Nuvole in scatola
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Una delle sfide che si incontrano nello spiegare le cose ai bambini è il loro essere egoriferiti.
Ma a pensarci bene, non vale solo per i bambini: quanto diventa più semplice una nozione, se la si cala nella quotidianità della nostra esperienza!


Anch'io faccio così di Editoriale Scienza coglie questa sfida, portando la divulgazione scientifica nel quotidiano, con un confronto costante tra l'animale-uomo e le diverse specie: un approccio ideale per avvicinare alla conoscenza del mondo animale anche i più piccoli.

Il libro affronta diverse azioni: mangiare, dormire, lavarsi, comunicare, scaldarsi e così via.
Ogni doppia pagina introduce una di queste azioni dal punto di vista di un bambino, per poi esplorare informazioni e curiosità sugli animali.


E così, dopo aver visto una bimba che porta le posate alla bocca, mangia e deglutisce, scopriamo che il camaleonte cattura gli insetti con la sua lunghissima lingua appiccicosa, o che la lumaca ha i denti sulla lingua.


Gli esempi dal mondo animale spaziano da quelli più semplici e scontati ad alcuni particolarmente curiosi; caratteristica, questa, che rende questo libro godibile anche per bimbi più grandi del target a cui si riferisce (3-4 anni).
Il Piccolo T si è avvicinato, mentre leggevo al Piccolo D, e ha scoperto con sorpresa che la lingua del camaleonte può essere lunga oltre due volte la lunghezza dell'animale (poi ci siamo anche stesi tutti uno sull'altro per dormire come dormono i suricati, ma questa è un'altra storia).

Un aspetto originale di Anch'io faccio così Ã¨ l'ambientazione domestica delle illustrazioni: tutti gli animali sono rappresentati all'interno della casa dei bambini. Così, mentre leggiamo che l'orso bianco si mimetizza tra i ghiacci grazie al colore della pelliccia, lo vediamo mimetizzarsi in realtà dietro una morbida bianca poltrona.


Anche questa è una chiave per rendere più familiare il soggetto, e più piacevole l'apprendimento.
E anche per capire che in fondo siamo tutti animali, di specie diverse.

Nell'ultima pagina, Anch'io faccio così sfida il lettore a imitare i vari comportamenti degli animali.
Una proposta che si può facilmente trasformare in gioco, con un semplice dado.

Come sapete, tengo sempre da parte alcuni dadi da personalizzare: basta attaccare una striscia di carta su del nastro biadesivo per ottenere degli stickers e trasformare un semplice dado in un gioco nuovo.


In questo caso ho disegnato i simboli di alcune azioni: dormire, parlare, muoversi (ripetendo ogni azione due volte, ma potete inventare anche sei azioni diverse, magari ispirandovi al libro).


La sfida è semplice semplice: uno nomina un animale, poi tira il dado. L'altro deve imitare quell'animale compiendo l'azione indicata dal dado.

Muoversi come un bradipo, qui, va sempre alla grande. Soprattutto la mattina quando dobbiamo uscire di casa. E senza nemmeno dover tirare il dado.


 
Su quanti argomenti avete intrapreso degli infiniti "braccio di ferro" con i vostri figli?
Le verdure da mangiare, l'ora di andare a nanna, i giochi da riordinare: il meccanismo si ripete identico, con il genitore che chiede e il bambino che si rifiuta, rimanda, trova delle scuse.


Attilio, di Elisa Mazzoli e Sara Carpani (Pulce edizioni) racconta una di queste situazioni, declinata sul tema del taglio capelli, o meglio: della tosatura.
Sì, perché Attilio, il protagonista, è una pecorella che non vuole tagliarsi il pelo.


L'albo si snoda su un continuo botta-e-risposta in rima (un dialogo che ricorda un po', nei modi, Prosciutto e uova verdi del Dr Seuss) tra mamma e figlio, in una struttura simmetrica che vede quasi sempre la madre nella facciata di sinistra e Attilio in quella di destra.


A ogni sprone della madre, Attilio risponde sicuro e fiero del suo pelo, con scuse sempre diverse, che investono il lato estetico e quello pratico:

"Attilio, bisogna che ti accorci il pelo!"
"Non posso proprio, altrimenti gelo!"

