Be', ora da qualche parte bisognerà pure parcheggiare. Magari in un parcheggio multipiano di cartone riciclato.
Ecco cosa serve per realizzarlo:
una scatola di scarpe
quattro rotoli di carta igienica
una base di cartone più altri ritagli vari
colla
un fermacampioni
colori e nastro adesivo per decorare.
La base di cartone inferiore deve avere un lato pari al lato lungo della scatola e l'altro lato più largo.
Prima di incollare, meglio fare una prova di assemblaggio: appoggiate la scatola sopra la base tenendola sollevata con i quattro rotoli; ritagliate un'apertura nella scatola, senza staccare del tutto il bordo; preparate una rampa di cartone che sia più larga dell'apertura, in modo da riuscire a creare una rampa con dei bordi sollevati, e lasciate lo spazio per la sbarra di accesso.
Come creare la sbarra.
Preparate due piccole colonne di cartone e aprite in entrambe un fessura alta quanto la sbarra.
Posizionate le due colonnine con le due fessure una di fronte all'altra, a una distanza tale che la sbarra di cartone possa infilarsi in entrambe le fessure.
Fissate la sbarra a una delle colonnine con un fermcampioni, in modo che la sbarra possa sollevarsi.
Ora non resta che aggiungere, a pennarello, i segni delle corsie e dei posti auto (fatelo anche al piano di sotto, prima di incollare la scatola in alto).
Assemblate tutti i pezzi, incollando la rampa da un lato sulla linguetta di cartone che avete ricavato dall'apertura della scatola, e dall'altro lato sulla base inferiore.
Infine, aggiungete qualche decorazione, con colori e nastro colorato, sui
bordi, la sbarra e le colonne. E anche l'insegna del parcheggio,
naturalmente.
Scusi, signor parcheggiatore, quanto si paga qui all'ora?
C'è un privilegio che chiunque, quando diventa genitore, perde definitivamente: quello di premere il pulsante dell'ascensore.
Noi abbiamo quasi smesso di stupirci per il gps, gli smartphone, i robot puliscipavimenti (no, io quello lo venero, ai limiti dell'idolatria) e i bimbi sono magicamente, meravigliosamente attratti da questa cabina che, al nostro comando, ci trasporta da un piano all'altro di una casa.
Dev'essere per questo che un libro come A che piano va?, edizioni Sinnos, incuriosisce così tanto i bimbi. O almeno, questo è l'effetto che ha avuto sul Piccolo T, che ha girato e rigirato le pagine alla scoperta di tutti i suoi personaggi.
Il protagonista di A che piano va? è proprio un ascensore: quello di un palazzo a sei piani, ognuno abitato da un animale diverso, con una sua personalità .
Il libro non ha una vera e propria storia, è più una simpatica rassegna di personaggi, dalla vanitosa signora Polpo ai romantici signori Piccione. Ognuno di loro, in ascensore, si comporta in modo diverso, e per ognuno di loro l'ascensore ha una diversa reazione.
E alla fine le pagine tornano su di lui: l'ascensore, con i suoi sogni e i suoi desideri.
Ma a quello ci ho pensato io. Memore della casa di Barbie della mia infanzia (quella di cartone su due piani, non la villa di plastica che avevo sempre sognato. Però la mia aveva l'ascensore!) ho provato a costruire una semplice struttura, naturalmente partendo da una scatola.
Ecco cosa serve:
una scatola grande, tipo di stivali (è quella di cui avevo usato il coperchio per la pista magnetica)
una scatola di scarpe più piccola
ritagli di cartone vari
un po' di spago
carta e nastro adesivo colorati per decorare.
Misurate la profondità della scatola piccola e dividete con una striscia di cartone posta in verticale due spazi nella scatola grande: uno, largo quanto la profondità della scatola piccola, sarà il vano ascensore, l'altro conterrà i diversi piani.
Ritagliate e ripiegate i bordi della scatola piccola (l'ascensore) in modo che entri nella scatola grande senza sporgere dai bordi. Ripiegate i due piani formando delle alette laterali (serviranno ad incollarli) e ritagliate, nel cartone che delimita il vano ascensore, delle porte in corrispondenza di ogni piano.
Non incollate ancora nulla.
Fate scivolare l'ascensore fino al limite alto della scatola (ricordate di tenere l'apertura verso i vani interni) e con un punteruolo bucate scatola e ascensore, in modo che i fori corrispondano. Fate quindi passare uno spago che annoderete all'interno dell'ascensore. All'altro capo, fissate al filo un anellino.
