Nuvole in scatola
  • Home
  • Libri
    • Dalla nascita
    • Da 1 anno
    • Da 2 anni
    • Dai 3 anni
    • Dai 4 anni
    • Dai 5 anni
    • Dai 6 anni
    • Dai 7 anni
    • Dagli 8 anni
    • Dai 9 anni
    • Dai 10 anni
    • Dagli 11 anni
    • Per adulti
    • Per papà
  • Chi sono
  • Contatti
  • Affiliazione
La vicinanza, fisica, cronologica, emotiva, è uno dei primi fattori di interesse.
Normalmente non tendiamo a dare attenzione a qualcosa che accade lontano da noi, a persone molto diverse da noi, in un contesto che ci è estraneo. E credo che questo sia uno dei più grandi ostacoli, per i bambini, allo studio della storia.

Se anziché raccontarci di guerre, economia o accordi tra re e imperatori i libri ci raccontassero la vita quotidiana della gente comune di un tempo, forse riusciremmo a sentire improvvisamente tutto più semplice da capire e da interiorizzare.

vita dei bambini nell antica roma

È questa la filosofia alla base di Bambini nell’antichità, la collana di Lapis edizioni nata in collaborazione con il British Museum, per la quale sono già usciti Vita dei bambini nell'antica Grecia e Vita dei bambini nell'antico Egitto.
L'ultimo nato della collana, e il più vicino a noi anche geograficamente, è Vita dei bambini nell'Antica Roma. Usi costumi e stranezze all'ombra del Colosseo.

vita dei bambini nell antica roma

Questa serie si caratterizza in modo molto evidenteme per l'approccio spiccatamente amichevole nei confronti del piccolo lettore, al quale rivolge continue battute, con un linguaggio spesso un po' sopra le righe.
Un tono che potrà far storcere il anso a qualche genitore, ma sicuramente conquisterà i ragazzini, ai quali sembrerà di parlare con un compagno di classe.

I diversi capitoli affrontano numerosi aspetti della vita quotidiana: gli abiti, la casa, la famiglia, l'educazione, per poi, dopo aver coinvolto il lettore facendolo immergere nel contesto, passare ad argomenti più tipicamente storici come gli imperatori o le divinità romane.
 
vita dei bambini nell antica roma

Ogni capitolo inizia con un parallelismo tra la vita quotidiana del ragazzo e quella di un bambino dell'antica Roma. La logica è sempre la stessa: pensi di essere sfortunato? Non sai cosa ti sarebbe capitato se fossi nato allora!

E così Chae Strathie (autore, tradotto da Alessandra Valtieri) e Marisa Morea (illustratrice), evocando ad esempio lo strazio di aspettare che papà e mamma siano pronti per andare in gelateria, introducono le infinite preparazioni degli antichi, che si mettevano sui capelli intrugli orrendi a base di lumache tritate o cacche di piccione.


vita dei bambini nell antica roma

Numerosi i siparietti comici, anche sotto forma di vignetta, che rendono ancora più divertente e leggera la lettura.

Il libro risente a tratti della sua appartenenza alla cultura anglosassone, soprattutto per quanto riguarda il cibo, con riferimenti continui ai frappè (in USA e UK i milkshake sono certamente più popolari che da noi), o addirittura parlando di un pranzetto preparato dalla nonna come di una "schifezza" (nessuna nonna italiana si riconoscerebbe in questo episodio!).

Le illustrazioni supportano le descrizioni a volte chiarendo, a volte esemplifcando, a volte sdrammatizzando. 

vita dei bambini nell antica roma

Un po' eccessiva forse la ricerca della battuta o del gergo giovanile, che è la cifra stilistica più evidente di questa collana.
Però, se non siete turbati all'idea di far leggere a vostro figlio frasi come "hai mai desiderato avere la macchina più figa di tutte?", o ironici suggerimenti come "se rimanevi a corto di cera potevi sempre usare quella piccola riserva che avevi dentro le orecchie", in Vita dei bambini nell'Antica Roma troverete uno splendido supporto per rendere molto più accattivante l'approccio allo studio della storia.


