Nuvole in scatola
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Quando si parla di terrore del foglio bianco, di quella paura di scrivere la prima riga di un romanzo o di un saggio, ci si riferisce di solito al mondo adulto.

Si dà un po' per scontato che un bambino, con la sua innata e fanciullesca fantasia, non abbia di questi problemi. Ma chiunque abbia a che fare con bambini, se ci pensa bene, si rende conto che la loro fantasia viaggia sì, ma solo quando lo può fare spontaneamente. Messi di fronte al dovere di scrivere o raccontare qualcosa (pensate solo ai "cos'hai fatto oggi?" "niente"), si trovano di fronte il vuoto.

La fantasmagorica storia di Ralph


 La fantasmagorica storia di Ralph racconta proprio questo: il terrore del foglio bianco, inversione bambino.

Il titolo dell'edizione italiana, di Terre di Mezzo editore, strizza l'occhio alla serie più celebre della sua autrice Abby Hanlon: Dory Fantasmagorica. Nella versione originale, Ralph Tells a Story, il riferimento non è presente.

Di Dory, Ralph ha soprattutto lo spirito scanzonato e le illustrazioni allegre. Diversa invece è la scrittura, molto più vicina in questo caso a un albo illustrato che a un breve romanzo: con poche parole per pagina e molti fumetti, Ralph si potrebbe quasi definire una prima graphic novel.

"Le storie sono dappertutto!"

dice sempre la maestra di Ralph quando li stimola a scrivere. E Ralph si sente un pesce fuor d'acqua, perché lui non ne trova mai. Gli sembra che non gli succeda mai niente di interessante.

La fantasmagorica storia di Ralph

I suoi compagni di classe, invece, quelli sì che sono bravi a scrivere storie: sembra che lo facciano senza la minima fatica, raccontando del gelato preso con la mamma, delle caramelle nascoste sotto il letto, di un piccolo segreto condiviso con la nonna.

La fantasmagorica storia di Ralph

Per Ralph, invece, l'ora di scrittura è una tortura, anche se la sua compagna Daisy scrive un sacco di storie anche su di lui: sono quelle che lui non riesce a cogliere, ma che viste dall'esterno sembrano molto più interessanti.

La fantasmagorica storia di Ralph

Dopo aver trovato mille scuse per evitare di dover leggere alla classe il proprio componimento, Ralph non può più sottrarsi, ma è proprio in quel momento che grazie alle domande curiose dei compagni scopre che quello che lui credeva un semplice, piccolo e insignificante avvenimento (un bruco che gli cammina su una gamba) può trasformarsi nella più bella delle avventure: basta scoprirne i dettagli, guardarlo con occhi diversi, immaginarne uno sviluppo.

Ralph diventa così un appassionato scrittore e narratore, finalmente sbloccato dal suo terrore del foglio bianco.

La fantasmagorica storia di Ralph Ã¨ una storia leggera, che si pone con allegria accanto al bambino e ai suoi timori scolastici, lasciando intravedere una soluzione semplice, per certi versi fin troppo, a un problema concreto, con un messaggio sotteso in favore della costruzione della propria autostima. 

I racconti dei compagni di Ralph, in fondo, non sono romanzi fantasiosi o trovate geniali: ciò che conta è saper cogliere le storie, anche piccole, che si trovano attorno a noi.

Piccola chicca, i risguardi, che rappresentano il "prima" e il "dopo" di questa storia, la svolta di un protagonista prima bloccato, poi ispirato.

La fantasmagorica storia di Ralph

Fa sorridere, infine, l'ampia presenza di errori ortografici negli scritti di tutta la classe, perfino degli alunni più bravi: La fantasmagorica storia di Ralph non insegue la perfezione, ma stimola la voglia di buttarsi, di fare, di provare, senza timore dell'errore. 

È solo così che si impara davvero.


