Nuvole in scatola
  • Home
  • Libri
    • Dalla nascita
    • Da 1 anno
    • Da 2 anni
    • Dai 3 anni
    • Dai 4 anni
    • Dai 5 anni
    • Dai 6 anni
    • Dai 7 anni
    • Dagli 8 anni
    • Dai 9 anni
    • Dai 10 anni
    • Dagli 11 anni
    • Per adulti
    • Per papà
  • Chi sono
  • Contatti
  • Affiliazione

Il papà si chiama Mariolo e la figlia Ale, diminutivo di Criminale. Fa già ridere così, vero?

La famiglia Sgraffignoni - Il furto di compleanno

È in effetti pieno di trovate buffe e simpatici equivoci La famiglia Sgraffignoni. Il furto di compleanno, degli svedesi Anders Sparring e Per Gustavsson, primo capitolo di una saga che promette risate, avventure e una lettura scorrevole, perché è inserito nella collana Leggimi! di Sinnos, fatta di libri ad alta leggibilità per primi lettori o bambini con difficoltà nella lettura.

La famiglia Sgraffignoni - Il furto di compleanno

Come suggerisce il nome La famiglia Sgraffignoni Ã¨ composta da ladri impenitenti, tutti tranne il figlio Fausto, che ha il "vizio" di volersi comportare in modo corretto e seguire le regole. Una specie di serpe in seno, insomma, se non fosse che Fausto resta comunque leale alla famiglia che ama.
I protagonisti non sembrano cattivi, ma esprimono valori del tutto sballati, sognando per la piccola Ale un futuro da "briccona perfetta".

Il breve romanzo poggia tutto su questo confronto tra buoni e cattivi, i cui confini si fanno sempre più confusi: Paul Iziotto, il vicino impiccione, ci sta quasi antipatico quando tenta di stanare i piani dei ladruncoli, e anche leggendo le vicende di Fausto oscilliamo tra il parteggiare per lui e il considerarlo un po' d'intralcio.

La famiglia Sgraffignoni - Il furto di compleanno

Ma la dicotomia tra bene e male resta sempre su un piano giocoso, senza mai addentrarsi in riflessioni profonde.
Sono bambineschi, gli Sgraffignoni, e quando si dicono le bugie tra loro tengono sempre le dita incrociate dietro la schiena: ladri sì, ma con un loro codice!

In questa avventura, si troveranno alle prese con un furto particolarmente difficile: i gioielli della corona? il caveau di una banca? No: un lecca lecca gigante, che Fausto sogna di ricevere per il suo compleanno.

"Non vi eravate mica dimenticati che dopodomani è il mio compleanno?"

Mamma Fia si sbriga a mettere una mano dietro la schiena.
"Certo che no!", mente.

Tra tunnel che sbucano nel posto sbagliato, allarmi che scattano e fraintendimenti vari, la storia avrà un epilogo inaspettato (almeno per i protagonisti).

Non sono molto credibili come ladri, questi Sgraffignoli. 

Forse anche per questo ci stanno tanto simpatici.


Quante cose può diventare una semplice sedia? O un letto, o un pezzo di corda?
Solo un bambino può rispondere a questa domanda, perché è ai suoi occhi che ogni oggetto si trasforma per diventare scenografia di una storia appena inventata.

Jip e Jannecke. Vieni a giocare?

Questo secondo volume dedicato a Jip e Janneke (del primo vi avevo parlato qui) è dedicato interamente al gioco, e per la maggior parte al gioco simbolico, quello in cui, per l'appunto, una sedia può diventare un aereo e tutto inizia con un "facciamo che ero...".

Jip e Janneke. Vieni a giocare?, ci riporta in compagnia dei due bambini dipinti così bene da Annie M.G. Schmidt e Fiep Westendorp (quelli di Pluk e il Grangrattacielo, altra chicca scovata da Lupoguido).

 Jip e Jannecke. Vieni a giocare?