Il suo vello, sempre più cotonato, si riempie anche di pulci, ma Attilio dichiara di essersi affezionato anche a loro.


Pagina dopo pagina, il dialogo incalza e di volta in volta vediamo il protagonista sempre più peloso (assumiamo che tra un botta e risposta e l'altro sia passato del tempo), finché Attilio arriverà a non vedere più nulla, a causa della lana che gli copre gli occhi, e solo allora deciderà di farsi tosare (ma la storia non finisce qui).


Impreziosito da una bella edizione con copertina rigida, Attilio diverte per le sue immagini caricaturali, le espressioni teatrali dei protagonisti, il testo ritmato e in rima e – perché no? – un po' anche perché ognuno, in quel botta-e-risposta, si può riconoscere facilmente.

E se leggere Attilio mette voglia di prendere le forbici in mano, ecco un'attività creativa e divertente, che può aiutare i bambini nella motricità fine e farli diventare parrucchieri per gioco.

Il pupazzo da tosare.


Basta avere un rotolo di carta igienica, della lana, della carta e del nastro biadesivo.


Arrotolate della lana sulla mano e poi tagliatene un lato: è il modo più veloce per ottenere tanti "capelli" della stessa lunghezza.


Incollateli su un lato del nastro biadesivo, e nel frattempo decorate il rotolo con una faccia e un vestito di carta.


Incollate la capigliatura all'interno del rotolo, facendo uscire i fili di lana, ed ecco il vostro pupazzo pronto per qualsiasi acconciatura.


Dopo avergli fatto un taglio un po' "emo", il piccolo T ha voluto costruirne una versione di carta.


Provate anche voi: è più veloce e più economica.
Ma mi raccomando: solo taglio, niente shampoo!


Non serve essere dei viaggiatori per apprezzare la praticità dei libri tascabili per bambini.
Basta essersi trovati almeno una volta in attesa da un pediatra, al ristorante, in auto con il figlio minore in attesa che il maggiore esca da scuola (o viceversa). Insomma: basta essere un genitore.
Il panorama degli albi illustrati tascabili si sta rapidamente espandendo, in risposta a queste esigenze: pochi mesi fa avevo dedicato un post a questa categoria, indicando le collane più interessanti sul panorama editoriale.

A queste si è da poco aggiunta "I Piccoli Castoro": gli albi più belli di Editrice Il Castoro riediti in una versione adatta a "piccole mani e piccole tasche".



Già, perché i tascabili (o sarebbe meglio chiamarli "borsettabili"?) hanno in genere anche il pregio di un costo più contenuto, dato dai minori costi di stampa e materiali (la copertina è flessibile e non rigida come nelle versioni originali).

I Piccoli Castoro fa il suo esordio con quattro ironici e amatissimi titoli di Jeanne Willis e Tony Ross. Probabilmente ne conoscete già almeno uno, ma vale la pena ripresentarveli, nel caso non li abbiate mai incontrati.
Li scopriamo insieme uno per uno?

Buon compleanno boa!



Com'è difficile azzeccare il regalo giusto! Lo scopre a sue spese il boa, che ha appena organizzato una festa di compleanno e non vede l'ora di scoprire cosa gli hanno portato i suoi amici della foresta.

Ma i regali non sembrano essere adatti a lui: cosa se ne fa di un pianoforte, se non ha dita per suonare, o di un pallone, se non ha piedi per calciare?


Alla fine, il piccolo boa troverà qualcosa di gradito proprio nel regalo che inizialmente sembrava peggiore di tutti.
Pur concludendosi con una morale esplicitata ("quando ricevete un regalo che non vi piace neanche un po', ringraziate comunque, perché potrebbe rivelarsi il miglior regalo di sempre"), Buon compleanno boa! non ha la pedanteria dei libri didattici, ma procede in modo leggero e curioso durante tutta la narrazione, con la vivacità delle illustrazioni e le espressioni teatrali dei protagonisti.


Fanno sorridere i pacchetti che non celano il proprio contenuto, perché ne ricalcano la forma, e che formano un simpatico parallelo visivo con il boa stesso, il cui corpo si modella secondo gli oggetti che ingoia.