Le amicizie vere attraversano le stagioni, e così è anche per due protagonisti che ho molto amato e che ora sono tornati in libreria con una nuova avventura.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem 

Nino la talpa e Topo Taddeo, i personaggi di Henri Meunier e Benjamin Chaud, già protagonisti di Nino & Taddeo dipingono la primavera e Nino & Taddeo e la torta di lombrichi, ci presentano le loro avventure estive (e una più primaverile) in Nino & Taddeo. Un'estate in tandem, edito ancora da Terre di Mezzo editore.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem

Ritroviamo in questo volume i consueti meccanismi del loro forte e unico legame: Nino la talpa che ci vede pochissimo e fa continue gaffes, Topo Taddeo che cerca di non farglielo pesare e anzi di aiutarlo a vivere pienamente la propria vita, il tutto immerso in un'atmosfera lenta e serena, tra i profumi e le sensazioni della natura.

 Nei tre episodi che compongono questo volume vediamo i due amici fare una gita al lago, dove Nino (convinto che attorno a lui non ci sia nessuno) lascerà il suo costume al più pudico Taddeo.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem

Assistiamo quindi alle pulizie di primavera di Nino, che si metterà a spolverare anche l'amico.

Nino e Taddeo - Un'estate in tandem

Il testo continua a dialogare con le immagini in una complementarietà che crea ironie e contrasti: le illustrazioni ci fanno sorridere svelando tutte le sviste di Nino, che il testo non dice.

Resta molto forte la componente affettiva, in un continuo alternarsi tra umorismo e dolcezza: in ogni episodio si ride e ci si commuove nel vedere quanto Nino e Taddeo contino l'uno sull'altro.

Il terzo racconto è forse in questo senso il più intenso: qui, forse per la prima volta, vediamo Nino ricambiare gli sforzi di Taddeo, e sopperire al proprio difetto di vista per imparare a memoria una strada attraverso i suoi elementi tattili, solo per portare l'amico in gita in tandem.

Perfetto per una lettura autonoma dai sette anni ma anche per una lettura condivisa dai quattro-cinque, Nino & Taddeo. Un'estate in tandem, come gli altri titoli della serie, è un libro trasversale, che attraversa diverse età regalando a ciascuna sorrisi e risate e lasciando la sensazione che l'amicizia sia qualcosa su cui investire, sempre.


   

Anche quest'anno il blog con le sue recensioni va in vacanza, ma vi lascia con una piccola proposta di lettura: una sfida per promuovere la bellezza di leggere con una sfida sui social media in un periodo in cui il mondo dell'editoria e dei blog riposa un po'.

Per il tema di quest'anno ho pensato ai sensi: leggere attiva le nostre sensazioni per farci percepire le cose con la nostra mente e la nostra immaginazione.

Vuoi partecipare?

#sentichelibri


#sentichelibri Ã¨ la sfida social di lettura per regalare ai tuoi bambini un’estate di storie.

Dal 5 luglio al 5 settembre, ti proporrò nove minisfide tutte da leggere.
Partecipare è semplicissimo:

1. UNISCITI ALLA SFIDA
Condividi questo post su Facebook oppure segui @nuvoleinscatola su Instagram.

2. PARTECIPA ALLE MINISFIDE settimanali pubblicate sulla pagina di Nuvole in Scatola: scegli un libro che ti  faccia "percepire" la sensazione di volta in volta proposta e leggilo con tuo figlio.

3. FOTOGRAFA il tuo momento di lettura e pubblicalo taggando @nuvoleinscatola e aggiungendo l’hashtag #sentichelibri

Le istruzioni sono tutte su questo post su Facebook o su Instagram.

Come nelle edizioni precedenti, nessuno di questi passi è obbligatorio, perché in palio non c'è alcun premio, per almeno per due ragioni:
  1. Mi piace la legalità. Offrire un premio significherebbe avviare un meccanismo di concorso a premi, con tutti gli adempimenti legali del caso (sì, la maggior parte dei giveaway che trovate online è illegale), e farlo sui social media è particolarmente complicato e al limite del lecito.
  2. Mi piace la sincerità. Non mi interessa conquistare nuovi fan che si avvicinano solo per vincere qualcosa.
    Mi piace l'idea di costruire attorno al mio blog una bella comunità di genitori, insegnanti e  appassionati alla letteratura per l'infanzia, e di diffondere attraverso i social network questo amore e questa passione. Tutto qui.
Vorrei, insomma, che partecipasse solo chi pensa che il premio più bello sia leggere una bella storia al proprio figlio.

Pronto a partire?
La prima minisfida ti sta già aspettando su Facebook e su Instagram. Quale libro sceglierai?

