Lettore che abbaia non morde.

Chi mi segue su Facebook sa che poche settimane fa ho provato l'emozione della mia prima lettura ai bambini in biblioteca.
O forse dovrei dirlo al plurale, perché le emozioni sono state tante: paura, divertimento, curiosità, felicità. E un bel po' di soddisfazione, alla fine, nel vedere le facce felici del mio piccolo pubblico.

È stato così bello che voglio provare a trasmetterle un po' anche a voi, queste emozioni. E anche farvi conoscere gli splendidi libri che sono stati protagonisti della mia lettura (standing ovation per loro!).



Da dove comincio? Dall'inizio.
Lo scorso inverno avevo seguito un breve corso, nella biblioteca del mio paese, per diventare lettore volontario. Il corso era gratuito, a patto di dare disponibilità per le "ore del racconto" organizzate dalla biblioteca.
E così, dopo aver chiesto la mia disponibilità, la nostra bibliotecaria mia ha assegnato una data e un tema: cani e gatti. 

Fantastico! Tra tutti i versi di animali, abbaiate e miagolii sono quelli che mi vengono meglio, e già questo era un ottimo punto di partenza.

Grazie ai consigli della bibliotecaria e al supporto del gruppo Facebook di mamme lettrici, nato attorno al blog di Federica MammaMoglieDonna, ho scelto i miei compagni di avventura: Il libro cane, Il libro gatto, Pompeo, gatto per caso, Abbaia, George e Il mio nome è No!


I bimbi in sala erano tanti, una quindicina, tra i due e i sei anni. In terza fila, il Piccolo T, che per la prima volta mi ascoltava leggere senza starmi in braccio.
Con un po' di tremarella nello sfogliare le pagine comincio, alternandomi nelle letture con un'altra volontaria, più esperta di me.

Il libro cane e il libro gatto.


Mi sembravano l'inizio perfetto: se l'ora del racconto è dedicata a cani e gatti, per prima cosa facciamo conoscenza con i protagonisti; e visto che in una biblioteca gli amici pelosi non possono entrare, eccoli in versione cartacea.

A proposito, voi li conoscete?
Sono dei libri-gioco di Minibombo, in cui il lettore interagisce con gli animali protagonisti: il testo indica cosa fare (dare un ordine, fare una carezza, lanciare una pallina) e nella pagina seguente si scopre la reazione dell'animale o il risultato del proprio gesto.
Perfetti già dai due anni, divertono e catturano e fanno scoprire ai bimbi che leggere e giocare sono due cose molto vicine tra loro.

Con il libro Cane avevamo già giocato qui. Il libro Gatto, se possibile, è ancora più divertente (e lo dico da decisa cinofila, quindi mi potete credere!). Le interazioni sono più curiose e poi, insomma, come resistere alla tentazione di schiacciare col dito le pulci che saltellano sulla pancia del gattino?


Ero un po' timorosa all'idea di portare dei libri interattivi a una lettura pubblica: come gestire i gesti dei bambini? Devo toccarlo io, il libro, o farlo toccare a loro?
Be', dubbi spariti: Il libro cane e Il libro gatto sono stati un successo clamoroso.
A ogni pagina venivo assalita da tutti i bimbi delle prime tre file (Piccolo T compreso), che facevano a gara per accarezzare, grattare, asciugare, pettinare e, appunto, schiacciare le pulci.
E poi - miracolo! - tornavano tutti tranquillamente al proprio posto.

Andiamo avanti. Dopo la lettura della mia compagna di avventure, tocca a

Pompeo, gatto per caso.


(ehm. Ho dimenticato di fotografarlo prima di restituirlo in biblioteca e ho rimediato come potevo, scusate.)

Pompeo, gatto per caso è un libro dalle illustrazioni un po' anni '80, che non avrei mai scelto se non me lo avesse suggerito la bibliotecaria, ma che si è rivelato perfetto per il tema della lettura e soprattutto coinvolgente e ricco di messaggi sull'essere se stessi e farsi accettare dal gruppo.

È la storia di Pompeo, un gatto randagio che trova una casa calda e accogliente, ma già abitata da una simpatica vecchina con un esercito di gatte.
Per farsi accettare, Pompeo si finge uno di loro, e miagola, soffia e fa le fusa. Scappa perfino su un albero quando viene inseguito da un chihuahua!