Anche questo volume è fatto di capitoli brevi, che non raccontano una storia che progredisce nel tempo, ma fotografano diversi momenti, scene e situazioni: vediamo Jip e Janneke giocare con le bolle, infilare i piedi in una pozzanghera, fingersi re e regine, piloti e cowboy, sempre utilizzando come strumenti di gioco gli elementi naturali e casalinghi attorno a sé.

La lettura così spezzettata rende adatto questo libro anche ai piccoli, dai tre anni in su, che possono così accostarsi a storie poco illustrate, allenando l'ascolto e l'immaginazione.

Quello di Jip e Janneke è un mondo reale, concreto, in cui il bambino può riconoscersi: i protagonisti sono credibili e niente affatto romanzati, tanto che spesso, nel corso del libro, si trovano a battibeccare nel più comune dei cliché infantili, la cui ripetizione farà certamente ridere i piccoli lettori:

"E invece no", fa Jip
"E invece sì", ribadisce Janneke


Jip e Jannecke. Vieni a giocare?

Nel mondo di Jip e Janneke gli adulti passano soltanto di striscio, per concedere permessi, dare regole o bacchettare un po' (ma sempre in modo lieve e rispettoso): non li vediamo quasi mai nelle illustrazioni.

Sono invece presenze costanti la bambolina di Janneke (anzi, Bambolina: è il suo nome proprio) e Sippi e Takki (un gatto e un cane), rivestiti, nel tipico pensiero magico infantile, di ruoli e capacità che vanno certamente oltre quelli di un animale e di un pupazzo di pezza. 

Jip e Jannecke. Vieni a giocare?


È proprio la comprensione della logica bambina la cifra più significativa di Jip e Janneke. Vieni a giocare?. Per ben due volte, i due bambini si costruiscono un riparo, una "casetta" per gioco, ad esempio dentro un grande tubo trovato in un cantiere, e si rammaricano perché non piove.

"Se piove siamo all'asciutto", osserva Jip.
"Ma non piove", dice Janneke.
No, non piove. È un peccato.

È evidente che il ragionamento manchi di logica in senso stretto: se non piove, i due sono comunque all'asciutto. Eppure la pioggia avrebbe reso più reale il riparo, lo avrebbe trasformato da gioco in realtà, da avventura immaginata ad avventura vissuta e questo, per un bambino, ha molto, moltissimo senso.


Come ve lo immaginate un pony?
No, non fisicamente, parlo del suo carattere, dei suoi pensieri. Probabilmente immaginate un animale dolce, giocherellone, pronto a farsi coccolare da tutti i bambini. Il pony, d'altra parte, sembra quasi un anello di congiunzione tra l'animale vero e il peluche.

Tarzan musolungo. Un pony al galoppo verso la libertà

Ecco: Tarzan musolungo. Un pony al galoppo verso la libertà è pronto a scardinare questa idilliaca visione con un protagonista musone, scorbutico e lamentoso, ma che non può non catturare la simpatia dei lettori.

Nel romanzo, scritto da Cécile Alix con le (poche) illustrazioni di Louis Thomas e pubblicato in Italia da Terre di Mezzo editore, Tarzan racconta la sua storia in prima persona: la famiglia del suo amato padroncino Noè si trasferisce per un anno, a causa del lavoro del padre, e lui viene mandato a tradimento nel maneggio Edelweiss, dove è costretto ad avere a che fare con altri animali e soprattutto con bambine e bambini che partecipano alle gite e alle attività del campo estivo.

Tarzan musolungo. Un pony al galoppo verso la libertà

Tarzan sembra un uomo solitario infilato a forza in un villaggio vacanze con servizio animazione: detesta tutto e tutti e non si risparmia nel manifestarlo.

Più volte tenterà la fuga, fino a riuscirci e a restare coinvolto in un'avventura proprio insieme alle due bambine che non poteva soffrire.
La paura e le emozioni vissute insieme contribuiranno a cambiare la sua percezione e a dare una svolta ai suoi sentimenti verso il maneggio, i suoi gestori e i suoi visitatori.

