Ci sono libri che emozionano, libri che fanno ridere, libri che fanno riflettere, e anche libri che fanno sbadigliare.
E se pensate che in quest'ultimo caso il libro in questione sia meglio lasciarlo perdere, be', forse vi sbagliate. Almeno per questa volta.
Sbadigli (ed. Il castoro) è un albo insolito e originale.
Avete mai notato come sia difficile trattenersi dallo sbadigliare, quando qualcuno lo fa davanti a voi? Ecco, Sbadigli è questo: la descrizione, un po' poetica e un po' buffa, ma sempre curiosa, di quanto sia contagioso uno sbadiglio.
Pagina dopo pagina, scopriamo una carrellata di personaggi a bocca aperta.
Un insetto (forse una mosca) traccia la sua traiettoria di volo da una pagina all'altra, quasi a simboleggiare la contagiosità di quel gesto, che passa di figura in figura.
Ci sembra di vedere i protagonisti di tante storie ripresi in un momento di backstage, da una visuale inedita, in cui la bocca spalancata la fa da padrona.
A una prima lettura, Sbadigli può sembrare un vero e proprio libro della buonanotte: voi lo leggete, lentamente e un po' sottovoce, mimando il sonno, sbadigliando tra una parola e l'altra, e zac! Anche il vostro bimbo crolla, inizia a sbadigliare e inevitabilmente si addormenta.
Riuscite a immaginarlo?
Ecco: io no. Perché anche se sì, in effetti può far sbadigliare, per un bimbo curioso questo libro è tutt'altro che soporifero.
Chi si nasconde dietro queste enormi fauci? Riuscite a riconoscere tutti i personaggi, umani e animali? Che rapporto hanno i personaggi tra di loro?
Cosa succede a causa di questa improvvisa sonnolenza? Che conseguenze hanno tutti questi sbadigli?
Guardando bene le illustrazioni, scopriamo personaggi inaspettati (perché un domatore di leoni?), ma anche tanti piccoli dettagli e tante piccole azioni che si inseriscono nel filo narrativo principale: un palloncino che vola via, una mela che cade in testa, un animale che non si capisce bene cosa sia e cosa ci faccia lì.
E poi c'è la mosca (sì, ho deciso che è una mosca, di quelle che di solito ronzano e disturbano il sonno e che stavolta invece lo trasporta, come un'ape fa col polline). La mosca non si limita a volare da una pagina all'altra: interagisce con i personaggi, modifica la sua traiettoria, si insinua in un'orecchio ed esce dall'altra parte.
Anche se non ha una vera e propria trama, insomma, in questo libro si sovrappongono tanti livelli di lettura delle immagini, dalla decodifica di questa prospettiva insolita, che vede i nasi in cima all'ovale del viso, alla ricerca delle microstorie nascoste nei curiosi e divertenti dettagli.
Il Piccolo T ha seguito col dito il volo della mosca, e insieme abbiamo creato la nostra storia, immaginando un ruolo per ognuno dei personaggi.
Insomma: anche da uno sbadiglio può nascere un gioco. Anzi, due.
Immedesimandomi in questa piccola mosca porta-sonno, ho costruito
Il gioco degli sbadigli.
(se vi piace, scaricate il pdf stampabile e giocate anche voi.)
Si parte con la costruzione della plancia di gioco: attaccate il cerchio a un cartoncino e ritagliatelo.
Poi ritagliate le facce sbadiglianti una ad una restando dentro i contorni: il bordo grigio non dovrà comparire nel cerchietto ritagliato.
Ora, piegate in due ogni cerchietto in senso orizzontale (gli occhi dovranno rimanere tutti dallo stesso lato) e incollate la parte inferiore al bordo inferiore del viso di ogni personaggio sulla plancia di gioco (facendo naturalmente corrispondere i cerchi con i baffi ai personaggi con i baffi).
Il risultato finale dovrebbe essere questo: tenendo il cerchietto piegato, vedrete il personaggio sorridente, aprendolo lo farete sbadigliare.
Ora non resta che aggiungere un dado, due pedine e un timer, e giocare.
Si inizia mettendo le due pedine vicine sulla plancia e facendo partire il timer (decidete voi quanto far durare la partita).
I personaggi dovranno essere inizialmente metà sorridenti e metà sbadiglianti (alternate un sorriso e uno sbadiglio).
Scegliete il ruolo di ogni pedina (e quindi lo scopo di ogni giocatore): una farà sbadigliare, l'altra fermerà gli sbadigli.
A turno tirate il dado e muovetevi nella direzione che preferite. Se siete una pedina "porta sbadigli" e finite su una casella con il personaggio sorridente, lo farete sbadigliare. Se il personaggio sbadiglia già, non dovrete fare nulla.
Viceversa, se siete una pedina ferma-sbadigli, dovrete "chiudere la bocca" ai personaggi corrispondenti alla casella dove capitate.
Vince il giocatore che, allo scadere del tempo, ha il maggior numero di personaggi della plancia di gioco nella condizione desiderata (sorridenti o sbadiglianti, secondo il suo scopo iniziale).
Abbiamo anche provato a giocare a chi per primo riesce a trasformare tutti i personaggi (tutti tranne uno, in realtà: portarli tutti a una stessa condizione è matematicamente impossibile), ma la partita è durata un tempo spropositato. Altro che sbadigli: stava diventando il gioco più noioso del mondo.
A proposito: tutto questo sbadigliare metterà finalmente sonno al Piccolo T, o sarà la mamma a crollare per prima?
1 commenti
Carissima Elisabetta ti ho scoperta da poco su pinterest mentre alla ricerca di odee per il mio prossimo anno scolastico da maestra. Da quel poco che ho scoperto di te, ci assomigliano in tante cose.....specialmente nel condividere la casa con un marito, tre figli e tanti gatti di polvere!!!!sei una miniera preziosa di fantastici spunti!
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