Fa un po' sorridere che questo libro sia uscito proprio alla fine del periodo appena trascorso, in cui passeggiare col proprio cane, per molti, ha rappresentato l'unico modo per evadere da una quarantena a volte pesante da sopportare.
Ma Passeggiata col cane, dello svedese Sven Nordqvist (Camelozampa), è in realtà un libro senza tempo e senza contingenza, un'immenso viaggio dell'immaginazione in cui perdersi senza cercare una meta.
Passeggiata col cane è un silent book, privo di testo, ma anche un wimmelbuch, un "libro brulicante" in cui ogni pagina nasconde una grande ricchezza di storie, immagini, dettagli.
Ma Passeggiata col cane, dello svedese Sven Nordqvist (Camelozampa), è in realtà un libro senza tempo e senza contingenza, un'immenso viaggio dell'immaginazione in cui perdersi senza cercare una meta.
È difficile raccontare questo albo, perché le sue pagine non seguono una trama propriamente detta, e al tempo stesso ne contengono migliaia.
Le pagine seguono, come il titolo lascia intuire, la passeggiata di un bambino che porta il suo grande cane al guinzaglio. Lungo il viaggio, attraversa una grande varietà di paesaggi surreali e incontra personaggi di ogni genere.
Ci ritroviamo così in una muraglia-ferrovia che si avvita su se stessa, in un villaggio in cui le case hanno gli occhi, in una cameretta che sembra sommersa.
Le architetture escheriane e l'insolita zoologia di tutti questi mondi stravolgono il senso delle proporzioni, facendo diventare grande ciò che è piccolo e viceversa, ed evocano echi e riferimenti artistici e letterari, dal tè di Alice ai viaggi di Gulliver, dal Gatto e la volpe di Pinocchio a delle creature che ricordano i Mostri Selvaggi di Sendak.
L'ampio formato orizzontale fa sì che lo sguardo viaggi da un lato all'altro della pagina come a percorrere lunghe distanze.
E il cane? Be', lui fa semplicemente il cane: a volte tira il guinzaglio per correre lontano, a volte protegge il bambino portandolo lontano da una situazione paurosa.
Ogni pagina è un mondo in cui immergersi, e i due protagonisti, punto di riferimento narrativo, sono soltanto l'espediente per attraversarli, soffermarsi a scoprire dettagli, ritrovare la strada per andare avanti.
O forse perderla, per lasciarsi trasportare dall'immaginazione.