Nuvole in scatola
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Il Piccolo T non ha mai avuto una giostrina per il lettino. Non che gli servisse, dato che si addormentava solo addosso a me, e nel lettino ci finiva solo dopo aver raggiunto la completa incoscienza.
Chiamatelo ottimismo, quindi (anzi, no, chiamatela follia), quella cosa che mi ha spinto a creare una giostrina per il lettino del Piccolo D. Nella mia mente evidentemente deviata dagli ormoni della gravidanza, lo avrei messo a nanna azionando il carillon e recitandogli delle filastrocche.



Ebbene, il Piccolo D non si addormenta in braccio come il Piccolo T, no: lui si addormenta direttamente nel lettone.
Di tutta questa meravigliosa e idilliaca scena che mi ero immaginata, l'unica cosa che resta valida sono, naturalmente, le filastrocche, che gli leggo però di giorno, nei suoi meravigliosi momenti di veglia tranquilla.

Uno dei "nostri" preferiti è Ninna nanna ninna mamma di Antonella Abbatiello, ed. Fatatrac.
Ha figure nette e ben definite, una per pagina, con colori allegri e contorni decisi, adatte anche ai bimbi piccoli, e le rime hanno un ritmo cadenzato, perfetto per catturare l'attenzione.
 

Il testo è giocoso e fantasioso. Parole e immagini alternano inni alla fantasia (il pesce con gli occhiali, la "fata tonda come una patata") a strizzatine d'occhio alla mamma che legge ("dormi almeno un pochettino"!).
È un libro adatto ad essere letto anche a bimbi più grandicelli, ma è fatto per essere sfogliato dalle mani di mamma (non è cartonato ma ha pagine sottili).

Lo leggo al Piccolo D, tre mesi, che tengo appoggiato sulle mie gambe piegate: rannicchiandomi con i piedi sul divano riesco a tenerlo di fronte a me, con gambe e culetto sulla mia pancia e la testolina poggiata sulle mie ginocchia, in modo che veda le figure, sì, ma anche il mio viso, che per i neonati resta l'immagine più importante.
E se è vero che ogni tanto si addormenta ascoltando, la maggior parte delle volte mi guarda e sorride; il che, alla fine, è una conquista ancora più bella.

Comunque, se siete neomamme o quasi-mamme ancora piene di ottimismo, o se i vostri figli appartengono alla rarissima specie di "bimbi-che-si-addormentano-nel-lettino", ecco come ho costruito la nostra

giostrina in bianco e nero.


Perché in bianco e nero? Perché prima che all'estetica ho voluto badare alla funzionalità. Volevo che fosse uno stimolo per il Piccolo D fin dai primi mesi, quando i neonati distinguono bene solo i forti contrasti.
Per lo stesso motivo, cercavo una forma che si potesse vedere bene dal basso, a differenza di tante giostrine che hanno figure visibili più dagli adulti che stanno accanto al lettino che dal bambino a cui dovrebbero essere rivolte. Ecco perché ho pensato a delle girandole orientate verso il basso, peraltro molto sempici da realizzare.

Primo dilemma: come sostenere la giostrina? Dopo giorni e giorni di studi ed elucubrazioni su come costruire un supporto fai da te, sono giunta all'unica soluzione possibile: comprarne uno pronto.
Ho scelto un braccio per giostrina economico ma completo di carillon e di meccanismo a molla per farlo ruotare.
Su Amazon troverete però anche modelli più eleganti in legno, senza o con carillon.

Il sostegno, dunque, è fatto (da qualcun altro). Passiamo alle decorazioni.
Che hanno la caratteristica di starsene appese là in alto, senza che il bambino le tocchi. Via libera quindi al materiale più semplice ed economico che ci sia, anche se non molto resistente: il cartoncino.

Creare le girandole è molto semplice: si inizia ritagliando dei quadrati di cartoncino bianco e nero, di circa 15 cm di lato, e incollandoli tra loro.
Poi, partendo da ogni angolo, si tracciano con un segno di matita sottile le diagonali; su queste diagonali si fa un taglio a partire da ognuno dei quattro angoli, ma senza arrivare fino in fondo (la parte tagliata sarà poco più lunga della metà tra l'angolo e il centro del quadrato).
Si otterranno otto punte: ora basta fare un buchino a una punta sì e una no e uno al centro del quadrato, poi ripiegare le punte bucate una alla volta, in senso orario o antiorario, verso il centro, fermandole con un fermacampioni.


Per la decorazione, ho lasciato due quadrati così com'erano, mentre sugli altri ho disegnato a pennarello, sulla parte bianca, dei motivi geometrici neri: cerchi, righe, pois.
I due quadrati "liberi" li ho ripiegati uno dal lato bianco e uno dal lato nero per creare una variazione.



Infine, ho appeso le girandole al braccio con del filo di lana (dello spago andrà benissimo comunque), ad altezze leggermente sfalsate e... ho riposto la giostrina nell'armadio.
Prima o poi, continuo ad essere ottimista, il Piccolo D la userà.





     
Metti una giornata di pioggia (non so da voi, ma qui è davvero grigio).
Anzi, metti tanti giorni di pioggia, per cui hai già sfoderato ed esaurito il repertorio di tutti i giochi a disposizione. Manca solo il disegno, ma di pennarelli lui/lei proprio non ne ha voglia. Altri colori, non pervenuti.

Che fare? Oltre a sbattere la testa contro il muro, ovviamente.
Ad esempio, potete creare dei colori fai da te.
Magari con ingredienti commestibili, così sono perfetti anche per i bambini più piccoli. Certo, meglio non sostituirci un pasto, ma se ne mettono in bocca un po', non ci saranno problemi.



Siete pronti? Ho due ricette per voi.

I colori a dita (commestibili) fai-da-te. 




Ingredienti:
  • 4 cucchiai di zucchero
  • mezzo bicchiere di amido di mais
  • due bicchieri d'acqua
  • coloranti alimentari.
Sapete fare la besciamella? Ecco, per i colori a dita si fa così: si uniscono zucchero e amido, poi si aggiunge l'acqua mescolando con una frusta e si mette sul fuoco, continuando a mescolare finché il composto non si rapprende un po', raggiungendo la consistenza che volete.
Poi mettete il preparato in diversi contenitori e coloratelo con i coloranti alimentari.



Le tempere (commestibili) fai da te.

Ancora più veloce è preparare le "tempere" fai da te.


Ingredienti (per ogni colore):
  • un quarto di bicchiere di farina
  • acqua quanto basta (poca)
  • colorante alimentare
  • un cucchiaio di olio
Mescolate con una frusta la farina con l'acqua e con il colorante fino a raggiungere la consistenza che volete. Aggiungete l'acqua poca per volta: il colore non deve diventare troppo acquoso, altrimenti bagnerà troppo la carta.
Quando avrete raggiunto il colore desiderato, aggiungete un cucchiaio di olio: lo renderà più brillante e piacevole da stendere.

E ora, prendete un grande foglio di carta (io uso i rotoli Ikea: la carta non è di grande qualità, ma mi faccio meno scrupoli a sprecarla) e lasciate sfogare i vostri piccoli artisti, che saranno liberi di impiastricciarsi, sporcarsi e... o forse no.
La prima volta che ho preparato i colori a dita al Piccolo T, ci ha infilato un indice con diffidenza, ha fatto una strisciata sulla carta e mi ha detto "Basta", andando in bagno a lavarsi il dito.


Se anche voi scoprirete di avere figli schizzinosi, nessun problema: sappiate che i colori a dita si possono usare anche con il pennello.

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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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