C'è un privilegio che chiunque, quando diventa genitore, perde definitivamente: quello di premere il pulsante dell'ascensore.
Noi abbiamo quasi smesso di stupirci per il gps, gli smartphone, i robot puliscipavimenti (no, io quello lo venero, ai limiti dell'idolatria) e i bimbi sono magicamente, meravigliosamente attratti da questa cabina che, al nostro comando, ci trasporta da un piano all'altro di una casa.
Dev'essere per questo che un libro come A che piano va?, edizioni Sinnos, incuriosisce così tanto i bimbi. O almeno, questo è l'effetto che ha avuto sul Piccolo T, che ha girato e rigirato le pagine alla scoperta di tutti i suoi personaggi.
Il protagonista di A che piano va? è proprio un ascensore: quello di un palazzo a sei piani, ognuno abitato da un animale diverso, con una sua personalità .
Il libro non ha una vera e propria storia, è più una simpatica rassegna di personaggi, dalla vanitosa signora Polpo ai romantici signori Piccione. Ognuno di loro, in ascensore, si comporta in modo diverso, e per ognuno di loro l'ascensore ha una diversa reazione.
E alla fine le pagine tornano su di lui: l'ascensore, con i suoi sogni e i suoi desideri.
A che piano va? è un libro curioso, bello da vedere con le sue illustrazioni simpatiche e i colori vivaci. È un libro adatto a bambini dai tre anni, ma anche per le prime letture autonome dei bimbi più grandi, grazie alle scritte in stampatello. Infine, è un libro che si presta al gioco: a scoprire i dettagli nelle illustrazioni (quante maniche hanno i cappotti stesi al sole della signora Polpo?), a fare indovinelli o piccoli esercizi con i numeri (chi vive al terzo piano? Quanti piani deve fare il canguro per andare a trovare il riccio?).
Non vale, invece, per insegnare ai bambini come funzionano i piani di un palazzo, perché nel libro non esiste il piano terra ma si parte direttamente dal primo (evidentemente in Estonia, paese degli autori, funziona così).
Ma a quello ci ho pensato io. Memore della casa di Barbie della mia infanzia (quella di cartone su due piani, non la villa di plastica che avevo sempre sognato. Però la mia aveva l'ascensore!) ho provato a costruire una semplice struttura, naturalmente partendo da una scatola.
Ecco cosa serve:
- una scatola grande, tipo di stivali (è quella di cui avevo usato il coperchio per la pista magnetica)
- una scatola di scarpe più piccola
- ritagli di cartone vari
- un po' di spago
- carta e nastro adesivo colorati per decorare.
Misurate la profondità della scatola piccola e dividete con una striscia di cartone posta in verticale due spazi nella scatola grande: uno, largo quanto la profondità della scatola piccola, sarà il vano ascensore, l'altro conterrà i diversi piani.
Ritagliate e ripiegate i bordi della scatola piccola (l'ascensore) in modo che entri nella scatola grande senza sporgere dai bordi. Ripiegate i due piani formando delle alette laterali (serviranno ad incollarli) e ritagliate, nel cartone che delimita il vano ascensore, delle porte in corrispondenza di ogni piano.
Non incollate ancora nulla.
Fate scivolare l'ascensore fino al limite alto della scatola (ricordate di tenere l'apertura verso i vani interni) e con un punteruolo bucate scatola e ascensore, in modo che i fori corrispondano. Fate quindi passare uno spago che annoderete all'interno dell'ascensore. All'altro capo, fissate al filo un anellino.
Lo spago dovrà essere abbastanza lungo da permettere all'ascensore di percorrere tutta l'altezza della scatola.
No, non è ancora il momento di incollare.
Armatevi di carta colorata e washi tape e decorate tutto il vostro palazzo, delimitando i vani delle porte e i pavimenti, scrivendo il numero del piano sul vano ascensore.
Ecco: ora potete incollare tutto.
Che ne dite?
Basta tirare la cordicina per far salire l'ascensore al piano desiderato.
Il palazzo può essere una casa, ma anche un parcheggio per le macchinine.
Portata: qualche etto.
Capienza massima: testato per ora con due robot e un dinosauro.
In caso di emergenza,