Buona lettura, e buona estate!

Bene, è arrivato quel momento: molti di voi sono già in vacanza, e anche il blog si prende un paio di mesi di ferie (non la sua padrona, purtroppo).

Come si suole fare, dovrei lasciarvi con qualche libro sui paesaggi marini o montani, invece quest'anno vi porto in una gita in città. Chissà se quest'estate visiterete qualche luogo storico e vi ritroverete a raccontare ai vostri bambini il significato dei reperti.

Ecco, in questo caso, potrebbe essere utile un libro che racconta cosa ci sia dietro agli scavi, ai rinvenimenti, allo studio degli archeologi.

Scava con Archeokids

 

Scava con Archeokids! Il manuale del giovane archeologo, una novità di Editoriale Scienza, racconta tutto questo senza banalizzare, anzi mettendo in luce aspetti spesso poco noti, o perlomeno poco presi in considerazione, dell'archeologia, come ad esempio la presenza di diverse specializzazioni (classicisti, egittologi, medievisti ecc.).

Scava con Archeokids

Scritto da cinque archeologi che gestiscono il sito Archeokids, il libro è agile e con caratteri grandi, arricchito da illustrazioni chiare ed esplicative e da alcuni piccoli giochi enigmistici, e coinvolge il bambino (dai 7-8 anni) con spiegazioni ed esperimenti, per accompagnarlo alla scoperta dell'osservazione del sito in cui scavare, della stratigrafia del terreno, delle tecniche di scavo, delle diverse tipologie di reperti, della catalogazione e dell'esposizione in un museo.

Scava con Archeokids

Affascinante e chiarissima la spiegazione della distinzione tra tracce positive e negative (quelle che consistono in un'asportazione di materiale, come i solchi lasciati da un carro su una strada), accompagnata da semplici attività a tema. 

Scava con Archeokids

L'archeologia viene così affrontata con la proposta di dettagli curiosi che, durante la visita a un museo o a un sito archeologico, possono fare la differenza tra un bambino annoiato e un bambino interessato.

In conclusione, Scava con Archeokids! presenta alcuni esempi concreti, con le loro particolarità e curiosità, come gli scavi di Pompei o l'esercito di terracotta.

Scava con Archeokids

Di esempi eccellenti ne manca solo uno: quello di casa vostra!
La prossima volta che volete lasciare un biglietto scritto a vostro figlio, fateglielo ricomporre come farebbe un archeologo!

Strappate il messaggio in vari pezzettini e nascondeteli sotto della farina in un vassoio, avendo cura di mantenere l'ordine esatto di lettura. Poi fate setacciare la farina a vostro figlio, come farebbe un archeologo con la terra.

gioco archeologico

In questo modo, segnando il quadrante di ritrovamento (sulla griglia che avrete creato fissando dello spago sui bordi del vassoio) saprà ricomporre il vostro scritto.

Quale messaggio dall'antichità verrà rivelato?

gioco archeologico


Ci sono una bambina, un papà, la classica "casetta al limitare del bosco", una strega cattiva e, naturalmente, un bosco.

Dulcinea nel bosco stregato

Insomma: Dulcinea nel bosco stregato di Ole Könnecke, pubblicata da Beisler con la bella traduzione di Chiara Belliti,  è decisamente una favola, come recita il sottotitolo. O meglio, tecnicamente sarebbe una fiaba, ma devo riscontrare che ormai la distinzione è desueta.

Dulcinea, la protagonista, è la classica bambina forte e volenterosa: la vediamo dalle prime pagine quando, con un'accetta alta quasi quanto lei, si dà da fare per spaccare la legna. Il padre la lascia libera di muoversi e giocare, con un unico divieto, il più classico dei divieti: non entrare nel bosco.

Dulcinea nel bosco stregato

Ed è un eccesso d'amore a spingere il padre a violare la sua stessa regola, addentrandosi nel bosco per cogliere i mirtilli per le frittelle di compleanno di Dulcinea. Ma il destino lo attende: la terribile strega, per puro capriccio, lo trasforma in albero, ed è così che inizia l'avventura di Dulcinea per salvare il padre da questo maleficio.

