Casca pennarello.

Questo è l'occhio bello, questo è suo fratello, questa è la chiesina e poi come continuava?
Clo clo, clo clo cavallo, la mamma che fa, che non mi ricordo?
Se la mia infanzia è stata allietata dalle filastrocche cantate da mia madre e dai nonni, la mia età adulta è caratterizzata dal totale oblio delle stesse. Tanto sono impressi nella memoria quei momenti, quanto sono scomparsi testi e musica che li accompagnavano.

Però la musica è importante, per i bambini. Il ritmo, il suono delle parole e la melodia sono per loro gioco e sperimentazione linguistica.
E se per i primi mesi può bastare qualsiasi canzone passi per la testa alla mamma, compreso "Nel boschetto della mia fantasia" di Elio, poi, quando le capacità di comprensione nella parola iniziano a svilupparsi, forse cantare le gesta de "l'orsetto ricchione" non è più molto indicato.

Ci vorrebbe qualcosa che...

Qualcosa come Papparappa, edizioni Sinnos.
Nato dal collettivo QB (quanto basta), formato da quattro musicisti e una pedagogista, Papparappa è una raccolta di quindici filastrocche in musica, da leggere e ascoltare nel cd allegato, che cantano i momenti della vita di ogni bimbo.
Dalla nanna al bagnetto, dalle puzzette alla pappa, dai giochi ai primi passi e alla pipì nel vasino, ogni tappa di crescita diventa ritmo e musica, e non a caso questo titolo è stato selezionato sia da Nati per leggere, sia da Nati per la musica.

Ci si può approcciare a questo libro così: una filastrocca alla volta, scegliendo "Primi passi" quando il bimbo impara a camminare e "Non bodi più" quando ha finalmente tolto il pannolino, e giocando nel frattempo con "Solletico" o "Cloppite", ripetendo i gesti descritti dal testo mentre si canta.

Anche se le illustrazioni di Gloria Francella, vivaci, allegre e irresistibili, accompagnano così bene i brani, interpretandone il tono, Papparappa è un libro che dimostra la sua utilità quanto più lo si accantona: con il tempo, le filastrocche verranno interiorizzate e imparate a memoria, e non serviranno più il supporto delle pagine o quello del cd.

A mano a mano che si ascolta e si impara, ogni pezzo prende vita propria, arricchendosi di gesti e coreografie "casalinghe" e familiari, che nasceranno spontanee dal canto condiviso e che descriveranno meglio di qualsiasi altro supporto lo spirito da cui nasce questo progetto.



Così è stato per noi, che abbiamo subito interiorizzato la divertente "Biriballo", iniziando a cantarla ad alta voce un po' ovunque (e sorprendentemente, il Piccolo T – cinque anni e mezzo – ne è stato contagiato subito, dimostrando che per divertirsi con le filastrocche in musica non si è mai troppo grandi):
Mira tira palla
casca giù birillo.

Anche se non eravamo in spiaggia e di birilli, in quel momento, non ne avevamo.












Ma il bello è anche questo: se non abbiamo un gioco, possiamo inventarcelo.
E il bowling è uno dei giochi più semplici e ricchi di possibilità. In quanti modi avete giocato a bowling a casa vostra?
Per noi ci sono stati:
  • il bowling con le bottiglie di plastica
  • il bowling "umano" con la palla che doveva colpire mamma e papà
  • il lego-bowling con i birilli di mattoncini (più basso il birillo, più punti si prendono)
  • il golf-bowling, con la palla tirata con un bastone. 








Uno dei nostri preferiti è il bowling con pennarelli al posto dei birilli e macchinina al posto della palla (se poi si gioca con una macchinina a molla, è ancora più divertente).


Così, mentre si cambia il gioco del bowling, ci si puà divertire anche a cambiare una canzone:
Mira tira macchina
casca pennarello...


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