Nuvole in scatola
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Colori brillanti, contorni puliti, poche figure per pagina, senza sfondi complicati che facciano confusione, storie semplici e lineari con pochissime parole per pagina: sono gli ingredienti migliori per creare un libro che catturi i bambini più piccoli.
E spesso, purtroppo, che annoi a morte i genitori, vero?

No che non è vero! Basta scegliere i libri giusti.
Una buona idea può essere quella di sbirciare nello splendido catalogo di minibombo, con le sue proposte originali e divertenti, mai banali nei contenuti e nelle illustrazioni.


Metti una giornata di pioggia.
Metti un treenne che proprio no, di stare fermo non ne vuole sapere.
Metti una casa che è abbastanza a prova di bimbo, ma qualcosa da rompere c'è sempre.
Metti un'insana passione del treenne per il pallone, ma solo quello più duro e pesante e a rischio distruzione casa.
Come intrattenere il suddetto treenne convincendolo che anche il palloncino leggero a prova di mobilia può essere divertente, utilizzando solo materiali di recupero e trovando una soluzione in massimo dieci minuti?

Lo conoscete il blog mammamogliedonna?
Quando ho iniziato a cercare recensioni e informazioni sui libri per bambini, è stato una delle mie fonti più preziose.
Federica riesce sempre a trovare i libri più belli, a raccontarli, a fartene innamorare e a catalogarli per fascia d'età, cosa utilissima quando si cerca un regalo o uno spunto di lettura.

Ha anche creato una rubrica, Amo Leggerti, nella quale intervista le mamme che leggono ai propri bambini.

"I just want your extra time and your - smack smack smack - kiss!"
Non so voi, ma quando sono col Piccolo T passerei il tempo a riempirlo di bacini. Già, ma quando non sono con lui?


Ecco: il protagonista di questo post è un libro che parla di lontananza e di baci, e della sicurezza di sentire l'affetto di chi ami anche quando non è lì con te.
È stato lo spunto per creare un piccolo regalo di San Valentino, un pensierino da dare ai vostri bimbi se li lasciate per una notte dai nonni o – perché no? – anche all'altro vostro innamorato, quello più grande che assomiglia a vostro figlio.

Il libro è Zeb e la scorta di baci, di Babalibri e racconta la storia della zebretta Zeb, che sta per partire per il campo estivo. Zeb si rattrista molto quando si rende conto che per qualche giorno non potrà avere il bacio della buonanotte dalla sua mamma e dal suo papà, ma loro trovano una soluzione: stampano i loro baci su tanti foglietti e li chiudono in una scatola.
Quando Zeb ne sentirà il bisogno, potrà aprire la scatola e trovare un bacio di mamma e papà.

Durante il viaggio, il piccolo Zeb scopre di non essere il solo a sentire la mancanza dei propri genitori, così la scatola di baci diventa anche un modo per fare tante nuove amicizie, "prestando" i baci alle altre zebrette che si sentono sole.
E con tanti amici vicino, chi ha più bisogno dei baci?

Quindi, se anche voi state per lasciare il vostro bimbo per qualche giorno, oppure se volete un pensierino last minute e no-cost per San Valentino, potrete preparare una scatola di baci-foglietti, oppure provare una variante ancora più romantica:

i baci in bottiglia


Ecco cosa vi serve:
  • Una bottiglietta trasparente, di vetro o meglio ancora di plastica, soprattutto se il regalo è per un bambino. Io ho usato un contenitore di uno shampoo da hotel (dai, lo fate anche voi, vero?).
  • Una foto di voi che baciate il vostro innamorato, grande o piccolo che sia, da stampare su un foglio in un formato adatto a fare da etichetta alla bottiglia.
  • Opzionale: una scatolina di formato adatto a contenere la bottiglia.
  • Se proprio volete esagerare, washi tape, nastrini colorati ed etichette per decorare la bottiglia e per la scatolina. Se vi piace, potete scaricare il mio pdf stampabile con le etichette che ho preparato io, già pronte in varianti di diverse dimensioni.
Bene, ora non vi resta che incollare la foto tenendo il lato stampato verso l'interno, in modo che guardando dentro la bottiglia si veda il bacio.

Sull'altro lato della foto, quello esterno, potete aggiungere una scritta a pennarello, oppure potete incollare una delle mie etichette (alcune hanno anche uno spazio personalizzabile con il nome).

