Leggere immagini.

"Leggi anche qui", mi dice il Piccolo D, indicando un'illustrazione.
Per lui lettere e parole non hanno ancora un significato, e la mia voce quando leggiamo un libro gli serve da guida per dare un senso alle immagini.
Le immagini sono le prime cose che impariamo a leggere, fin da neonati, e la loro decodifica diventa presto qualcosa di così automatico che non ci fermiamo più a riflettere.


Alla scoperta delle immagini. Dalle caverne a internet (edizioni Babalibri) è un insolito manuale che guida i bambini (dagli 8 anni in su) alla scoperta dell'arte, da un punto di vista insolito.
Niente cronologie, o biografie di grandi autori, ma spunti di riflessione trasversali su metodi, tecniche e motivazioni che hanno segnato la storia dell'arte, dalla più antica alla più recente.

Il testo ha la forma di un dialogo tra l'artista britannico David Hockeny e il suo amico e critico Martin Gayford.


La suddivisione in capitoli di Alla scoperta delle immagini è tematica: non si separano surrealisti da impressionisti, ma si affronta prima un'introduzione generale sulle immagini e sul perché l'uomo le crei, per poi parlare di segni, di luci e ombre, di spazio e composizione dell'immagine, specchi e riflessioni, prospettive, per finire con le immagini animate e digitali.

Così, vengono accostate opere anche molto distanti nel tempo e nello spazio, come la Gioconda e una fotografia di Marlene Dietrich, o le stampe giapponesi e i film di Walt Disney.


Ogni spiegazione, ogni descrizione, viene fatta "davanti" a un'opera, in modo da rendere l'osservazione concreta, allenare l'occhio a vedere i dettagli e le caratteristiche di un'immagine, fornire subito un esempio senza limitarsi a un concetto astratto.



Non mancano naturalmente alcune curiosità sulle tecniche o sulla vita di alcuni importanti autori: informazioni non certo esaustive ma che aiutano a inquadrare la situazione dell'epoca o a spiegare ad esempio chi per primo ha adottato una certa tecnica e perché.


Soprattutto, di ogni tecnica o scelta stilistica, come ad esempio i diversi usi della prospettiva, viene mostrato l'effetto su colui che guarda, e che viene di volta in volta portato a notare qualcosa, o a provare una certa sensazione.

Le fotografie e le riproduzioni delle opere si alternano alle illustrazioni di Rose Blake, che alleggeriscono il volume e servono da supporto per le spiegazioni.



L'impostazione dialogica non convince molto: non emerge una netta distinzione tra le "voci" dei due autori (se non nel fatto che uno dei due parla a volte in prima persona delle proprie opere), né un vero e proprio botta e risposta. Il testo sembra piuttosto un'unico, lungo discorso portato avanti da due persone che si alternano.

Resta tuttavia molto valida la proposta di approccio all'arte, che dona non nozioni ma strumenti per leggere le opere.

Sembra un invito, a volte, a impugnare la matita e sperimentare di persona gli effetti di alcune scelte.
Anche se non si sa disegnare bene? Certo.

Avete mai pensato, ad esempio, a come la prospettiva può servire a rendere tridimensionale una scritta? Basta tracciarla con lettere un po' distanti tra loro, quindi darle un'area disegnando lettere più spesse attorno al segno iniziale.
Poi si sceglie un punto e vi si fanno convergere, a matita, tutti gli angoli o i punti marginali della scritta.


Deciso infine uno spessore, si usano le linee tracciate per disegnarlo, seguendo le angolazioni della scritta.


E come possiamo immaginare prospettive nuove rispetto a quelle a cui siamo abituati? Magari immaginandoci diversi da come siamo.
Come ci vedrà, ad esempio, un piccolo insetto che passeggia nel prato?


E come apparirà una città con i suoi palazzi a chi sa volare?


La fantasia, in fondo, è spesso proprio così: un semplice cambio di prospettiva.



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