La tavoletta per la scrittura.


Prendendo spunto dal capitolo sull'educazione, ho voluto provare a rendere ancora più concreta l'immersione nella vita dell'antica Roma, costruendo una tavoletta di cera su cui scrivere. 

Sono partita da due cartoncini di uguale dimensione e ho ritagliato uno dei due a forma di cornice, incollandolo sull'altro.

vita dei bambini nell antica roma

Ho poi fuso a bagnomaria alcune candeline e, facendo attenzione a non scottarmi, ho versato la cera all'interno della cornice.

vita dei bambini nell antica roma

Il risultato non è stato molto omogeneo (forse avrei dovuto versare la cera tutta insieme), ma ho comunque creato una superficie su cui fosse possibile scrivere, incidendola con un attrezzo appuntito.

vita dei bambini nell antica roma

Usando il cacciavite come punta, abbiamo creato la scritta.

vita dei bambini nell antica roma

Usando poi il lato piatto, l'abbiamo cancellata raschiando la cera, come gli antichi romani.

vita dei bambini nell antica roma

Un gioco da usare come esperimento educativo o come promemoria, per tutte le volte in cui un bambino si lamenta della penna che scrive male o della gomma che non cancella bene.
O tempora! O mores!


Ci sono, credo, due vie possibili alla divulgazione.
Una passa a volo d'uccello su un tema, esplorandolo da tutti gli aspetti possibili, l'altra è quella che va a fondo di uno specifico argomento in una specifica disciplina.
Sono due approcci in qualche modo complementari: con il primo si prepara il terreno, sollevando l'attenzione e ossigenando la curiosità, perché vi possano attecchire le radici del secondo.

fatti assodati sulle uova

Qui il tema sono "le uova", e naturalmente l'approccio non poteva che essere quello a volo d'uccello (perdonate la battutaccia!)

Fatti assodati sulle uova, della svedese Lena Sjöberg, pubblicato da Camelozampa con traduzione di Samanta K Milton Knowles, mi ha conquistato d'impatto per due motivi, il primo molto futile (il titolo, traduzione ben resa di un identico gioco di parole in lingua originale, mi ha fatto ridere), il secondo più pertinente: lo stile delle illustrazioni, molto grafiche, moderne e vintage al tempo stesso.

fatti assodati sulle uova

Questo libro si dipana come una mappa mentale a partire dall'uovo, inteso come concetto e come parola, per toccare ogni possibile disciplina che possa averci a che fare.

Si mostrano uova diversissime tra loro, per spiegarne le caratteristiche, si passa poi alla fisiologia della gallina e alla dinamica della deposizione e della cova, per poi analizzare la composizione delle varie parti dell'uovo.

fatti assodati sulle uova

Si parla di uccelli, di insetti, di rettili, di uova di dinosauri.

fatti assodati sulle uova

Si parla di uovo nella storia e nella cultura, tra antichi Egizi, uova di Pasqua e uova Fabergé. Si esplorano le uova in cucina, dalle loro caratteristiche come il timbro sul guscio a qualche piccola ricetta.
Si suggerisce qualche piccolo esperimento scientifico, e c'è anche un breve vocabolario di termini legati alle uova, come embrione, oviparo, viviparo, ermafrodita.

E siccome anche l'uomo, in un certo senso, nasce da un uovo, non mancano nemmeno un paio di pagine veloci ma accurate di educazione sessuale.


fatti assodati sulle uova

Il testo è interamente strutturato a box indipendenti uno dall'altro. Ciò consente al lettore di sfogliare il libro anche in modo non lineare, soffermandosi solo su ciò che coglie la sua attenzione, e all'autrice di inserire le nozioni più disparate, comprese quelle in cui "uovo" è poco più di un riferimento linguistico (come "la poltrona a uovo" o le "uova cosmiche").

