Viva la pappa (fai da te)!

E insomma, si è parlato di cucine, si è parlato di pentole, ma alla fine: che se magna?
Dovremo pur vedere cuocere qualcosa dietro quel vetro di pluriball del forno. Dovremo pur mettere a scaldare qualcosa in quelle padelle di cartone. O stiamo qui a morire di fame immaginaria?

Certo che no: quando si fa da mangiare per finta, qui, lo si fa sul serio.
Volete scoprire il gustosissimo menu della premiata cucina del Piccolo Chef T? Eccolo qua.


Iniziamo dai classici:

La pasta al pomodoro.

  

Le prendete anche voi ogni tanto le confezioni monodose di cereali, quelle da hotel?
Ecco: io sono partita da quelle scatolette lì. Le ho ricoperte di cartoncino e ci ho disegnato sopra, rispettivamente, un pomodoro e alcuni formati di pasta (lo so, l'ideale per il pomodoro sarebbe una scatola cilindrica, che imiti la lattina, ma non ne avevo sottomano).
Una bella "macchia" di feltro rosso dentro la scatola della passata, un pugnetto di fusilli (veri) in quella della pasta et voilà: non basta che cuocere.

E per secondo? Il Piccolo Chef T vi propone

L'ovetto all'occhio di bue.

Basta ritagliare una "macchia" di pannolenci bianco per creare l'albume, un cerchio di feltro giallo per il tuorlo e infilarli in un contenitore per le sorprese, di quelli che si trovano negli ovetti di cioccolato.

Un "toc toc" sul bordo della padella di cartone, si apre il guscio e l'uovo è pronto per essere cucinato.


Preferite un piatto unico? Be', allora non può certo mancare

la pizza.

Niente lievito madre e farine di forza: l'unico ingrediente della nostra pasta è il cartone.

Tutto quello che dovrete fare è ritagliarne un disco (e non dovete nemmeno farlo lievitare!).

Poi, lo potete condire con la stessa passata che avete usato per i fusilli (ricordatevi di tagliare il disco di cartone anche in base a quella, o viceversa), e altri ingredienti di feltro o pannolenci a vostro piacere.

A noi, ad esempio, piace con mozzarella e funghi.

Andate di fretta? La cucina del Piccolo Chef T offre anche servizio fast food:


Il cheeseburger di dinosauro

Dunque: per fare un panino... "ci vuole l'albero!", ha cantato una volta il Piccolo T, ancora un po' confuso sull'argomento. No: per fare un panino ci vuole innanzitutto il pane, e io l'ho fatto come suggerito da Francesca del blog Fiori in Testa: con una spugnetta da cucina ritagliata (io ho cercato di ottenere una forma un po' da toast) e con i bordi dipinti di marrone, con semplici tempere.

Poi: una spugnetta piatta ritagliata in modo da ottenere una fetta di formaggio coi buchi, e ancora feltro. Marrone per l'hamburger (di dinosauro, ovviamente) e verde per l'insalata.

"Mmh, che buono, lo posso mangiare?"
"Sì, ma pe ffinta, però, pecché è finto"
Se il Piccolo T ha ritenuto di dovermelo specificare, forse il risultato era abbastanza convincente, almeno per lui.

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