Ad accompagnare di questo genere di racconto ci aspetteremmo forse disegni dai contorni sfumati e irreali, oppure gotici e cupi, ed è qui che l'autore lascia il suo segno inconfondibile: non c'è nulla di lezioso, né di spaventoso in Dulcinea nel bosco stregato, perché a dominare è il forte spirito ironico di Ole Könnecke.

In un impianto narrativo tutto sommato molto tradizionale, Könnecke inserisce un'impronta curiosa e leggera attraverso il suo stile illustrativo, fatto di elementi stilizzati e soprattutto di un'espressività vignettistica, fatta di sguardi eloquenti che dicono più di quel che il testo racconta.

Negli occhi dei protagonisti (e delle comparse) risiede quel qualcosa che ci fa sorridere anche nei momenti di maggiore tensione narrativa. Il papà-albero, pur trovandosi in una situazione drammatica, risulta a tratti quasi comico, e la sua immagine stempera le emozioni negative regalando la certezza di un lieto fine. 

 

Dulcinea nel bosco stregato

 

E poi c'è la strega: non la classica vecchina sulla scopa, ma una signora eccentrica e molto vanesia (e Dulcinea saprà usare a suo vantaggio questa sua vanagloria). La scelta cromatica delle illustrazioni, tutte sui toni del marrone e del nero, anziché appiattire l'impatto, esalta i giochi espressivi perché vi concentra maggiormente l'attenzione.

Dulcinea nel bosco stregato


Il testo riprende alcuni luoghi comuni anche linguistici della fiaba (la casetta al limitare del bosco, il grande castello circondato da un profondo fossato), inserendoli in una prosa che mantiene però una sua modernità, impreziosita da una traduzione che valorizza la musicalità del racconto.

Stampato in stampatello maiuscolo con font ad alta leggibilità, Dulcinea nel bosco stregato Ã¨ un testo adatto sia alla lettura ad alta voce in età prescolare, sia alle prime letture autonome (la lunghezza non spaventi: è suddiviso in agili capitoli), e l'edizione con copertina rigida e opaca rende ancora più gradevole e prezioso il fantastico viaggio nel bosco insieme a Dulcinea.


Dopo aver passato secoli nella parte del cattivo per antonomasia, da qualche tempo il lupo si è fatto bersaglio prediletto di chi fa parodia sulla narrativa d'infanzia.

Tutti nella mia tana

Non fa eccezione Tutti nella mia tana , albo di Sara Carpani recentemente edito da Pulce edizioni.

L'albo inizia con il lupo che cammina spavaldo e dichiara le sue intenzioni: "Oggi ce la farò a prenderli tutti!". E pian piano inizia a chiamare le sue vittime storiche: Cappuccetto, i tre porcellini, i sette capretti.

Tutti nella mia tana

Dove sono finiti tutti?
Mentre l'albo scorre, il piccolo lettore (anzi, ascoltatore: l'albo è perfetto dai 3-4 anni) noterà dettagli dei personaggi che gli svelano la loro collocazione: la punta di un cappuccio rosso sul bordo di un tronco cavo, tre nasini rosa che sbucano da un cespuglio...

Tutti nella mia tana

La pagina seguente svela invece il personaggio nascosto, in un gioco di "guarda e scopri" che divertirà molto i bambini.

Tutti nella mia tana

Ma perché il vecchio lupo sta cercando le sue più classiche vittime? Perché li chiama ad alta voce?
Nel finale a sorpresa, che ha il difetto di avere un paio di pagine di troppo (l'albo potrebbe terminare immediatmente dopo il disvelamento della sorpresa) lo scopriremo e, potete scommetterci, ci sarà da ridere.


La conoscete la storia delle radio libere e del loro ruolo nel cambiamento del panorama della comunicazione italiana?

radio banana

Non so se in Francia ci sia stato un fenomeno analogo, ma Radio Banana, di Clémentine Mélois e Rudy Spiessert (ed. Babalibri) me lo ha ricordato molto.