Finché un giorno la padrona si sente male; le gatte miagolano per chiamare aiuto ma nessuno le sente, ed è allora che Pompeo inizia ad abbaiare forte e le gatte... le gatte iniziano ad abbaiare con lui! Perché in lui non hanno trovato un gatto o un cane, ma prima di tutto un amico.

(ah, sì: se ve lo state chiedendo, la vecchina si salva.)

E ora? Dopo un finale così dolce e zuccheroso, era ora di scuotere la platea ("Siete caldi?") con

Abbaia, George!

Anche di George e dei suoi... problemi linguistici vi ho già parlato poco tempo fa.



Ero certa che i bambini lo avrebbero adorato, si sarebbero divertiti a scoprire che George si era mangiato tutti quegli animali e avrebbero provato ad anticipare gli avvenimenti pagina dopo pagina, e così è stato.

Alla fine della lettura, ho presentato loro il "nostro" George, versione calzino. Per l'occasione avevo preparato tante figurine di carta plastificata con tanti animali diversi.
Ho invitato i bimbi a chiedere a George di abbaiare e poi a estrarre la figurina dalla sua bocca.

Anche stavolta è stato un assalto (ho usato tutte le figurine che avevo preparato, fino all'ultima): un gioioso assalto di bimbi curiosi che hanno adorato il gioco nella sua semplicità, e – di nuovo – sono tornati al proprio posto tranquilli e ordinati, ognuno con il proprio animaletto di carta.





Tocca all'altra lettrice, poi di nuovo a me: come concludere? Ho voluto proporre

Il mio nome è No!

Il mio nome è No! è la storia divertentissima (soprattutto per chi ha avuto l'esperienza di un animale in casa) di un cagnolino convinto di chiamarsi No, perché ovviamente i suoi padroni lo chiamano continuamente in questo modo: quando lui li strattona per giocare, quando "mette a posto" la biancheria togliendola dal filo con i denti, quando assaggia il loro cibo per assicurarsi che sia buono, quando scalda il loro letto (dopo aver giocato nelle pozzanghere).


Ogni pagina un'azione, descritta con la candida ingenuità di un cagnolino convinto di comportarsi in modo impeccabile, e ogni azione un "no!" urlato da qualcuno della sua famiglia, fino alla pagina finale, in cui il protagonista si chiede come mai, se il suo nome è "No", gli hanno comprato un collare con la scritta "Spike".

Il libro è fantastico e lo consiglierei a tutti, ma non risulta semplicissimo per i più piccoli, che non colgono facilmente l'ironia di fondo. E forse non è stata azzeccatissima come ultima lettura, con il pubblico ormai stanco e ancora eccitato dal gioco di George.
È comunque riuscito a catturare i più grandicelli, che hanno dovuto ammettere che anche loro, ogni tanto, si chiamano "No".

E così ho salutato il mio piccoli, grandissimo pubblico, che mi ha ripagato con occhi luminosi, sorrisi splendidi e tanti affettuosi "grazie".

E il Piccolo T?
Il Piccolo T se ne è stato tranquillo in terza fila per tutta la lettura, muovendosi da lì solo quando il gioco lo richiedeva, ma non per questo ha rinunciato al suo ruolo da co-protagonista.





Si è alzato in piedi all'inizio di ogni lettura, proclamando a gran voce "Il mio libro preferito!".







Si è letteralmente rotolato a terra dal ridere durante le scene più
divertenti.





E ha... ehm... spoilerato il finale di Abbaia, George!, pronunciando l'ultima parola qualche frazione di secondo prima che lo pronunciassi io.
Il bello (di mamma) della diretta.


       

4 commenti

  1. Che bello! Complimenti per aver portato tanta bellezza nel cuore di questi bambini! Grande! Sei veramente una grande! <3

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  2. Federica, detto da te vale doppio! :)

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  3. Bravissima !! Consiglierò il tuo blog a Flavia, anche lei impegnatissima da anni nelle letture pre-nanna. Troverà sicuramente tanti ottimi suggerimenti :)

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