Paolona musona



Le espressioni che disegna Tony Ross sono sempre irresistibili, e questo è forse uno dei casi in cui l'effetto comico è più riuscito.
Paolona musona è una mucca pessimista, con la straordinaria capacità di vedere il lato brutto di ogni cosa. La ritroviamo triste e depressa per la pioggia, per la monotonia del paesaggio, ma anche per eventi gioiosi come il proprio compleanno ("Sono un anno più vecchia").


Accanto a lei, un agnellino, campione di ottimismo e resilienza, che cerca di farle vedere il buono di ogni cosa: la pioggia fa crescere l'erba, i compleanni sono divertenti, il paesaggio fa ridere se lo guardi a testa in giù.


Riuscirà l'agnellino a far cambiare atteggiamento a Paolona?
Mentre leggete la storia per coprirlo, vi potrete godere le impagabili facce della mucca, che condiscono la storia con magistrale ironia.

Gisella pipistrella


Gisella pipistrella Ã¨ dedicato a chi vede il mondo a modo suo (e a chi fatica a capire che il proprio non è l'unico modo di vederlo).
Appena arrivata, Gisella stupisce gli altri animali perché parla in modo strano: vuole un ombrello per ripararsi i piedi, parla di nuvole che stanno "laggiù", e per lei un albero ha il tronco in alto e le foglie in basso. La prendono tutti per matta!


Sarà il saggio Gufo a svelare il mistero, facendo mettere gli altri animali a testa in giù, per vedere il mondo dal suo punto di vista.
La costruzione del libro gratifica il piccolo lettore, che intuisce prima dei protagonisti quale sia la soluzione, anticipando il narratore del libro.


Curiosa anche la trovata di scrivere il testo al contrario quando a parlare è un animale con la testa in giù (lo apprezzeranno i bimbi in età scolare, che il libro lo leggeranno da soli).

Un tortino di mammut



E infine c'è lui: Un tortino di mammut, che non parla di resilienza, né di punti di vista, né di accettazione dei regali e degli amici, ma fa, semplicemente, ridere.

La storia ha due protagonisti: un grassissimo mammut e un magrissimo, e affamato, uomo delle caverne, che sogna di catturarlo per farne un tortino.



Og, l'uomo delle caverne, chiama tutti i suoi amici, con i loro attrezzi, per catturare il grande animale: chi porta una lancia, chi un carretto per trasportarlo, chi un pentolone per cuocerlo. Sono tutti felici di aiutare Og, in cambio di un pezzetto del mammut da mangiare.

Ma anche il mammut ha degli amici da chiamare in suo soccorso.


Un tortino di mammut diverte con il suo umorismo semplice, con il lessico infantile dei primitivi, per i quali la carne è "la ciccia", i nomi buffi (gli amici di Og si chiamano Ug, Gog, Bog, Nog e Mog) e le ancor più buffe immagini, come il tortino immaginato dal mammut, dal quale escono zampe, zanne e proboscide.

Risate da borsetta, da portare sempre con sé.


     
"Testa spalla" di Don Lurio è una canzone che, passati gli anni '80, era scomparsa dalla mia mente, per poi ripresentarsi grazie a un'analogia con "Testa, spalle gambe e piè", adattamento italiano di una canzoncina inglese per bambini che ho conosciuto (ebbene sì!) da Peppa Pig.


Di tutte queste mie improprie sinapsi della memoria, resta un dato certo: giochi, libri e canzoni che coinvolgono le parti del corpo rappresentano per i bambini più piccoli un grande divertimento, oltre che un'opportunità formativa.

Attorno ai due anni (ma anche un po' prima e un po' dopo), i bimbi sono in una fase di scoperta dei movimenti e delle loro potenzialità, di consapevolezza del proprio corpo, di confronto tra il sé e l'altro, di sperimentazione.
Per questo, libri che li coinvolgono fisicamente hanno con loro un grande successo.