Tarzan musolungo. Un pony al galoppo verso la libertà

Ma al di là della parabola narrativa, agile e abbastanza incalzante, a rendere il libro divertente e godibile è proprio il tono di voce di Tarzan, pony musone.
Rivolgendosi direttamente al lettore, lo coinvolge in riflessioni sull'assurdità di certi comportamenti umani e condisce gli avvenimenti con il suo stile sarcastico.

Tarzan musolungo. Un pony al galoppo verso la libertà

Anche i titoli dei capitoli contribuiscono alla costruzione di questo scorbutico personaggio: tutti (o quasi) iniziano con la parola "Odio": "Odio i van", "Odio gli addii", "Odio il maneggio degli Edelweiss", "Odio questo prato"... la lettura diventa quasi un gioco che spinge il bambino a immaginare quale sarà la prossima vittima dell'odio di Tarzan.

Tarzan musolungo Ã¨ una lettura divertente, in qualche modo catartica (verso tutte quelle attività alle quali anche i bambini si sentono costretti), con quel pizzico di sentimento che rende tutto più pieno, e che ci fa amare anche un protagonista che, all'apparenza, odia tutti.


Dare dell'avvoltoio a qualcuno, almeno in Italia, non suona proprio come un complimento. 

Non so se questa metafora sia presente anche nella lingua francese (qualche esperto o madrelingua sta leggendo e può illuminarmi?), ma visto che oggi parliamo di un albo di Tomi Ungerer, partiamo da una visione del mondo animale che non è certo quella dei luoghi comuni.

Orlando

 

Come tanti dei protagonisti di Ungerer (qui trovate le altre recensioni fatte sul blog), Orlando, l'avvoltoio coraggioso è altruista e pronto a sacrificarsi per i suoi amici umani.

Lupoguido ancora una volta dimostra gusto letterario e coraggio riportando in Italia un albo dalle atmosfere poco abituali nella letteratura per l'infanzia più recente.

Orlando

L'albo si apre infatti con Orlando che trova il corpo di un cercatore d'oro steso a terra. L'immagine non è certo rasserenante, ma la tranquillità con cui Ungerer la accompagna, con la sua prosa sempre garbata e misurata, ce la fa accettare come semplice parte della storia.

Orlando si china sul cercatore d'oro e raccoglie i suoi oggetti, ma non per derubarlo: con la fotografia della moglie e del figlio, vola a cercare aiuto, finché li troverà, dopo diversi tentativi e spostamenti.

Orlando

Orlando ha colori caldi sui toni del rosso, del grigio e del marrone, è un western nello stile visivo e anche, parzialmente, nell'intreccio, che vede entrare in scena a un certo punto dei banditi con il sombrero.

L'illustrazione strizza l'occhio anche al fumetto quando vediamo le silhouette dei banditi correre nella notte di luna piena.

Orlando

E tra sparatorie, rapimenti e inseguimenti, tutto tornerà al suo posto, grazie alla generosità d'animo di un avvoltoio, l'animale che non ti aspetti.
 


Ridere e riflettere non sono due azioni in contraddizione tra loro.

Anzi: la risata presuppone un cambio di prospettiva, la conclusione inattesa di una frase o di un'azione che, se solo ci fermassimo ogni volta ad analizzarla, renderebbe ridere un atto filosofico.

Grolefante e topolino che coppia

Lo sanno bene i due protagonisti di questo albo a fumetti.

Grolefante & Topolino. Che coppia! di Pierre Delye e Ronan Badel (traduzione di Eleonora Armaroli, Terre di mezzo editore) è il seguito di Grolefante & Topolino. Che amicizia bestiale! e come il volume precedente è un guazzabuglio di episodi godibili anche singolarmente, che coniugano comicità e filosofia.

Sono i titoli dei capitoli (impaginati in modo discreto, quasi fossero brevi considerazioni introduttive anziché titoli veri e propri) a dare spesso una chiave di lettura e di riflessione a quella che altrimenti sarebbe una semplice barzelletta illustrata. Oppure, viceversa, le frasi introduttive rappresentano ulteriori barzellette.

