Appendi la noia a un filo.

Per un genitore che legge per la prima volta una delle varie formulazioni dei diritti dei bambini, il "diritto alla noia" (in alcuni casi descritto come "diritto all'ozio") è quello che appare più sorprendente, per almeno due motivi.
Il primo è che stupisce vedere un diritto formulato in negativo. Siamo abituati a pensare ai diritti come a qualcosa di attivo: il diritto di fare, il diritto di avere, il diritto di essere.
Il secondo è che qualsiasi genitore sa che per un bambino la noia non è affatto "naturale", ma va insegnata. Un bambino senza nulla da fare, normalmente, tormenta mamma e papà con mille "mi annoio", "cosa posso fare?", "giochi con me?", e serve una buona dose di sopportazione e determinazione a convincerlo a inventare semplicemente un gioco, senza nulla di imposto o organizzato.
Eppure i momenti di noia sono fondamentali per sviluppare l'immaginazione e la creatività di un bambino, liberandolo da ogni struttura, ed è controproducente per il suo sviluppo intellettivo ed emotivo riempire ogni minuto delle loro vite con attività, giochi e televisione.


La storia di Tic e Tac, i due piccoli fratellini tassi protagonisti di Un pomeriggio super! di Jessixa Bagley (Terre di Mezzo editore), inizia così: con un "Mi annoio!".


La mamma propone loro mille alternative (vi suona familiare?): leggere un libro, costruire un fortino, andare a pescare, ma niente: Tic e Tac hanno già provato di tutto e di più.
E come succede spesso nella realtà, mentre i due piccoli proclamano la loro noia, le illustrazioni ci fanno vedere che in realtà stanno già giocando, solamente senza accorgersi di farlo, perché per tutti i bambini giocare è qualcosa di innato, di inevitabile.


Mamma Tasso coglie la palla al balzo e chiede loro di aiutarla a stendere i panni appena lavati.
Anche quello che alla mamma sembra un lavoro pesante, può diventare un'attività divertente per un bambino.


Ma i panni finscono presto, a differenza della fantasia dei piccoli tassi, che è invece inesauribile.
Così, mentre la mamma è al mercato, Tic e Tac inventano in gioco nuovo, e inoiziano ad appendere pentole, posate, giornali, persino una boccia con un pesce rosso!


Quando la mamma torna, si trova di fronte a metri e metri di filo steso, con su appeso ogni possibile oggetto di casa. È sempre così quando i bambini inventano un gioco, no? Difficilmente ritorna tutto com'era prima.
Alla fine, la mamma troverà una simpatica soluzione per rimettere "a posto", se non tutta la casa, almeno Tic e Tac.
E quello che era iniziato come un momento di noia apparentemenre  insormontabile, si è trasformato, appunto, in Un pomeriggio super!. Cosa che non sarebbe potuta succedere davanti alla tv, o a un allenamento, o a una lezione, perché i pomeriggi super, lascia intendere il libro, nascono sempre dalla fantasia (e da un po' di noia, che è il suo carburante preferito).
Un pomeriggio super! è una storia quotidiana e straordinaria al tempo stesso, perché è proprio questo che insegna: a trovare lo straordinario nelle cose più semplici.

Così, la prossima volta che i vostri bimbi vi chiederanno cosa possono fare, non tirate fuori piste o dvd, ma quello che avete sottomano, magari proprio un filo, delle mollette e qualche calzino.


Secondo l'età e le capacità dei bambini, potete semplicemente lasciare che li appendano al filo, oppure inventare una gara a chi accoppia il calzino giusto, o farvi aiutare a stendere il bucato (e vince chi finisce prima).
Oppure... oppure niente. È dalla loro fantasia che nascono i momenti "super", vero?


1 commenti