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Il "nostro" libro di Halloween non è esattamente uno di quelli da raccontare con una torcia sotto il viso per mettere paura a chi ascolta. No, perché se ci spezza il fiato, casomai, è solo per le risate.

Notte di botte - ossaspasso

Con Notte di botte continua la spassosa serie di Ossaspasso, di Allan Ahlberg e André Amstutz, che era già proseguita altri libri pubblicati da Camelozampa.

Torniamo a trovare i nostri amici scheletri nella loro cantina scura scura (l'anafora ritorna e ci porta quel senso di familiarità che attendevamo). Troppo scura: i due infatti si scontrano e devono andare dal Dottor Osso.

Notte di botte - ossaspasso

Come di consueto, l'avventura continua in un gioco di ripetizioni, variazioni e accumuli, in cui gli scheletri trovano sempre nuovi modi per farsi male, e ogni volta il dottor Osso applica loro un cerotto in più.

Notte di botte - ossaspasso

Ai meccanismi che hanno fatto la fortuna dei precedenti titoli si aggiunge qui la dimensione comica data dalle caduta e dallo scontro, in tutte le loro varianti, che trasformano questa avventura in una Notte di botte. 

Tutti colpi accidentali e non dettati dalla volontà umana (o scheletrica, insomma), tutti espedienti per portare un po' di leggerezza in un'atmosfera che spaventa solo chi non ha fantasia.

 Siamo animali stanziali, ma come molte cose che non fanno parte della nostra natura (volare, o anche semplicemente leggere), i viaggi hanno su di noi un fascino irresistibile.

Beh, su di me perlomeno sì.

viaggi

In questo albo edito da Lupoguido, Anna Benotto illustra e racconta il senso, o meglio, i tanti sensi del viaggio. Lo fa con un linguaggio evocativo, fatto di poche parole e immagini suggestive.

Protagonista di Viaggi è un orso bruno, non certo un animale migratore (anzi, lo associamo al letargo!), in cui proprio per questo riusciamo a identificarci. Lo vediamo quasi sempre in soggettiva o semisoggettiva, come se guardassimo il mondo attraverso i suoi occhi, e il mondo che vediamo è dipinto al tratto, un po' come la sua pelliccia, come se in ogni cosa che vede ci mettesse un po' di sé.

viaggi

Il testo, minimale, ci illustra i diversi modi di viaggiare, rappresentati visivamente dalle immagini dell'orso (e in un paio di casi, di altri animali vicino a lui): c'è chi pianifica e chi improvvisa, chi segue strade tracciate e chi esplora, chi parte solo e chi in compagnia.

Non c'è giudizio, solo accoglienza di tutti i sensi del viaggio, di tutto ciò che può rappresentare. Si potrebbe dire che Viaggi è a sua volta un viaggio attraverso le diverse sensazioni di ogni viaggiatore, compresa quella tensione tra il desiderio di partire e quello di tornare.

Nell'ultima pagina, un breve testo ci svela le location che abbiamo intravisto nelle tavole disegnate, i luoghi che l'orso ha toccato durante il suo viaggio, dall'Himalaya alla foce del Po.

viaggi

C'è, in questa semplicità apparente, una profondità e un sottinteso lirico che solo chi viaggia (e ama farlo) coglie.

Per questo, nonostante l'apparente semplicità del testo, mi viene da pensare a Viaggi come a un albo da regalare a un adulto (magari il proprio compagno di viaggi preferito), o perlomeno a un bambino già ben consapevole del vero senso della parola viaggiare.

Che il sole sia una stella è una delle tante verità inconcepibili che si trova ad affrontare un bambino.

È inconcepibile perché i suoi sensi raccontano qualcosa di diverso: il sole è grande e caldo, e sta nel cielo di giorno, le stelle sono piccole e poco luminose, sembrano esistere solo di notte.

grande storia delle stelle

Dopo averci parlato di una Terra da proteggere e dei problemi (e delle risorse) della plastica, Neal Layton alza la testa e, con il suo stile leggero e vicino al fumetto, ci racconta la Grande storia delle stelle, sempre con Editoriale Scienza.  

Il titolo è leggermente improprio: più che la storia delle stelle, l'albo affronta la storia della loro scoperta, dai miti e le costellazioni, fino a raccontarci ciò che sappiamo ora, passando dall'invenzione del telescopio e alle scoperte che hanno sfatato alcune credenze.

grande storia delle stelle

Ma infine, Layton arriva anche a raccontare come nasce una stella, e come muore, e come la "nostra" stella sia fondamentale per la vita sulla Terra.

Quella che compie Grande storia delle stelle non è un'analisi approfondita di tutto ciò che sappiamo, ma più un volo rapido e leggero sulle nozioni principali: un testo destinato ai primissimi lettori, che non si sono mai interrogati su questi temi, o lo fanno per la prima volta. Un albo pensato non per chi esce "a riveder le stelle", ma per chi le guarda in un certo modo per la prima volta.

Le sue pagine colorate e allegre non esauriscono la curiosità ma la accendono, dando alcune risposte (cos'è una galassia? quanto è lontano il sole? come è nata l'astronomia?) e lasciando ampi spazi per nuove domande.

Che è un po' quello che ci succede ogni volta che guardiamo il cielo.


"Chi nasce tondo può morire quadrato", dice un vecchio detto.

Ma essere tondi può significare molte cose diverse, sembra aggiungere questo albo.