Se fai centro una volta su mille, ma al primo colpo, tutti penseranno che hai un'ottima mira.

è ad esempio il raffinato concetto statistico che precede l'episodio sul tirassegno, ma a volte la connessione tra titolo e storia è più sfuggente, ed è proprio la ricerca di questa connessione a stimolare l'ingegno e il ragionamento.

Grolefante e topolino che coppia

E così, tra la storia di un serpente che si morde la lingua e si chiede se è velenoso e un camaleonte che insegna a Grolefante a nascondersi in un campo di fragole dipingendosi le unghie di rosso (il libro in effetti cita spesso freddure e battute piuttosto classiche), Grolefante & Topolino. Che coppia! ci dice qualcosa sul nostro posto nel mondo, sull'identità, sull'amicizia, sui rapporti con gli altri.

Grolefante e topolino che coppia


È il classico libro che ha più livello di lettura: dallo svago di chi vuole ridere (magari un lettore in erba, visto che il testo è poco e, esclusi i titoli, interamente in stampato maiuscolo) al pensiero di chi al divertimento vuole abbinare un momento di crescita.

Grolefante e Topolino sono diversi e uguali al tempo stesso e in queste loro identità e differenze trovano la loro via per stare insieme ed essere amici. E, già che ci sono, per intrattenere i lettori con un sorriso.


 

Pensate a un giornalista.

La prima immagine che ci viene in mente è quella di una figura monolitica, senza troppe sfaccettature, che gira con il suo bloc notes a caccia di scoop. 
In realtà il giornalismo è fatto di molte attività diverse tra loro, secondo il campo di competenza (o perlomeno, così dovrebbe essere).

L'eco del bosco

La prima cosa che mi ha colpito nella serie di brevi romanzi L'Eco del Bosco, scritta da Marco Iosa e illustrata da Giovanni Nori e pubblicata da Camelozampa, è proprio lo spaziare tra le diverse discipline del giornalismo, esplorandone le specializzazioni.

L'eco del bosco

L'Eco del Bosco, primo romanzo della serie, si concentra soprattutto sulla costruzione della nuova coppia di cronisti dell'omonimo giornale: Lupo e Polly Pec, un lupo e una pecora. Esperto e orgoglioso, il lupo fatica ad accettare di essere affiancato da una novellina, perdipiù appartenente a una specie proverbialmente in contrasto con la sua, ma l'esperienza condivisa e il talento della pecora gli faranno cambiare idea.

La loro attività giornalistica si concentra sullo storytelling: Lupo e Polly sono titolari di "Stranimali", una rubrica da rotocalco, che si occupa non tanto di fatti di cronaca, quanto di storie curiose di animali, come quella di Sante, l'elefante ballerino, o della famiglia Porcellino, con un record di 30 figli.

L'eco del bosco

Polly porta a Lupo una visione nuova, più empatica, del suo lavoro: riesce a entrare in sintonia con gli animali che intervista, e spesso ad aiutarli grazie alla propria sensibilità. La rubrica, scritta in toni coinvolgenti e ricchi di emozione, diventa un luogo dove parlare di accoglienza, di diversità, di comprensione: un po' lo stesso percorso che compiono i due protagonisti, l'uno verso l'altra.

Con Il giallo del Pangolino giallo, Lupo e Polly diventano giornalisti di cronaca nera, indagando sulla scomparsa di un vecchio professore dalla scuola che Lupo stesso aveva frequentato. Sarà stato ucciso?

In ognuno dei romanzi della serie, la struttura è la medesima: a un capitolo narrativo sull'inchiesta compiuta dai due giornalisti fa seguito il relativo articolo uscito sul giornale. In questo volume, all'articolo si aggiunge una brevissima scheda che coinvolge il lettore nell'indagine, sfidandolo a ricordare cosa avesse notato di strano e a scrivere le sue supposizioni.