Dalla testa ai piedi di Eric Carle (sì, quello del Piccolo Bruco Maisazio) risponde a questa esigenza aggiungendo altri due ingredienti che i bimbi amano particolarmente: gli animali e la struttura ripetitiva.

dalla testa ai piedi

Dalla testa ai piedi mette a confronto bimbi e animali, con un botta-e-risposta diverso in ogni doppia pagina.
Ogni volta, un animale sfida il bambino a compiere un determinato movimento, tipico della sua specie.

"Io sono un pinguino e giro la testa. Tu lo sai fare?"
"Sì! Lo so fare"

dalla testa ai piedi

Il bambino è diverso, da pagina a pagina (un messaggio di uguaglianza, se vogliamo: apparteniamo tutti alla stessa specie), e il piccolo lettore è portato a imitarlo.
La lettura non sarà quindi un'esperienza passiva, ma coinvolgerà il bambino nella sua fisicità, portandolo a interagire, ad accogliere la sfida lanciata dall'animale.

L'illustrazione servirà da guida per compiere il movimento giusto.

Così, il bambino si cimenterà nel piegare il collo, muovere le spalle, grattarsi il petto, inarcare la schiena.

dalla testa ai piedi

Un po' come succede con Morsicotti, anche Dalla testa ai piedi permette di approcciare il libro e la lettura non come un'azione passiva e sedentaria, ma come un'attività coinvolgente, curiosa.

E divertente, come un balletto: "Testa spalla baby one, two threee".




Quand'è che un personaggio si può considerare parte del patrimonio culturale comune?
Io credo che un buon indice stia nella quantità di paratesti (riletture, sequel, parodie e simili) che è in grado di generare. Basti pensare a quanti cappuccetti rossi, con i loro lupi, abitano l'editoria per l'infanzia.
O a quante narrazioni e spin off ha dato origine Dracula, il più famoso vampiro di tutti i tempi.



Giusto in tempo per Halloween, è uscito, freschissimo di stampa (o meglio, di riedizione) Il giovane Dracula di Michael Lawrence, che del conte sanguinario va a scoprire le origini (o meglio, a reinventarle).

Prima di tutto, il libro presenta un flashback, sul vecchio Conte e il suo acerrimo nemico, che anni addietro aveva tentato di rapirgli il figlio. Poi ha inizio la narrazione vera e propria.
Ci ritroviamo di fronte a un Dracula bambino, gentile e insospettabile: si chiama Goffredo, preferisce il latte al sangue e gli piace dormire di notte anziché di giorno.
Ma è il figlio del temibile Conte, e si sente in dovere di seguire le sue orme, per quanto poco consone alla sua indole.


Si ritrova così a fuggire dal castello, una notte, con l'intento di riportare al padre, ormai vecchio, una bella brocca di sangue umano.
La notte è paurosa e piena di pericoli, e Goffredo è inseguito da un lupo. Per fortuna arriva in suo soccorso Ghigno, un ragazzo che a differenza di Goffredo ama la notte e la carne al sangue.

L'adulto che legge, più navigato di un bambino in fatto di storie, capisce già dove andrà a parare la narrazione, ma poco importa: il testo resta godibile e scorrevole, mantenendo alto il pathos fino alle scene finali.

Illustrazioni "spigolose" e un po' grottesche in bianco e nero si accompagnano a una grafica che riporta del sangue rosso in alto e un pipistrello ad accompagnare il numero di pagina.



La prosa è semplice, ma non scontata, con qualche godibile tratto ironico, come quando il vecchio Dracula esprime il suo desiderio di avere del sangue:

sangue alla giusta temperatura, con un po' di schiuma e senza zucchero.

Un po' come noi ordineremmo un caffè.

Come tutti i libri Sinnos, Il giovane Dracula è scritto con font ad alta leggibilità, che lo rende perfetto per i primi lettori autonomi: un centinaio scarso di pagine scorrevoli, da leggere magari sotto una coperta, con la torcia, per festeggiare Halloween, con la giusta atmosfera in casa.

L'anno scorso, ad esempio, avevamo appeso ragni penzolanti da bianchi fili di spago a ogni lampadario.



Mentre sul vetro della porta pensolavano teschi e pipistrelli.
Li trovate tutti nel mio pdf stampabile, se vi piacciono: basta ricalcarli e ritagliarli su cartoncino nero.



Buon Halloween!


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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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