Ciò che conta è il viaggio.

 Siamo animali stanziali, ma come molte cose che non fanno parte della nostra natura (volare, o anche semplicemente leggere), i viaggi hanno su di noi un fascino irresistibile.

Beh, su di me perlomeno sì.

viaggi

In questo albo edito da Lupoguido, Anna Benotto illustra e racconta il senso, o meglio, i tanti sensi del viaggio. Lo fa con un linguaggio evocativo, fatto di poche parole e immagini suggestive.

Protagonista di Viaggi è un orso bruno, non certo un animale migratore (anzi, lo associamo al letargo!), in cui proprio per questo riusciamo a identificarci. Lo vediamo quasi sempre in soggettiva o semisoggettiva, come se guardassimo il mondo attraverso i suoi occhi, e il mondo che vediamo è dipinto al tratto, un po' come la sua pelliccia, come se in ogni cosa che vede ci mettesse un po' di sé.

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Il testo, minimale, ci illustra i diversi modi di viaggiare, rappresentati visivamente dalle immagini dell'orso (e in un paio di casi, di altri animali vicino a lui): c'è chi pianifica e chi improvvisa, chi segue strade tracciate e chi esplora, chi parte solo e chi in compagnia.

Non c'è giudizio, solo accoglienza di tutti i sensi del viaggio, di tutto ciò che può rappresentare. Si potrebbe dire che Viaggi è a sua volta un viaggio attraverso le diverse sensazioni di ogni viaggiatore, compresa quella tensione tra il desiderio di partire e quello di tornare.

Nell'ultima pagina, un breve testo ci svela le location che abbiamo intravisto nelle tavole disegnate, i luoghi che l'orso ha toccato durante il suo viaggio, dall'Himalaya alla foce del Po.

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C'è, in questa semplicità apparente, una profondità e un sottinteso lirico che solo chi viaggia (e ama farlo) coglie.

Per questo, nonostante l'apparente semplicità del testo, mi viene da pensare a Viaggi come a un albo da regalare a un adulto (magari il proprio compagno di viaggi preferito), o perlomeno a un bambino già ben consapevole del vero senso della parola viaggiare.


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