Annoiato è chi l'annoiato fa.

"Mamma, non ho NIENTE con cui giocare"
Queste parole arrivano da una persona che ha alle sue spalle uno scaffale pieno di costruzioni, trenini, giochi in scatola, colori (e naturalmente libri).
Arrivano anche dalla stessa persona che due ore prima si è intrattenuta da sola per un'ora in giardino con una molletta da bucato.
La noia, ne sono convinta, è solo uno stato mentale.




Ed è il preciso stato mentale di Chester Filbert, protagonista di Nel mio quartiere non succede mai niente.
Chester si presenta così, seduto sul marciapiede di fronte a casa, senza neanche guardare negli occhi il lettore. Il formato orizzontale del libro ci permette di dare uno sguardo d'insieme alle eleganti case della via.



Pagina dopo pagina, Chester si lamenta del fatto che, appunto, nel suo quartiere non succede mai niente. Non come in altri posti dove ci sono case stregate, pirati e cacciatori.


 
Mentre Chester sbuffa e si lamenta, con lo sguardo sempre basso, il quartiere attorno a lui si anima di storie e avventure.
Le doppie pagine diventano scenografie, dove alle spalle di Chester (o persino davanti a lui!) prendono vita giochi, scherzi, incendi, buche dalle quali escono oggetti misteriosi, rapine e inseguimenti. Un universo di storie avvincenti e adrenaliniche che si dipana in quello spazio che Chester si rifiuta di guardare.



Nel mio quartiere non succede mai niente è un classico americano degli anni Sessanta, ancora inedito in Italia, che Terre di Mezzo editore ha appena pubblicato.
Degli anni Sessanta ha tutto il sapore vintage delle illustrazioni e dei colori, in un meccanismo narrativo ancora attualissimo, che diverte e stupisce senza far sentire il peso degli anni.

L'autrice Ellen Raskin gioca con i colori, contrapponendo il noioso bianco e nero del quartiere, così come lo vede Chester, a vivaci campiture piene e cariche, che colorano tutta la vita e le storie che accadono attorno a lui.


Nel mio quartiere non succede mai niente non è un libro da poter leggere una volta sola: va sfogliato avanti e indietro, tenendo traccia del colore che identifica ogni personaggio e ogni storia, notando gli sviluppi e gli intrecci di ogni evendo che accade.
Dentro ogni microstoria, raccontata solo dalle immagini o da pochi fumetti, c'è una sorpresa, qualcosa di inaspettato, divertente o misterioso.
Perché è così la vita: basta guardarla bene per lasciarsi stupire e per cancellarne la noia.

E voi, siete capaci di cogliere tutto quello che succede alle vostre spalle, o come Chester restate concentrati su di voi e sulla vostra noia?


La prossima volta che il vostro bimbo si annoia, provate a bendarlo, a metterlo in un punto della casa e a chiedergli di indovinare cosa sta succedendo alle sue spalle.
Potete creare dei rumori ad hoc (suonare qualcosa, bussare alla porta, aprire la zip dello zaino) o lasciare che a "parlare" siano le vostre azioni quotidiane: battere i tasti di un computer, lavare i piatti, stir... (ah ah! No, stirare a casa mia è tutt'altro che quotidiano!). O magari potete prendervi un caffè. Lui lo indovinerà dal rumore della moka, voi avrete i vostri cinque minuti di serenità. :)


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