccolta, e con quei fiori le emozioni, i sentimenti, le storie.
Mentre regala fiori a persone e animali, il suo mondo grigio torna a colorarsi.
A volte, basta un pensiero.
PS: Se anche voi volete portare un po' della bellezza dei fiori ma come me avete il pollice marrone, provate con l'origami del tulipano che ho trovato in questo tutorial.
0 commenti