Non a caso, insomma, questo è il primo libo di una collana che si chiama "sinapsi": sembra nato per accendere collegamenti, suggerire connessioni, cercare oltre.
E anche per gratificare tutti quelli che amano raccontare aneddoti curiosi agli amici ("Lo sai che alcuni pesci covano le uova in bocca?").

Noi, che amiamo mettere mano alle cose, ci siamo cimentati nell'esperimento del guscio d'uovo dissolto.

esperimento guscio uovo

Basta prendere un uovo e ricoprirlo di aceto bianco, in un contenitore.
Subito la superficie del guscio si riempie di bollicine: è una reazione chimica tra l'acido dell'aceto e il carbonato di calcio di cui è composto il guscio, che insieme formano anidride carbonica.

esperimento guscio uovo

Dopo un paio di giorni, il guscio si sarà dissolto (basterà lavare via i pochi residui) e l'uovo avrà consistenza gommosa, tanto da rimbalzare da un'altezza di qualche centimetro.

esperimento guscio uovo

La pellicola è semitrasparente, e illuminando l'uovo con una torcia, si può vedere il tuorlo all'interno.

esperimento guscio uovo

Ricordate solo che, nonostante l'aspetto, l'uovo non è affatto "assodato", ma resta crudo all'interno.
Tenetelo presente prima di utilizzarlo come una palla rimbalzina o... farete una frittata.


Sono libri? Sono giochi? Sono per bambini piccoli o bambini grandi?
È difficile far rientrare in una categoria precisa qualcosa che nasce dalla creatività di Hervé Tullet.

fiori forme tullet

Forme! e Fiori!, pubblicati da Franco Cosimo Panini, benché dotati di un codice isbn, mancano di molti elementi che rendono un libro tale: non hanno una trama, non hanno una linearità, non hanno tecnicamente nemmeno pagine vere e proprie.
Ma non c'è dubbio che abbiano molte cose da raccontare.

Si tratta di due cartonati a fisarmonica, resistenti, colorati, contenuti in spessi cofanetti forati.
Sulla costa del cofanetto, un'icona rappresenta visivamente come "vanno letti", se così si può dire, ovvero aprendo, piegando, sovrapponendo, sperimentando.

fiori forme tullet

Le pagine di Forme! sono texture grafiche forate da fustelle quadrate, rotonde, rettangolari e così via.

fiori forme tullet

Da un lato le superfici sono dipinte a righe monocromatiche o colorate, dall'altro sono riempite con campiture di colori pieni, a volte piatti, altre volte segnati dalle sfumature delle pennellate.

fiori forme tullet

La sovrapposizione delle pagine una sull'altra crea effetti di forma, finestre sempre nuove su ciò che viene sotto, giochi di cucù tra i colori.

Fiori! è invece una carrellata di forme stiizzate che in qualche modo richiamano corolle, anch'esse realizzate con diverse logiche (schizzi, cerchi, righine sottili) e anch'esse forate.
I fori sono però riempiti stavolta da un foglio plastico colorato e trasparente, che lascia intravedere quello che c'è sotto. Si può così appoggiare l'occhio su queste finestre per vedere il mondo a colori, trovare nuove sovrapposizioni tra le corolle e anche formare i colori secondari sovrapponendo più fori colorati e guardando verso la luce.

fiori forme tullet

Entrambi i libri terminano con pagine a specchio, che amplificano il gusto della ricerca aggiungendo nuove possibilità.

fiori forme tullet

Non ci sono "istruzioni d'uso", per Forme! e Fiori!, perché l'approccio di Tullet all'arte passa attraverso il gesto spontaneo, il segno grafico casuale, la sperimentazione.
La sua è un'arte spontanea e in qualche modo pura, in cui l'artista non segue un disegno preciso ma si lascia trasportare e a volte capisce solo a posteriori ciò che ha creato. È proprio l'assenza, o quasi, di figurativismo, ad aprire ai bambini nuove riflessioni.

