Su quanti argomenti avete intrapreso degli infiniti "braccio di ferro" con i vostri figli?
Le verdure da mangiare, l'ora di andare a nanna, i giochi da riordinare: il meccanismo si ripete identico, con il genitore che chiede e il bambino che si rifiuta, rimanda, trova delle scuse.
Attilio, di Elisa Mazzoli e Sara Carpani (Pulce edizioni) racconta una di queste situazioni, declinata sul tema del taglio capelli, o meglio: della tosatura.
Sì, perché Attilio, il protagonista, è una pecorella che non vuole tagliarsi il pelo.
L'albo si snoda su un continuo botta-e-risposta in rima (un dialogo che ricorda un po', nei modi, Prosciutto e uova verdi del Dr Seuss) tra mamma e figlio, in una struttura simmetrica che vede quasi sempre la madre nella facciata di sinistra e Attilio in quella di destra.
A ogni sprone della madre, Attilio risponde sicuro e fiero del suo pelo, con scuse sempre diverse, che investono il lato estetico e quello pratico:
Il suo vello, sempre più cotonato, si riempie anche di pulci, ma Attilio dichiara di essersi affezionato anche a loro.
Pagina dopo pagina, il dialogo incalza e di volta in volta vediamo il protagonista sempre più peloso (assumiamo che tra un botta e risposta e l'altro sia passato del tempo), finché Attilio arriverà a non vedere più nulla, a causa della lana che gli copre gli occhi, e solo allora deciderà di farsi tosare (ma la storia non finisce qui).
Impreziosito da una bella edizione con copertina rigida, Attilio diverte per le sue immagini caricaturali, le espressioni teatrali dei protagonisti, il testo ritmato e in rima e – perché no? – un po' anche perché ognuno, in quel botta-e-risposta, si può riconoscere facilmente.
E se leggere Attilio mette voglia di prendere le forbici in mano, ecco un'attività creativa e divertente, che può aiutare i bambini nella motricità fine e farli diventare parrucchieri per gioco.
Basta avere un rotolo di carta igienica, della lana, della carta e del nastro biadesivo.
Arrotolate della lana sulla mano e poi tagliatene un lato: è il modo più veloce per ottenere tanti "capelli" della stessa lunghezza.
Incollateli su un lato del nastro biadesivo, e nel frattempo decorate il rotolo con una faccia e un vestito di carta.
Incollate la capigliatura all'interno del rotolo, facendo uscire i fili di lana, ed ecco il vostro pupazzo pronto per qualsiasi acconciatura.
Dopo avergli fatto un taglio un po' "emo", il piccolo T ha voluto costruirne una versione di carta.
Provate anche voi: è più veloce e più economica.
Ma mi raccomando: solo taglio, niente shampoo!
Le verdure da mangiare, l'ora di andare a nanna, i giochi da riordinare: il meccanismo si ripete identico, con il genitore che chiede e il bambino che si rifiuta, rimanda, trova delle scuse.
Attilio, di Elisa Mazzoli e Sara Carpani (Pulce edizioni) racconta una di queste situazioni, declinata sul tema del taglio capelli, o meglio: della tosatura.
Sì, perché Attilio, il protagonista, è una pecorella che non vuole tagliarsi il pelo.
L'albo si snoda su un continuo botta-e-risposta in rima (un dialogo che ricorda un po', nei modi, Prosciutto e uova verdi del Dr Seuss) tra mamma e figlio, in una struttura simmetrica che vede quasi sempre la madre nella facciata di sinistra e Attilio in quella di destra.
A ogni sprone della madre, Attilio risponde sicuro e fiero del suo pelo, con scuse sempre diverse, che investono il lato estetico e quello pratico:
"Attilio, bisogna che ti accorci il pelo!"
"Non posso proprio, altrimenti gelo!"
Il suo vello, sempre più cotonato, si riempie anche di pulci, ma Attilio dichiara di essersi affezionato anche a loro.
Pagina dopo pagina, il dialogo incalza e di volta in volta vediamo il protagonista sempre più peloso (assumiamo che tra un botta e risposta e l'altro sia passato del tempo), finché Attilio arriverà a non vedere più nulla, a causa della lana che gli copre gli occhi, e solo allora deciderà di farsi tosare (ma la storia non finisce qui).
Impreziosito da una bella edizione con copertina rigida, Attilio diverte per le sue immagini caricaturali, le espressioni teatrali dei protagonisti, il testo ritmato e in rima e – perché no? – un po' anche perché ognuno, in quel botta-e-risposta, si può riconoscere facilmente.
E se leggere Attilio mette voglia di prendere le forbici in mano, ecco un'attività creativa e divertente, che può aiutare i bambini nella motricità fine e farli diventare parrucchieri per gioco.
Il pupazzo da tosare.
Arrotolate della lana sulla mano e poi tagliatene un lato: è il modo più veloce per ottenere tanti "capelli" della stessa lunghezza.
Incollateli su un lato del nastro biadesivo, e nel frattempo decorate il rotolo con una faccia e un vestito di carta.
Incollate la capigliatura all'interno del rotolo, facendo uscire i fili di lana, ed ecco il vostro pupazzo pronto per qualsiasi acconciatura.
Dopo avergli fatto un taglio un po' "emo", il piccolo T ha voluto costruirne una versione di carta.
Provate anche voi: è più veloce e più economica.
Ma mi raccomando: solo taglio, niente shampoo!