Mi piace essere un bambino.

Una delle cose più sorprendenti dei bambini piccoli è la loro caparbia e risoluta espressione delle proprie preferenze.
La cosa diventa ancora più evidente quando di figli ce ne sono due: uno che si addormentava sempre beatamente a pancia in su, l'altro che si gira appena lo appoggi nel lettino (alla faccia delle regole anti-sids); uno che "se proprio non ha fame, mangerà almeno un pezzettino di formaggio", l'altro che il formaggio non lo vuole nemmeno vedere.
Insomma: anche quando non sanno parlare e non sanno bene come esprimerlo, i bimbi sanno benissimo cosa vogliono e cosa non vogliono.
È questa la prima espressione della loro personalità e del loro pensiero critico.


E proprio per questo, è anche uno dei loro temi preferiti, perfetto da mettere in un libro. Un libro cartonato, che possano maneggiare e sfogliare a piacimento e che diventi un oggetto familiare.
Un libro che parli di azioni quotidiane, in cui riconoscersi.
Un libro come quelli della collana Mi piace Non mi piace delle edizioni Il castoro.



Quando mangio e Quando gioco sembrano a un primo sguardo dei libri fotografici, ma non lo sono.
Le figure che vedete sono l'opera incredibile di Sonia Marialuce Possentini, vincitrice del Premio Andersen 2017 come miglior illustratrice.


Come si intuisce dal titolo, la collana Mi piace Non mi piace racconta, dal punto di vista dei bambini ritratti, le loro preferenze, in fatto di giochi e di cibi.
Lo fa con un struttura grafica e materiale creata da chi evidentemente conosce bene il mondo dei bambini e della lettura: il formato quadrotto, cartonato e stondato, l'illustrazione su fondo bianco con il testo isolato sulla pagina di sinistra, le immagini quasi fotografiche, facilmente decodificabili, il tema quotidiano in cui identificarsi sono tutte caratteristiche ideali per bambini dai 18 mesi in su, che hanno appena iniziato a formare un pensiero simbolico e a comprendere il significato di rappresentazione.


Una semplicità fondamentale, che però non diventa mai banalità. Leggendo è evidente che non si parla di bambini "standard" ma di personalità individuali ben precise.
Accanto a una bambina che, davanti a dei broccoli, prevedibilmente afferma "non mi piacciono le cose verdi", c'è anche quella a cui piacciono gli spaghetti.
Accanto al bimbo a cui piace giocare con l'acqua, c'è anche una bambina che dichiara "non mi piacciono le bambole".

Un messaggio che passa anche ai genitori, per imparare a non dare per scontato che nostro figlio sia un bambino come tutti gli altri.

Nell'ultima pagina, si vedono una serie di oggetti (giocattoli o cibi) e le parole invitano i lettori a provare ad esprimere le proprie preferenze:

 "E a te, cosa piace? E a te, cosa non piace?"

E proprio per rendere ancora più personale questa esperienza, ho voluto creare delle pagine speciali per il Piccolo D.
Dopo averlo fotografato mentre era intento nelle sue attività preferite, ho scontornato grossolanamente le immagini, per lasciarle su fondo bianco, e aggiunto una scritta.


Ritagliate in forma quadrata, le ho poi plastificate (con la plastificatrice del Lidl, ma potete trovare facilmente delle alternative).


Ecco fatto: lasciate in mano al Piccolo D, queste piccole schede lo aiuteranno a riconoscersi nelle attività quotidiane, quelle che gli piacciono di più.


Accanto a "Mi piace travasare sassi" o "Mi piace pasticciare con l'acqua" c'è anche "Mi piace leggere". Sono certa che finché troveremo libri di qualità, pensati per le sue esigenze di bambino, continuerà ad essere una delle sue attività preferite.


   

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