Nell'ultimo mese, ci siamo divertiti a entrare nel mondo di Tullet (io e i tre piccoli, ognuno a modo suo) seguendo il suo laboratorio online L'Expo Idéale, di cui aveva parlato anche l'editore Panini.
In una serie di video (per vederli cliccate qui e inserite la password Tobo Studio), Tullet invita a creare dei segni, strappare fogli, sovrapporli, bucarli, guardarci attraverso.

È interessante il modo in cui, attraverso la pratica, questa attività educhi i bambini al gusto estetico.
Basta sovrapporre due fogli in un senso o nell'altro per ottenere un effetto molto diverso: bisogna provare e scegliere quale sembra il più riuscito.

expo ideale tullet

Le linee dritte permettono interruzioni e continuità, contrasti e sfumature: quali sono più interessanti?
La superficie stessa dello strappo, quel bordo bianco lasciato dallo spessore della carta, ha una sua dignità nel risultato finale.

expo ideale tullet

E che dire dei ritagli e degli avanzi delle opere precedenti? Anche da qui può nascere quacosa di nuovo.
Tutte queste esplorazioni, queste riflessioni, questi sguardi sul colore e sugli accostamenti sarebbero stati impossibli se avessimo cercato di rappresentare qualcosa, ed è questo il senso di libri come Forme! e Fiori!.

expo ideale tullet

Costruire una piccola "mostra d'arte" in cameretta è stata per noi un'esperienza divertente e intensa.
E anche se le nostre "opere" non finiranno mai battute all'asta da Sotheby's, credo che la prossima volta che entreremo in un museo lo guarderemo con occhi un po' più consapevoli.


 
L'infanzia e l'adolescenza non sono fatte di sfumature.
Ci sono i buoni e i cattivi, le cose belle e le cose brutte, la disperazione che ti fa piangere a singhiozzi e la felicità che non ti lascia stare fermo. Nulla è così profondamente bambino come la polarizzazione.

rime chiaroscure

E credo che questo sia uno dei motivi per cui la poesia è così poco frequentata nelle letture ai bambini: perché è fatta di dettagli, di sfumature, di sensi mediati e nascosti.

E poi arriva lui: Rime chiaroscure.
Un titolo che nasce da un gioco di parole tra i nomi dei due autori – Chiara e Bruno – e che diventa esercizio di stile e di senso.
Loro, Chiara Carminati e Bruno Tognolini, sono due nomi giganti nella poesia per bambini, cantori abilissimi di sentimenti e sensazioni, e in questo volume giocano ad esprimere il lato bello e il lato brutto di ogni cosa.

Lo fanno proprio come farebbe un bambino: il lato bello è eccitante, entusiasmante, quello brutto fa arrabbiare, intristire. Senza sfumature. E proprio come accade nella testa di un bambino, i due lati convivono nello stesso oggetto, nella stessa situazione, senza contraddizioni.

E così, la colazione può essere un incanto di sapori dolci che sveglia la bocca, ma certi giorni è solo qualcosa di inutile e fastidioso che ti ha strappato al sonno.

rime chiaroscure

Un fratello può essere un tuo alleato che respira con te, ma anche (ed è sempre lui, lo stesso fratello!) un limite che ti costringe a dividere a metà ogni cosa, senza viverla appieno.

E un vestito? Può essere un potente mezzo di espressione:

Maschere splendide sono i vestiti
come stagioni ci fanno fioriti
E siamo uccelli coi loro piumaggi
e siamo storie con i personaggi
(...)


Ma può essere anche un limite insopportabile alla propria libertà:

Giacche che incartano, maglie che ingolfano
Braghe che imbustano, calze che tritano
(...)


La sinergia dei due autori si concretizza nella scrittura in formule diverse, che sono spiegate da una nota in coda al libro.
La prima sezione, Rime di mondo, in cui uno stesso tema è sviscerato nel suo aspetto chiaro e nel suo aspetto scuro, è scritta interamente a quattro mani.