L'eco del bosco

I mondiali dell'Olympic Boscaglia ha, prevedibilmente, come protagonista il giornalismo sportivo. 

Polly e Lupo seguono una sgangherata squadra calcistica, l'Olympic Boscaglia per l'appunto, che si ritrova qualificata al Campionato del Mondo degli animali. Lupo, qui, abbandonerà le vesti di giornalista, lasciando il timone a Polly, perché sarà convocato come mister della squadra.

L'eco del bosco

Perché è stato chiamato proprio lui, che sembra non essere interessato al calcio? In tutti e tre i libri della serie, il passato di lupo emerge in qualche modo, dando al personaggio un'aura di mistero e regalando un doppio filone narrativo alla trama, che segue contemporaneamente i fatti narrati dai due giornalisti e anche le loro storie private.

La scrittura di Marco Iosa è ricca di trovate umoristiche, di un umorismo fatto di giochi di parole ed equivoci che rispondono perfettamente al gusto dei bambini a cui i libri sono rivolti, dai 7 ai 10 anni circa. Molte anche le citazioni parodistiche di personaggi famosi come, nel capitolo calcistico, Daniele De Rattis e Er Lupone (si nota certamente l'origine romana dell'autore!).

Non manca una certa ironia meta-letteraria:

"Il giallo del pangolino, ché poi i pangolini sono gialli. Sembra il titolo di un libro: Il giallo del pangolino giallo."
"Solo un cretino intitolerebbe così un libro!" disse un gatto nero di nome Pepe che passava in quel momento nel corridoio insieme a un amico micio. Subito dopo un pianoforte cadde in testa al gatto Pepe. A volte gli autori dei libri sono più permalosi di un rinoceronte.

Nelle storie di L'Eco del Bosco trionfano sempre i buoni sentimenti e l'umorismo, due elementi che, insieme al font ad alta leggibilità, rendono la lettura particolarmente accattivante, mentre gli articoli citati sono ottimi esempi di testi di diverso genere, con cui i bambini possono prendere gradualmente confidenza.

Chissà se la prossima avventura ci porterà ad esplorare il mondo del giornalismo scientifico. Vista la confusione comunicativa degli ultimi tempi, ne sentiremmo tanto il bisogno.


   

C'è quel momento, prima del sonno, in cui qualcosa dentro un bambino si ribella, non vuole lasciarsi andare, non vuole perdere un minuto di quella vita che potrebbe andare avanti senza la sua presenza cosciente.

Tutto dormirà

È questa la sensazione che mi ha dato Tutto dormirà, ninna nanna tradizionale svedese di Astrid Lindgren (la "mamma" di Pippi Calzelunghe), illustrata da Marit Törnqvist, che Camelozampa ha portato in Italia con la traduzione poetica di Chiara Carminati.

Se l'impianto testuale di questo canto è piuttosto classico (l'idea centrale è "dormi perché tutto il mondo sta dormendo"), spicca la presenza di un gatto, che si fa protagonista delle illustrazioni e ritorna come in un refrain nelle parole: un gatto che non si arrende al sonno.

Tutto dormirà

Il testo, posato, ritmico, ricco di suoni familiari, come si addice a una ninna nanna, elenca gradualmente persone e animali che si avvicinano al sonno: 

Dormirà mamma e anche papà
perché la notte tra poco verrà.

E in questo elenco fa capolino lui:

Perfino il gatto dormire dovrà.

Perché "perfino"? Chi è questo gatto che non vuole dormire? Io credo che nel gatto il bambino possa riconoscere, per quanto non razionalmente, quella parte di lui che cerca ancora di esplorare il mondo e non accetta di spegnere la luce.

Tutto dormirà

Nelle prime pagine lo vediamo uscire di casa e le illustrazioni ne seguono il percorso. Sarà lui a mostrarci gli animali addormentati che il testo elenca: mucche, vitelli, maiali, cavalli e così via.