Pango e Dillo

Pango e Dillo, di Francesca Ortona e Lorenzo Sangiò per Il Castoro, racconta due mondi molto simili e molto diversi: quello di un pangolino e di un armadillo alle prese con il primo giorno di scuola.

Fin dalle prime pagine è chiaro il parallelismo tra i due personaggi, entrambi bambini che vengono svegliati dalla mamma per andare a scuola.
Come in un gioco di specchi di immediata comprensione anche per i bambini in età prescolare (a cui sembra rivolgersi questo albo), vediamo ripetersi la grafica delle pagine, la scansione degli eventi, e con qualche opportuna variazione anche le formule testuali.

Pango e Dillo

Ma è da subito evidente anche un'altra cosa: i due protagonisti hanno personalità molto differenti l'uno dall'altro. Dillo è entusiasta, espansivo, esplosivo, mentre Pango è timoroso, timido e insicuro.

La mamma dell'armadillo, vedendolo impaziente di andare, gli chiede:

"Dillo, un po' di pazienza per favore!"

mentre nel caso del Pangolino, che ha bisogno di qualche minuto in più sotto le coperte, è lui a chiedere:

"Mammalina, un po' di pazienza per favore!"

Le specie dei due personaggi non sono scelte a caso: entrambe si caratterizzano per la capacità di "chiudersi a palla". Ma mentre la palla di Dillo salta e rimbalza per arrivare a scuola per prima, quella di Pango è fatta per essere raccolta dalla mamma e portata tra le braccia fino alla maestra.

Dillo naturalmente chiede a tutti di giocare, mentre Pango resta in disparte. Quando Dillo arriva da lui, resta chiuso a palla. Ma Dillo smette di insistere, capisce la sua difficoltà, si mette accanto a lui, appallottolato, finché non è Pango ad aprirsi.
Solo allora scopriranno (in modo molto divertente, anche per il lettore) tutte le potenzialità di questo "stare a palla" che li unisce, e supereranno le loro differenze.

Pango e Dillo

Accanto alla storia, tenera, allegra e rassicurante, soprattutto per un bambino particolarmente timido che si riconosce facilmente nei panni di Pango, Pango e Dillo lascia al lettore un messaggio che mi ha ricordato molto quello di un altro titolo della stessa casa editrice, Ascolta: l'idea di lasciare a ognuno il tempo di cui ha bisogno, di restare in ascolto, di accogliere anche chi a volte non riesce a esprimersi, aspettando semplicemente il suo momento.

Ci sono bambini che sembrano capaci solo di chiudersi a palla, ma poi, a palla, si possono anche aprire.


Una delle tracce della maturità, nell'anno precedente al mio, riguardava il rapporto tra matematica e poesia. Quando la lessi, e provai a ragionare su quello che avrei potuto scrivere, mi venne in mente solo qualche riferimento al ritmo, alla metrica, e alla fine quello che conclusi fu: "Per fortuna che la mia maturità è l'anno prossimo".

Il fatto è che siamo immersi in una cultura che sembra tracciare una dicotomia insormontabile tra materie umanistiche e materie scientifiche, settorializzando il sapere (e spesso le persone) da un lato o dall'altro. Eppure i punti di contatto sono molti di più di quanti non appaiano a un primo sguardo.

L arte incontra la scienza

Lo dimostra bene un albo divulgativo interessante sia per i presupposti sia per le nozioni che porta: L'arte incontra la scienza di Mary Auld (con illustrazioni di Sue Downing), edito in Italia da Editoriale Scienza.

Le sue pagine esplorano i punti di contatto tra le due discipline nel modo più ampio possibile: ogni pagina spalanca un nuovo spunto di riflessione, un "non ci avevo pensato", o perlomeno un "non ci avevo pensato abbastanza".

L arte incontra la scienza

Non avevo pensato abbastanza che le pitture rupestri nascono anche da uno studio su come ricavare pigmenti dalla natura.

Non avevo pensato abbastanza a come astronomia e immaginazione si siano incontrate nel dare vita alle costellazioni. 

Non avevo pensato abbastanza a quanto il puntinismo debba alla teoria del colore e allo studio di come il nostro occhio lo percepisca.

Il viaggio che passa da accostamenti ed esempi più noti (come la centralità dello studio anatomico nella scultura classica o la ricerca leonardesca di macchine volanti) ad altri più insoliti, come l'arte tridimensionale dell'americana Jen Stark, o l'arte pirotecnica del cinese Cai Guo-Qiang, offrendo nozioni storiche, suggestioni artistiche, intuizioni e spiegazioni scientifiche, in un panorama ampio che aiuta prima di tutto a capire quanto arte e scienza siano discipline vaste, che abbracciano molto di più dell'immagine che abbiamo di esse.

L'arte incontra la scienza non scende in profondità nelle spiegazioni tecniche o nella critica artistica: è un albo rivolto a un pubblico attorno agli otto anni, con l'obiettivo di aprire le menti, più che di riempirle, ma soprattutto di coinvolgere i piccoli lettori.

L arte incontra la scienza

Le pagine descrittive si intervallano infatti a proposte di esperimenti, di attività e di progetti artistici e scientifici, dai più semplici che i bambini saranno in grado di svolgere in autonomia, ai più complessi che richiederanno l'aiuto di un genitore. I lettori saranno così chiamati a costruire piccole macchine volanti di carta, a creare la loro opera puntinista, a studiare l'anatomia per disegnare un corpo o a sperimentare piccole reazioni chimiche.

Perché diventare artisti è anche un po' diventare scienziati.



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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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