Poi decorate la bottiglia come preferite, con nastrini e nastro adesivo colorato.
Infilate la bottiglia nella scatoletta e decorate anche quella.

Ed ecco la bottiglia pronta per essere regalata, o quasi. Cosa manca? La cosa più importante: i vostri baci. Non dimenticatevi di soffiarne dentro tantissimi prima di chiuderla.


PS: Zeb e la scorta di baci lo trovate sia con la copertina rigida che nella collana Bababum, formato tascabile (così, oltre ai baci in bottiglia, nello zaino del vostro bimbo potete infilarci anche il libro).


"Ciurmaaa! Pendaglio da forcaaa!"
Quando il piccolo T si è fissato sul personaggio di Capitan Uncino, anziché una canzone da cartoni animati gli ho insegnato la versione rock di Bennato, senza pensare che il testo non fosse esattamente appropriato, in bocca a un treenne. Ops!

In ogni caso, i pirati sono una vera passione per lui, e il suo costume per carnevale non poteva che essere quello. Ora, conoscendo le mie abilità sartoriali, non vi state aspettando un tutorial per il costume completo, vero?


No, quello l'ho comprato su eBay, con un risultato nettamente migliore di quello che avrei potuto ottenere con il fai da te. Mancavano solo alcuni piccoli dettagli, anzi, i dettagli fondamentali: la benda, il cappello e soprattutto l'uncino.

La benda è facile facile: basta ritagliare un triangolo di feltro dai bordi arrotondati e fissare a due lati un elastico, possibilmente nero. Una buona colla potrebbe bastare, ma qui due-punti-due con ago e filo è meglio darli.

E il cappello? Bastano:
  • feltro nero
  • pannolenci bianco
  • forbici e colla per tessuti.
Prima di tutto, preparate il modello su carta, con il lato inferiore dritto e sul lato superiore una curva centrale e due punte arrotondate laterali. Se vi va, potete scaricare il mio cartamodello stampabile, che comprende anche il disegno del teschio, e che andrà adattato alla misura che desiderate.
Sì, ok, ma quanto grande lo dovete fare?
Facile: misurate la circonferenza della testa e dividete per due. Quella sarà la lunghezza della curva centrale.
Ora, con il cartamodello e un gesso bianco, segnate il feltro nero e ritagliate la forma due volte.
Appoggiate le due forme una sull'altra e incollate solo la parte laterale, a destra e a sinistra della curva centrale. In mezzo resterà lo spazio per infilarci la testa.
Ora nel panno bianco ritagliate teschio e ossa e incollateli sulla parte frontale. Voilà, anzi: ahoy!

Cosa manca?
L'uncino.

Procuratevi:
  • un vasetto di yogurt
  • una gruccia di plastica (quelle dei vestiti per bambini sono ottime: non so voi ma io ne ho mille)
  • un rotolo di alluminio da cucina
  • del colore nero, meglio se spray
  • colla.
Per prima cosa, rompete o tagliate la gruccia in modo da tenere solo la parte uncinata.

Quindi fate una fessura sul fondo del barattolo di yogurt, larga e lunga quanto la base dell'uncino ricavato dalla gruccia.

Dipingete il vasetto di yogurt con dello spray nero e ricoprite l'uncino con la carta di alluminio.
Infine, infilate l'uncino nella sua base (se all'interno sporge un po' tanto meglio: sarà più facile da afferrare per il bimbo) e incollatelo.

E ora, all'arrembaggio ("del qua qua qua!", ha aggiunto una volta il Piccolo T. Ha ancora le idee un po' confuse su quali siano le canzoni piratesche e quali no).



Conoscete i libri di Julia Donaldson e Axel Scheffler?
A questa domanda non è ammessa risposta negativa, quindi, nel caso, fatevi un giro in biblioteca, in libreria o su un negozio online e poi ripassate di qui.

Dicevamo: conoscete i libri di Julia Donaldson e Axel Scheffler?
Ecco, bravi. Li adorate, vero? Anche noi.
Hanno storie divertenti, illustrazioni chiare condite spesso da particolari nascosti e simpaticissimi testi in rima con tormentoni tutti da ripetere.


E sono scritti benissimo, con un ritmo impeccabile e le parole giuste al posto giusto.
A volte purtroppo questa perfezione si perde un po' nel processo di traduzione, come accade per molti testi in rima, ma nel caso de La strega Rossella (pur restando impareggiabile la versione originale, Room on the Broom), la qualità si mantiene alta anche nella versione italiana.