Le immagini ora si allontanano, facendo del gatto un puntino, ora si avvicinano, in un movimento quasi oscillatorio, come un respiro, come una coccola.

Quando scende la notte, vediamo la casa da lontano, piccola, nel buio: un'immagine di pace e inquietudine allo stesso tempo. E solo allora il gatto ritorna e riesce a dormire.

Tutto dormirà

Alla ska sova (questo il nome originale svedese della ninna nanna), scritta dalla Lindgren per un film e musicata da Georg Riedel, accompagna da anni al sonno i bambini svedesi. L'edizione di Camelozampa comprende un QR code per ascoltare questa canzone, con la musica originale e le parole italiane della Carminati, cantate da Aida Talliente.

A me però, lo confesso, piace più leggerla, guardarla, seguire con lo sguardo il gatto che fugge all'oblio del sonno, per poi lasciarsi andare, solo quando è giunto il momento giusto.



Quando si parla di terrore del foglio bianco, di quella paura di scrivere la prima riga di un romanzo o di un saggio, ci si riferisce di solito al mondo adulto.

Si dà un po' per scontato che un bambino, con la sua innata e fanciullesca fantasia, non abbia di questi problemi. Ma chiunque abbia a che fare con bambini, se ci pensa bene, si rende conto che la loro fantasia viaggia sì, ma solo quando lo può fare spontaneamente. Messi di fronte al dovere di scrivere o raccontare qualcosa (pensate solo ai "cos'hai fatto oggi?" "niente"), si trovano di fronte il vuoto.

La fantasmagorica storia di Ralph


 La fantasmagorica storia di Ralph racconta proprio questo: il terrore del foglio bianco, inversione bambino.

Il titolo dell'edizione italiana, di Terre di Mezzo editore, strizza l'occhio alla serie più celebre della sua autrice Abby Hanlon: Dory Fantasmagorica. Nella versione originale, Ralph Tells a Story, il riferimento non è presente.

Di Dory, Ralph ha soprattutto lo spirito scanzonato e le illustrazioni allegre. Diversa invece è la scrittura, molto più vicina in questo caso a un albo illustrato che a un breve romanzo: con poche parole per pagina e molti fumetti, Ralph si potrebbe quasi definire una prima graphic novel.

"Le storie sono dappertutto!"

dice sempre la maestra di Ralph quando li stimola a scrivere. E Ralph si sente un pesce fuor d'acqua, perché lui non ne trova mai. Gli sembra che non gli succeda mai niente di interessante.

La fantasmagorica storia di Ralph

I suoi compagni di classe, invece, quelli sì che sono bravi a scrivere storie: sembra che lo facciano senza la minima fatica, raccontando del gelato preso con la mamma, delle caramelle nascoste sotto il letto, di un piccolo segreto condiviso con la nonna.

La fantasmagorica storia di Ralph

Per Ralph, invece, l'ora di scrittura è una tortura, anche se la sua compagna Daisy scrive un sacco di storie anche su di lui: sono quelle che lui non riesce a cogliere, ma che viste dall'esterno sembrano molto più interessanti.

La fantasmagorica storia di Ralph

Dopo aver trovato mille scuse per evitare di dover leggere alla classe il proprio componimento, Ralph non può più sottrarsi, ma è proprio in quel momento che grazie alle domande curiose dei compagni scopre che quello che lui credeva un semplice, piccolo e insignificante avvenimento (un bruco che gli cammina su una gamba) può trasformarsi nella più bella delle avventure: basta scoprirne i dettagli, guardarlo con occhi diversi, immaginarne uno sviluppo.

Ralph diventa così un appassionato scrittore e narratore, finalmente sbloccato dal suo terrore del foglio bianco.

La fantasmagorica storia di Ralph Ã¨ una storia leggera, che si pone con allegria accanto al bambino e ai suoi timori scolastici, lasciando intravedere una soluzione semplice, per certi versi fin troppo, a un problema concreto, con un messaggio sotteso in favore della costruzione della propria autostima. 

