C'è un fascino speciale, per i bambini, nelle fotografie.
Forse perché arrivano vicinissime al confine tra il vero e il non vero: più reali di un'illustrazione, catturano qualcosa che esiste, ma non è più lì.
È più facile riconoscersi, in una fotografia, entrare nella storia che ci sta dietro, riuscire a vedere oltre i margini. Eppure sono così pochi i libri fotografici per i bambini!
Il mio asinello Benjamin e io, edito in Italia per Terre di Mezzo, è un classico della letteratura per bambini in Germania, e sfogliandolo si riconosce subito quel magnetismo che attrae i piccoli verso le sue pagine.
Pubblicato per la prima volta nel 1968, il libro racconta la storia vera di Susanna, la figlia dell'autore Hans Limmer, e del suo asinello Benjamin, ricostruita attraverso le fotografie di Lennart Osbeck, che ritraggono i due protagonisti reali.
È la piccola a parlare:
Questa sono io.
Mi chiamo Susanna.
Ma tutti mi chiamano Susi
perché sono ancora così piccola.
E così, con la sua voce bambina, semplice, credibile, Susi racconta di come suo padre abbia salvato Benjamin, trovato da solo su una roccia a picco sul mare, sull'isola di Rodi dove Limmer e la sua famiglia si sono trasferiti.
Gran parte del fascino di Il mio asinello Benjamin e io arriva dai due protagonisti, entrambi irresistibili: lei bionda, con uno sguardo vispo e guance tonde, lui soffice come un peluche, che le avvicina il muso per coccolarla.
Sembra di essere lì, di sentire l'aria salmastra, le rocce ruvide, il pelo morbido dell'asinello, l'erba fresca sotto i piedi.
Chi legge si immedesima, diventa Susi, sente addosso la sua salopette e gli elastici che stringono i codini. E il suo asinello diventa anche un po' amico nostro.
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