Lo racconta questo albo, Alice e il bello della pioggia, di Cinta Villalobos (Pulce edizioni), che più che una storia è una lettera d'amore verso questo fenomeno atmosferico così comune da cui spesso cerchiamo riparo senza goderne le sensazioni.
A partire dalla copertina, in cui le gocce lucide spiccano sul fondo opaco, l'albo ci trasmette la poesia della pioggia, mostrandone le varietà e le sensazioni che procura, attraverso gli occhi di Alice.
Alice è una bambina che passeggia con un tenero orso, Bubo. Lei ama la pioggia, lui no (e infatti porta sempre l'ombrello).
Alice ci racconta tutti i diversi tipi di pioggia che conosce, descrive i colori che regala al cielo e poi ci mostra, in un'immagine intensa che ci sembra di sentire fisicamente, il piacere di sentirne l'odore nell'aria.
Ci fa vedere anche gli altri passanti, che cercano riparo e non la amano, e a vederli sembra davvero che si stiano perdendo qualcosa.
Alice e il bello della pioggia non ha una vera e propria struttura narrativa, ma cattura con le immagini e le sensazioni, invitandoci, la prossima volta, a chiudere l'ombrello, e sentire.
A proposito, avete mai pensato che anche la carta non ama la pioggia e forse si vuole riparare? Provate anche voi a dipingere una
Pioggia di tempera.
Prendete un foglio bianco e ritagliate da un cartoncino un semicerchio (con due alette per incollarlo) e un manico di ombrello.
Piegate leggermente il semicerchio e incollatelo al centro del foglio dandogli la forma di un ombrello.
Ora diluite della tempera blu con l'acqua, inclinate il foglio quasi in verticale (io l'ho fissato su un vassoio che poi ho tenuto sollevato su un leggio) e con un contagocce fate cadere dall'alto la vostra pioggia di tempera blu.
L'ombrello, se ben incollato, riparerà parte del foglio.
A fine opera, potete incollare nella parte alta delle nuvole di cotone.
Infine, potete disegnare un personaggio sotto l'ombrello (o attaccarci una foto, anche vostra).
La pioggia è bella, anche da disegnare.