La storia è quella di una scimmietta, Aristotele, che trova nella giungla il relitto di un aereo, la cui radiotrasmittente funziona ancora. Curiosa e creativa, la scimmietta improvvisa, per gioco, una trasmissione:

Buongiorno, giungla!
Sono Aristotele in diretta da Radio Banana! E ora, è il momento del vostro programma preferito: Risate con Radio Banana!

radio banana

 (il programma "Risate con Radio Banana", che accompagnerà la narrazione fino alla fine, risponde perfettamente ai gusti umoristici dei bambini, con freddure e giochi di parole.)

radio banana

Il successo, si sa, a volte nasce solo da un evento fortunato. Qualcuno, lontano da lì, intercetta la trasmissione e la diffonde in un aeroporto, dove tutti i passeggeri la ascoltano. 

Radio Banana diventa così famosa che personaggi di ogni genere, dai musicisti ai politici, vogliono esserne ospiti. Nasce perfino un merchandising, del quale la scimmietta e i suoi amici sono completamente ignari.

Quella che sembrava essere una storia di animali della giungla diventa quindi un'occasione per esplorare le dinamiche del marketing e della fama.

Chi avrà la meglio? La spontaneità della radio libera o le logiche di mercato che a sua insaputa la invadono?

radio banana

Radio Banana strizza l'occhio anche ai genitori che leggono, proponendo tra i personaggi vari sosia di VIP reali, come Keith Richards (nell'albo, Richard Kiss) o Karl Lagerfeld.

radio banana


La vita dei personaggi e quella degli animali della giungla si intreccia, e in questo incontro di storie, Radio Banana è simbolo di positività e di allegria, anche di fronte alle difficoltà.

È il potere della risata. Il potere delle voci libere.


Vi è mai capitato di fronte uno di quei rompicapo che, per essere risolti, hanno bisogno di attivare il pensiero laterale? Cose del tipo "sposta tre bastoncini per ottenere il risultato esatto", o "unisci tutti i puntini usando solo cinque linee rette".

La chiave del pensiero creativo sta proprio nel saper uscire dai paletti del ragionamento consueto per trovare nuove vie inesplorate. È terribilmente difficile riuscirci. A volte, però, ai bambini viene più facile, ed è nostro compito di educatori conservare viva questa capacità.

Harold

Credo sia questa la chiave più importante delle avventure di Harold di Crockett Johnson (della prima, Harold e la matita viola, vi avevo già parlato qui), edite in Italia da Camelozampa e da poco arricchite da due nuovi titoli, La fiaba di Harold e Harold nello spazio: superare i limiti delle leggi fisiche, delle consuetudini, dell'atteso, per aprire il gioco e la narrazione a nuove possibilità.

I due nuovi titoli ricalcano la struttura del primo: Harold, il protagonista, disegna il mondo attorno a sé con la sua matita viola, e mentre lo disegna ne vive le avventure. Al di là dell'aspetto paradossale del meccanismo, ovvero il fatto che Harold renda materiali le cose che disegna, la narrazione è un'ottima metafora di ciò che normalmente accade nei giochi d'immaginazione dei bambini, capaci di cucinare aria, di cavalcare destrieri invisibili e combattere contro nemici inesistenti.

Ciò che rende ogni volta diversi i libri della saga è invece la capacità dell'autore di modificare ogni volta il meccanismo di creazione che dalla matita fa nascere i mondi in cui gioca Harold, in una logica illogica in cui il pensiero laterale prevale su ogni aspettativa.

La fiaba di Harold inizia in un giardino incantato. Nel giardino non c'è nulla, se non la riga di matita viola tracciata da Harold, e qui avviene il primo salto logico: Harold non deduce che quello non è un giardino, ma si chiede perché non vi cresca nulla. Lui ha deciso che quello è un giardino, quindi deve essere un giardino. E per risolvere questo mistero, fa visita al re (per farlo, naturalmente, disegnerà il castello, e anche il re).

La fiaba di Harold

La logica viene sovvertita più volte: il disegno non si limita a creare, ma cambia le proporzioni alle cose e anche i rapporti causa/conseguenza (dopo aver disegnato una tana di topolino gigante, che lo fa sembrare piccolo piccolo, Harold disegna una scala per fare in modo di essere alto "quattro gradini e mezzo, la sua statura normale).

La fiaba di Harold

Una delle mie sequenze preferite è quella che vede Harold uscire da un buco disegnato nel muro del castello per poi riempire quello stesso buco disegnandovi un orologio: pieni e vuoti sono sovvertiti; anche qui la logica prevalente è quella del disegno e della fantasia e non quella delle normali leggi fisiche.