Per le Rime di tempo, il nucelo originario del libro, dedicato agli aspetti positivi e negativi dei mesi dell'anno, Bruno ha scritto una parte e Chiara l'altra, ma non ci è dato sapere chi abbia scritto cosa (fare supposizioni, per chi conosce i due autori, è un interessante esercizio di analisi).

Non più inverno e non ancora primavera
Sole pallido e poi nuvole alla sera
Sciocco marzo, non capisco a cosa servi
Sciocco mese che mi fa venire i nervi.

Però marzo, a me piace quando canti
Inseguendo le canzoni dei tuoi venti
Mille venti gialli e verdi appena nati
Che mi invitano a rincorrerti nei prati.


Infine arrivano le Rime di coppie, in cui poesie dedicate a elementi contrari o contrapposti vengono presentate l'una accanto all'altra, su due pagine affiancate: e così leggiamo Dentro e Fuori, Mare e Montagna, Cane e Gatto, Fare e Non fare.
Qui ogni poesia nasce da un singolo autore, ma per scoprire chi è bisognerà consultare l'indice.

rime chiaroscure

Le illustrazioni al tratto di Pia Valentinis non potevano che essere in bianco e nero, e riescono con semplicità a dare conto del turbine di emozioni nascosto in ogni verso.

L'aspetto sorprendente di Rime chiaroscure è che riesce a ottenere il contrario di ciò che fa: mostrando l'inconciliabilità delle due visioni, insegna la resilienza (ma anche la "normalità" del crogiolarsi a volte nelle proprie parti più buie).
Cantando gli opposti, insegna a cogliere le sfumature.

E nel frattempo, ricorda agli adulti quel mondo fatto di bianchi e di neri dove anche loro hanno abitato.
Quel mondo in cui non fare nulla, a volte, era l'impegno più importante:

Non disturbatemi
Io sto facendo un lavoro tremendo
Quando son fermo
Sono impegnato: io sto crescendo.


Molto prima di imparare a scrivere, i bambini imparano a disegnare.
Quello che non imparano mai abbastanza presto, invece, è che disegnare non è una gara o una performance su cui essere giudicati, ma può essere anche, secondo lo scopo che si dà al disegno, un'attività di puro piacere, oppure uno strumento di comunicazione in cui l'importante non è creare opere d'arte ma essere capiti.


È per questo che amo Stick Dog. E anche perché anch'io, in effetti, disegno così così.

Ve lo ricordate? Vi avevo già presentato il primo titolo, Il diario di Stick Dog, un anno fa.
Ora, sempre per Le Rane di Interlinea e sempre con la traduzione di Marina Vaggi, è uscito anche il secondo capitolo della saga di Tom Watson: Stick Dog vuole un hot dog.

L'hot dog, in realtà, appare quasi solo nel titolo, perché poi, come viene specificato all'interno, per evitare bisticci di parole tra il protagonista e il panino, si parlerà sempre di "salsicciotti" (traduzione più efficace e coinvolgente del semplice "wurstel", perché contiene nel suono qualche accenno onomatopeico al gusto di morderli).

stick-dog-2

Anche questa volta, la storia è raccontata da un bambino che non sa disegnare bene.
E mette subito le cose in chiaro:

Ancora una cosa prima di cominciare. Il fatto di non essere bravo a disegnare è una cosa che accetto e con cui convivo. Ma ho bisogno che lo accettiate anche voi. In altre parole: mettiamoci d'accordo: non mi dovete interrompere quando i disegni sono particolarmente brutti.
 

stick-dog-2

E così, su questa carta simile a un quaderno, il bambino inizia a raccontare l'ultima avventura di Stick Dog, che ricalca da vicino la precedente.
Anche questa volta c'è un obiettivo mangereccio da raggiungere (il carretto degli hot dog), e anche questa volta gli amici di Stick Dog inventano i piani più strampalati e lui, da vero leader, sarà in grado di gratificarli senza farli sentire troppo sciocchi, e convincendoli che la loro idea è fantastica ma purtroppo irrealizzabile, quindi è meglio cercare altro.

