Una rana di Emaresealla fine di ogni mesesi fa un week-end al mareper nuotare (stile rana)fino a un'isola lontana.
Hanno una musicalità dal gusto un po' retrò, uno spirito allegro e una leggera, coinvolgente ironia, le rime con cui Anna Lavatelli racconta queste rane.
Filastrane. Storie di rane in giro per l'Italia è una pubblicazione del 2002, rilanciata ora in una nuova edizione da (guarda un po') Le rane di Interlinea.
Le rime della Lavatelli si accompagnano alle allegre illustrazioni di Emanuele Luzzati nel descrivere ventisei rane provenienti dai paesi più strani d'Italia, uno per ogni lettera dell'alfabeto (comprese J, K, W, X e Y!).
Ogni breve filastrocca si compone di cinque versi, con schema AABCC.
Nei primi due, viene presentata la rana proveniente da quel determinato paese, con la sua caratteristica principale.
Negli ultimi tre, si abbozza una micronarrazione, a volte realistica, a volte un po' nonsense, che trae spunto proprio dall'unicità della rana.
Potrebbero naturalmente essere orsi, o civette, oppure dinosauri: la scelta dell'animale è del tutto arbitraria (anche se dobbiamo ammetterlo: le rane fanno molta simpatia!) e nasconde in realtà personaggi del tutto antropomorfi, con umani vizi e umane virtù.
Negli ultimi tre, si abbozza una micronarrazione, a volte realistica, a volte un po' nonsense, che trae spunto proprio dall'unicità della rana.
Potrebbero naturalmente essere orsi, o civette, oppure dinosauri: la scelta dell'animale è del tutto arbitraria (anche se dobbiamo ammetterlo: le rane fanno molta simpatia!) e nasconde in realtà personaggi del tutto antropomorfi, con umani vizi e umane virtù.
Strizzando l'occhio a Rodari, le poesiole inanellano giochi di parole, eventi fantasiosi, piccole e leggere battute. Divertenti anche i trucchetti linguistici messi in atto per conservare la correttezza delle rime anche di fronte a nomi strani, come il troncamento di:
Alla rana di Kasernpiace poco il freddo invern.
A chiudere il libro, una piccola mappa dei paesi nominati, un po' per "fare geografia", un po' per dimostrare che nulla (tranne le rane!) è stato inventato.
Filastrane ha un doppio livello di lettura: può essere un semplice e allegro divertissement per godere della musicalità e del ritmo delle rime e ridere della comicità delle storie, ma credo che inevitabilmente la sua lettura porti con sé un impulso a smontare i meccanismi del testo e della rima, per analizzarli o ricostruirli.
La riproposizione della medesima gabbia metrica e della medesima struttura narrativa sembra invitare i bambini a fare lo stesso, a tenere lo schema e riempirlo con il nome del proprio paese, o di un paese buffo dei dintorni (ed è la stessa Anna Lavatelli a spiegare ai bambini come fare, in un breve video che trovate online).
Pur non addentrandosi nelle profondità dell'introspezione, questo testo avvicina i bambini alla poesia attraverso la messa a nudo della musicalità e del ritmo delle parole, ma anche attraverso un'attenzione particolare a schivare la banalità : i nomi dei paesi di partenza sono appositamente selezionati per non essere scontati, e le rime non cadono mai nelle semplici e ovvie coppie di verbi all'infinito (are/are), che rappresentano una tentazione forte per i dilettanti delle strofe.
Sì: si può educare al gusto per la parola e a quello per la composizione anche raccontando strane storie di rane.