È la storia di una strega che vola su una scopa, insieme al suo gatto.
Durante il viaggio le volano via il cappello, il fiocco e la bacchetta, ma per fortuna incontra dei personaggi che la aiutano, chiedendole in cambio un passaggio sulla sua scopa. La strega è generosa e a tutti risponde

"ma sì, salta su: ci stai anche tu!"

Ma la scopa non regge il peso di tutti i suoi nuovi amici: si spezza, e la strega finisce nei guai.
Con un trucchetto divertente, però, i suoi nuovi amici la salveranno, e grazie a un'abile magia, Rossella farà apparire una nuova scopa multiaccessoriata, con un posto per tutti.

Una bella storia di condivisione, di amicizia e di aiuto reciproco, ma soprattutto una storia spassosa, piena di ritmo e con le rime e i piccoli tormentoni che facilitano la memorizzazione e il gioco ("Ma sì, salta su: ci stai anche tu!" è diventato il mio motto per far salire il Piccolo T sul seggiolino in macchina).

E a proposito di gioco, eccola qui:

La scopa della Strega Rossella


Per costruirla vi serviranno:
  • uno stuzzicadenti lungo, quelli per gli spiedini
  • feltro marrone o grigio (ma va bene anche panno, altra stoffa oppure carta colorata) per le setole della scopa
  • colla
  • mollette chiudipacco
  • nastro adesivo (o una plastificatrice)
  • le figurine dei personaggi, che potete disegnare voi, ricalcandole dal libro, oppure scaricare direttamente dal sito di Room on thr Broom, molto ricco di attività (io ho usato i finger puppets, ovvero i burattini da dita, che ho scaricato da questa pagina del sito).

All'opera!
Prima di ritagliare i personaggi, per renderli più resistenti li ho "plastificati" con un metodo molto artigianale: ricoprendo l'immagine con del nastro adesivo trasparente abbastanza alto, da un lato o da entrambi, prima di ritagliare.

Per costruire la scopa, ho tagliato lo stuzzicadenti a una lunghezza che mi sembrava appropriata per i cinque personaggi, poi ho ritagliato il feltro a striscioline sottili che ho incollato a una delle estremità, fissandole infine con un giro di spago.

La scopa è pronta! Può decollare nel vostro salotto compiendo magnifiche evoluzioni e ospitare comodamente i cinque protagonisti del libro o perché no, anche altri personaggi che la vostra fantasia vi suggerisce o che il vostro bimbo ha disegnato.

Dimenticavo: la scopa della strega Rossella è anche ottima per spazzare le briciole!




 

"Mi dia un pesce, quattro carote, due fettine di carne, un panino con hamburger e insalata e un po' di mortadella, grazie."
"Ecco qua, signora."
"Quant'è?"
"Due euro, prego."

È sempre un affare fare la spesa dal Piccolo T (se non fosse che il cibo è immaginario, naturalmente).

Giocare al negozio gli piace molto (sarà che la nonna lo paga in monetine vere da mettere nel salvadanaio?), perciò ho deciso di regalargliene uno tutto suo e il mese scorso mi sono trasformata in folletto di Babbo Natale con legno, sega, chiodi e pennelli e... un mobile Ikea.

È con grande soddisfazione che vi presento il mio primo "Ikea hack", ovvero la mia prima trasformazione di un mobile Ikea in qualcosa di diverso. Sono partita dallo scaffale Albert, per tre motivi: aveva le dimensioni giuste, sembrava semplice da "hackerare" e, soprattutto, costava solo 12,99 euro.

Ed ecco il mio progetto (ve lo illustro sulla versione montata per poterlo spiegare meglio, ma ovviamente tutte le diverse operazioni di "hackeraggio" vanno fatte sui singoli pezzi prima di montarli):

  • tagliare le assi più lunghe appena sopra il terzo scaffale per ridurre l'altezza e recuperare uno degli scaffali,

  • spostare l'ultimo scaffale in alto (che a questo punto è rimasto libero) più in sotto, tra il primo e il secondo scaffale. Per farlo, è necessario aggiungere due buchini in ognuna delle assi, in modo da poter fissare il nuovo scaffale (è facile: basta copiare i buchi usati per gli altri).
Una volta effettuate le modifiche "strutturali", è il momento di passare alle aggiunte creative, tutte in compensato:

  • l'insegna/tenda del negozio, alla quale ho aggiunto un piccolo pannello dipinto in vernice lavagna, per poter cambiare ragione sociale (almeno lui può farlo senza passare per la burocrazia italiana),
  • un piccolo cartello per le offerte e le promozioni (in fondo, è pur sempre il figlio di una pubblicitaria).