Meravigliosa è l'ingenuità dei cani della gang, che osservano dall'esterno la vita umana, interpretandola a modo loro, con tutto il candore di chi non sa di non sapere, come quando Karen dice di essere capace di leggere le ore:

Le due. Le sette. Le cinquantatré. Le pomodoro. Tutte quante!



stick-dog-2

Più ancora del capitolo precedente, Stick Dog vuole un hot dog Ã¨ un elogio dell'inconsapevolezza, tanto che la riuscita dell'operazione non si dovrà a uno dei calcolatissimi piani del capobanda, ma a un evento del tutto casuale e inatteso.

La prosa scorre veloce tra azione e dialoghi incalzanti. I caratteri grandi stampati su righe ben distanziate sono intervallati dai disegni di un illustratore (Ethan Long, sugli schizzi dello stesso Tom Watson) che in realtà, è evidente, sa disegnare benissimo, così bene da riuscire a fingere di non saperlo fare, dimostrando così che poche linee e pochi "stecchi" possono comunicare perfettamente, anche se non si sa disegnare bene.

E voi? Avete mai provato a disegnare degli animali usando solo triangoli, rettangoli, cerchi e qualche stecco? 

stick-dog-2

Può essere un esercizio di stile interessante per sbloccare qualche bambino insicuro nel disegno.
O qualche adulto, forse (io me la sono cavata così).


Post più recenti Post più vecchi Home page

Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

Segui le nuvole

Newsletter

* indicates required

POPULAR POSTS

  • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
  • Svish, splash, squelch, scric, fiuuu!
  • Mio figlio non parla! I libri per stimolare il linguaggio.
  • Nuvole in barattolo.
  • Il mostro mangiacapelli

Temi

animali 70 scienza 44 amicizia 29 diversità 29 fantasia 29 natale 28 papà 24 cani 23 nanna 21 disegno 19 regali 19 rime 19 natura 18 scuola 16 condivisione 14 fratelli e sorelle 14 paure 14 emozioni 12 halloween 12 avventura 11 morte 11 onomatopee 11 cibo 10 corpo umano 10 lettura 10 pannolino 10 amore 9 autostima 9 crescita 9 ecologia 9 mamma 9 mostri 9 nonni 9 silent book 9 punti di vista 8 ambiente 7 bullismo 7 esperimenti 7 gatti 7 interattivo 7 supereroi 7 mare 6 matematica 6 noia 6 scrittura 6 storia 6 educazione 5 favole 5 inserimento 5 neve 5 regole 5 compleanno 4 difetti 4 dinosauri 4 famiglia 4 primavera 4 capricci 3 esplorazione 3 estate 3 gallucci 3 in viaggio 3 lentezza 3 maestra 3 neogenitori 3 neonato 3 resilienza 3 tempo 3 vacanze 3 autonomia 2 buio 2 carnevale 2 cucu 2 disabilità 2 macchine 2 autunno 1

Search This Blog

Blog Archive

  • ▼  2024 (32)
    • ▼  dicembre (1)
      • Goodbye, qualsiasi cosa significhi.
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (3)
    • ►  giugno (5)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (3)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2023 (54)
    • ►  dicembre (5)
    • ►  novembre (7)
    • ►  ottobre (5)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2022 (81)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (8)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2021 (111)
    • ►  dicembre (13)
    • ►  novembre (14)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (12)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (12)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2020 (102)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (11)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (9)
  • ►  2019 (101)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (8)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2018 (79)
    • ►  dicembre (8)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (3)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (7)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2017 (62)
    • ►  dicembre (7)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2016 (44)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (4)
    • ►  maggio (5)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2015 (38)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (4)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2014 (34)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (2)
    • ►  giugno (3)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (2)

Copyright © Nuvole in scatola. Designed by OddThemes