La fiaba di Harold

Al termine della sua avventura, Harold ricrea di nuovo la propria casa, e perfino la poltrona della mamma, che però non vediamo: la mamma è nido, è rassicurante realtà, non può essere creata da una matita. C'è, ma è oltre il gioco.

Harold nello spazio, l'ultimo titolo uscito, aggiunge alla logica narrativa una novità grafica: lo sfondo nero.

È un'avventura notturna, al chiaro di luna (quella luna che Harold ama tanto), che però si fa buio quando Harold, nel bel mezzo del deserto, disegna un razzo e si lancia nello spazio.

Troviamo in questo punto una frase che rompe la serenità della prosa graffiando in modo curioso:

Poi gli venne in mente che il governo si divertiva un sacco nel deserto. Lanciava i razzi.

È la prima volta che Harold esce dal territorio dell'immaginazione bambina e fa irruzione nel mondo adulto. Lo fa con una spiegazione da bambino che ascolta le notizie e le capisce a modo suo, certamente, ma l'effetto resta straniante, e mi domando quanti bambini ne colgano il senso e in quanti modi possano elaborarlo.

Harold nello spazio

 Ãˆ solo un attimo, poi Harold parte e il suo mondo torna ad essere semplicemente suo, governato soltanto dalle proprie leggi, tanto che per fare luce può decidere di accendere una seconda luna.

Harold nello spazio

E quando disegna il suo atterraggio sul pianeta, il pianeta stesso si compone sotto i suoi piedi, man mano che camminando lo disegna.

È il viaggio spaziale che ogni bambino sa compiere: dentro quello spazio immaginato e creato nella propria mente, dietro i propri occhi.

Harold nello spazio


Ed è questa la magia di ogni gioco fantastico: si può camminare saldamente a testa in giù anche su un pianeta che non esiste, purché si sia in grado di attraversare i confini che la nostra stessa logica ha costruito.
 


  

Se è vero che ogni bambino è diverso dall'altro, ci sono alcuni tratti che potrei dire sono universalmente legati all'infanzia, a ogni infanzia.

Smentitemi, se avete esperienze diverse, ma non ho conosciuto nemmeno un bambino che non si sia lasciato prendere dalla foga collezionistica, da quell'impulso di portare a casa le meraviglie trovate in giro.

Tra foglie e fogli

L'erbario è forse la forma organizzata di collezionismo che maggiormente risponde a questo impulso: permette di dare valore anche agli elementi più quotidiani e semplici tra quelli raccolti dai bambini: fiori, semi, foglie. Nell'erbario questi elementi si trasformano da "una foglia raccolta nel parco" a un oggetto da esaminare e catalogare, attribuendogli nome, caratteristiche, proprietà.

Tra foglie e fogli, scritto da Rossella Marcucci e Mariacristina Villani (con le illustrazioni di Valentina Gottardi) ed edito da Editoriale Scienza con la collaborazione dell'orto botanico dell'università di Padova, sta a metà tra un libro divulgativo e un vero e proprio erbario.

Nella prima pagina, a dire il vero, l'attribuzione alla seconda categoria è data per assodata, perché contiene uno spazio da personalizzare, che coinvolge già il bambino rendendolo protagonista: "Questo erbario appartiene a...".

Tra foglie e fogli

Prima però di arrivare alle pagine dell'erbario vero e proprio, Tra foglie e fogli introduce il tema con un po' di divulgazione. Si parte dalla storia degli erbari, quelli scientifici e quelli arricchiti da illustrazioni fantasiose (i fan di Harry Potter vi troveranno l'origine della leggenda della mandragora), si spiega quale sia l'utilità degli erbari, si traccia la biografia dei grandi protagonisti della botanica, con un piccolo approfondimento sull'erbario di Padova.

Passando dalla storia alla scienza, arriviamo nel vivo della catalogazione: le pagine del libro raccontano in modo semplice e concreto i diversi tipi di pianta, le caratteristiche delle foglie, dei fiori e dei frutti, e infine arrivano le istruzioni su come raccogliere, pressare e seccare le piantine e come catalogarle nell'erbario.