I racconti dei compagni di Ralph, in fondo, non sono romanzi fantasiosi o trovate geniali: ciò che conta è saper cogliere le storie, anche piccole, che si trovano attorno a noi.

Piccola chicca, i risguardi, che rappresentano il "prima" e il "dopo" di questa storia, la svolta di un protagonista prima bloccato, poi ispirato.

La fantasmagorica storia di Ralph

Fa sorridere, infine, l'ampia presenza di errori ortografici negli scritti di tutta la classe, perfino degli alunni più bravi: La fantasmagorica storia di Ralph non insegue la perfezione, ma stimola la voglia di buttarsi, di fare, di provare, senza timore dell'errore. 

È solo così che si impara davvero.


Le amicizie vere attraversano le stagioni, e così è anche per due protagonisti che ho molto amato e che ora sono tornati in libreria con una nuova avventura.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem 

Nino la talpa e Topo Taddeo, i personaggi di Henri Meunier e Benjamin Chaud, già protagonisti di Nino & Taddeo dipingono la primavera e Nino & Taddeo e la torta di lombrichi, ci presentano le loro avventure estive (e una più primaverile) in Nino & Taddeo. Un'estate in tandem, edito ancora da Terre di Mezzo editore.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem

Ritroviamo in questo volume i consueti meccanismi del loro forte e unico legame: Nino la talpa che ci vede pochissimo e fa continue gaffes, Topo Taddeo che cerca di non farglielo pesare e anzi di aiutarlo a vivere pienamente la propria vita, il tutto immerso in un'atmosfera lenta e serena, tra i profumi e le sensazioni della natura.

 Nei tre episodi che compongono questo volume vediamo i due amici fare una gita al lago, dove Nino (convinto che attorno a lui non ci sia nessuno) lascerà il suo costume al più pudico Taddeo.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem

Assistiamo quindi alle pulizie di primavera di Nino, che si metterà a spolverare anche l'amico.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem

Il testo continua a dialogare con le immagini in una complementarietà che crea ironie e contrasti: le illustrazioni ci fanno sorridere svelando tutte le sviste di Nino, che il testo non dice.

Resta molto forte la componente affettiva, in un continuo alternarsi tra umorismo e dolcezza: in ogni episodio si ride e ci si commuove nel vedere quanto Nino e Taddeo contino l'uno sull'altro.

Il terzo racconto è forse in questo senso il più intenso: qui, forse per la prima volta, vediamo Nino ricambiare gli sforzi di Taddeo, e sopperire al proprio difetto di vista per imparare a memoria una strada attraverso i suoi elementi tattili, solo per portare l'amico in gita in tandem.

Perfetto per una lettura autonoma dai sette anni ma anche per una lettura condivisa dai quattro-cinque, Nino & Taddeo. Un'estate in tandem, come gli altri titoli della serie, è un libro trasversale, che attraversa diverse età regalando a ciascuna sorrisi e risate e lasciando la sensazione che l'amicizia sia qualcosa su cui investire, sempre.


   

Anche quest'anno il blog con le sue recensioni va in vacanza, ma vi lascia con una piccola proposta di lettura: una sfida per promuovere la bellezza di leggere con una sfida sui social media in un periodo in cui il mondo dell'editoria e dei blog riposa un po'.

Per il tema di quest'anno ho pensato ai sensi: leggere attiva le nostre sensazioni per farci percepire le cose con la nostra mente e la nostra immaginazione.

Vuoi partecipare?

#sentichelibri


#sentichelibri Ã¨ la sfida social di lettura per regalare ai tuoi bambini un’estate di storie.

Dal 5 luglio al 5 settembre, ti proporrò nove minisfide tutte da leggere.
Partecipare è semplicissimo:

1. UNISCITI ALLA SFIDA
Condividi questo post su Facebook oppure segui @nuvoleinscatola su Instagram.

2. PARTECIPA ALLE MINISFIDE settimanali pubblicate sulla pagina di Nuvole in Scatola: scegli un libro che ti  faccia "percepire" la sensazione di volta in volta proposta e leggilo con tuo figlio.