Lo spago dovrà essere abbastanza lungo da permettere all'ascensore di percorrere tutta l'altezza della scatola.
No, non è ancora il momento di incollare.
Armatevi di carta colorata e washi tape e decorate tutto il vostro palazzo, delimitando i vani delle porte e i pavimenti, scrivendo il numero del piano sul vano ascensore.
Ecco: ora potete incollare tutto.
Che ne dite?
Basta tirare la cordicina per far salire l'ascensore al piano desiderato.
Il palazzo può essere una casa, ma anche un parcheggio per le macchinine.
Portata: qualche etto.
Capienza massima: testato per ora con due robot e un dinosauro.
In caso di emergenza, premere il pulsante rosso chiamare la mamma, come sempre.
il coperchio di una scatola di stivali (non avete una scatola di stivali? Correte a comprarvene un paio, presto! Poi dite che è per fare un gioco a vostro figlio),
il tubo di cartone di un rotolo di carta forno o alluminio,
cartoncino,
dei listelli di legno (io ho riciclato dei pezzi di una cassetta di frutta),
colla a caldo,
colori a piacimento.
IMPORTANTE: prima di tutto, controllate che i magneti si attraggano con sufficiente forza anche attraverso lo spessore del coperchio della scatola. Se non è così, procuratevi una scatola di cartoncino più leggero (ad esempio, quello delle scatole delle merendine), o dei magneti più potenti.
Ora, disegnate una strada sul lato interno del coperchio e colorate il vostro disegno a piacere.
Sull'altro lato della scatola, attaccate quattro cilindretti della stessa altezza ricavati dal tubo della carta forno: saranno i piedini della pista.
Sul cartoncino, disegnate due macchinine e ritagliatele. Sul retro, attaccate un magnete.
Ora preparate i due bastoncini, levigandoli (nel caso abbiate anche voi usato dei pezzi di cassette di frutta) e attaccando a una delle estremità un magnete.
Fatto! Ora potrete "pilotare" le macchinine muovendo i bastoncini sotto la superficie della pista.
E mi raccomando: rispettate le precedenze!
Brum, brum, pit piiit, vrooom!
Ma con tutto questo andare su e giù per le strade e le autostrade di casa, non avranno mai bisogno di fare il pieno, queste macchinine? E allora non vogliamo costruire una stazione di servizio?
Vogliamo, vogliamo.
Preso quindi un rettangolo di cartone come base, ho iniziato a costruire: ho incollato una sezione del tubo di cartone, per reggere l'insegna, e i vasetti di yogurt, dopo averci infilato dentro un'estremità dei nettapipe (fermandola con un po' di colla).
Per finire le pompe di benzina, ho costruito delle scatolette poco più larghe dei vasetti di yogurt.
Su uno dei lati ho praticato un buco per infilare la pompa; il lato frontale, invece, l'ho dipinto con della vernice lavagna, per poterci scrivere i litri richiesti o il prezzo al litro del carburante.
Infine, ho tagliato l'ultima parte delle cannucce, quella con la piega, e l'ho infilata all'estremità libera del nettapipe.
Attorno all'insegna ho aggiunto dei puntini di colla glitterata, per simulare delle luci al neon.
Pronti!
E voi, quanti chilometri fate con un litro di fantasia?
Sono partita da una scatola di scarpe e due tubi di carta forno (o pellicola, o alluminio).
Importante: scegliete una scatola molto alta, altrimenti (come è successo a me) solo le macchinine molto basse potranno entrare nell'autolavaggio.
Sui due lati corti della scatola create ora (se non lo avete fatto in precedenza) le aperture per l'auto. Dall'alto, incollerete della carta velina o del pannolenci tagliato a striscioline, che simuleranno le strisce pulenti.
Aggiungete una rampa alle due estremità e un'insegna, ed ecco il vostro autolavaggio, dove ripulire le macchinine e riciclare denaro sporco (no, scusate, ho guardato troppo Breaking Bad).
Quindi: la macchinina entra dalla rampa e si posiziona sul tappeto. Girando il rullo, la macchinina attraverserà tutto l'autolavaggio per uscire da sola dalla rampa sull'altro lato.
Ed ecco il Piccolo T che non si fida e gira l'autolavaggio dall'altro lato per vedere come funziona. Diventerà anche lui un piccolo costruttore?
Oggi parliamo di cibo.
"Che novità ", direte voi, "proprio quello che speravamo di sentire dopo la cena della vigilia, il pranzo di Natale, il cenone di San Silvestro e i dolcetti della Befana".