Tra foglie e fogli

Da qui in poi, il libro muta e diventa un vero e proprio erbario: sulla sinistra una scheda della pianta, agile ma ben articolata tra i suoi diversi elementi (fiori, foglie, semi e frutti), sulla sinistra lo spazio bianco da compilare e riempire con il proprio campione seccato (o, perché no, più di uno, perché di ogni pianta si possono raccogliere sia fiori che foglie, e in caso non siano troppo voluminosi anche i semi).

La rilegatura ad anelli del libro rende molto più pratica la sua gestione e un foglio trasparente divide la scheda stampata dai campioni raccolti, preservando da macchie la prima e mantenendo la visibilità dei secondi.

Tra foglie e fogli

Le piante selezionate sono quelle comunemente presenti nei nostri giardini e parchi, così da un lato sarà più semplice e gratificante per il bambino costruire e completare il proprio erbario, dall'altro l'aspetto didattico troverà facilmente una sua concretezza, rendendo più utile e stimolante il lavoro e allenando il bambino all'osservazione.

Una proposta in più?
Se con l'erbario di Tra foglie e fogli i bambini si appassionano all'attività, potete provare a costruire un

fantaerbario

Attingendo a piene mani dalle tecniche rodariane di Grammatica della fantasia, invitate i bambini a unire, materialmente e mentalmente, due piante, creando innesti fantastici e immaginando le caratteristiche della nuova pianta sulla base di quelle dei suoi genitori genetici.

fantaerbario

Nel pratrifoglio, ad esempio, si sfogliano le foglie anziché i petali. Si parte sempre da "m'ama", così si è sicuri che vada a finire bene. A differenza del suo genitore, stavolta, il quadrifoglio non porta molta fortuna.
 


Azione!

Se devo immaginarmi una parola che descriva questo libro, prima ancora di "magia", è questa
Azione come spirito del libro, così denso di avventura, di movimento, di pericoli scampati per un pelo, di cattivi da cui fuggire.
E poi "azione" come "Ciak, azione!", perché si tratta di un romanzo fortemente cinematografico, in cui l'occhio del narratore segue la protagonista come farebbe una macchina da presa.

 La casa ai confini della magia

La casa ai confini della magia, romanzo fantasy di Amy Sparkes edito da Terre di Mezzo, racconta la storia di Nove, un'orfanella costretta a vivere in un sottoscala con Taschino, capo (e sfruttatore) di una banda di orfanelli borseggiatori.

In questa vita frustrante e monotona, in cui l'unica gioia arriva dai libri di una vecchia e malandata biblioteca, Nove un giorno ruba un soprammobile a forma di casa, che si trasformerà una casa vera, una casa colpita da una maledizione e abitata da un mago, un troll e un buffo cucchiaio. E sarà lei, naturalmente, a doverli aiutare trovando il modo di rompere l'incantesimo.

La casa ai confini della magia

La casa ai confini della magia non ha illustrazioni se non quelle, piccole, nelle intestazioni dei capitoli, ma non ce n'è bisogno. Senza indulgere troppo nelle descrizioni (è un libro d'azione, come dicevo prima), la prosa lascia i giusti indizi alla fantasia, affinché visualizzi chiaramente ogni scena.

È una narrazione che prosegue senza tregua, con pochissimi attimi di riflessione, concatenando uno dietro l'altro incantesimi e sorprese: la casa nasconde infatti innumerevoli segreti, alcuni comici, altri terrificanti, dal bagno che cambia posizione (una bella seccatura!), all'armadietto del the che trasfigura per un attimo tutte le persone presenti, dal giardino infestato ogni giorno della settimana da mostri diversi a rotazione alla biblioteca con i libri guerrieri.

È paradossalmente proprio quando, verso la fine, la tensione aumenta di livello e i pericoli crescono, che vediamo disvelarsi ed evolvere alcuni personaggi, talvolta in modo atteso, talvolta meno, dando un senso di compiutezza alla storia.

Tra una scena comica e una nonsense, momenti di tensione e momenti distensivi, La casa ai confini della magia scorre velocissimo, una pagina dopo l'altra, mantenendo sempre alto il livello di intrattenimento.


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Eccomi

Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.

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