3. FOTOGRAFA il tuo momento di lettura e pubblicalo taggando @nuvoleinscatola e aggiungendo l’hashtag #sentichelibri

Le istruzioni sono tutte su questo post su Facebook o su Instagram.

Come nelle edizioni precedenti, nessuno di questi passi è obbligatorio, perché in palio non c'è alcun premio, per almeno per due ragioni:
  1. Mi piace la legalità. Offrire un premio significherebbe avviare un meccanismo di concorso a premi, con tutti gli adempimenti legali del caso (sì, la maggior parte dei giveaway che trovate online è illegale), e farlo sui social media è particolarmente complicato e al limite del lecito.
  2. Mi piace la sincerità. Non mi interessa conquistare nuovi fan che si avvicinano solo per vincere qualcosa.
    Mi piace l'idea di costruire attorno al mio blog una bella comunità di genitori, insegnanti e  appassionati alla letteratura per l'infanzia, e di diffondere attraverso i social network questo amore e questa passione. Tutto qui.
Vorrei, insomma, che partecipasse solo chi pensa che il premio più bello sia leggere una bella storia al proprio figlio.

Pronto a partire?
La prima minisfida ti sta già aspettando su Facebook e su Instagram. Quale libro sceglierai?

Buona lettura, e buona estate!

Post più recenti Post più vecchi Home page

Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

Segui le nuvole

Newsletter

* indicates required

POPULAR POSTS

  • A.A.A. capelli cercasi.
  • Io, il nemico.
  • Gira la carta e trovi... la mamma!
  • Il mostro mangiacapelli
  • Svish, splash, squelch, scric, fiuuu!

Temi

animali 68 scienza 43 amicizia 29 diversità 28 fantasia 27 natale 25 papà 22 cani 21 disegno 19 rime 19 nanna 18 natura 17 regali 17 paure 14 scuola 14 fratelli e sorelle 13 condivisione 12 emozioni 12 onomatopee 11 avventura 10 pannolino 10 cibo 9 corpo umano 9 crescita 9 ecologia 9 halloween 9 mostri 9 nonni 9 amore 8 autostima 8 lettura 8 mamma 8 morte 8 punti di vista 8 silent book 8 ambiente 7 bullismo 7 esperimenti 7 interattivo 7 gatti 6 mare 6 noia 6 scrittura 6 storia 6 educazione 5 matematica 5 neve 5 supereroi 5 compleanno 4 difetti 4 dinosauri 4 famiglia 4 favole 4 primavera 4 regole 4 capricci 3 esplorazione 3 gallucci 3 in viaggio 3 inserimento 3 lentezza 3 maestra 3 neogenitori 3 neonato 3 resilienza 3 vacanze 3 buio 2 carnevale 2 cucu 2 disabilità 2 estate 2 macchine 2 tempo 2 autonomia 1 autunno 1

Search This Blog

Blog Archive

  • ▼  2023 (15)
    • ▼  marzo (8)
      • Mostri che non fanno cose.
      • La fortuna nel bosco
      • Tanto di cappello
      • Animali coi baffi.
      • A.A.A. capelli cercasi.
      • Io, il nemico.
      • Un osso a sorpresa.
      • I colori dell'immaginazione
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2022 (81)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (8)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2021 (111)
    • ►  dicembre (13)
    • ►  novembre (14)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (12)
    • ►  luglio (1)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (12)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2020 (103)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (9)
  • ►  2019 (101)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (12)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (8)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (9)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2018 (79)
    • ►  dicembre (8)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (9)
    • ►  luglio (3)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (7)
    • ►  febbraio (8)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2017 (62)
    • ►  dicembre (7)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (7)
    • ►  settembre (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2016 (44)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (4)
    • ►  maggio (5)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2015 (38)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (4)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2014 (34)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (3)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  luglio (2)
    • ►  giugno (3)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (2)

Copyright © Nuvole in scatola. Designed by OddThemes