Ok, lo confesso: il cartello per le promozioni in realtà non era previsto, all'inizio, ma avevo per errore fatto i buchi per il nuovo scaffale sul lato sbagliato dell'asse, così li ho sfruttati infilandoci dentro due gancetti a L.


 Ecco qualche foto del procedimento: ho segnato con una matita il punto in cui trapanare per creare i nuovi buchi, ho avvitato il supporto per il nuovo scaffale, e col mio fido Moto Saw ho ritagliato la "tendina" di compensato da applicare sul davanti.


Ora, le rifiniture: una volta ritagliato il compensato, mano ai pennelli!

Ho dipinto la "tenda" a striscie bianche e rosse, aiutandomi con del nastro adesivo di carta per farle belle dritte.

Ho poi dipinto una piccola insegna, nella quale avevo praticato due buchi col trapano, con due mani di vernice lavagna.

Infine, ho avvitato due occhielli sullo scaffale più alto, proprio dietro la "tenda", per poterci legare, con uno spago grezzo, l'insegna-lavagna. In questo modo, l'insegna resta mobile e, oltre ad essere più semplice da scrivere, può anche essere tolta per trasformare il negozio, ad esempio, in un teatrino.
Sui due gancetti a L ho aggiunto, come vi dicevo, il cartellino per segnalare le offerte speciali.

Si tratta un semplice rettangolo di compensato nel quale ho fatto due buchi per poterlo appendere ai ganci, e che ho poi dipinto con due mani di vernice lavagna da entrambi i lati.

I gancetti a L possono diventare anche degli appendi-borse per fare la spesa, se ad esempio volete metterne uno o due anche dall'altro lato (o se per sbaglio fate un paio di buchini di troppo anche voi!).



Ed ecco il risultato finale, con una shopper di tela pronta per la spesa, gli scaffali riempiti di cassette della frutta di piccolo formato, e le cassette riempite di cibo giocattolo di varia provenienza: quello costruito per la nostra cucinetta, quello che ho creato per un progetto ancora top secret (curiosi, eh?) e quello di legno "da affettare" comprato al Lidl, con i diversi pezzi tenuti assieme dal velcro per poter essere tagliati col coltello giocattolo.

Così, quando faccio la spesa dal Piccolo T, posso anche chiedergli soltanto due fette di mortadella, oppure farmi sfilettare il pesce togliendogli la testa e la coda, e lui diligentemente affetta e infila tutto nella borsetta.




Un paio di volte ho provato a chiedergli soltanto la testa e la coda del pesce, per farci un brodo, ma il conto era sempre "Due euro, prego": prezzo fisso.
A quel punto, tanto vale chiedergli anche del tartufo, ostriche e champagne.


 
Questa volta niente feltro, pannolenci, spugne e cartoncino: vi parlo di cibo vero.

Lo so che dalla foto non si direbbe, ma giuro che è così: tutto quello che vedete sul piatto è commestibile, nonostante il colore, in effetti, sia un tantino inquietante.

Il libro no: quello non si mangia, ma scommetto che divorerete anche lui – in senso figurato, si intende.

 

Indovinello di inizio anno (a proposito: buon 2015 a tutti!): come fanno un leone, un pulcino e un maiale a stare dentro ad un baule?
Due davanti e due di dietro.
Ah, no, scusate, quelli erano gli elefanti.

Nel baule, invece, li abbiamo infilati sotto forma di maschera. È stato il nostro regalo per i due anni del piccolo T, un anno fa.

Uno scrigno magico da aprire per potersi trasformare in qualcos'altro, come solo i bambini sanno fare.


Manca pochissimo: è quasi Natale.
Voi siete pronti? Starete a casa? Andrete in vacanza? Avete riempito i frigoriferi? Preparato le valigie?

Io, presissima dagli ultimi preparativi, sto passando le mie serate a impacchettare regali, roba che neanche l'omino del magazzino Amazon (me ne immagino sempre uno solo, che corre come un elfo magico di Babbo Natale).

E così vi voglio salutare, prima delle feste, con un'altra piccola idea per i pacchetti regalo.

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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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