No, aspettate: qui parliamo di animali che si cibano, e lo facciamo con
Chi l'ha mangiato?, un libro della collana Ci provo gusto di Editoriale Scienza, con titoli di Emanuela Bussolati e Federica Buglioni, tutti dedicati all'educazione alimentare dei bimbi.
Il cibo è esperienza quotidiana, è scienza ed è anche natura. Ed è proprio da questo aspetto che partequesta collana, nel suo titolo dedicato ai più piccoli. Chi l'ha mangiato? racconta infatti come si nutrono gli animali illustrando, uno alla volta, cibi di diversi tipi: un'aringa, una mela, un uovo, dell'insalata, una patata, noci e latte.
Ogni cibo viene presentato ("Questa è una mela") e poi, nella pagina successiva, ci si chiede chi sia stato a mangiarla, proponendo quattro alternative, come fosse un quiz.
C'è poi un'aletta con dei buchi, che lascia intravedere l'animale che si nasconde sotto: sollevandola, si scopre di chi si tratta, e si possono leggere alcune righe che raccontano, a volte con qualche rima, le sue abitudini.
Alla fine di ogni "quiz", una pagina ci fa vedere lo stesso cibo mangiato da un bambino (la mela, ad esempio, viene utilizzata per una buonissima torta).
Chi l'ha mangiato? è un libro adatto a bimbi a partire dai due anni, ma che presenta diversi livelli di lettura che lo rendono adatto anche a bimbi più grandi. Anche gli spunti di conversazione che possono nascere sono diversi: si può parlare dei singoli animali presentati, della catena alimentare, della differenza tra carnivori, erbivori e onnivori.
Leggendo, ci si può concentrare sui dettagli dell'animale che si intravedono dai buchi sotto le alette, o giocare con il "quiz" proposto (la parte preferita del Piccolo T), o approfondire la conoscenza degli altri animali che vengono presentati e delle loro abitudini alimentari.
Come molti titoli di questa casa editrice, insomma, anche questo è un libro che non si lascia leggere e basta, ma va "giocato", manipolato, usato per stimolare la curiosità e porsi nuove domande.
Già che c'eravamo, lo abbiamo usato anche per inventarci un nuovo gioco da fare in casa (perfetto anche come gioco di gruppo per feste di compleanno e occasioni simili):
Il lancinbocca.
Mettiamo alla prova quello che abbiamo imparato su come si nutrono gli animali, dando loro da mangiare!
Ecco cosa vi serve:
il coperchio di una scatola di cartone (ad esempio di stivali)
quattro vasetti di yogurt
pennarelli o altri colori
cartoncini colorati o, meglio ancora, palline da ping pong
Per prima cosa, quindi, prendete il coperchio di una scatola di stivali. Come? Non avete una scatola di stivali? Correte a comprarne un paio! Ci sono i saldi!
(Basterà come scusa per vostro marito?)
Tenete i bordi del coperchio verso l'alto e disegnate, da un lato, quattro cerchi leggermente più piccoli dell'apertura di un vasetto da yogurt.
Ora, ritagliate i cerchi e disegnateci attorno delle facce di animali, lasciando l'apertura al posto della bocca (ho fatto un'eccezione per la lumaca, per la quale ho sostituito il guscio alla bocca).
Ispirandomi a Chi l'ha mangiato?, ho disegnato l'orso e la lumachina, poi, per variare, ho scelto un coniglio e una scimmia.
Fatto? Ora incollate i vasetti sul retro, in corrispondenza dei fori. L'altezza dei vasetti servirà anche a tenere il gioco inclinato.
Infine, ritagliate nel cartoncino le sagome dei cibi: mele per l'orso e insalata per le lumachine (come nel libro), banane per la scimmia e carote per il coniglio. Meglio ancora: se avete delle palline da ping pong (io non ne avevo in casa), disegnate i cibi sulle palline. Il gioco sarà ancora più divertente.
Come si gioca? Semplice: bisogna infilare ogni cibo nella bocca dell'animale giusto.
Potete lanciare i cartoncini o le palline, oppure farle scorrere come fossero bocce, dal basso verso l'alto, sulla superficie del coperchio.
Potete poi calcolare un punto per ogni cibo finito nella bocca giusta e, se volete, sottrarne uno per quelli finiti nelle bocche sbagliate. Pronti?
PS: a proposito della collana "Ci provo gusto": se cercate altre idee per giocare con il cibo, esplorate la playlist Bambini e cucina, nel canale YouTube di Editoriale Scienza.
Se vi è piaciuto ad esempio il mio post sul cibo-giocattolo fai da te, ecco un video con tante nuove idee per arricchire la vostra giocodispensa:
Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.